Appena due giorni fa parlavamo del nord secessionista, del razzismo che inizia a svelarsi attraverso varie forme, anche quelle burocratiche, contro i meridionali, della separazione netta che si è creata al’interno della stessa maggioranza del pdl tra nazionalisti e secessionisti. La vecchia anima di AN continua a immaginare un partitone nazional-popolare che aggreghi il mondo intero da nord a sud. Pezzi del pdl assai vicini come mentalità alla lega sono invece secessionisti da sempre e si vede.
Il secessionismo di certi pezzi del nord lo leggi nel disprezzo che mostrano per la gestione della cosa pubblica a partire dal parlamento, fino ad arrivare a paradossi regionalisti che producono provvedimenti presuntuosi, come di chi immagina di possedere la verità in tasca. Nel secessionismo del nord c’e’ l’arroganza di alcuni imprenditori del nord, quelli che dicono di essersi fatti da soli salvo poi aver riciclato i soldi della mafia o essersene serviti per vincere gare d’appalto, spendere meno nella costruzione di opere pubbliche (grazie al cemento depotenziato) e liberarsi dei rifiuti altamente inquinanti. Quella arroganza che spinge costoro a tutelare se stessi e gli affaristi con i quali sono in rapporto. Le regole sancite in questi anni di governo berlusconiano lo dimostrano.
Si premiano le imprese condonando falso in bilancio, rientro di capitali dai paradisi fiscali, ristrutturazioni, delocalizzazioni, ammortizzando i licenziamenti che ritengono di fare, evitando di assegnare sanzioni a chi ammazza lavoratori perchè non garantisce sicurezza.
D’altra parte si perseguita la concorrenza che viene da altri paesi o quella che potremmo denominare con gli appellativi di mafia spa e camorra spa salvo quando queste imprese non accettano di essere un po’ più autonome, indipendenti dalle mafie legalizzate del nord.
Vedete, la speculazione sulle vite umane fa schifo sempre. Non basta un nomignolo geograficamente caratterizzante per renderlo peggio di altri esempi di criminalità diffusa e ampiamente legittimata dallo stato.
Si tratta di corporation che lucrano e tendono al massimo profitto creando forme di schiavitù, sacrificando vite umane e costruendo eserciti a difesa delle proprie roccaforti. A massacrare gli scioperanti delle fabbriche c’e’ la polizia, a sparare in mezzo agli occhi di chi "non si comporta bene" in altri contesti c’e’ il braccio armato delle mafie.
Dove sta la differenza?
Tante industrie non pagano le tasse, le mafie anche. Le imprese legali se non gli stai più bene ti mettono in mezzo alla strada, le mafie anche. Le aziende profit se creano un danno al territorio, di tipo ambientale per esempio, non bonificano ma fanno pagare allo stato che con soldi pubblici deve ripulire la merda. Le mafie si fanno pagare dalle aziende profit per fargli sporcare i territori.
Le industrie se mandano a morire un operaio poi tendono a non riconoscere l’entità del danno e a non risarcire la famiglia. Le mafie se un loro uomo muore risarciscono la vedova. Se la vedova non ci sta la ammazzano, ma questa è un’altra storia. Le imprese legali, penso alle banche, alle finanziarie, se devono venire ad esigere gli interessi per i soldi che ti hanno prestato ti estorcono anche gli organi interni. Le mafie se non gli dai quanto dovuto ti spappolano un organo alla volta.
Le aziende se uno dei loro dipendenti finisce nei guai se ne lavano le mani, prendono le distanze e il malloppo. Poi scappano. Le mafie se uno dei loro "impiegati" finisce in galera gli pagano l’avvocato e poi passano un vitalizio alle famiglie.
Le imprese legali gestiscono affari che sono stati legalizzati con regole non sempre "buone": la vendita di alcool, di farmaci, prodotti chimici, roba geneticamente modificata, veleni dichiarati commestibili, sostanze cancerogene, fabbriche altamente inquinanti, centrali nucleari che producono scarti radioattivi che ammazzaranno un sacco di gente etc etc. Le mafie gestiscono anche (ma non solo) affari illegali che sono illegali anche per via di un proibizionismo che tende a creare luoghi privi di controllo nei quali è più facile lasciare intatte le speculazioni e le schiavitù: il commercio di stupefacenti, la prostituzione, le estorsioni (che vivono sullo stesso meccanismo della paura che fa campare le assicurazioni e che è la stessa filosofia che sta dietro all’attuale governo delle ronde), etc etc.
Le industrie, le imprese legali, le aziende decidono per la tua vita.
Non ti garantiscono alcuna autonomia. Non puoi gestire il tuo
contratto, il tuo presente, il tuo futuro ma sei condannato a vivere
nella precarietà. Inoltre devi essere fedele ad un copione di regole
precise che riguardano la tua immagine, il tuo ruolo, quello che puoi o
non puoi fare. Se ti iscrivi al sindacato e ti lamenti ti licenziano.
