La storia delle aggressioni omofobe a roma la conoscete tutta. Poi ci fu la fiaccolata bipartisan contro generiche intolleranze, con il sindaco alemanno in testa e due esaltate cosiddette rappresentanti del fronte glbt, battaglia e concia, che gioivano per il successo e annunciavano il matrimonio tra il sindaco di roma e una lesbica oramai completamente supina al cospetto del primo cittadino con la celtica al collo. Si disse che era improvvisamente esplosa l’emergenza omofobia e si capiva dall’inizio dove volevano andare a parare perchè se di emergenza si poteva parlare c’era sempre stata giacchè le aggressioni avvengono puntuali ogni anno sempre a partire da gruppi fascisti.
Nella "unità" fra fronte fascio e quello glbt moderato si sono dimenticati di manifestare contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia e soprattutto di attribuire alle aggressioni quella connotazione fascista indifendibile a partire dai nomignoli degli aggressori, primo in testa tale "svastichella".
La fiaccolata fu anche il momento di polemiche dovute al fatto che quelli di casapound avrebbero tanto voluto partecipare ma qualcuno ha ritenuto di dire loro che forse, data la loro natura politica, non era il caso. Ci sono rimasti parecchio male e hanno messo in scena la solita pantomima: loro vittime della sinistra antifascista "intollerante".
L’onorevole concia, deputata lesbica del pd, neo-attivista per la difesa dei diritti glbt, autoelettasi rappresentante di tutti i froci, le trans e le lesbiche, compres* quell* che non sono assolutamente d’accordo con le sue posizioni reazionarie e moderate, ha così deciso di andare a parlare con quelli di casapound e ha comunicato in una nota pubblicata su L’Altro che sarebbe orientata ad un superamento delle categorie destra/sinistra. Non è la sola in verità ad avere questa opinione. Sono oramai tante le figure del correntone lesbo-gay dentro o vicine al pd, così come altri rappresentanti di una intellighenzia radical chic, che vanno a interloquire con i giovini camerati capeggiati da gianluca iannone.
C’è chi si sente un po’ come alice nel paese delle meraviglie e dentro quelle sedi fa finta di non vedere simboli neofascisti e mezzobusti del duce. Chi palesa un paraculo interesse antropologico, chi sembra cadut@ dal pero e pronuncia frasi del tipo "ohhhhhhhhh, ho trovato delle persone come noi che parlano, respirano con la bocca e le narici e fanno la cacca dal nostro stesso buco". Tutta roma pare completamente rincoglionita appresso alle manovre revisioniste della destra al governo della città e di un branco di squadristi ripuliti che "dialoga" proponendo cose anche abbastanza eloquenti.
L’ultima del fronte glbt che è diventata seguace dei casapoundini e che in giro per la rete diffonde il verbo è cristina alicata, altra lesbica dichiarata del pd, la quale propone con grande entusiasmo la lettura dell’ultimo documento di casapound a proposito di unioni civili e omofobia.
Essi si dichiarano vittime proprio come i gay e pronunciano frasi poetiche del tipo:
"Che esistano coppie di fatto è appunto un dato di fatto. Certo, non tutti vivono tale condizione con equilibrio e buon gusto, ma questo vale anche per troppe coppie etero e comunque il buon gusto fa parte dello stile, non può certo essere imposto per legge. Non vediamo il problema nel fatto che tali unioni abbiano un riconoscimento di tipo civile e amministrativo, con l’attribuzione di determinati diritti e doveri alla coppia. Siamo invece del tutto contrari ad ogni ipotesi di adozione di bambini a coppie gay."
Come dire: puoi essere frocio ma con buon gusto, e sarei curiosa di sapere come si fa a fare il frocio di buon gusto. Poi non dovrei aspirare a niente di più se non alla convivenza – con buon gusto – che mi scelgo. In un passaggio successivo dicono con chiarezza che loro non vogliono nessuna legge sull’omofobia, che non gli piace la legge mancino e che dunque non gli piacciono i processi conditi di aggravante per razzismo, istigazione razzista, che ultimamente sono stati celebrati ai danni di persone responsabili di aggressioni contro gli stranieri. Leggendo il documento l’impressione che si ha è che non vogliano fare un favore a nessuno ma che stiano provando soltanto a intortare i froci per depenalizzare reati che forse minacciano la loro parte politica.
Tutto ciò però la alicata, così come la concia, non l’hanno visto e già immagino i prossimi manifesti contro "le intolleranze", seguendo il filone del primo targato Arci contro l’omofobia, con la concia e iannone l’un@ di fronte all’altr@, entrambi ovviamente nudi, con le scritte: "Ci chiami fascio-squadrista e lesbica reazionaria-revisionista – il fascismo è un boomerang e prima o poi ritorna!"
