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Riflessione sul Popolo Viola

http://www.noberlusconiday.org/wp-content/uploads/2009/12/mano-viola.jpg

di Serena Ganzarolli

Premessa: questa è la mia personale esperienza del tempo passato nel movimento “Il Popolo Viola”. Non voglio, pertanto, far passare questo post come un articolo giornalistico, ma solo come e quanto alcuni avvenimenti mi hanno cambiare opinione sul movimento nato il 5/12.

Inizio dalla fine.
Poche settimane fa ho lasciato il “Popolo Viola”, movimento nato sul web con una pagina Facebook dall’evento del 5 dicembre “Una Manifestazione Nazionale Per Chiedere Le Dimissioni di Silvio Berlusconi.”
Illo tempore vi aderii con veramente tanto entusiasmo. Sapevo che c’era stato un problema con il gestore della pagina, l’anonimo San Precario, ma poco me ne importava. Me ne importava ancor meno, nonostante il mio attivismo in campo femminista e comunista, del fatto che il movimento si dichiarasse apartitico.
Il viola, come colore rappresentativo, arrivò più tardi. Il viola è il colore della voglia di cambiamento in Oriente. Inoltre non apparteneva a nessun partito politico esistente in Italia.

La manifestazione del 5, a Roma, fu grandiosa.
La più bella cui ho mai partecipato nel corso della mia – breve – esistenza. Era piena di energia. Non c’era servizio d’ordine, non quello abituale: noi fummo il nostro servizio d’ordine, con le pettorine gialle, fu tutto improvvisato, un cordone di manifestanti che si autorganizzava.
Anche questa cosa mi piacque molto: non ci furono disordini, né momenti di tensione.
I partiti vi aderirono, il corteo non era di certo tutto viola, cosa che infastidì alcuni, ma non me.
Arrivati a piazza San Giovanni, l’Italia dei Valori e Rifondazione Comunista, ma più che altro IdV, avevano occupato letteralmente la piazza, il viola si confondeva, tra le bandiere bianche e rosse, ma a me, personalmente, andò bene così.
Non mi importava un fico secco, perché si sentiva l’energia delle persone che volevano riscattare il Paese dallo schifo marcio partorito dall’industria di un omuncolo, industria che aveva dato vita, per non stare qui a elencare tutto quello che ha fatto, a certi mezzi di informazione che non fanno nient’altro che denigrare le donne. Giusto per dirne una, perché l’argomento mi sta a cuore.

Prima del 5 avevo anche creato la pagina della manifestazione anti-B. del mio ateneo. Insomma, ero veramente convinta che il movimento potesse essere una possibile alternativa al nano. In fondo, io non ho visto nient’altro che governi di Berlusconi, Prodi e D’Alema a parte. Vi rendete conto?
Io ce l’ho a morte con lui, perché non conosco la libertà di informazione, non conosco la lotta vera, perché lui l’ha spenta. Lui, e tutti quei politici democristiani che ora si sono infognati nel pd, e che stanno, praticamente, attuando il famoso “Piano di Rinascita Democratica” previsto dalla Loggia P2. Ho conosciuto la più grande indifferenza, ho conosciuto la parola “comunista” come peggiorativo.
Ho rivisto mio nonno, dopo anni, e sentendolo parlare ho capito quanto potere hanno i mezzi di comunicazione sui vecchi, che a loro insaputa sono indifesi, se non hanno il modo di informarsi così come ce li ho io.


Tutto questo è l’impero di Berlusconi, questo e molto altro, col tacito consenso di tutti.
E questo stavamo combattendo.

Ma dopo il 5, cosa fare?
Dopo il 5, per quanto mi riguarda, la lotta non è finita. Ma si è allontanata da loro. Perché il cosiddetto Popolo Viola si è venduto tutto, da capo a coda, a Di Pietro, anche per chi ci sta dentro e magari non lo voterà.
Perché secondo me, Tonino ha capito l’antifona. Ha capito che ora, in Italia, un’opposizione NON c’è, e lui vuole farla, sfruttando il malcontento della gente.
Ma i problemi, quelli sentiti dalla gente, rimarrebbero: la violenza di genere, la discriminazione delle donne. Il lavoro precario. Zero soldi all’università e alla scuola.

