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Elezioni sessiste e politica delle donne

[nella foto una delle donne cane di Malena Mazza]

Abbiamo capito. Se passi per una mostra d’arte puoi godere delle rappresentazioni avvilenti di impeccabili donne cane. Tutte doverosamente scodinzolanti e senza mutande, tanto per rendere più chiaro il concetto. 

Se leggi qualcosa a proposito delle candidature per le prossime elezioni ti rendi conto che c’e’ da diventare tristi, anzi tristissime. Il pdl sta rendendo ancora più sessista il contesto politico, come se ve ne fosse bisogno. Organizza corsi per "formare" alla politica altre mare carfagne, tutte approdate alla scuola attraverso casting e prove estreme: grande fratello, la fattoria, ore di estenuante opinionismo mediaset. Il pdl candida, premia ed elegge donne formato velina. Presto vedremo un format tivvu’ talent scout per persone che vorrebbero intraprendere l’attività politica. La scuola di formazione sarà portata avanti da bondi e frattini e al termine di ogni puntata il televoto e tre giudici elimineranno la persona che non risponderà ai requisiti richiesti. Tra questi: portamento, messa in piega, altezza, peso, giro vita e razza. Di questo passo ci arriveremo, abbiate fede.

Fare politica non significa più avere idee di futuro per se stess* e per gli/le altr*. Non significa essere in grado di progettare un mondo differente, candidarsi ad amministrare risorse per fare stare bene tutt*. Non significa neppure, nella versione più cinica del *mestiere*, rappresentare al meglio le lobby e gli interessi di ricchi e potenti trattando la carta costituzionale come carta igienica e la democrazia come un fastidioso handicap.

Per fare entrambe le cose, o tutte e due assieme, oggi bisogna essere anche eccezionalmente telegeniche, fotogeniche, rifatte, esteticamente adeguate allo show business. L’immagine innanzi tutto. 

I prossimi dibattiti televisivi abbonderanno di signore raccattate al mercato del consumo dei corpi. A parlare di politica, cioè dei fatti nostri, di come amministrare i nostri soldi, di come modificare leggi la cui applicazione peserà direttamente sulle nostre vite, ci saranno quintali di silicone traballanti. I manifesti elettorali saranno ottenuti da un sapiente lavoro di edulcorazione formato photoshop.

Fare politica in italia è già complicato. Servono soldi. Chi ne ha di più può fare una campagna elettorale, può pagarsi la benzina per andare in giro a fare comizi, può fare telefonate, può stampare manifesti e volantini, può fare spot radiofonici e televisivi.

Le donne non hanno soldi. Quelle che ce li hanno e che spesso approdano alla politica istituzionale sono mogli, amanti, sorelle o figlie di qualcuno. E’ davvero raro vedere donne che hanno un ruolo politico che siano sganciate da sudditanze nei confronti del genere maschile.

Fare politica in italia vuol dire passare attraverso la ghigliottina dei partiti, tutti molto maschili a cominciare dalle dirigenze che decidono la "linea". Le donne non vengono valorizzate, non partecipano a sufficienza e quelle che vorrebbero partecipare forse hanno figli, parenti, una vita impiegata a fare lavori di cura.

I partiti decidono le candidature. Quando si cominciò a ragionare di quote tante tra noi dissero che non eravamo una razza in estinzione e non volevamo essere considerate dei panda. Via via però che le liste venivano riempite di mogli e madri e cognate e figlie per raggiungere quel benedetto 30% di presenze femminili, il concetto di pari opportunità diventava un po’ più familiare. C’e’ veramente poco da fare. In italia le leggi somigliano poco al contesto sociale che viviamo ogni giorno. Una legge sul 50% delle presenze femminili in politica diverrebbe dirimente quantomeno dal punto di vista culturale.

In ogni caso cambierebbe molto poco perchè le liste sono sempre più bloccate, i sistemi di preferenza non ci sono quasi più e i nomi delle donne possono sempre stare in fondo al gruppo per evitare che siano elette. I sistemi elettorali decisi dagli uomini penalizzano maggiormente le piccole organizzazioni. Ma più di tutti, penalizzano le donne.

La storia delle percentuali perciò non convince, sebbene io rispetti le donne che la portano avanti. Mi sembra figlia di quella cultura del femminile che implora, che si attiene alle decisioni di partito, che fa quadrato con sistemi gerarchici e non emette suoni che possano disturbare eccessivamente. Una mossa democratica e pacata. Poco utile in tempi di resistenza.