La concia si fa dunque portavoce di un provvedimento che legittima il pacchetto sicurezza, si inserisce tra le aggravanti che contengono anche il reato di clandestinità e tutto è attualmente in discussione in commissione giustizia prima di approdare in parlamento. La commissione boccia le proposte che parlano anche di transfobia e sceglie un testo che ha voto favorevole di pd, pdl e lega. Contrari udc e idv, per motivi diversi. Si tratta di una riga: "l’avere, nei delitti colposi contro la vita e l’incolumità individuale, contro la libertà personale e contro la libertà morale, commesso il fatto per finalità inerenti all’orientamento e alla discriminazione sessuale della persona offesa dal reato".
Dice elena dalla lista di facciamo breccia:
"La prima considerazione, lapalissiana, è che l’identità di genere è sparita, quindi in questa legge (che poi è un comma di un articolo di legge), la violenza contro i/le trans è sparita. Perchè?Se il testo passa verrà inserito nell’elenco delle aggravanti per i reati previste dall’articolo 61 del codice penale, ebbene il comma 11 bis, inserito da poco, è la criminalizzazione della clandestinità, che da quando è passato il pacchetto sicurezza è considerata aggravante:"se il fatto è commesso da soggetto che si trovi illegalmente sul territorio nazionale".Se il testo concia passa diventerà l’11 ter.Un po’ come darsi una ripulita con lgbt in funzione antimmigrati, come dire *come fate a dire che il governo è razzista, non vedete che insieme al reato di clandestinità ha inserito anche un dispositivo antiomofobia?*
Inoltre ovviamente questo articolo si limita ad aumentare le pene carcerarie, più galera per tutti insomma in perfetta linea con il clima del momento, ma non riguarda l’istigazione all’odio, le campagne di istigazione alla violenza, tutte quelle parole scritte e urlate che in questo paese hanno legittimato la violenza, armato il braccio degli aggressori. E questo è ovvio perchè altrimenti molte condanne riguarderebbero loschi figuri che siedono in parlamento, nel governo, nelle segreterie dei partiti, in vaticano, nelle curie.Ma perchè lesbiche gay e trans dovrebbero applaudire a questa operazione? Perchè dovremmo essere contente di venire strumentalizzate gratis da questo regime che vuole controbilanciare le leggi razziali che ha varato mostrando un atteggiamento benevolo – ed inutile – perso lgbt."
Si attendono aggiornamenti mentre riflettiamo sulla strana coincidenza che lega la dimenticanza relativa i/le trans che spesso sono anche stranier*. Come dire che "frocio si, ma solo italiano".
Sotto copio e incollo degli interessanti comunicati di soggetti lgbtq che dissentono dalla concia e che dichiarano orgogliosamente il proprio indiscutibile antifascismo.
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Dal comitato gay e lesbiche di Prato (che inoltrano un comunicato del circolo glbt Maurice di Torino):
Inoltriamo a tutti tutte tutt* la mail del circolo di cultura gay, lesbica, bisessuale e trangender Maurice di Torino che condividiamo. Vogliamo anche comunicare il nostro dissenso riguardo all’iniziativa, da intendersi riteniamo personale, dell’on. Paola Concia di stabilire un dialogo (non capiamo bene il senso di tutto ciò) con persone che da sempre non rinnegano, anzi incoraggiano, il fascismo e sostengono valori maschilisti, patriarcali, omofobi, lesbofobi, transofobi, una società xenofoba che invece con la nostra azione politica quotidiana di associazione GLBT visibile, di singoli e singole volontari e volontarie cerchiamo di cambiare e contrastare.
Fra gli scopi statutari del Comitato Gay e Lesbiche Prato c’è l’antifascismo, come difesa dai rigurgiti neofascisti, neonazisti e di estrema destra.In questo momento storico nel quale assistiamo ad iniziative della neo – amministrazione berlusconiana a Prato con lotta alle attività gestite da cittadini e cittadine cinesi che si vedono oscurare le insegne se i caratteri cinesi superano in grandezza la traduzione italiana, con i militari in città a presidiare non sappiamo cosa, con il deisiderio della componente leghista di cacciare i kebabbari dal centro città … non possiamo accettare alcun dialogo con persone dedite al razzismo, al fascismo ed alle leggi razziali.
Non si tratta di cercare di risultare una componente della società meno mirino degli imbecilli di estrema destra, non ci interessa soltanto salvare noi, gay, lesbiche, trans italiani/e/*, non esiste questa divisione, non esistono cittadini/e/* di serie A o B, siamo tutti tutte tutt* parti integranti della nostra società, a noi interessa soltanto una società pienamente antirazzista verso tutti tutte tutt* ma proprio tutte tutti e tutt*.
Emanuele Bresci – presidente Fabrizio D’Oria segretario- Comitato Gay e Lesbiche Prato
Dal Circolo Maurice Torino:
Le categorie si superano, i valori no. E l’antifascismo è un valore costituente delle nostra storia e delle nostre lotte. E chi decide di andare a trovare i neofascisti rivisitati, ripuliti e rinominati (ma pur sempre fascisti) lo faccia sempre e comunque a nome proprio e non di un movimento che da anni lotta senza stipendi e senza gloria contro razzismi, discriminazioni, maschilismo, sessimo, omofobia, lesbofobia e transfobia.