E il Paese non può cambiare mandando in galera Berlusconi, oppure semplicemente togliendolo dal suo posto di primo ministro. Perché il governo Prodi non ha fatto riforme a favore dell’istruzione, o del lavoro.

Ed è questo che il P.V., sostanzialmente, chiede. Di mandare via B.
E questo coincide col volere di CHIUNQUE, perché chiunque vorrebbe stare al suo posto. Inoltre, il P.V. non fa vere lotte: i sit in, le manifestazioni sono contro una anomalia. Non in favore di qualche cosa.
E si scordano sempre, comunque, che non si può combattere un’anomalia, a mio parere, e poi lasciare il sistema intatto: lo stesso sistema partorirà un’altra anomalia, non identica, sicuramente, ma comunque prima o poi ci sarà di nuovo un’altra anomalia.

A mio parere, senza mai volgere le spalle alla Storia, è un’anomalia anche Di Pietro: la giustizia non è un’ideale. Non si può fare politica sui morti, o almeno non solo, né tanto meno con i processi. Si possono ricordare, certo, ma si deve andare avanti.
L’IdV campa sulle figure di Falcone e Borsellino.
Strano che non parlano mai di Impastato. Era di democrazia proletaria, effettivamente, forse è quello che gli dà fastidio, o forse il fatto che non era un magistrato?

Prendi il Parlamento: ci sono x% di imputati? Processiamoli. Li giudichiamo. E poi il Paese sarà libero da tutti i mali.
Non è così che funzionano le cose. In primis perché un ragionamento del genere presuppone che tutti siano d’accordo con l’istituzione-carcere. Anche io lo ero. Poi mi sono detta: “Bè, ma forse bisognerebbe rifletterci sopra.”
E infatti sto studiando cos’è. La riflessione è ampia, e non può essere elusa, a meno che non si voglia parlare a vanvera, cosa che infatti mi sembra faccia Di Pietro.
Con l’appoggio di giornalisti di cui non sempre condivido le opinioni, come Travaglio, di cui ho già parlato in Fenomenologia del Travaglismo, di destra, filosionista (e abbastanza ignorante in materia), e assai insipido, per quanto mi riguarda. Il suo giornalismo si ferma a fatti che tutti possiamo reperire. Non è assolutamente profondo.
Senza togliere il fatto, che comunque, il suo quotidiano è l’unico che mi piace.

Il Popolo Viola, inoltre, ha iniziato da un po’ di tempo a questa parte, a seguire tutti i giovedì sera “AnnoZero”, facendo il tifo, sulla bacheca del gruppo, per uno o per l’altro: roba che è il classico teatrino misero in cui ti fanno credere che tu abbia importanza.
E nel frattempo muore ancora una volta un’idea, il comunismo, che può essere l’unica alternativa reale a mio parere.
Il comunismo, quello che Gaber recita nel video “Qualcuno era comunista”, quell’idea che ti batte nel cuore, che poi si traduce nella lotta per l’uguaglianza sociale, per una scuola di tutti e per tutti, per una politica trasparente.
Il P.V. sta appoggiando, consciamente o meno, la morte di questi valori. Perché molta gente vota pd, lo stesso partito che appoggia la distruzione dei campi nomadi a favore dei campi ghetto, lo stesso partito che appoggia i CIE.
Non si parla di CIE, di Rom, di emarginazione sociale, nel Popolo Viola, si parla solo di Berlusconi e di quanto sia cattivo, di Travaglio e di quanto sia un bravo e forse l’unico giornalista in Italia, e di quanto Di Pietro sia l’unica alternativa possibile in Italia.

Insomma, il Popolo Viola è un movimento molto superficiale. E siccome c’è veramente di tutto, là dentro, ci sono pure i sessisti, e i razzisti. Insomma, anche gente molto ignorante, e che potrebbe essere berlusconiana, ma che invece magari ci vuole Di Pietro al posto di B., oppure Bersani.
E invece io penso che ciò che vada cambiato è il sistema, non l’anomalia.