Perciò mi chiedo quale possa essere la soluzione. Come fare ad intervenire sulla amministrazione delle nostre vite smettendo di delegare altr* a farlo per noi?

E’ una domanda retorica che potete saltare, come tutto il resto, se non vi interessa ragionare di elezioni e di sistemi di partecipazione che portano alle istituzioni. E’ un ragionamento che possiamo mettere da parte ritenendo le istituzioni come un vizio burocratico fatto da chissà quali padri autoeletti *fondatori* di pezzi di diritto diventato "naturale", per difendere gli interessi degli stessi e dei loro figli e figli dei loro figli e così via fino ad oggi. Monarchie, dittature, imperi, democrazie a gestione condominiale. Si può immaginare di non volere avere a che fare mai con i luoghi "istituzionali" della politica. Si può immaginare che votare non serva a niente. Ogni posizione è assolutamente rispettabile. 

A me piace parlare di obiettivi e pratiche. 

Una politica sessista usa il "vota donna" per portare voti alle liste e fare eleggere la persona già stabilita dal partito. Quasi sempre un uomo.

Le liste oramai sono una specie di specchio del grande fratello mediaset. Ci trovi dentro la precaria, il gay, il nano, la ballerina, il venditore ambulante, l’ex detenuto, l’operaio che ha avuto la fortuna di fare due interviste in tivvu’, la parente della vittima di mafia. E’ un catalogo per tutti i gusti. Manca il pistacchio, la nocciola e i puffi e li abbiamo proprio tutti.

Sicuramente sono tutte delle gran brave persone ma resta il fatto che le donne vengono considerate come rappresentanti di settore, come il pistacchio e il rappresentante dei lavori socialmente utili.

Dirla così continua ad essere un lamento vittimista. Perciò mi pare assurdo continuare a pietire posti agli uomini e immaginare che prima o poi verrà anche il turno delle donne. 

Mi sono sempre chiesta perchè le donne – che non sono una categoria assoluta – non cominciassero ad autorappresentarsi sganciate da tutto, dalle logiche della politica al maschile, dalle gerarchie di partito, dagli assensi dei dirigenti di corrente, dall’umore del capo tribu’ che può cambiare a seconda del fatto che ti fai molestare o meno. Negli ultimi tempi lo abbiamo fatto un po’ di più. Autorganizzazione e manifestazioni ne sono la riprova.

Qualcuna mi disse, tanto tempo fa, che le donne non riescono ad avere un quadro d’insieme, perciò servono gli uomini in alcuni ruoli, come l’economia, l’interno, gli esteri, la difesa.

Ricordo di aver risposto senza pensare: gli uomini invece un quadro d’insieme ce l’hanno?

Nei partiti le donne normalmente finiscono ad occuparsi di "cose di donne", come se non fossero in grado di avere una opinione, una idea precisa, una competenza su ogni cosa. Nei luoghi di amministrazione finiscono spesso alle pari opportunità. Quando le pari opportunità verranno assegnate ad un uomo e il ministero all’economia o dell’interno saranno affidati ad una donna allora si potrà parlare forse di pari opportunità. Fino ad allora è solo un modo per relegare le questioni che ci riguardano in ghetti ideologici e culturali che lasciano pensare che fare una legge contro la violenza sulle donne sia un favore fatto a noi e non un provvedimento necessario per migliorare gli aspetti incivili e irrispettosi della nostra società.

Non sono separatista. Non lo sono mai stata. Mi piacciono i luoghi misti. Quelli in cui le gerarchie al maschile non ci sono o se ci sono possono essere più facilmente messe in discussione.

Ho attraversato tanti luoghi della politica e il sessismo fa parte di ciascuno di essi. Lo trovi nei partiti e dentro i centri sociali. C’e’ una estetica di ogni luogo, compresi quelli alternativi. Le donne che passano per i centri sociali hanno menti spigliate, vestono diversamente, sono creature libere o differentemente irregimentate ma spesso rispondono fedelmente ai canoni imposti dal loro gruppo. 

Se l’estetica va a braccetto con il desiderio, la passione, la bellezza e la sensualità è cosa sana. C’e’ da capire quanto dell’estetica dei gruppi, compresi quelli alternativi, sia condizionata dai modelli dominanti.

