Basta. E’ peggio di quello che si poteva prevedere.
Non è vero che gli aiuti sono arrivati subito. La gente è rimasta al
buio, da sola, per ore. Si sono tirati fuori da soli/e. Si sono
aiutati/e l’un l’altro/a. Hanno pianto, pregato, si sono disperati/e, non sapevano che fare,
mentre in tivvu’ c’era chi sottolineava che il premier "aveva dovuto
rinunciare" (interessante gioco di parole) ad uno strafottutissimo
viaggio in russia per andare a fare una conferenza stampa vicino due
miseri calcinacci crollati dal tetto dell’unico edificio istituzionale
che aveva resistito all’urto nel raggio di un po’ di chilometri. Oggi
annunciano che il premier farà un’altra conferenza stampa a reti unificate e una passeggiata video filmata – nella solità modalità animatore villaggio vacanze – tra sfollati e calcinacci. Va a
piantare una bandiera tra i disastri. Emanuele Filiberto di Savoia, nel
rispetto delle più antiche tradizioni monarchiche la sua bandierina
l’ha già piantata.
Gli scienziati si sono
affrettati a mostrare tutta la forza della corporazione per denigrare,
ridicolizzare, sfottere l’unico uomo che da giorni diceva che in zona
ci sarebbe stato un grosso terremoto. Non così grosso ma sufficiente a
far cadere i palazzi di carta fatti forse con materiale scadente, con
un cemento armato troppo poco armato, senza rispetto di norme
antisismiche. Non si parla di strutture private, quelle costruite tanto
tempo fa. Giusto di quelle pubbliche, recenti: comune, provincia, uffici pubblici di ogni genere, prefettura, caserme,
ospedale, palazzo per gli studenti, case popolari, casa famiglia, scuole.
Ad ogni intervento hanno
detto che la protezione civile è stata sul luogo immediatamente, che
tutto procede alla grande, che i soccorsi sono stati eccellenti, che il target (aziendale) per il ritrovamento di tutti i dispersi è di due giorni (chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori. chi non si fa trovare in tempo sono cavoli suoi…).
Eppure, mentre decine di uomini in divisa si prendono il merito di
salvataggi in rari palazzi seguiti dalle telecamere, il resto della
città, i paesi dei dintorni pietiscono attenzioni. Gente che ha
mangiato dopo 24 ore, acqua da bere introvabile, le tende montate
tardissimo, i feriti in un cortile (mentre mancava l’essenziale però è arrivato un quotidiano da leggere…). Tante brutte cose migliorate solo
dal buon senso, dalla capacità individuale delle singole persone,
donne, uomini. Chi ha potuto si è messo in macchina e ha lasciato la
città.
Da facebook qualcuno, un
giornalista che è andato a vedere come vanno le cose, ci dice che è
molto peggio di come pensava. "I tondini lisci non hanno tenuto. I
palazzi si sono sbriciolati. C’e’ caos nei soccorsi e l’evacuazione
dell’unico ospedale la dice lunga su come si fa prevenzione
antisismica. Questo terremoto segna il fallimento della protezione
civile. Le tende giacciono smontate perche’ non sanno dove metterle.
Non ci sono piu’ prefettura e comune. Neanche l’ospedale ovvero le
linee di comando di un’emergenza. Non e’ vero che la macchina dei
soccorsi funziona…"
Il coordinamento dato ad
un uomo solo. I volontari indipendenti che non vengono autorizzati ad
agire. Genitori che chiedono aiuto perchè i propri figli sono ancora
sepolti vivi e la protezione civile che avrebbe il controllo su tutto
non è presente in troppi posti. Dall’esterno il monito, presuntuoso:
lasciateli lavorare, è l’ora dei fatti. Cosa sono i fatti? Gli
argomenti del governo sarebbero "fatti" e quelli della gente comune
"aria fritta"? Dovremmo tutti/e fare commenti sdolcinati, acritici e
pieni di retorica? Alessandra Daniele sui fatti ce ne dice di più e anche meglio.