Il circolo di cultura gay, lesbica, bisessuale e trangender Maurice di Torino si dissocia da queste azioni svolte da una personalità solo recentemente così legata e identificata con le lotte del movimento glbt.
Non è una questione di dialogo: come si può essere così miopi da non capire che dietro il velo del democratico "confronto" si annida il rischio di legittimare comportamenti e pratiche che rappresentano ciò che abbiamo sempre combattuto in questi anni di movimento, non solo come persone glbt, ma come cittadini e cittadine antifasciste.
Il fascismo vecchio e nuovo è invece l’emblema di una concezione che nega l’epressione di ogni diversità e promuove l’omologazione al più bieco maschilismo patriarcale.Siamo aperti/e al dialogo con tutte le componenti della società, ma coi fascisti mai!
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CIRCOLO PINK
gay – lesbiche – bisessuali – transessuali – eterosessuali – Verona
alla cortese attenzionedell’on. Paola Concia
Rispondiamo al suo gentile invito a Roma per incontrare la ministra Mara Carfagna per giovedi 8 ottobre 2009.
Avevamo già pensato di non venire, anche per problemi di lavoro, ma dopo aver saputo del suo incontro con Casa Pound e aver letto le sue dichiarazioni sul superamento dell’essere antifascista, ci pare doveroso rifiutare senza se e senza ma.
Ci paiono gravissimi sia l’incontro in sè che le dichiarazioni da lei fatte, ci pare assurdo che lo sdoganamentodei fascisti arrivi proprio da lei che è una parlamentare della "sinistra" italiana, anche dopo aver appreso il tentativo, già fallito, di apporre delle modifiche alla legge Mancino, cosa che avevamo in un primo momento apprezzato. Ora abbiamo anche appreso chela cosa è stata già cassata dalla destra e che al suo posto verrà introdotta una legge apposita per combattere l’omofobia e non la transfobia, cosa inaccettabile.
Le/i trans non possono essere merce di scambio per far passare una legge.Crediamo che il suo incontro con i neofascisti di Casa Pound serva solo a sdoganare e legittimare altri comportamenti violenti.Non capiamo questo desiderio di voler superare l’antifascismo in un momento in cui ci sarebbe invece bisogno di ribadirlo. Noi non siamo uguali a loro nè a chi tenta in tutti i modi di farli passare come persone con cui potremmo costruire un "mondo migliore".
Ci deve spiegare cosa significa «andare oltre le categorie, fascista e antifascista», come superare dei valori che ci hanno semprecontraddistinto da chi ci ha messi nei campi di concentramento, da chi sui posti di lavoro rifiuta una Trans in quanto tale, da chi per strada ci lanciasassi…. lei è una privilegiata in quanto parlamentare ma dovrebbe farsi un giro nella provincia per capire che c’è ancoramolta differenza fra noi e i vari fascisti travestiti da bravi ragazzi.
Alle conferenze le stringono la mano ma poi nella vita di tutti i giorni ci spaccano la testa e alimentano con la loro cultura solo odio nei confronti di gay lesbiche e trans. I comportamenti violenti sono sempre tangibili e fanno male ma i cambiamenti culturali sono forse peggio dato che rendono "normale" un fascista, il quale continua a ritenere un nemico tutto quello che esce dalla "sua" norma.
Andare oltre le categorie, come lei sostiene, per noi antifascist* veronesi non è né possibile né pensabile. Superare le diversità in questo modo non rende giustizia alle vittime dell’omofobia e della transfobia che, non a caso sarebbero trascurate dalla legge che verrebbe approvata con il nuovo testo proposto in Commissione Giustizia.
Il circolo pink di Verona
www.circolopink.it
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CIRCOLO PINK
gay – lesbiche – bisessuali – transessuali – eterosessuali Verona
Alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.
al PresidenteBONGIORNO Giulia ( POPOLO DELLA LIBERTA’ )
ai Vice PresidentiLUSSANA Carolina ( LEGA NORD PADANIA )PALOMBA Federico ( ITALIA DEI VALORI )
ai SegretariD’IPPOLITO VITALE Ida ( POPOLO DELLA LIBERTA’ )
e alle/altri altri membri della Commissione
Una legge a metà senza Transfobia….
Vi scriviamo perchè, come altri gruppi, abbiamo appreso che la legge che dovrebbe riguardare "l’omofobia" non tiene conto dell’identità di genere ma riguarda solo l’orientamento sessuale. Vorremmo capire perchè, dato che sono proprio le persone transessuali che subiscono da sempre le maggiori violenze e discriminazioni, perchè sempre visibili e individuabili.
Per noi gay e lesbiche la questione transessuale non è slegata dalle nostre vite e non se ne può fare merce di scambio affinchè passino le nostre istanze a discapito delle loro, solo perchè danno più "scandalo" a una parte della società. I tempi sono, a nostro avviso, maturi affinchè anche in Italia l’orientamento sessuale viaggi di pari passo con l’identità di genere, sarebbe stato sicuramente meglio per tutte e tutti noi che le nostre istanze fossero contenute nella legge Mancino, una buona legge che da sempre tutela chi, come noi, subisce continue discriminazioni dovute alla condizione che vive.