Mi piacciono anche gli spazi separati. Specialmente quando diventano la manifestazione di un atteggiamento attivo, sganciato dalle elemosine e che mira ad obiettivi difficilmente misurabili con le attività svolte all’interno dei partiti. 

Non è un pregiudizio nei confronti del genere maschile o di altri generi. E’ la certezza che i luoghi della politica classici non rispondano più, se mai sia stato possibile praticarli con questa speranza, a nessun tentativo di mediazione.

Non c’e’ nulla da fare. Basta. Le alternative stanno altrove. Il movimentismo autogestito, dal basso, che agisce sulla società mandando a quel paese la mediazione censoria e per nulla rappresentativa delle organizzazioni partitiche e istituzionali, con tutto il rispetto per le tante donne che insistono tenacemente in quella direzione (spesso anche per produrre cambiamenti dove il sole non batte mai), o altre esperienze che mi piace raccontare. Chi vuole, giacchè chi non vuole agirà/agiremo appunto attraverso altre pratiche, cominciare ad influenzare l’amministrazione della cosa pubblica. Chi vuole provare a cambiare, proporre, influenzare, a partire dai luoghi già esistenti può decidere di guardare con interesse alla proposta politica che, per esempio, ci viene dalla lista civica di donne Altra Città che si presenta con una propria candidata sindaca, Giuseppina Tedde, alle elezioni di Bologna del 6 e 7 giugno del 2009.

http://radio.rcdc.it/wp-content/uploads/altracitta-400x300.jpg

Date un occhiata al sito e al programma. Io rilevo giusto alcuni punti che vengono fuori da tanto lavoro condiviso. Sono consapevolezze maturate insieme che io sento come mie. Alcune di loro sono compagne di percorso che conosco. Alcune fanno parte della rete femministe e lesbiche e poi della rete delle donne bolognese. Sono donne comuni che non hanno nulla di "comune". Sono donne come me e come voi. Non sono veline, non sono un prodotto mediaset, non sono le donne del "terzo millennio fascista" con l’estetica mussoliniana tramandata ai posteri da berlusconi e dai suoi pari. Non sono donne di plastica. Sono donne alle quali può capitare di avere i capelli fuori posto o le occhiaie, le rughe, i segni della stanchezza o qualche chilo in più. Sono donne vere che compongono un movimento consapevole. E’ un movimento che decide di autorappresentarsi e diventa dirompente nella scena politica bolognese che non a caso ha già cominciato a fare una campagna mediatica terribile contro le donne provando a togliere loro credibilità persino rispetto alle questioni verso le quali la politica maschile non si è mai spesa in nessun modo.Tanti uomini offesi del fatto che le donne propongono una diversa ricetta per la propria "sicurezza" lontana dalle loro ronde, dalle loro strade deserte, dalla loro intolleranza e xenofobia, dalla loro logica della paura, dal loro profondo razzismo.

Alcuni punti dicevo, parole fondamentali per niente scontate da dire senza aver paura di turbare la suscettibilità di moderati e affini, senza fare il solito gioco a chi è più populista, parole che vengono da un ragionamento "indipendente", proprie di chi non subisce l’agenda politica e le parole d’ordine imposte da altri, che determinano una lettura diversa delle questioni sociali, economiche e politiche e che diventano temibili per il mercato stantìo e autoritario della politica al maschile.

Parole da pronunciare con forza, che parlano con chiarezza – finalmente – di partecipazione e protagonismo, di lotta alle discriminazioni, contro il razzismo, la lesbo/trans/omo fobia e di violenza maschile, di storia laica e antifascista, di accoglienza, di diritti, di amministrazione onesta, credibile e trasparente, di applicazione della 194 e accesso alla pillola del giorno dopo, di diritto alla salute per tutt* e di non patologizzazione e medicalizzazione forzata dei disagi, di garanzia e riferimento per le donne migranti, le badanti che spesso vengono sfruttate con il lavoro nero, di asili nido e tempi della maternità, di aumento dei luoghi di socializzazione e stimolo di iniziative culturali in una città che obbliga tutti – attraverso le ordinanze per il decoro e la sicurezza – a non bere in pubblico neppure un bicchiere d’acqua. E ancora: parla di una città più viva perciò più sicura. Niente ronde. Parla di cultura, di mezzi per colmare gap di ogni tipo compreso quello tecnologico, di ricomposizione del tessuto sociale, di salvaguardia dell’ambiente, di posizione contraria alla privatizzazione dell’acqua, di trasparenza per edilizia (niente grandi opere), affitti, spazi abitativi, di decentramento, di luoghi vivibili e per di più desiderabili, di stabilizzazione dei contratti precari nella amministrazione pubblica, di lotta alle speculazioni delle imprese sul precariato, di lotta contro le esclusioni anche di tipo economico, di accesso ai migranti ad ogni servizio, di diritti degli animali, di desiderio e consapevolezza, di partecipazione attiva dei e delle cittadin*.

