"Sono precaria e mi sento in colpa…"
"Tu? Perchè?"
"Perchè guarda che è successo in abruzzo. C’e’ gente che è combinata peggio di me…"
"Ma tu hai una figlia e non sai come campare…"
Lei fa un cenno con la testa, si gira e torna a fare quello che fa da quando le è scaduto l’ultimo contratto precario: la cameriera a 4 euro l’ora, in nero. Non durerà per sempre, così le hanno detto. Tra qualche settimana sono costretti a "rinunciare a lei" perchè gli affari diminuiscono. Lei non ha subìto il terremoto ma è una delle tante sfollate che passa di sfratto in sfratto, di casa in casa, prima di arrendersi definitivamente e tornare da genitori con i quali non è mai andata d’accordo. Men che meno adesso che fa sesso con altre donne. Perciò si sente in colpa.
Aspetto che finisca e mollo i parenti in visita nel circuito monumentale cittadino. Provo a dirle che non è lei che dovrebbe sentirsi responsabile. Che il governo farebbe di tutto pur di distrarre disoccupati, cassintegrati e precari. Persino sfruttare un terremoto per far sentire in colpa i lavoratori e le lavoratrici che vorrebbero andare avanti con le loro rivendicazioni. E’ metodo antico quello che usa il debole per dire a quello che sta ancora in piedi e che potrebbe crollare da un momento all’altro che non è il momento di occuparsi di lui. Non è mai il momento. Ci sono i terremoti, gli sciacalli, i rom, etc etc.
Per parlare di responsabilità vere. Ci sono quelli che hanno costruito quei palazzi come fossero outlet, sottomarche abitative. Ci sono quei poliziotti inglesi che durante il g20 forse hanno provocato la morte di un uomo e poi hanno detto che era deceduto "spontaneamente" per infarto. Come accadde per carlo giuliani. All’inizio si disse che era stata una pietra lanciata da un altro manifestante. Con il signore inglese morto causa aggressione della polizia non potranno neppure dire che si tratta di un pericoloso black block.
Dovrebbero sentirsi responsabili gli imprenditori che licenziano e delocalizzano speculando sull’idea di una crisi le cui cifre restano note soltanto agli addetti ai lavori. Cosa che forse hanno capito meglio gli operai francesi che attraverso i rapimenti dei dirigenti di fabbrica provano a contrattare condizioni migliori.
Dovrebbero sentirsi in colpa quelli che producono una società strutturata verticalmente e inducono una lotta di rivendicazioni che si esplicita orizzontalmente. In poche parole: invece che prendercela con i capi – come umoristicamente ci suggerisce il film louise michel – finisce che ce la prendiamo con altri poveri, con gli immigrati, con gente più disgraziata di noi. E’ la logica del regime patriarcale. Il padre non si tocca mai. Gli chiedi aiuti, favori e lo ringrazi se ti degna di attenzione. Lo tratti da dio, come se dovessi essergli grata perchè ti concede qualcosa. Nessun diritto. Solo logica dei favori e identificazione dei doveri istituzionali con una persona: il leader, il duce, vestito da tranviere, magazziniere, ferroviere, pompiere.
Dovrebbero sentirsi responsabili quelli come confalonieri che a report, a proposito di occupazione abusiva di canali televisivi, ha detto: "tutto quello che non è esplicitamente vietato, è ammissibile!". O Tremonti che a proposito di falso in bilancio, quella cosa depenalizzata in italia, ha detto che secondo lui non va bene punire chi ha sbagliato ma bisogna evitare che si sbagli. Le pene non impediscono il reato. Così ha detto. Peccato che l’unico reato depenalizzato del suo governo sia proprio quello di falso in bilancio. Per tutto il resto si manda a monte il garantismo e si parla di "certezza della pena", quella degli altri però.
Mi sono messa d’impegno e ho raccontato alla mia amica di un film documentario che ho visto tempo fa: "Enron". La Enron era la più grossa impresa statunitense che trafficava in energia, elettricità, gas, etc etc. Ha gonfiato le cifre di bilancio, si è spacciata per quella che non era, ha piazzato in borsa titoli senza valore, ha inguaiato un sacco di investitori e poi è bastato un niente perchè si svelasse l’inghippo. La Enron è andata in fallimento tempo pochissime settimane, dopo aver imbrogliato, corrotto, ricavato guadagni da affari terribili, preso per il culo un sacco di gente, staccato di proposito la corrente a tutta la california per lasciar credere che l’energia non era sufficiente a soddisfare il fabbisogno (ricordate i distacchi di corrente italiani prima che qui l’eni cominciasse a riparlare di nucleare? non è la stessa cosa certo. qui nessuno ha parlato di interruzioni volontarie ma la mancanza produce nuove leggi, necessità di ampliare circuiti di affari e aumento dei prezzi). Chi aveva in mano l’interruttore di fatto possedeva l’economia
americana. Bastava tirarlo giù e tutte le imprese andavano al collasso.