Ci pare assurdo che uno stato che garantisce con una legge, 164/82, l’assistenza sanitaria per le persone che decidono di cambiare l’identità e quindi il genere, non tuteli in uguali misura anche i diritti delle stesse persone.
Il circolo pink di Verona
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TRANSFOBIA? No grazie …
Con grande rammarico, ci ritroviamo nuovamente ad assistere a complesse discussioni sull’omofobia e la trans fobia, cosa le distingua, cosa le accomuni.Complesse discussioni, perché è difficile capire dov’è il problema.Sono anni che chiediamo ai nostri compagni e compagne del movimento, così chiamato, GLBT, di aggiungere al concetto di lotta contro l’omofobia anche quello di lotta contro la trans fobia, ma sembra che tante persone fanno fatica a capire la differenza tra le tematiche relative all’orientamento sessuale e quelle inerenti l’identità di genere.
Questo, per il movimento trans, è un problema: vuol dire che, per l’opinione pubblica, e persino per gli stessi componenti del movimento, non esiste un’informazione ed una percezione corretta in ordine alla specificità del transgenderismo e dei disturbi dell’identità di genere.Nella società di oggi, dovrebbe essere chiaro a tutti che alcune persone, che affrontano un faticoso percorso per adeguare la propria identità fisica a quella psichica, si trovano sistematicamente escluse dai canali di accesso al lavoro, alla casa, allo studio, con la conseguenza di restare completamente isolate e private in molti casi persino del minimo sostentamento per sopravvivere.Di chi è la colpa?Forse siamo noi i colpevoli; colpevoli di esseri nati.
Il problema di una minoranza, come siamo noi, non interessa a nessuno, tanto meno al tramonto della democrazia di questo Stato clericale, capitalista, militarista e totalitario.Questa per me non è una novità.Attualmente, in Italia, si ripete un meccanismo tipico del fascismo, cioè si dà un “contentino” al popolo, così stanno buoni e zitti, come si fa con i bambini viziati.Ci pare che lo stesso stia avvenendo con il movimento GLBT, da parte delle Istituzioni, che nascondono dietro la maschera di piccole elargizioni di facciata, l’indifferenza ed il disprezzo di chi le gestisce.
Noi, questo contentino, non lo voglio, né dallo Stato, né dai Gay, né dalle Lesbiche.Vogliamo, o meglio pretendiamo, come diritto, una Legge che assicuri pieni diritti alle persone transessuali: avere un lavoro, una casa, una laurea e, soprattutto, avere un documento d’identità coerente con l’identità psico-fisica, senza sottomettersi a nessun tipo di discriminazioni.Vogliamo che le persone trans gender siano lasciate libere di vivere serenamente la propria esistenza, di rapportarsi con gli altri, di circolare, divertirsi, riunirsi. Di vivere e di amare.Se tutte le persone transessuali avessero questo, allora la legge contro la trans fobia non servirebbe.
Leila Daianis
Presidente della Associazione di Volontariato Libellula
Secondo me le gente dovrebbe ammettere che se non si é posta la domanda sono gay, bisex o etero, dovrebbe accettare di essere considerato un possibile bisessuale.
Come chi ne sentisse il bisogno dovrebbe poter dire: sono bisessuale o eterosessuale come chi dichiarando di essere omosessuale esce da quell’incertezza di essere o meno capito. Perché chi ammette la propria omosessualità deve essere rispettato perché ha ammesso che se si trova a provare attrazione fisica per persone del suo stesso sesso non ha nessuna colpa.
Guardando il problema da un punto di vista oggettivo e non di parte se qualcuno non si dichiara pubblicamente eterosessuale o gay é da considerare entrambi, bisessuale. Poiché la scienza dimostra che l’uomo e la donna provano piacere nel sesso ma non per forza che tipo di sesso. Se se capisse questo si potrebbe capire bene anche chi per motivi mentali, sente la necessità di cambiare il proprio sesso o il proprio corpo.
pareri?
dragon, provo a spiegartelo nel modo più semplice in cui riesco a immaginare la cosa:
Immagina, in una classe delle medie di Monza, che metà dei bambini sono interisti e l’altra sono milanisti.
gli interisti sospettano che un milanista in realtà tifi per l’atalanta, così gli danno addosso
quello che succede, evidentemente, è che i milanisti, pensando che questa sia una mossa degli interisti per spaccare e controllare la classe, difendono il vero-presunto atalantino e scazzano di brutto con gli interisti.
non voglio “scagionare” Q. penso che tutta la sua linea grafica sia stata terribile, italo o non italo. penso che sia grave che nessuno abbia cercato, prima, di mettere in discussione tutto questo. e penso che l’ambaradàn sia successo come diretta conseguenza di una spaventosa spoliticizzazione dei pride. “Italo” diventa il fenomeno più marcato e visibile di un iceberg con il quale, finché pensiamo solo alla punta, non faremo mai i conti.
(e scusate il ritardo ma sono stato KO e lo sono ancora, quindi la mollo qui perché mi sto contorcendo dal dolore post-estrazione)
leggete su questo link http://emiliaromagna.indymedia.org/node/3070 come sono andate le cose a Bologna nei confronti di Q e del pride di Bologna.