Non so come andranno per loro le elezioni. Io spero bene. So però che la città che immaginano loro è quella che piacerebbe molto anche a me.

Ragazze, se vincete abbiamo due alternative: sperimentare la stessa esperienza altrove o trasferirci tutte da voi. 

So anche che attraversare una città in tempo di campagna elettorale significa parlare con la gente e tante donne organizzate che militano per le strade comunque produrranno un sano cambiamento culturale in opposizione ai tanti esempi di leaderismo al maschile, di accentramento di partito, di corporativismi di settore e di rondismi che terrorizzano le persone per proporre sceriffi in ogni città.

Forza ragazze, sorelle, amiche, compagne. Un abbraccio solidale e affettuoso. E se avete bisogno di braccia, teste e corpi, lanciate un appello affinchè le donne di qualunque posto possano venirvi a dare una mano in questa coraggiosa avventura.

Posted in Pensatoio, Scritti critici.


7 Responses

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  1. Alessandro says

    Ciao Giulia.

    Ma qui nessuno insinua niente !

    Nessuno insinua niente di misterioso.
    Credo che sia noto e risaputo che esistano uomini che sostengano la candidatura della signora Tedde, lo dice la candidata stessa in un’intervista:

    http://www.lastefani.it/…02&block=1&id=2

    “Non siamo una riserva, parliamo ad una città intera. Al tavolo di lavoro che sviluppa il programma si siedono anche molti uomini, che ci sostengono senza candidarsi. Ci dicono: andate avanti voi, avete competenza e capacità”.

    Ed è scritto anche qui:

    http://www.lastefani.it/…02&block=1&id=1

    “Campagna autofinanziata, un quartier generale aperto in via Polese, tanti volontari, anche uomini, a sostenere la lista.”

    In più, nel messaggio precedente ho sostenuto che il progetto realizzato dalle donne che sono scese in campo con la lista Altra Città rasppresenta un’avanguardia, e quindi sarebbe meglio che altre liste di sinistra si ritirino. E a te pare che un discorso simile abbia come scopo principale demolire la candidatura di Giuseppina Tedde ?

    Chi invece vuole sostenere altre liste di sinistra mi pare che sei tu, cara Giulia, visto che auguri alle donne di altre liste di prendere più di una consigliera.

    A me non interessa niente di usare la politica o gli apparati dei partiti per costruirmi una carriera personale e nemmeno vado a procacciare voti per nessun politico. Io guardo solamente le persone, che tipo di programma poitico propongono e se poi viene mantenuto ciò che viene promesso in campagna elettorale.
    In tutte le elezioni (sia politiche, sia amministrative) dove sono andato a votare fino ad ora, ho sempre votato candidate donne (questo a te può sembrare strano, ma mi dispiace per te).

    In ogni modo cara Giulia, sebbene tu sia una donna bisbetica che cerca di diffondere la cultura del sospetto (a questa conclusione giungo, visto le risposte che mi hai dato), sei anche una donna fortunata perchè vivi a Bologna e solo a Bologna esistono esperienze politiche come il progetto promosso dalla signora Tedde. Io vivo in una cittadina governata dalla lega nord, con il PD che promuove propagande xenofobe con il tentativo di sottrarre voti alla lega e con rifondazione che ha perso ogni credibilità a forza di occupare incarichi istituzionali. In più nella via dove abito i militanti di forza nuova hanno aperto una sede con tanto di palestra e non so come andrà a finire tra me e loro.

    Comunque, auguro moltissimo a Giuseppina Tedde di vincere le elezioni comunali, perchè sicuramente le donne che sotengono la lista Altra Citta, se verranno elette, si batteranno per garantire i diritti sociali (lavoro, sanità, ambiente, cultura) a tutte le persone: sia alle donne, sia agli uomini, sia ai e alle autocnon* , sia ai e alle immigrat*. E appunto perchè il progetto politico promosso da Giuseppina Tedde non vuole escludere nessuno, non vuole marginalizzare nessuno, sono certo che le rappresentanti della lista Altra Citta si batteranno per garantire i diritti fondamentali anche alle persone bisbetiche come te, cara Giulia. Per questo spero tanto che nelle istituzioni della TUA città riescano ad accedere le donne che hanno dato vita alla lista Altra Citta.