La Enron disse che avevano bisogno di nuovi investimenti, ricevettero fondi governativi, ne venne fuori una guerra e poi ancora una. Si parlò di guerra al terrorismo. Venne fuori anche la deregulation, la liberalizzazione dei prezzi e le bollette dell’elettricità in california aumentarono del doppio.
La Enron inventò anche il sistema di bilancio definito Mark to Market. E’ un sistema grazie al quale si registravano i profitti futuri sulla base di un calcolo ipotetico (ipotetico valore futuro) alla data della firma di un accordo. La Enron diceva di guadagnare cifre che in realtà non guadagnava. E’ molto semplice. La Enron licenziava ogni anno il 15% dei dipendenti sulla base di un meccanismo faccina sorridente soddisfatta o piangente insoddisfatta (come vuole fare ora brunetta). Chiedeva che la valutazione fosse fatta dagli altri dipendenti e di fatto li divideva, li isolava e ne premiava l’aggressività e la cupidigia. Il dipendente di questo tipo assieme ad altre regole del libero mercato diventarono una ideologia, l’unica che resiste e che è totalitaria, forte più di tutto, ancora adesso.
L’impresa si sviluppavava in senso autarchico, un logo, una divisa, una bandiera, un codice, un modo di essere, un leader forte e rappresentativo, la cultura del macho con corsi di sopravvivenza fatti apposta per premiare i dipendenti più meritevoli (i più aggressivi e bugiardi, quelli che riuscivano a vendere più fumo). Quotarono l’energia in borsa, la vendettero su internet, sputtanarono i fondi pensione di tante persone, pagavano i revisori dei conti per farli star zitti, avevano sul libro paga tanti analisti finanziari che dicevano esattamente quello che loro ordinavano: la enron era sana e tutto andava alla grande. Bandivano quelli che dicevano il contrario. Vendevano illusioni. Prima della bancarotta vendettero le azioni alla gente comune per centinaia di milioni di dollari. Stesso casino in italia lo combinarono la parmalat e cirio. Negli Usa le banche fiutarono l’affare e specularono anche loro rifondendo soldi alla Enron (i soldi dei risparmiatori) fingendo di investire su affari esistenti. La regola che passava era: "Non è vero ciò che è vero ma è vero ciò che si percepisce come reale." I bilanci non venivano pubblicati. Chiedere quanto aveva in cassa la Enron risultava "sovversivo". Era una domanda che non si poteva fare. L’economia era in mano ad un sistema che praticava contabilità creativa.
E’ la storia di un pezzo d’america ma riguarda anche noi perchè le banche che investono in "affari" senza ritorno sulla pelle dei risparmiatori di fatto non perdono la loro cattiva abitudine e per rifondersi chiedono soldi allo stato ovvero attivano circuiti di microcredito per toglierli alla gente.
I circuiti di microcredito sono quelli che ti fanno indebitare anche per comprare un televisore. Quelli che ti danno l’impressione di poter avere tutto e subito purchè tu metta una firma d’impegno che ti fa indebitare con la finanziaria tal dei tali. Il sistema creditizio è la scelta di interazione economica con chiunque. Persino la chiesa ultimamente ci ha fatto sapere che per assistere le persone colpite dalla crisi economica dara’ 3 milioni di euro alle banche che potranno fare prestiti alle persone restituibili tempo un tot di anni con gli interessi. Cioè: nessuno sta regalando niente, anzi.
Di questo è fatta l’economia. Questi sono gli interventi che il governo propone adesso facendo passare i diritti (un reddito minimo, la casa) come favori da richiedere pagando pegno alla banca.
A fronte di tutto questo, amica mia, davvero sei tu quella che deve sentirsi in colpa nei confronti delle persone colpite dal terremoto in abbruzzo che saranno anch’esse vittime di chissà quali speculazioni?
"No. Ora sono incazzata nera e vorrei fare un casino con quello che non mi ha rinnovato il contratto."
Ride. Rido. Però c’e’ da piangere. E’ riso amaro. Almeno incazzarsi nella direzione giusta… tanto è gratis (per ora!). Con un pensiero solidale e r-esistente per amici e amiche abbruzzesi.
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Louise Michel è davvero un film che rimette le cose al loro posto e indica chiaramente i responsabili, altro che immigrati che ci rubano il lavoro!
e lei, la vera Louise Michel della storia, aveva le idee chiare e non si sentiva affatto in colpa:
http://ita.anarchopedia.org/Louise_Michel