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Spot sessisti: donne piagnone e maschi asciuga-lacrime

Dieci minuti di televisione. Sei di pubblicità, più della metà caratterizzate dalla presenza femminile. Anzi, non parliamo di donne, ma di chiaviche umane, patetiche e piagnone che alla faccia della tragedia di messina inondano una città – i maschi al lavoro per ripulire – mentre guardano quella gran cagata di Titanic. Il target "femminuccia commossa" deve essere piaciuto tanto perchè dopo la Sky Hd ci si è messo pure l’Omino bianco. Parliamo di uno sbiancante che già chiamarlo Omino, visto che prevalentemente lo sbiancamento dei capi di abbigliamento familiari è delegato alle donne, sa di presa per il culo.

Si presenta con un modello macho – arrogante e saccente – che finge il ruolo di casalingo ossessivo e porge la sua spalla alla faccia della partner naturalmente con tre strati di trucco e pronta alla auto-lacrimazione spontanea. La scena si svolge in un cinema. Lui ha una camicia bianca ed è duro, impettito, un vero maschio che non piangerebbe neppure se gli strizzi i testicoli. Lei piange come se dovesse risolvere il problema della siccità in un deserto e ovviamente chiede protezione a lui impiastricciandogli la camicia che dopo un lavaggio con omino bianco tornerà pronta per un altro cinema.

La donna che piange e l’uomo che invece non deve piangere mai è un classico del sessismo anni ’50 di ritorno. Le pubblicità si adeguano ai tempi e insistono disseminando stereotipi che entrano a far parte dell’immaginario comune.

L’alternativa sta nello spot patriottico ed è la donna fiera "che porge la chioma, che schiava di roma, iddio la creò" e ditemi voi che cosa c’è da essere fiere di essere schiave di roma per nascita. 

Quindi la donna di oggi dovrebbe consolarsi solo di essere fieramente schiava di una città intera (ovvero dello stato) o di un idiota che finge di essere un duro salvo poi piagnucolare su quotidiani sessisti perchè sarebbe stato vittima della crudeltà delle donne. 

Le donne piangono, come tutti gli esseri umani. Le donne sono forti, hanno dignità, combattono e hanno bisogno di strumenti culturali, economici e sociali e non di protezione o compassione. Le donne lottano ogni giorno per ottenere il diritto di esistere e versano lacrime che costruiscono sorellanze solidali, complicità che non si possono spezzare. 

Sono le donne a fare da balie agli uomini. Sono gli uomini, spesso, che con prepotenza decidono quale deve essere il ruolo delle donne. Utili a lusingarli, a farli sentire grandiosi, a fargli iniezioni di sicurezza, sono personaggi privi di autostima che si esercitano a fare i potenti piegando le donne con l’unico metodo che conoscono per sopraffare chiunque: la minaccia, l’intimidazione, la violenza fisica. 

Le donne piangono. La maggior parte delle volte piangono perchè un uomo ha fatto loro del male ed è veramente difficile che le donne ferite, a centinaia, migliaia, milioni, miliardi, poi scelgano di piangere sulla spalla di un cretino qualunque per un filmetto da quattro soldi.

Leggete quello che scrivono taluni maschi disadattati, quelli che non hanno la minima capacità di rimettersi in discussione, quelli che non sono in grado di concepire che le donne possano avere stessi diritti e uguali pretese. Quelli si che piangono ed esigono protezione. Per ciascuna delle loro lacrime una donna muore. Per ciascuna delle loro esigenze una donna soffre. Per ciascuno dei loro dolori una donna viene punita.

Una pubblicità per gli uomini: usate il fazzoletto.

Una pubblicità per le donne: imparate a gioire delle nuove possibilità che la tecnologia vi offre. 

—>>>immagine da Concentrado 

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


13 Responses

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  1. Filippo says

    E’ vero Natla, quel tizio sembra il padre frustrato di Caterina va in Città… Ma siamo sicuri che costui esista veramente? …da Il Giornale mi aspetto di tutto!

  2. vittoria says

    http://www.youtube.com/watch?v=tXeznNLQjc4

    eccolo…

  3. vittoria says

    Ce n’è anche un altro di Renault che mi ha fatta rabbrividire. Mi pare fosse una familiare, e lui passava a prendere i figli delle sue innumerevoli passate e presenti mogli. E anche il figlio del vicino.
    Per la serie “le donne passano ma una renault non passa mai”.