Le mafie fanno lo stesso. Più o meno siamo oramai allo stesso livello tanto è il grado di immoralità, di totale assenza di etica nel mondo finanziario, economico delle corporation.
Non vedo la differenza. Proprio non la vedo più.
Se uno stato diventa il luogo di scontro, teatro di una faida tra due entità economiche indipendenti, che talvolta si incrociano e talvolta diventano nemiche (per ragioni concorrenziali, non per senso dello stato e della legalità giacchè si servono le une delle altre e spesso coincidono), può capitare che i nordici diventino così egoisti da trattare male quei tanti meridionali onesti che pensano di sfuggire alla trappola delle mafie, della corruzione, provando ad affrancarsi solo grazie alla forza del proprio lavoro.
Può capitare, come è capitato, che un governo fatto soprattutto da gente del nord abbia dichiarato defunta la questione meridionale (che esiste dal tempo dell’unità di italia) e abbia esercitato la sua autorità togliendo fondi a sud per darli ad altra varia gente (chi?). Può capitare che il governo fatto soprattutto da settentrionali saccenti e razzisti abbia insistito in una campagna di delegittimazione dei poteri locali quando essi si trovavano a sud e abbia invece accentuato la legittimazione dei poteri locali a nord (i sindaci!). Può capitare che il governo decida di inviare commissariamenti a sorvegliare la spesa per la sanità di varie regioni del sud mentre lasci liberi i governatori del nord di fare un po’ come gli pare. Può capitare che un ministro come brunetta si permetta di dire che se il sud chiede più soldi per spenderli male è bene non darglieli. Come un padre padrone fa con i figli inaffidabili. Non li responsabilizza, non li vuole autonomi, ma li rende ancora più dipendenti e anzi li umilia e sostiene che non cambieranno mai e che qualunque sia la quota della paghetta concessa ai meridionali comunque la sperpereranno. Come fosse comprovato che a nord i soldi vengano spesi meglio. Come fosse dimostrato che siamo non in grado di intendere e volere e abbiamo bisogno di tutori. Come fosse scritto nel dna meridionale che i soldi che lo stato CI DEVE, perchè anche a sud si pagano le tasse, non bisogna richiederli perchè papa’ brunetta, papa’ tremonti, papa’ berlusconi (la fiducia che ispirano questi individui ve la raccomando!) li terranno chiusi nel salvadanaio in attesa che la gente del sud diventi maggiorenne.
Questo considerarci un popolo inferiore, per quanto io sia realmente una antisecessionista, anzi una antinazionalista in senso generale, perchè non riconosco patrie ne’ confini di nessun genere per chiunque, spinge persino me a dichiarare con orgoglio un rifiuto della colonizzazione che ci ha egemonizzati e un senso di appartenenza alle mie radici culturali. Figuriamoci quello che può fare a tante altre persone che in germe coltivano lo stesso sentimento separatista (che ha origine da una tradizione ben più lunga di quella della popolazione leghista) e che da sempre si sono sentite semplicemente sfruttate da chi veniva tra i selvaggi a raccattare voti promettendo: l’acqua, il ponte di messina, lavoro, cchiù pilu ppi’ tutti.
Il partito della maggioranza è spaccato. In sicilia l’mpa ha creato un fronte con un pezzo di pdl (miccichè). C’e’ un altro pezzo del pdl che vuole impedire che vi sia una spaccatura e ha creato una corrente interna al pdl. All’ars (parlamento siciliano) si fonda un gruppo parlamentare a parte che si chiama pdl-sicilia, federato alla casa madre ma con uno statuto autonomo. Mpa-Miccichè vogliono creare il partito del sud. Gli appartenenti al correntone pdl-sicilia già vengono chiamati sudisti. Gli ex di AN dicono di si ad un ministro per il mezzogiorno. I nordisti più preoccupati dicono che il correntone "forza sud" non può restare dentro il pdl. O si lasciano annettere senza pretendere una attenzione specifica o se ne vanno (nel caso vi interessasse approfondire c’e’ la rassegna stampa dell’assemblea regionale siciliana che ogni giorno vi illustra il punto di vista siciliano sulla questione).
Il punto è che se si forma un correntone del sud il pdl non sarà più il grande partito della maggioranza. I voti del sud, che sono tanti, andranno altrove. Il potere contrattuale del soggetto meridionale diventa maggiore. Nessuno potrà più calare dall’alto candidature, potranno fare eleggere persone "locali", potranno sedersi a contrattare per qualche ministero con molte più garanzie e possibilità. Tutta una questione di poltrone che a quanto pare coinvolge anche la inquieta ministra prestigiacomo che contentissima del ruolo defilato che le hanno assegnato certamente non è.