Non è vero, e si capisce benissimo, che Q non sia stato contattato a tempo dagli antifascisti per confrontarsi e chiarire un eventuale equivoco.
Poi si capisce benissimo dalle sue stesse parole quanto sia stata “tutta politica” la sua idea di Italo, visto che in una frase della discussione su vivamafarka spiega ai fascisti di essersi battuto nel comitato pride per cancellare il riferimento all’antifascismo e all’esperienza partigiana. Sue stesse parole virgolettate nel testo apparso su indymedia e comunque ritrovabili anche su vivamafarka.
Il punto sta, e sono pienamente d’accordo con chi lo sottolineava, nel fatto che si elimina continuamente e scientificamente il tema di classe e di antagonismo legato alla possibilità di liberazione dei corpi. E anche nei centri sociali ci si infarcisce di gran retorica e pratica “queer” che parla solo un linguaggio minoritarissimo e autorappresentativo.
@si-culo
– come dici tu, la comunicazione non è stata tra le più felici e massacrare il grafico non è stata una grande idea.
– l’appiattimento di arcigay a destra è una scelta politica nota. la moderazione di arcigay non era una novità, d’altronde allo scontro che è degenerato nella folle denuncia a carico di graziella (giustamente archiviata) si è arrivati in un crescendo di tensioni che separavano il fronte glbtq con toni sempre più esasperati. Parliamo di una struttura con rappresentanze parlamentari, gente navigata, marpioni della politica, quelli si responsabili dell’indirizzo politico verso il quale volevano traghettare il movimento.
– non ho detto che l’antifascismo non si radica per nostra incapacità se parli di luoghi già politicizzati, con un orientamento preciso. i moderati sono moderati e non li cambi. io parlo di persone “neutre” o persino di gente a noi vicina che viene aggredita mettendo al microscopio la loro vita, scovando una lontana parentela con lo sbirro con la tessera fascista. parlo di pretesti, personalismi, e parlo di tendenza al linciaggio di una parte del nostro movimento che è autoritaria e contro la quale ovviamente il mio antiautoritarismo antifascista si è sempre schierato.
– l’area conservatrice che orienta l’agenda e impedisce altre forme di socialità e relazione è una realtà con la quale sei costretto ad avere a che fare e il quesito resta lo stesso. come fai ad orientare l’agenda se resti attaccato alla critica dell’agenda altrui? come fai a creare relazione e socialità se il modo fondamentale di fare relazione e socialità si misura sulla solidarietà di corpo, sull’appartenenza identitaria, sulla opposizione in branco, con noi o contro di noi, sullo sforzo di “esistenza” anteposto alla resistenza attiva, che produce opinione?
– non sono d’accordo sul fatto che il cattivo esperimento sia diventato di suo la ragione simbolica di un problema, delle spaccature conseguenti, dell’orientamento della selezione degli interlocutori e interlocutrici. è diventato questo perchè la questione è stata condotta in questo modo, senza accettare zone critiche e di dissenso, perchè c’è stato l’aggravante delle denunce che pesano su quel pride e schiacciano ogni discussione alla netta separazione tra bianchi e neri. l’errore di comunicazione parte anche da lì, da quelle forzature, da quell’identificare il nemico in chiunque dicesse “se, ma, forse” rispetto al modo in cui quella situazione è stata trattata. e mi darai atto che se la misura della scelta di relazione è obbligatoriamente “o con italo o contro” tutto diventa incredibilmente banale e senza possibilità di evoluzione perchè io per prima mi rifiuto di vedere annessa la mia opinione in una guerra che mi allontana da una analisi lucida e razionale.
– non so come spiegarti ma questa, in un modo o nell’altro, è una forma di normatività che schiaccia qualunque opinione critica e qualunque scelta relazionale. Tutto diventa orientato e costretto da un obbligo quasi morale, come fosse un dogma, niente di laico.
– sto parlando sempre di metodo e non di sostanza perchè la sostanza, aldilà delle sfumature che ho sempre manifestato provando a riportare la discussione ad un livello più ampio, meno legato all’elemento provinciale, la condivido tutta.
ps: hai fatto benissimo sul luogo della discussione e ti ringrazio perchè questa è la discussione più serena che faccio su questo argomento da svariato tempo.
a proposito di fascismo e omosessualità segnalo su http://www.listalesbica.it un articolo e il forum correlato
@ fikasicula:
– sul rapporto glbtiq/centri sociali mi sono espresso male, ma intendevo dire esattamente quello che dici tu, e facevo riferimento esattamente agli stessi episodi (cui aggiungerei l’equidistanza strabica di Veltroni a roma).