  4. paola says

    lo spot in questione è sulla homepage di renault 😉
    http://www.renault.it/

  5. paola says

    ciao, ti scrivo dalla puglia e seguo da un po’ di tempo il tuo blog; dovevo assolutamente comunicare l’esistenza di un’altra pubblicità “un po’” sessista, appena trasmessa in tv… si parla della nuova renault scénic, e c’è una coppia (etero ovviamente, giovan* e bell*) che passeggia per strada. lei improvvisamente si ferma davanti alla vetrina di un negozio pieno di culle e carrozzine e esclama “sai cosa vorei ora?”… lui la guarda preoccupato, ma poi prova immediatamente sollievo perchè lei fa: “cosa hai capito?? le scarpe della commessa” (tacco 10 rosso fuoco)… la prima domanda sorge spontanea: cosa c’entra con il nuovo modello della renault? la seconda pure: perchè dovremmo scegliere solo tra due impellenti desideri ” tipicamente femminili”,quali un bambino (ridotto peraltro ad un oggetto, a sto punto) e un paio di scarpe?? non so se la publicità sia su youtube, ma andrebbe comunque visionata… grazie per il tuo/vostro lavoro quotidiano!

  6. vittoria says

    Quell’articolo mi ricorda vagamente (vagamente perché la persona di cui parlo non aveva la mente ottenebrata quanto l’autore dell’articolo) una discussione durata due giorni, a più riprese, s’intende, con un amico. Eravamo a un festival di film autoprodotti, e tra le sezioni c’era anche “corto donna”. Lui sosteneva con forza che questo non faceva altro che evidenziare le possibili divergenze in fatto di generi, ritagliando uno spazio esclusivo per la categoria in questione. E sosteneva inoltre (con una faccia e degli occhi che esprimevano quasi disperazione) che “siamo diventate aggressive”, che “non ci si può più dire nulla”, che non facciamo altro che rivendicare e rivendicare. Non ho visto il motivo di alzare lo scontro, più che altro ho cercato di capire dov’era che le cose non gli quadravano. Ma forse non sono ancora riuscita a capirlo. Che si sentano in crisi, che abbiano paura, che non digeriscano questa improvvisa mancanza di femminilità (che al mio paese vuol dire sottomissione, purtroppo) è comprensibile. Ma non accettabile. Si faceva trattare come una pezza da piedi da una tipa, ed era come se non conoscesse una via di mezzo. O domini o subisci. E ti lamenti. Quanto ti lamenti. E’ finita che ci siamo bevuti una birra parlando di grafica…meglio così. Cosa ne pensate?

  7. Rosa says

    Grazie x il consiglio :).
    Rosa

  8. Natla says

    Eccerto. La discriminazione di un tale prolifico letterato (che non si firma) può spiegarsi solo col sessismo femminista.
    Pertanto propongo una sottoscrizione espiatoria per regalargli una motocicletta rotta.
    Questo perchè – tralasciando l’uso delle virgole “abbundantis adbundantiam” – mi ha evocato Castellitto in “Caterina va in città” e credo che questo regalo sia il migliore che possiamo fare alle eventuali sfigate che gli vivono accanto.
    E anche a lui…

  9. fikasicula says

    @cristina

    ovvio che capiamo 🙂
    figurati noi quanto siamo a nostro agio a interagire con quel giornale. se almeno tu ce la fai facci sapere.

  10. Cristina says

    Il fatto è che proprio non ce la faccio ad interagire col Giornale… Ho provato a registrarmi per fare la domanda, ma ho un blocco a proseguire, chissà come mai! Grazie comunque, magari invierò una mail, alla quale, già lo so, non riceverò risposta.

  11. fikasicula says

    @cristina
    non ho idea di chi sia perchè da bravo codardo non si firma. bisognerebbe chiederlo alla redazione del giornale…

    @rosa
    un consiglio non da donna ma da persona di buon senso: non sono affari suoi. uno che usa approcci così invadenti con una donna senza averne il diritto figurati che può fare se gli dai confidenza.

  12. Rosa says

    Ciao fika sicula, posso chiederti un consiglio da donna?
    Già da poki giorni fa un ‘amico’ mi chiede in continuazione x sms se ho fatto sesso con un suo amico che mi piace. Lo fa in un modo che ritengo offensivo e sessista, violando la mia intimità e comportandosi da stalker. Non so se lui lo voglia fare x sputtanarmi ‘perchè fare sesso se non si è fidanzate non è cosa da donna’ oppure perchè ‘lui vorrebbe farlo con me e io non gliela do’. Cosa gli devo rispondere? Non so cosa digli. Io non nego l’evidenza ma nn so come rispondere se non con un ‘si cosa te ne frega?’. E’ una cosa ingiusta perchè nessuno farebe l ostesso con un uomo.
    Bacio
    Rosa

  13. cristina says

    Condivido pienamente. Mi sapreste dire chi è il piagnucolone che ha scritto su “il giornale”? Ho dato un’occhiata, ma c’è solo un generico “Redazione” . Mamma, che tristezza… e pensare che non ha ancora 40 anni… Mio padre, che di anni ne ha 76, ha più energia e soprattutto intelligenza da vendere a questo poverino!