Io non so se nascera’ questo partito. Non so se tutto si risolverà nella concessione di un ministero all’mpa. Non so se i tagli alla spesa per il sud saranno rimessi in discussione, non so se questa cosa amplificherà separazione (più di quella creata dalla odiosa lega nord?). Credo che starò a sentire molto attenta al risvolto culturale di tutta la faccenda. A come una faida interna – assai più interessante di quella esibita da un pd precongressuale che usa il giustizialismo con i candidati alle primarie come lo usa per sparare sul partitone dell maggioranza – può ridimensionare l’arroganza razzista del nord, a come può reintrodurre valori come quello della solidarietà che il governo non applica nei confronti di nessuno, compreso il sud, a come può restituire – forse – una dignità alla gente che si sposta per bisogno e non piacere, a come può cambiare l’immaginario di questa italia tramortita dall’odio per il diverso riportando alla memoria una storia fatta di lavoratori, operai del sud che hanno arricchito gli imprenditori del nord, di gente onesta prima colonizzata da un nord monarchico e imperialista e che poi è partita con la valigia di cartone dei contadini o con lo zaino in spalla del laureato senza prospettive alla ricerca di una dimensione precaria "più decente".
Un partito del sud sovverte le parole d’ordine di questo governo, improvvisamente mette in crisi l’assetto nordcentrico di un finto nazionalismo tutto spostato verso milano e dintorni. A suo modo, questo pezzo di gente che mira ad avere qualche poltrona in più, non accontentandosi più delle briciole che messer berlusconi concede loro, che lo sappia o no, ottenendo l’attenzione delle prime pagine dei quotidiani, ricostruendosi un nuovo protagonismo, alzando la testa e pretendendo di non voler essere più i fratelli dai voti sporchi dei quali ci si deve vergognare in pubblico, mettono fortemente in discussione tutto il governo nazionale.
Lo mettono in discussione perchè il duro braccio armato della legge, dei commissariamenti per rieducare il sud ad essere una colonia nordica efficiente e senza pretese, i riflettori puntati su un enorme bacino di voti che certo risciacquati in lavatrice non sono, mettono in evidenza in maniera fortissima la questione morale.
Il governo nordcentrico che salva il culo al premier e dichiara tuttavia di usare tolleranza zero anche con le formiche, si scopre avere grandi legami con gruppi di interesse che sono ampiamente "tollerati". Mostra tutta la contraddizione di un governo che legifera per mandare in carcere i writers, i graffitari, e poi usa i boss per "orientare" il voto.
Un partito del sud è un terremoto. Come ho già scritto, per certi soggetti, questo è il momento di ritagliarsi una autonomia. Non siete voi a dover dipendere dagli altri. Sono gli altri a dover dipendere da voi. Chiedete più soldi per il sud, prendetene per voi, qualche volta costruite una scuola per i vostri figli, un parco giochi, un ospedale per curarvi senza emigrare, posti di lavoro solo per i meridionali. Provate a impedire l’emigrazione. Tenetevi i laureati, i diplomati, fategli produrre ricchezza. Comprate una emittente televisiva del sud. Distribuite il giornale di sicilia dappertutto. Servitevi di una banca del sud. Esigete che i soldi del sud restino a sud. Trasformatevi in imprenditori legalizzati e poi scendete in campo. Un posto da presidenti del consiglio non ve lo toglie nessuno.
Ps: E’ aperto il concorso per inventare slogan sudisti. Se il nord ce l’ha duro noi come ce lo abbiamo?
—>>>C’e’ un update: Berlusconi ha annunciato un grande piano per il meridione. Rabbrividiamo.
@GM
e chi delega 🙂
più organizzat@ di così…
@anonimo meridionale
gli slogan sono favolosi. appena si costituisce ufficilmente il partito del sud sarà nostra cura invierli con tanto di letterina di accompagnamento. 😀
– il Sud ha due ovaie così e non le userà più per produrre schiavi al Nord
– siamo dispost* a prenderlo in quel posto solo da Brad Pitt
– la Lega ce l’ha duro? quindi è una trans!
– S(trabilianti)U(ccelli)D(omestici) , lombardA adottane uno, non te ne pentirai.
– i leghisti ce l’hanno duro! per forza , nessuna donna li fa mai sfogare
– meglio una Prestigiacomo oggi, che un Tremonti domani
ABOLIAMO LE PROVINCE (ed i risparmi rimangono nel territorio)
saluti
p.s.
il sito non è mio ma è altamente consigliato per i meridionali fieri di esserlo
Gli attuali servi meridionali di Berlusconi non ci stanno a perdere la faccia senza vedere un soldo, quindi hanno scelto il momento di maggior debolezza del premier per ristabilire i rapporti di forza all’interno della cosca parlamentare.
La soluzione è sempre la stessa: organizzarsi e non delegare mai, al limite votare solo coloro che vogliamo come interlocutori e non come rappresentanti.
Lo Stato è mafia, non c’è alcuna differenza.