    Ciao ciao

  2. Giulia says

    ciao alessandro,
    per essere uno che vive nel nord est che non sa niente di come vanno le cose a bologna ne dici tante di cose.

    io non so perchè continuo a sentire che insinui elementi di dubbio che vogliono demolire la candidatura di giuseppina tedde.

    se stai nel nord est come faresti a sapere che a sostenere la lista di donne ci sarebbero degli uomini?

    è facile insinuare e davvero continuo a non capire perchè non spendi le tue energie a fare campagna elettorale a monteventi in modo corretto invece che venire qui a insinuare dubbi.

    anzi se lo sai dimmi chi sarebbero gli uomini finanziatori occulti di una lista di sole donne.

    io credo sempre di più che tu sia in malafede. una sensazione. prendila come vuoi.

    sicuramente voterà per giuseppina più di un uomo. la lista di donne si rivolge a tutti e a tutte.

    Ma la lista di donne non mi sembra sponsorizzata da uomini “che agiscono nell’ombra”, proprio no.

    l’unico che non agisce alla luce del sole e che non dice con chiarezza quello che pensa qui mi sembri tu.

    ritengo ancora che si tratti di una tua iniziativa personale e che valerio non abbia a che fare con questi tuoi interventi.

    perciò auguragli da parte mia una buona campagna elettorale e tu augura alle donne della lista che prendano più di un@ consiglier@.

    ciao

  3. alessandro says

    Ciao Giulia.
    Forse mi sono spiegato male.
    Il mio intento era segnalare che in questo caso il vero volto utile è il voto dato a favore della lista di Giuseppina Tedde, che a quanto pare è nata dal basso, per una richiesta nata dal basso dalle associazioni delle donne della città di Bologna. Io non abito a Bologna, ma credo che gli avvenimenti siano andati pressapoco così: dopo cinque anni di amministrazione comunale guidata dalla giunta Cofferati, Valerio Monteventi e Franco Berardi Bifo si sono trovati in una squallida situazione desolante e, constatato che alla sinistra del Partito Democratico non c’era nessuno che prendesse la decisone di costruire una efficace opposizione al neoliberismo, sia Monteventi sia Bifo hanno preso la decisione di dare vita ad una propria lista per creare una efficace opposizione di sinistra. Ma a ben guardare………..alla sinistra del PD esisteva già un’iniziativa nata dal basso: le donne di Bologna hanno scavalcato a sinistra il progetto politico di Monteventi. Lo so che il genere femminile ragiona con una mentalità molto complessa ed il genere femminile è imprevedibile, ma questo è un problema mio che faccio fatica a comprendere le donne. Nei momenti in cui meno gli uomini se lo aspettano, le donne sono capaci di fare sorprese molto belle: esistono dei momenti nella storia nei quali le donne diventano avanguardie e si spingono in avanti di propria sponatanea volontà, lasciando gli uomini indietro e forse le donne lo fanno inconsapevolmente, cioè inconsapevoli di portare avanti un progetto radicale.

    Un esempio che dimostra che ogni tanto capita che le donne siano più radicali degli uomini è rappresentato da ciò che è successo a Roma il 24 novembre 2007, dove le donne avevano deciso di creare un loro spazio politico autonomo, una loro manifestazione il cui unico scopo era solo quello di portare avanti le rivendicazioni elaborate dal basso dalle donne. E invece…..improvvisamente è stato allestito un palco televisivo sopra il quale c’erano le ministre del governo Prodi che cercavano uno spazio mediatico: immediatamente le donne che avevano partecipato al corteo sono salite sul palco, interrompendo la diretta e guastando la festa a chi cercava di strumentalizzare la manifestazione. In un simile periodo storico gli uomini di sinistra non sono mai riusciti a mettere politicamente in diffcoltà gli apparati neoliberisti del governo Prodi, come hanno fatto le donne il 24 novembre 2007:

    http://www.antimafiaduemila.com/…pdf=1&id=45

    Un’altro esempio che dimostra che se le donne si rimboccano le maniche e si mettono a lavorare in autonomia, esse realizzano grandi progetti politici nei momenti più inaspettati, è rappresentato dalla presentazione della lista che candida a sindaca la signora Tedde.