– sul “luogo per fare un ragionamento”… è che sono incostante, solipsistico e troppo pieno, al momento, di conflitti con me stesso che temo sempre di far più casini che cose sensate a discutere in una m-list. ma prima o poi uscirò dal tunnell
– sulla questione “italo” continuo a non essere d’accordo. non voglio fare l’esperto di comunicazione che non sono, ma è stata tutta la scelta grafica di quel pride a non convincermi. della serie di puraido messi sullo sfondo di oggetti gay decisamente stereotipati, italo era “solo” l’esemplare peggiore. il tentativo, ancora una volta, era quello della duplicazione brillante, cioè di ripetere in una salsa solo apparentemente ironica una serie di quadretti già visti e, nel complesso, piuttosto ovvi e per niente dissacranti. Ora, chiaro che massacrare il grafico per italo non è stata una scelta ottima, sia sul piano della diplomazia che su quello dell’efficacia, ma in un periodo in cui già avevamo assistito a una serie allarmante di aggressioni gay/lesbofobiche e soprattuto transfobiche, quella che di fatto era la prima manifestazione nazionale ben pubblicizzata e organizzata dopo la rielezione di berlu$coni, probabilmente il comitato del pride avrebbe dovuto fare di meglio (anche solo indicare nei flyer con i puraido ora e luogo della manifestazione, non del party).
Mi rendo conto che il tono con cui mi sono espresso prima sa di dietrologia, che sembra attribuire tutte le colpe a Griffi, ma il compiacimento nella scelta di quello stile, e poi nella sua difesa, insieme al rifiuto di un antifascismo aperto – non da parte di Griffi, bensì di arcigay – non sono, per me, esclusivamente frutto di una mancata capacità dell’area antagonista e antifascista di far radicare l’antifascismo.
Una componente secondo me sottovalutata dell’antifascismo è quella che rifiuta la normatività dei legami e la loro stabilità, che rifiuta di vederli come un destino. Penso soprattutto, è evidente, al modello “coppia”, non in sé – liber_ di fare coppia per sempre – ma nella capacità che ha avuto di presentarsi come il modello che, sia nell’area conservatrice che in quella progressista, orienta l’agenda politica impedendo di fatto ad altre forme di socialità e relazione di sentirsi legittime (o addirittura di esserlo). Ho l’impressione che, come movimento gltb, si sia tanto battuto su questo tasto, e su letture semplificate di… di un’enormità di cose che non elenco perché sto bruciando il gateau di patate e melanzante.
Resta, per me, che quell’esperimento andato male ha preso, simbolicamente, un posto centrale nel generare il problema, nel moltiplicare le spaccature, nell’orientare la selezione degli interlocutori e delle interlocutrici di riferimento. C’è, certo, un errore di comunicazione e di modo di porsi – ma, a monte, di mancato rinnovamento dell’analisi e degli strumenti – a sinistra. Ma c’è anche – e questo va incluso nell’analisi, non messo a rappresentare qualche odiato nemico – una normatività propria del mondo gay che lentamente ha prodotto slittamenti, perdite di contenuto, al limite anche perdite di ragione, e che in avvenimenti come italo ha trovato delle emergenze, come dei coaguli o delle esplosioni – meglio, implosioni, smottamenti, terreno che ti viene a mancare.
@si-culo
noi un ragionamento l’abbiamo già iniziato da parecchio ed è quello sull’antifascismo viola. è un ragionamento che inserisce il fascismo in un contesto attuale, gli da una rilettura di conformità con pezzi di altra realtà che solo per caso si chiamano in altro modo ma sempre della stessa pappa si tratta.
è quello che intuisci giustamente anche tu e che implica lo sforzo di pratiche ulteriori.
solo a dire queste cose qualcun@ parte in quarta negando la possibilità che esistano gli “antifascismi”. ne esisterebbe solo uno, duro e puro, e tutto il resto è “tradimento”, danze con il nemico e altre cose del genere.
da tempo diciamo che fare antifascismo a rimbalzo, come muro contro muro, implica una immobilità, una attesa delle mosse altrui. noi, semplicemente, indietreggiamo e siamo costretti a vederci rubare il campo.
se non si ha chiaro il fatto che in questa prospettiva l’antifascismo non è più neppure resistenza ma soltanto un esercizio di “esistenza” senza fantasia non si va da nessuna parte.
mi rivolgo a quella popolazione antifascista che ragiona e rinnova, che si oppone e crea, che vede il fascismo nella sua interezza, come elemento di pressione autoritaria di tutti gli spazi culturali. così fare antifascismo è opposizione ad ogni autoritarismo e ad ogni forma di controllo dei movimenti non ultimo quello sulle forme di comunicazione e sui contenuti che dovrebbero essere sempre in copyleft (a partire dal nome “pride”).
fare antifascismo è opposizione al conformismo, all’omologazione, al controllo dei corpi, quello femminile che vogliono solamente ingravidato e quello di ogni genere sessuale che non è liber@ di amare chi vuole, quello di chi non risponde all’estetica imposta e di chi non vuole subire terapie di nessun genere…
c’è l’antifascismo ad ogni forma di persuasione attraverso la comunicazione e ci sono metodi di sovversione comunicativa.
e comunque no, quelle persone di cui parli non sono di sinistra, intendendo con questo termine la somma di persone che la pensano come noi. si può essere di destra, aspirare a modelli di vita autoritaria e securitaria anche nei partiti di sinistra e dunque quello contro cui ci opponiamo è un modello culturale e non una o più sigle che a citarle non facciamo che fargli pubblicità.
