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La grande opera e la banca nazionalizzata

Leggo due notizie che mi fanno accapponare la pelle: dicono che faranno la prima colata di cemento a sepoltura definitiva delle persone travolte dalla montagna nel messinese. Lo chiamano ponte ma si chiama speculazione sui vivi. Si chiama "grande opera" che da lustro allo stato fascista, quello che secondo la ministra al turismo, la rossa con il braccio destro in paresi da saluto nazista, deve mettere in atto una nuova forma di comunicazione per rinvigorire l’immagine dell’italia all’estero. Neanche una parola sulla ricostruzione delle case e sulla salvaguardia di quel territorio che è pericolosissimo persino da attraversare alla lontana.

Poi c’è la banca del mezzogiorno e qui si apre una parentesi spaventosa. Nel senso che spaventoso è quello che si prospetta. Di fatto sarebbe una banca nazionalizzata, finanziata con soldi pubblici, con poteri accentrati in presidenza del consiglio, utile per sigillare conti e non dare spiegazioni a nessuno sulla loro spesa. Utili a defraudare i poteri locali dell’autorità di decidere come spenderli. 

Una volta esisteva il banco di sicilia, ora banco intesa, e prima ancora c’era un’altra banca siciliana ed entrambe erano note per essere perennemente al centro di indagini sul riciclaggio e sul finanziamento di imprese in odor di mafia. Quando i loro conti andavano in rosso era la regione siciliana a ricapitalizzare.

Mancava dunque un luogo in cui dirottare i soldi che rientreranno in italia grazie allo scudo fiscale – approvato per assenza dal posto di lavoro, quello da parlamentare, di 30 deputati pd – e mancava un posto a bilancio protetto dal segreto di stato in cui dirottare soldi per un generico mezzogiorno che serviranno a fare chissà che tipo di investimenti.

Trasparenza in questo tipo di questioni non c’è da sperarne perchè è chiaro come l’acqua che ponte+scudo fiscale+banca del mezzogiorno è = a qualcosa che non funziona.  

E nel frattempo tutti i sudditi sono distratti dalle veline scosciate buone per tenere a bada i prolet… (citazione da 1984 di orwell).

Ps: una volta c’era la Cassa per il mezzogiorno e ci si sono arricchiti in tanti. Uno dei ministri che se ne occupò si chiamava Mannino, coinvolto in varie inchieste e poi recuperato dall’attuale maggioranza. Noi abbiamo sempre saputo che la vocazione del nord di farsi finanziare opere fantasma mai nate nel sud era ed è una vocazione autentica. Fateci caso: di cosa ha parlato in questi giorni Tremonti giusto per "dare una mano" al sud? Di offrire altre, di più, infinite agevolazioni alle imprese del nord che investiranno a sud. E poi saremmo noi i parassiti, eh? 

—>>>Per la canzone, grazie a Caparezza 

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio.


One Response

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  1. vittoria says

    La cosa più importante secondo me è ricordare e ricordarsi che si tratta di un enorme, disastroso, inequivocabile bluff. All’interno del movimento nopontista il nodo centrale sta diventando proprio questo: parlare del ponte non già come il mostro di ferro che rovinerà il panorama, che non porterà lavoro, che non serve ecc. ecc. Ma piuttosto come una delle tante operazioni mangiasoldi che non vedranno mai la fine, come tante altre a sud che hanno finito per sventrare i territori, disperdere le comunità e assicurare lavori (e soldi) per almeno il triplo del previsto per la realizzazione dell’opera. Il ponte non sarà una zona d’ombra sul mare, ma su tutti i bisogni reali di un sud che ormai è diventato la pattumiera d’Europa (e non solo).