Dei morti immigrati non si
sa niente. Invisibili. Non si capisce dove stanno, quanti sono sepolti,
se sono stati salvati, se hanno diritto a cure, pasti, brande, posto in
tenda o se rischiano di essere arrestati se non hanno il permesso di
soggiorno. Se avranno diritto ad essere risarciti. Se la perdita di
casa e lavoro corrisponderà ad una espulsione.
Il ministro dell’interno
nel frattempo alimenta la paura e prepara il terreno a qualche scoop.
Parla di sciacalli. Di gente che è stata arrestata mentre
provava a rubare tra le macerie (sono state fermate tante persone, alle quali è stato chiesto un documento che non era detto avessero avuto il tempo di prendere mentre si salvavano la vita, che andavano a recuperare il necessario dentro le proprie case). Ancora lo stato forte e autoritario
che garantisce la fucilazione degli sciacalli per salvaguardare la
proprietà prima delle vite umane. Non mi sorprenderebbe se arrestassero
qualche rom e approfittassero di questa tragedia per alimentare altro
razzismo e xenofobia. Così partirebbero gruppi di ronde a sorvegliare i
beni degli "italiani". Nel frattempo, nella disattenzione più totale, alla camera si svolge la legittimazione delle ronde ovvero la discussione sul decreto sicurezza/antistupri.
E di sciacalli in quella
zona ce ne sono, vanno in giro con le telecamere, rubano dolore e
pianti e disperazione. Invadono la privacy delle persone, gettano uno
sguardo distratto dentro le tende, dentro le auto dove la gente prova a
riposare. I giornalisti, senza vergogna, inseguono i parenti delle
vittime appena estratte da sotto terra, chiedono cosa provano, esigono
che siano descritte le lacrime, che si testimoni la perdita, che le
vittime facciano la cronaca dell’orrore che hanno vissuto. Il terremoto
come reality. Alla ricerca dell’audience maggiore. Nessun senso della misura. Se potessero,
intervisterebbero i morti. Subito dopo: pubblicità delle sottilette e
quell’altra dei cittadini di chiaiano sepolti dalla monnezza tolta dal
centro di napoli che pieni di merda dicono incazzati "e grazie!".
Sciacalli.
Bruno vespa che contratta
con monte dei paschi di siena la ricostruzione della cupola della
chiesa. Chiederlo al vaticano no eh? Mediaset con la sua onlus che
chiede denaro per i terremotati. L’unico numero di conto corrente che
non abbiamo ancora visto è quello dello stato. Il messaggio del
presidente della repubblica svilito a macchietta, come fosse l’anziano
che si fa parlare per le feste mentre il padrone vero prende applausi e
prime pagine. Le due ministre "veline" che ad ogni battuta non hanno
perso occasione per dire "il presidente ha detto…" "il presidente ha
fatto…" "il presidente ha espresso la volontà…". Comparse,
burattine, esecutrici non testamentarie.
E poi: la generosità degli
italiani, il sangue degli italiani, i risparmi degli italiani, il
coraggio degli italiani, l’orgoglio di essere italiani, una nazione così nazione, cittadini "fieri" così
italiani. Nazionalismo da tragedia. La russa sarà soddisfatto. Le
autarchie (niente aiuti dall’estero, spremiamo i nostri cassintegrati) si fabbricano anche così. Gli italiani sono cittadini del
mondo e convivono con altri cittadini del mondo. A meno che la
protezione civile non scelga i suoi volontari sulla base della razza…
Rubo ancora da fb un’altra osservazione: "E’ il patriottismo mediatico, che fa leva sul consenso epidermico
che si attribuisce a chi si mostra orgoglioso e sicuro di sè. Deriva
dalla cultura delle convention di venditori di
aspirapolveri, multiproprietà, fondi di investimento: il "guru" di turno sale sul palco, e convince gli adoranti discepoli che a loro nulla è
precluso, che da soli, se volessero, potrebbero vendere ghiaccio agli
esquimesi. Si chiama "shock motivazionale", attira l’appaluso, e
rafforza il senso di appartenenza all’azienda (per B. il Paese è
un’azienda)". Morti e feriti ma alla fine per berlusconi sarà stato tutto un successo!
