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La Germania musicale nei film

http://holmes.iulm.it/copertine/musica_1676.jpg

Alcuni film per rifarsi gli occhi e la mente.

Schultze vuole suonare il blues è un film del 2003. Lui è un tedesco in pensione che passa il tempo tra amici al bar e fisarmonica. Deve preparare un brano per esibirsi a nome di tutti gli amici della musica nel paese texano con cui sono gemellati. Nel frattempo ascolta alla radio un pezzo Zydeco, di musica creola della Louisiana. Impara a suonare la stessa musica con il suo strumento e contempla la possibilità di andare proprio nel paese in cui quella musica ha origine.

L’ambiente tedesco in cui tutto si muove è quasi immobile, ordinato, nulla cambia. Quando Schultze annuncia agli amici di voler fare sentire il suo nuovo pezzo viene accolto freddamente e qualcuno gli imputa di voler suonare musica negra. 

http://www.youtube.com/watch?v=do5-PiJeKmA

Berlin Calling è un viaggio musicale attraverso la berlino post crollo del muro. E’ la berlino delle notti in festa, dei rave techno, delle droghe, della creatività, dell’anarchia, della libera circolazione di idee che si scontra con l’altra berlino, quella che prova ancora a normalizzare, a interpretare quei fenomeni come avrebbe fatto l’ordinatissima germania ancora sedotta da metodi autoritari.

La trama è tracciata da un attore improvvisato. Paul Kalkbrenner è un vero dj e realizza musiche e una buona interpretazione. La storia parla di un dj che sta per pubblicare un nuovo disco e che tra una esibizione e l’altra non regge lo stress e finisce schiacciato tra l’esigenza di dover pagare i conti, quella di dover soddisfare l’avidità di una promoter e quella di ingerire cocktail di droga tagliata malissimo.

Nulla di incomprensibile che però la società tedesca è pronta a incasellare nel capitolo "sesso, droga e rock&roll" alla tedesca con l’immancabile gelida psichiatra che per "salvarlo" gli strappa via la possibilità di utilizzare i suoi strumenti, poi lo imbottisce di psicofarmaci che lo fanno dormire tutto il giorno.

Un periodo in cui lui è ferocemente costretto tra la necessità di sapere di poter contare ancora sulla sua creatività e sulla sua testa e l’imposizione di seguire ordini in una prigione fatta per schematizzare ogni individuo nella maniera più inadeguata possibile.

Il dj riesce ad uscire dalla sua prigione. Riesce anche a comporre il suo disco. Getta via tutte le pillole, si vive la sua grande crisi di astinenza e continua il suo percorso di normale essere umano che tra alti e bassi si destreggia nella vita senza necessariamente dover essere definito "schizofrenico".

Un film molto istruttivo sui come e i perchè il mondo autoritario, spesso adulto, non è in grado di capire niente del mondo popolato da generazioni diverse. Quando si renderanno conto che per vincere la dipendenza dalle droghe non si devono somministrare altre droghe legalizzate (gli psicofarmaci) sarà sempre tardi.

Posted in Vedere.


2 Responses

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  1. fikasicula says

    il primo l’ho trovato anch’io un vero gioiello. veramente bello. incantevole quest’uomo che si è portato appresso il nano da giardino in miniatura per farsi accompagnare nel suo viaggio 🙂

    berlin calling manca un po’ della stessa poesia ma è bello anche quello a suo modo. da vedere.
    ciao

  2. stefano cò says

    Il primo film è un gioiellino, vitale, sincero, reale ma “libero”, attento e aperto a tutt* * altr*… quando l’ho visto anni fa a Venezia ho riso e pianto, e mi ha riscaldato il cuore e il cervello: spero che lo faccia con tutt* voi; del secondo ne ho sentito parlare da amici cinefili che l’hanno visto a qualche festival.. sarebbe bello vederlo anche sui nostri schermi, quelli dei cinema ovviamente! buona visione a tutt*