    Visto che la lista della signora Tedde non si limita a porre unicamente la critica di genere, ma propone un programma molto articolato che va dalle tematiche sociali alla difesa dell’ambiente, dai trasporti alla cultura, dall’immigrazione al problema affitti, secondo la mia opinione Monteventi e Bifo potrebbero fare a meno di presentare la propria lista e rimboccarsi le mani per sotenere la lista di Giuseppina Tedde che porta avanti una linea politica più radicale. In questo modo non si disperdono voti a sinistra e credo che se la signora Tedde verrà eletta consigliera comunale, essa sarà perfettamente capace di affrontare anche le tematiche sociali (sanità, scuola, affitti, trasporti, privatizzazioni) che vanno al di là delle questioni femminili. Oltretutto, mi pare di aver capito che siano presenti anche i sotenitori di sesso maschile della lista AltraCittà, ma essi svolgono la loro attività politica nell’ombra: anche Bifo e Monteventi potrebbero intraprendere la stessa strada. Questo anche perchè la lista AltraCittà rappresenta un caso politico unico: in nessun’altra città d’Italia è presente una lista civica di sole donne, nata per spontanea iniziativa delle donne, che si presenta alle elezioni con un punto di vista di genere, sebbene sia le sostenitrici, sia i sotenitori della ista Monteventi-Bifo siano persone molto brave e capaci. Ma questa è solo una mia opinione personale ed io non vivo a Bologna: la decisone di ritirare o meno la candidatura di Monteventi spetta solamente agli abitanti di Bologna che hanno deciso di sottoscrivere e di sotenere la lista Monteventi.

    In ogni modo, sono convinto che simili avvenimenti politici (cioè la presentazione di una lista civica di sole donne) accadano solamente a Bologna e rimangono alcuni interrogativi ai quali non so dare risposta: come mai nelle altre città d’Italia le donne non si danno da fare per presentare una propria lista alle elezioni comunali ? Le donne di Bologna hanno una percezione della questione di genere diversa dalla percezione che possiedono le donne delle altre città d’Italia ? Conseguentemente le donne di Bologna sono politicamente più attive ?
    Pongo tali domande senza polemica.

    Cara Giulia, concludo facendoti una domanda. Perchè affermi che il mio scopo è quello di andare a racattare voti a favore di Monteventi ed affermi che io sia un accanito sostenitore di Monteventi ?
    Lo scopo del mio precedente intervento era solo far notare il mio dispaicere per l’esistenza di due liste che si fanno concorrenza.
    Inoltre io non abito nemmeno a Bologna e quindi tutto ciò è un problema che mi riguarda solo relativamente, perchè non andrò a votare per eleggere il sindaco di Bologna.
    Purtroppo vivo in una cittadina dell’Italia del nordest dove c’è un sindaco leghista che organizza le ronde contro gli immigrati e dove le donne hanno per la testa solo tre obiettivi: indossare i vestiti alla moda, andare in discoteca, partecipare alle riunioni dell’azione cattolica.
    Magari esistessero nella mia città delle donne come le promotrici della lista AltraCittà !

    Un saluto da Alessandro

  4. giulia says

    ciao alessandro,
    io penso che ci si possa fare gli affari di bologna perchè le cose buone si vedono e si supportano anche a distanza. soprattutto se si stimano le persone che fanno parte di quel progetto.

    il tuo intervento è legittimo e va bene così.
    mi dispiace soltanto che tu ritenga qui di dover puntualizzare che la candidatura di giuseppina tedde sia in qualche modo non “utile” alla progettualità bolognese.

    dici poi che la signora tedde avrebbe dovuto sottoporre la sua candidatura a monteventi invece che alle sue compagne di percorso, come se si trattasse di una scelta personale e non di un progetto collettivo.

    perchè una donna dovrebbe sottoporre la sua candidatura ad un uomo questo non si capisce. dopodichè è ovvio che non c’e’ nulla da dire su valerio e sul suo progetto che può svolgersi anche senza fare la guerra ad una esperienza di donne coraggiosa ed estremamente UTILE per tutte, comprese quelle che abitano altrove.