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Che ci siano tante persone animate da sana e vera solidarietà che sono in loco per aiutare non vi è dubbio.
Ma quello che mi chiedo io, l’avevo scritto anche in un altro post, è perchè bisogna pensare a queste cose sempre dopo. Perchè non riusciamo mai ad imparare dagli errori e perchè non cerchiamo di guardarci intorno. Davvero nessuno sapeva come venivano costruite quelle case? Ma figuriamoci.
Sul tecnico e la previsione dei terremoti io penso che non ho i mezzi per capire se possa essere fattibile o no. Ma visto che non è un fruttivendolo con sogni premonitori ma un tecnico con competenze scientifiche, forse varrebbe la pena ascoltare quel che ha da dire. La storia insegna che chiunque ha scoperto qualcosa di importante per la comunità scientifica (scienziati, medici, etc) inizialmente è stato preso per pazzo. Quando si tratta di sciagure e malattie come si fa a lasciare qualcosa di intentato?
Per altro il signore ha ribadito che è successo tutto il contrario. Lui ha dichiarato al sindaco di Sulmona di stare tranquillo perchè non sarebbe successo nulla li, ma il terremoto sarebbe stato nella zona de L’Acquila. Tanto che da aquilano è tornato a casa e s’è portato la famiglia via e si sono salvati. Mettiamoci una pezza.
Io nel dubbio… una ricerchina, un colloquio, una letta a quei dati gliela darei è!!!
Ma io vorrei sapere un’altra cosa, dopo mesi di scosse, dopo gli ultimi giorni di scosse fortissime, dopo che le popolazioni hanno scelto da sole di dormire in macchina, di dormire a piano terra o con la porta non inchiavata, di dormire vestiti, di preparsi la valigetta… come è possibile che di fronte a tutto ciò si continuava a dire “non ci sono rischi”.
Non era possibile allertare la popolazione? Istruire su cosa fare in caso di pericolo? Fare in modo che la gente fosse vigile, certo non creare allarmismo ma mettere in allerta i sensi. A me sembrano cosa talmente banali, ma probabilmente da qui sembra tutto facile.
Fatto sta che la paura della gente non era di certo isteria collettiva. -_- E ora più di allora lo sappiamo.
Io invece penso che ci sono persone che sono andate nell’Abruzzo, non per fare del nazionalismo da tragedia, ma per aiutare davvero i terremotati. Medici, infermieri, vigili del fuoco, la protezione civile, gente comune…sono persone che dedicano la loro vita agli altri, alcuni rischiano persino la vita per aiutare gli altri…
Conosco un uomo della protezione civile che abita qui e che pochi giorni fa è partito per l’Abruzzo per unirsi agli altri e dare una mano.
Di sicuro le norme antisismiche non sono state rispettate e di questo non mi stupisco, di sicuro esistono gli sciacalli che voi avete ben identificato nella figura dei giornalisti, che sul dolore degli altri ricamano i loro scoop, di sicuro i politici sfrutteranno questa tragedia per i loro porci comodi, ma sono anche sicura che ci sono tante persone che del nazionalismo se ne fregano: manifestano la loro solidarietà con gesti concreti semplicemente perché hanno un cuore e vogliono aiutare davvero le vittime di questa tragedia.