la faccenda della locandina per il pride io non l’ho mai vista come la poni tu. l’ho scritto tante volte e tante volte ho preso insulti gratuiti. io l’ho sempre visto come esperimento comunicativo riuscito male. la cattiva fede in quel caso non l’ho vista. ho visto una persona alla quale si è urlato cosa fosse casapound invece che spiegargli che cantonata aveva preso (come ad esempio si è fatto con lettere gentili e aperte con l’editore di stampa alternativa). ho visto una persona che si è vista chiudere tutti i luoghi di comunicazione, esiliata, messa a libro nero, messa al bando, costretta con accanimento a ripiegare a destra senza che fosse chiaro se fosse quello il suo luogo naturale oppure no. e identificare in quell’episodio l’unica origine “del male” mi sembra comunque andare nella direzione opposta rispetto alla quale tu vai.
è accaduto qualche tempo dopo, rispetto all’onda universitaria, che si è ragionato in maniera miope aggredendo gli studenti che di tutto ciò non sanno niente e si sono visti sbattere le porte in faccia perchè il giorno prima per sfiga avevano parlato con uno di destra. come se l’antifascismo non avessimo il dovere di spiegarlo, di renderlo accessibile senza ricatti morali e senza aggressioni verbali. come se l’antifascismo chiunque dovesse averlo nel dna alla nascita. dimenticando che fare antifascismo come qualunque altra lotta di contro-cultura significa anche voglia di discutere con le parti neutre – ho detto neutre e non i fascisti ma tutti gli altri che fascisti non sono e non sono neanche militanti incazzati – voglia di discutere e non impazienza di dividere il mondo in bianchi e neri.
i dettagli sono importanti ma nella fatica di identificarli assieme a tutti coloro – definiti simpatizzanti, fiancheggiatori, traditori, etc etc – perdi di vista la visione d’insieme e nella visione di insieme l’accanimento contro quell’esperimento finito male non porta a nulla.
e no, non è vero, che io sappia, che la parte moderata glbt parla con i fascisti perchè i centri sociali non li cagano più. avviene tutto molto prima. gli sgomberi ad opera di amministratori di centro sinistra, le prese di distanza dal movimento “violento” di certa parte politica. possiamo dire che arcigay per esempio moderata lo è sempre stata ma la divisione netta è chiara dal 2001 (genova) in poi perchè tutte le lotte si radicalizzano, ciascuno fermo nelle proprie posizioni, la chiesa che ha più spazio, il maggioritario che trasforma il panorama politico e lo fa diventare quell’impasto amorfo che da prodi va a mastella e contiene bertinotti presidente della camera non più in grado di schierarsi con nessuno che non sia se stesso.
ne sono successe di cose e mentre il mondo a sinistra si frammentava, ciascuno a guardare nel buco del culo dell’altro, la destra si compattava e il centro si allineava e ora siamo così a chiederci che minchia fare.
ho provato a dirlo in una discussione via mail con un gruppo di compagne che bisogna cambiare strategia, comunicazione, che bisogna agire oltre a reagire, che bisogna far parlare di se’ invece che parlare noi esclusivamente di loro.
una compagna mi ha risposto in modo inequivocabile: o con noi o contro di noi (sintetizzo).
che si può dire? se non c’è spazio per la critica e il dissenso tra noi, pazienza. come già scrissi, l’antifascismo qui non si mangia e non si vende e se non si va tutti d’accordo certamente non si chiude bottega ma accidenti quanto è difficile e quanto spreco di energie.
Davvero non so se quelli del pd ci fanno o ci sono. Se sono davvero così imbecilli e sprovveduti oppure se stanno organizzando il più grande inciucio della storia.
Le simpatie fasciste di Alemanno dovrebbero essere chiare a tutti dati i suoi trascorsi giovanili, dato che si vanta della croce celtica che porta al collo e data la nomina di un nazista come collaboratore. Quindi le manifestazioni che lui appoggia (dopo tutte quelle cui ha negato l’autorizzazione) dovrebbero già per questo destare sospetto, non si chiama pregiudizio, si chiama realismo e intelligenza politica.
Ma poi arrivare al punto di ridursi ad andare a “dialogare” con quelli di casa pound, quando il pd ha gratuitamente sbarrato le porta alla sinistra (che del resto non chiedeva la sua attenzione) questo davvero è paradossale. Parlano con chi inneggia a Hitler, a Mussolini e alla superiorità della razza e sperano di trovare con questi affinità sull’antirazzismo e l’antiomofobia! due sono le cose: o sono fascisti anche loro, il che non è escluso, o sono i più grandi sprovveduti della politica italiana dall’antica Roma ad oggi, che non è escluso neanche questo.
Fare una manifestazione e un “dialogo” contro l’omofobia con questa gente è un po’ come parlare di antimafia con Provenzano o di uguaglianza razziale col Ku Klux klan o di folclore napoletano con Umberto Bossi.