Posted in Fem/Activism, Pensatoio, Scritti critici.


8 Responses

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  1. sassicaia molotov says

    Credo che aggregazioni come il popolo viola servano solo a dare un’inizio. In mancanza di una netta posizione riguardo la critica del sistema e dell’azione per trasformarlo si rimane nella vuota invettiva contro Berlusconi. A quel punto tanto vale mettergli una bomba sotto il culo. Ma qui ha ragione Serena, c’è un problema di concretizzazione, perché la realtà è che quello per cui è necessario concentrare le energie è un’inversione di rotta nel sistema nella sua totalità.
    Non che la cosa mi esalti ma occorrono persone dalla enorme statura morale in questo senso a mettere i necessari paletti, una scrematura dei saltatori sul carro come i poliziotti dell’IDV e dei falsi progressisti del PD è assolutamente necessaria e questo si può fare rivolgendoci agli individui e non ai partiti che sono essi stessi parte integrante di questo sistema.

  2. Serena says

    Come fare, allora, nole biz, a riattivare ciò che hanno spento??
    La rabbia c’è, eccome, ma la gente della mia età (vent’anni) dorme… all’università non succede un cavolo, sembrano tutt* stupid*: sollevi una questione, cade nel vuoto!!! “Giustamente”, poi, cose come “il popolo viola” hanno più successo, molto generiche, grande bacino d’utenza, e poi ci si scorda dei problemi che però sono quelli che affliggono le donne!!

  3. nole biz says

    sono molto contenta quando leggo riflessioni come questa tua, e condivido le tue perplessità, e anche la tua scelta di “uscire” dal movimento viola
    l'”antiberlusconismo”, che sembra essere il suo punto focale, per quanto condivisibile, in realtà è un non senso
    perché il “berlusconismo” stesso è un non senso
    non è nulla
    è solo un’accozzaglia di banditi intorno a un lestofante della specie peggiore
    inutile starselo a ripetere
    questo è un periodo di autentico delirio della storia, che forse troverà un epilogo tragico
    forse non tragico, ma comunque tristissimo, e per tutti, compresi i lestofanti di cui sopra
    ma, rispetto a quel che dici sull’unica alternativa possibile, il comunismo, io vado oltre, io voglio vedere oltre
    chi ti scrive è una donna di 52 anni, che ha vissuto attivamente una delle stagioni più innovative, più creative, un’onda energetica di pensiero espansivo, una stagione realmente rivoluzionaria
    io credo che quello che principalmente uccise un movimento così vitale come quello di quegli anni si sia stato lasciarsi stritolare dall’abbraccio con una sinistra vecchia e ottusa, che andava a diecimila giri più a rilento
    e trovo che oggi, tutto l’orrore a cui stiamo assistendo, e a cui stiamo resistendo, questa epidemia amorale, aculturale e tutto il resto, sia imputabile principalmente all’ottusità, all’arroganza della medesima
    ecco, quel che credo davvero è che oggi, come sempre, tutto quello che ci fa andare avanti ha camminato in modo libero, libero soprattutto da ogni “mortale” abbraccio ideologico.
    nole.biz

  4. Serena says

    @Eugenio: che io sappia, il primo marzo è tutt’altra cosa… proprio non c’entra niente il popolo viola.
    @Ettore: rinchiudermi in una setta di catari?? Già una volta me l’hanno detto… Non capisco: prendere posizione, netta, contro una certa politica fatta alla caciarona credo sia un dovere di tutt*, e mi sembra che il popolo viola la stia facendo, questa politica caciarona senza perchè!

  5. billius says

    Hai ragione tu, il paese non può cambiare mandando in galera berlusconi, ( anche se merita di marcirci).
    Io ho ben più dei tuoi vent’anni e da tempo immemorabile vedo le stesse identiche facce avvicendarsi al governo, li ho sentiti insultarsi per poi vederli uscire a braccetto.
    Tutti questi vecchi che ormai ci governano da millenni, dovrebbero ritirarsi in una casa di cura (con tutti i soldi che si sono intascati, si potranno permettere una più che degna sistemazione) e LASCIARE IL POSTO AI GIOVANI.
    Come potrà mai cambiare il paese se al governo si passano la staffetta sempre gli stessi corridori?
    All’italia serve gente giovane, idee giovani e soprattutto gente onesta!!!