    mi spiace che tu abbia sentito perciò la necessità di fare precisazioni sui programmi per togliere alla lista donne le peculiarità che ha. mi spiace che si faccia questo perchè somiglia ad un sistema abbastanza noto: si chiama raccattare voti negli stessi posti in cui può trovarli qualcun altr@, sempre che qui di voti se ne trovino o che femminismo a sud volesse procacciarne (cosa che ritengo riduttiva perchè l’intervento che leggi sopra mi pare di una coerenza e di una onestà intellettuale fuori discussione).

    spero che valerio e le compagne candidate nella sua lista a bologna non facciano lo stesso e spero che le compagne di sinistra critica non se la prendano se dico che il punto non sono le persone, le donne, che certamente sono presenti in molte liste di sinistra e hanno un grande valore. il punto è che si tratta di un meccanismo che non funziona.

    non ti chiederò perchè monteventi non sia andato a “sottoporre” lui la sua candidatura alla rete delle donne, per decidere collegialmente ed eventualmente per ritenere di lasciare spazio ad una proposta nella quale si riconoscevano tutte.

    Non te lo chiederò perchè di fatto la lista delle donne c’e’ e se c’e’ evidentemente nasce da una necessità.

    mi pare sia una scelta di rottura anche con i meccanismi di cui si parla nel post e di cui parli anche tu.

    brutto metterla in discussione. brutto farlo per sovrapporre in modo un po’ scorretto, lasciamelo dire, la proposta di monteventi come giusta o alternativa a quella della tedde.

    di certo questo non è un buon modo per fare una campagna elettorale.

    forse dovresti lasciare questi commenti risentiti su spazi nei quali i voti andrebbero altrove.

    perciò io sono d’accordo con il post e sono del parere che usare il “vota donna” per portare voti sempre agli uomini è una cosa quella si poco utile. è una cosa che peraltro sminuisce la stessa capacità delle donne che si prestano a questo principio indiscutibile. trovo che quello che è scritto nel post sia veramente illuminante perchè dice una cosa seria: il separatismo può essere dirompente nei momenti in cui c’e’ da rompere dei meccanismi che non funzionano. troppo facile essere separatiste in piazza dove gli uomini potrebbero e anzi dovrebbero partecipare per crescere insieme. senza leaderismi al maschile, senza gerarchie di nessun genere. facile fare le separatiste in piazza. difficile invece è rifiutare di piegarsi in candidature funzionali agli uomini e ai meccanismi maschili durante le elezioni.

    su questo c’e’ da riflettere e molto.

    un’ultima cosa: le battute sarcastiche sulla preferenza monosesso delle femministe sono di una misoginia disarmante. sono lieta che a farle sia una persona che sostiene di avere sensibilità di genere, con un interesse verso una lista che porta avanti un programma con obiettivi di genere. altrimenti verrebbe il dubbio che stai dicendo con un tocco lieve – giusto una puntina – di acidità che la lista monteventi, con donne e femministe al suo interno, non ha particolare rispetto della necessità delle donne di autorappresentarsi e autodeterminarsi nella maniera che preferiscono.

    spero dunque – e lo do per scontato – che si tratti di una tua iniziativa personale che ad essere sincera penso non faccia bene ne a valerio, ne a compagni e compagne che si sono candidat@ con lui.

    con rispetto
    e senza polemica

  5. Alessandro says

    Care donne siciliane, sono un uomo dell’Italia del nordest. Ho appreso dal vostro vostro sito la notizia della candidatura di Giuseppina Tedde.
    Io non vivo a Bologna e quindi non dovrei interessarmi degli affari della città di Bologna. Però……magari nella città dove vivo esistessero donne come Giuseppina Tedde ! E magari esistesse nella mia città un gruppo di donne che si candidasse proponendo una lista come la lista civica Altra Città ! Nonostante i ripetuti attacchi di Ratzinger e delle gerarchie cattoliche ai diritti delle donne, nella città dove vivo le donne hanno in testa solamente il velo bianco da sposa, le bomboniere e nella mia città le donne prendono per le palle i propri fidanzati, i propri uomini e li costringono ad andare dal prete a fare i corsi di preparazione prematrimoniale per poi celebrare il matrimonio in chiesa.

