Ve la ricordate la Golden Lady (Omsa)? Quel capolavoro di azienda che per promuovere il suo marchio mandava una ragazza in giro seminuda per biblioteche a comprendere gli uomini tra una sperimentazione di laboratorio sulle lucertole ed una sul tiro a segno del chi piscia più lontano per capire il genere maschile. Una pubblicità sessista.
Poi l’azienda, come tante altre aziende, decide di delocalizzare e trasferire la parte produttiva in un altro paese (romania, serbia). Non perchè fosse in crisi ma perchè così guadagna di più e spende meno in manodopera. Trecento euro al mese per uno stipendio invece che novecento. Per le stesse ore lavorative.
E sembra quindi che l’azienda, che produce calze femminili, si sia tanto prodotta nella conoscenza del mondo maschile che ha finito per imitarne l’impostazione (il titolare è un maschio che si è arricchito sulla pelle delle donne). Sfruttamento sessista dell’immagine femminile per le sue pubblicità e sfruttamento dei corpi femminili per lavoro a basso costo in fabbrica. Schiave dall’inizio alla fine.
Noi non compriamo Golden Lady e invitiamo anche voi a fare altrettanto anche perchè abbiamo letto che l’azienda vuole licenziare definitivamente le 350 lavoratrici che aspettavano notizie circa il loro destino.
Le donne sono a presidiare. Tutti i dettagli della faccenda potete leggerli qui.
Noi siamo con loro.
Buona lotta sorelle!
Update: le lavoratrici in mobilitazione suggeriscono di estendere il boicottaggio e invitano “tutte le donne ad essere solidali, boicottando i marchi del Gruppo: Philippe Matignon, Sisi, Omsa, Golden Lady, Hue Donna, Hue Uomo, Saltallegro, Saltallegro Bebè e Serenella”.
—>>>Di loro avevamo già parlato qui.
Oggi su facebook ho pubblicato di nuovo questo articolo e per quanto avessi trovato tante donne d’accordo una di loro mi ha risposto: “dovremmo boicottare anche la Fiat per quello che sta facendo a Termini Imerese”. Come darle torto. D’altronde è anche una siciliana. 🙁
ok! lo copio incollo anche da me!