  6. Barbara says

    Perfettamente d’accordo. C’ero anche io, col mio ragazzo e altri amici, nello spezzone dei comunisti ovviamente…Sinceramente per me era un’occasione per vedere gente che scendeva dal nord e vedere come e quale fosse quest’opposizione. Non ho mai creduto che berlusconi si sarebbe mai dimesso per una manifestazione ahahah (diciamolo, ormai sono quasi inutili). Mi è sembrato che più che il viola a tratti dominasse il rosso, magari servirà come presa di coscienza….spero.
    Riguardo a di pietro…ecco, sento e leggo che c’è gente che lo considera l’opposizione di ‘sinistra’…ma dove? Come? Qual’è il suo programma oltre a mandare in galera b.? Nessuno! Correggetemi ma non ho mai trovato un accenno a una politica alternativa. e non basta autoproclamarsi politica ‘alternativa’ come fa il pd, quando le sue politiche sono sostanzialmente uguali a quelle del pdl.
    Personalmente non ho mai avuto grandi ideali politici, ma mi sono ritrovata nei principi comunisti che, se applicati davvero, sono un’alternativa alla discesa libera impostaci dal neoliberismo.
    Ricordo di aver parlato spesso col mio compagno comunque ci pensavo l’altro giorno
    sul fatto di quanto fosse superficiale:
    nessun programma, nessun punto di vista, basta che B sia in galera e al governo chiunque, pure Malgioglio, e tutto andrebbe bene…
    Il problema è B, non le sue politiche.
    Per questo non mi/ci convincono: non focalizzano il problema-
    L’apartiticità coincide anche con scarsa consapevolezza e una punta d’ignoranza,
    col giustizialismo forcaiolo e con il qualunquismo becero. Speriamo che quelle bandiere rosse significhino qualcosa.

  7. ettore marangi says

    Carissima, non lo fare!
    noi cammiamo sempre con le luci che vediamo nel cuore degli altri, non con le loro ombre. dobbiamo camminare con tutti e dovunque c’è qualcosa di buono, la differenza la faremo nelle scelte che riguardano direttamente la nostra persona. non rinuciare ad una speranza popolare per rinchiuderti in una setta di catari. apri gli occhi! alla fine si diventa pochi e impuri.
    un saluto affettuoso fr. ettore

  8. Eugenio says

    Purtroppo e per fortuna sono troppo vecchio per lasciarmi emozionare da cose come il popolo viola … il percorso di Serena, che arriva alle mie conclusioni (preconcette), dopo una sincera partecipazione mi rinfranca e mi da speranza nella capacità di capire dei giovani.

    Analoghe conclusioni io le ho tirate su alcune modalità organizzative che il coordinamento del primo marzo sta mutuando dall’esperienza viola (Non è che c’è la stessa gente dietro a cominciare da questo Sans Papier di facebook?)

    E’ importante che la militanza anti razzista, quella in lotta da anni, quella che ha preso le cariche della polizia a piazza Esqulino o a Cadorna, quella del 17 ottobre, quella che si è battuta durante il G8, che è stata in piazza contro il pacchetto sicurezza, che manifesta sotto e contro i CIE, che era in piazza il 4 ottobre dell’anno prima, pur non ostacolando un movimento che ha il pregio di sensibilizzare persone fino ad ora disattente, vigili e si faccia sentire.

    Anche senza toglie l’appoggio al primo marzo, deve vigilare perché un primo marzo tinto di giallo, non rischi di essere un passo indietro gigantesco rispetto alle piattaforme di lotta dell’antirazzismo radicale.

    Di diventare un grimaldello antisindacale (e questo il Giornale lo ha capito immediatamente) ed anti politico,

    L’appoggio al movimento di forze ambigue sui temi della migrazione come il Partito Democratico serve a creare una foglia di fico all’ignavia anche del centro sinistra.

    Sul mio blog il bannerino del primo marzo, a scanso di equivoci, non lo metto come non ho messo quelli viola.