    Detto questo, mi dispiace molto che accanto alla lista di Giuseppina Tedde ci sia un’altra lista di brave persone che ho paura che porterà via voti alle donne di Giuseppina.
    Posso chiedervi di dare un’occhiata al seguente sito e al programma della seguente lista ?:

    http://www.bolognacittalibera.org/…nne-e-laicita

    http://www.bolognacittalibera.org/…enti-sessuali

    Nella lista di Valerio Monteventi sono canditate anche donne che provengono dai movimenti femministi.
    In più, la lista di Giuseppina Tedde non si limita unicamente a promuovere una critica di genere, ma presenta un ampio programma politico di difesa dal degrado ambientale e dall’inquinamento, di difesa del diritto alla salute, del diritto alla casa, contro il lavoro precario, a favore dei diritti degli immigrati, a favore delle attività culturali nate spontaneamente dal basso e contro i grandi eventi finanziati dai grandi sponsor, per la qualità dei trasporti pubblici, contro le privatizzazioni selvagge dei servizi comunali: tutte tematiche promosse anche dalla lista di Valerio Monteventi.

    Ho paura che alcuni voti vadano a Monteventi e alcuni voti vadano alla Tedde e quindi nessuno dei due candidat* sindac* riesca ad essere elett*, con il risultato che nei prossimi cinque anni il consiglio comunale di Bologna sarà dominato dal neoliberismo clericale del Partito Democratico e dal populismo fascista del Popolo della Libertà, senza nessuna voce fuori dal coro del pensiero unico.

    Non lo so, magari Monteventi farebbe bene a ritirare la propria candidatura ed invitare i propri sostenitori a votare per Giuseppina Tedde, in modo da non disperdere i voti ?

    A ben pensarci, Monteventi che, in qualità di consigliere comunale, per cinque anni ha guidato una durissima battaglia contro le politiche di Cofferati, avrebbe fatto meglio a collocare una donna come candidata sindaca della propria lista e magari presentare delle candidature formate al 60% di donne e al 40% di uomini (lo so che voi femministe preferireste una lista monosessuata di sole donne, però…..se c’è qualche uomo in gamba, molto conosciuto, che porta voti alla lista, che ha portato avanti battaglie per i diritii degli immigrati, per i diritti dei lavoratori e contro il degrado dell’ambiente, perchè non candidarlo ?)

    E perchè Giuseppina Tedde non è andata da Valerio Monteventi proponendosi come candidata sindaca chiedendo a Monteventi di appoggiarla ? Sicuramente Monteventi non le avrebbe negato il suo appoggio. Oltrettutto, sia Giuseppina Tedde, sia Valerio Monteventi e sia Tiziano Loreti (candidato alla provincia) provengono tutti da uno stesso percorso politico. Date un’occhiata a questa notizia:

    http://www.aprileonline.info/notizia.php?id=11061

    Bisognerebbe chiedere alle donne candidate nella lista di Valerio Monteventi cosa ne pensano dell’iniziativa delle donne bolognesi che hanno deciso di presentare la lista di Giuseppina Tedde.

    Per il resto, alle ultime elezioni del parlamento italiano io ho votato Sinistra Critica, organizzazione che a Bologna sostiene la lista di Monteventi:

    http://www.bolognacittalibera.org/…0y5y6n9nmjciv

    Sinistra Critica ha nel suo simbolo la scritta: “ecologista comunista femminista”, principalmente perchè ha candidato come premier una donna precaria:

    http://www.sinistracritica.org/node/540

    Quello che mi sono sempre chiesto è se è giusto che una organizzazione come Sinistra Critica si definisca “femminista” anche se al suo interno ci sono militanti di sesso maschile. E’ corretto definire “femminista” un’organizzazione politica mista, cioè costituita da militant* di base che sono sia uomini, sia donne, la quale presenta alle elezioni amministrative sia candidati uomini, sia candidate donne ?
    E’ possibile che un militante di sesso maschile di Sinistra Critica riesca a ragionare con mentalità femminista ? Opppure un’oganizzazione politica che pone tra i propri obiettivi la critica di genere deve per forza essere monosessuata e quindi escludere la presenza di persone di sesso maschile tra i propri militanti di base ?

    Detto questo, spero tanto che alle prossime elezioni amministrative riescano ad entrare nel consiglio comunale di Bologna alcune valide persone ostili al neoliberismo, ostili al populismo razzista e che sognino di costruire una società diversa da quella nella quale stiamo vivendo in questi ultimi anni.
    Domani è il 25 aprile (64 anni).

    Un saluto da Alessandro.

  6. Barbara says

    Grazie. Mi son commossa 🙂
    …è una fatica immane!
    Baci!

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  1. Elezioni sessiste e politica delle donne | Femminismo a Sud linked to this post on Agosto 18, 2010

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