http://www.ciao.it/Rai_2__Opinione_211936
Qualcuno si ricorderà certamente della tragedia di Vermicino del giugno 1981, quando un bambino di otto anni cadde dentro un pozzo artesiano e vi morì dopo che mezzo mondo tentò inutilmente di salvarlo. La memoria di questo evento è anche e soprattutto legata ad un fatto che, per quei tempi, era considerato eccezzionale: la completa copertura televisiva, con tanto di diretta notturna. Io ero allora molto giovane, ma i ricordi sono ancora intatti (rimasi infatti sveglio fino alla fine): le prime ore del dramma, l’arrivo di Pertini, i mille errori che costarono forse la vita al bambino, l’improbabile arrivo di un nano circense che avrebbe dovuto calarsi nel pozzo, l’annuncio entusiasta e ottimista del telecronista che “tra qualche istante il bambino uscirà sano e salvo”, l’urlo della madre. E tutto sotto gli occhi delle telecamere e milioni di spettatori.
Leggendo le cronache televisive di questi ultimi anni credo di aver capito che lo scadimento totale dei programmi di TUTTA la televisione abbia avuto inizio proprio vent’anni fa con Vermicino. Oggi la cosiddetta Tv del dolore ha doppiato il “capo Vermicino” e veleggia tranquillamente (questo è un aspetto importante del problema: tranquillamente”) verso il baratro. I nomi sono noti e quindi non li farò. Ma anche a costo di attirarmi addosso tutte le critiche del mondo, che potrebbero addirittura accusarmi di faziosità politica (magari fossi capace di essere davvero fazioso), un nome devo farlo, perché io considero l’omino di cartapesta uno dei principali rsponsabili dello scadimento culturale dell’Italia, e siccome abbastanza stranamente in Italia il binomio cultura-televisione sembra indissolubile, ecco che Silvio Berlusconi ha secondo me costruito le sue fortune economiche e politiche proprio sull’uso facciatamente commerciale del mezzo televisivo, in questo tragicamente imitato negli ultimi anni dalla RAI.
Lasciando perdere per un attimo l’unico uomo che sapeva, la vera domanda, come questo post dice bene, è perché le strutture antisismiche non abbiano retto. Rimettere a posto questo Paese, così sfasciato, è qualcosa che non si può fare con i proclami di Silvio Berlusconi né tantomeno con gli intrallazzi mafie/imprenditori. Ci sono i palazzi costruiti male, c’è il dissesto idrogeologico, c’è il “semplice” inquinamento e ci sono decine di finti giornalisti e marie defilippi per anestetizzarci un poco. Sono contento di non essere l’unico ad aver parlato dei giornalisti (mica tutti, per carità) come sciacalli armati di telecamere:
http://mariobadino.noblogs.org/…calli-in-abruzzo
A me hanno risposto che i giornalisti stanno rischiando la vita per informare e che se non mi stava bene potevo cambiare canale! Ma non sopporto i morti estratti dalle macerie davanti alle telecamere e davanti ai bambini, all’ora di pranzo o di cena, come non sopporto la sfilza d’interviste tutte uguali fatte per vendere lacrime a scopo di audience, quando più utilmente i giornalisti potrebbero fare domande sul funzionamento della protezione civile, sulla sorte di quei terremotati umbri che sono ancora nei container, e soprattutto dovrebbero cercare di non concentrare tutta l’attenzione sull’istante, ma di vigilare perché la ricostruzione avvenga, avvenga bene, avvenga presto.
Non creiamo mistificazioni, quell’unico uomo non ha detto niente di sensato: ha previsto un terremoto a Sulmona quando non c’è stato nulla di grave
http://www.corriere.it/…-9011-00144f02aabc.shtml
e pochi gironi prima ha escluso che a L’Aquila si corressero rischi.
http://www.ilcapoluogo.com/…nt.php?content.14110
Ora parlarne come dell’ennesimo eroe italico inascoltato, mentre la comunità scientifica, che non è certo fatta di soli santi ma non è solo corporazione, lo contesta mi sembra solo un buon metodo per distogliere l’attenzione mediatica da altri problemi che pure sollevi.