Ma secondo il loro unico neurone che gira nella loro testa come potrebbe mai essere che un fascista, uno che si ispira a un’ideologia che gli omosessuali e i “diversi” li ha massacrati, possa poi diventare di colpo un attivista per i diritti di gay e lesbiche? A meno che non diventi antifascista ciò è matematicamente impossibile.
Questa gente qua fa politica come si va a al supermercato, si gira tra gli scaffali per scegliere il prodotto che può andare bene così loro di volta in volta scelgono la “causa” da difendere che in quel momento li attira.
Non hanno capito che la politica non la si improvvisa, che ci vuole un solido retroterra culturale.
Per essere contro il razzismo e le discriminazioni sessuali, dei gay, lesbiche e trans bisogna essere innanzitutto ANTIFASCISTI, altrimenti è preferibile che se ne stiano davanti la tv a guardare la De Filippi, o a farci andare in trasmissione qualche loro dirigente politico (sic!).
p.s. Una domanda per voi che frequentate più l’ambiente dell’attivismo glbt, m come fa un gay ad essere di destra e a votare Berlusconi?? Questo me lo sono sempre chiesto e non sono mai riuscito a darmi una risposta.
Lo dico chiaro e tondo subito: condivido larga parte dei contenuti dei comunicati, ma per me restano insufficienti. E il problema non è che non sono abbastanza radicali, è che alcuni punti secondo me non vengono colti appieno.
Dieci giorni fa ho dedicato a questo argomento un post che non faceva dell’antifascismo la sua bandiera. E non certo perché non sono antifascista, tutt’altro!
Però penso che il tutto vada inquadrato in un’analisi leggermente più larga. Il pericolo è sempre il fascismo, la soluzione è sempre l’antifascismo, ma così come il fascismo ha cambiato gli strumenti della propria propaganda e promozione, noi dobbiamo drizzare le antenne e cambiare gli strumenti con i quali resistiamo.
Il gioco dell’esclusione della sinistra da ogni trattativa con il PD e i suoi dintorni ha avuto molti riverberi. Tra questi uno dei più devastanti – sui territori – è stato la completa delegittimazione prima, e la criminalizzazione poi, dei centri sociali (e, in generale, di tutte le forme di vita innocue ma, in qualche modo, difformi o illegali). L’operazione “italo” è stata un tassello a mio modo di vedere cruciale di una strategia di legittimazione dell’estrema destra contro e a dispetto dei militanti (sì, soprattutto uomini) nei cs o nella sinistra radicale, antagonista, etc…
Quello che non torna, in tutti questi passaggi, è l’interesse specifico di un’apertura a destra. In un’ottica di autosufficienza – correggetemi se sbaglio – il PD dovrebbe tentare di fare terra bruciata attorno a tutti. Fra l’altro è evidente che anche azzerando i partiti di sinistra non prende voti a sinistra. Si aggiungano a tutto questo le scelte palesemente securitarie – e, in ultima analisi, di destra – di molte amministrazioni locali di sinistra. Ebbene, l’impressione che ne ricavo è che questa gente, e in particolare i gay e certe lesbiche, voglia essere di destra, che voglia le politiche dell’ordine, dell’uniformazione, dell’omologazione, della concorrenza meritocratica (quest’ultima a occhio e croce un signor cavallo di Troia).
Dopotutto uno dei motivi principali per cui i gay votano il PD, a sentir loro nei loro forum e siti, è che il PD garantirebbe quell’impegno a tutela dei diritti civili che altri partiti rifiutano (o non prendono neppure in considerazione). Non c’è un posizionamento a partire dalla politica economica, dalle politiche culturali, dall’analisi dei rapporti di potere, etc… c’è puro e semplice posizionamento essenzialista identitario senza nessuna giustificazione strategica (a meno di non volere ridurre la strategia alla convenienza del momento).
Sullo stesso filone di “Italo” sta infatti, direi, “Homosexual”, sul braccialino del neonato (do you remember?). By Regione Toscana, via consulente per le politiche GLBT, ovvero tale Alessio de Giorgi, il cui editoriale su gay.it a proposito del meeting Concia-Iannone è tutto dire. E “Italo” è di quel Lorenzo “Q” (che non sta per queer) Griffi che andò a fare due chiacchiere con Iannone in “tempi non sospetti”, e che siede nella segreteria nazionale di arcigay. E che non può mettere praticamente piede in un centro sociale perché con il casino che ha fatto a Bologna nel 2008 con questo italo… e quindi col cazzo che Arcigay chiacchiera con i centri sociali che hanno ribrezzo di uno che sta in segreteria. Meglio parlare con Iannone che ti offre una birra.
Ma come scordare che il de Giorgi è un ricco imprenditore e il Griffi ha dichiarate simpatie fasciste?
Fermatemi, controllatemi, ditemi cosa non torna e prima o poi riuscirò a continuare e portare a termine questo discorso sui gay di destra e i gay e la destra [intanto grazie, ché i ragionamenti li fo sempre qui e v’intaso i commenti!]
(devo o non devo concludere che, quindi, non sono più gay?)