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Como, 11 aprile: Madri non si nasce

A Como si parla di guerra dell’aborto. Hanno autorizzato un presidio attivo antiabortista davanti un ospedale in cui si praticano interruzioni di gravidanze (QUI tutte le notizie). Il risultato è veramente agghiacciante. Il cav, centri aiuti alla vita, vuole entrare negli ospedali in maniera attiva, fungere da dissuasore antiabortista, massacrare la psiche delle donne che chiedono una interruzione di gravidanza. Tutto ciò a fronte di una politica nazionale che penalizza le madri in ogni senso. Chi fa un figlio viene licenziata, non assunta, non riceve nulla, nessun sussidio, nessun contributo. Chi fa un figlio viene colpevolizzata se non vive in una situazione familiare regolare, quasi come se a non essersi sposata si sia meritata la sofferenza e i disagi.

Il cav fa pratica di terrorismo psicologico antiabortista non fa prevenzione contro l’aborto (niente contraccettivi, solo castità), non intervengono concretamente, non offrono nessun aiuto come molte possono testimoniare. Vogliono solo imprimere un modello familista etero a conduzione patriarcale. L’autodeterminazione delle donne per loro va condannata e la maternità responsabile è una chimera. Bisogna essere madri dalla nascita, per aspetto fisiologico, per origine biologica. Le scelte delle donne non contano. Copiamo e incolliamo le notizie che le donne di Como – che hanno organizzato un contropresidio per l’11 aprile – ci mandano.

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SABATO 11 APRILE
DALLE ORE 15.00 ALLE 17.00
PRESIDIO DAVANTI ALL’ OSPEDALE
S. ANNA DI COMO
 
– IN DIFESA DELL’ INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA
– PER LA LIBERTA’ E L’AUTODETERMINAZIONE DI OGNI DONNA
– CONTRO OGNI VIOLENZA E DISCRIMINAZIONE DENTRO LE MURA DEGLI OSPEDALI
 
In
un periodo in cui il diritto alla salute é fortemente minato da
privatizzazioni e leggi razziali e xenofobe che ledono il diritto alla
cure e alla salute di intere fasce della popolazione, prime fra tutte
quelle persone considerate "clandestine", come Kadiatou, la donna
ivoriana denunciata come clandestina da un medico dell’ospedale
Fatebenefratelli di Napoli dove è andata a partorire, é importante non
dimenticarsi di luoghi come gli ospedali e di quello che
quotidianamente avviene al loro interno.
 
In materia di interruzione volontaria di gravidanza,
le violenze, gli abusi e le irregolarità sono purtoppo all’ ordine del
giorno, in buona parte degli ospedali italiani, principalmente per
motivi di ingerenze religiose e politiche.
 
Una
donna che desidera interrompere una gravidanza, si trova spesso a dover
affrontare un vero e proprio calvario fatto di discriminazione,
impedimenti e violenze psicologiche ed anche fisiche.
 
Abbiamo
deciso di organizzare un presidio per denunciare la situazione dell’
ospedale di Como, che da anni permette l’accesso e le proteste a gruppi
antiabortisti, e dare la nostra solidarietà ad ogni individuo femminile ridotto a corpo, prodotto, oggetto, riproduttrice.

Posted in Fem/Activism, Iniziative, Omicidi sociali.


One Response

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  1. Serena says

    Qualcuna ha partecipato?
    Io ci ho provato. Ho passato al S. Anna quasi due ore, chiesto pressoché a chiunque se sapeva qualcosa, e non sono riuscita a trovare nessuno. Per caso la manifestazione è stata annullata all’ultimo o si è svolta da un’altra parte? Mi è dispiaciuto non poterci essere.
    Grazie.