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Stupri, razzismi e controllo sociale

Sempre a proposito di stupri. In senso un po’ più ampio. Stupri alle donne e stupri all’umanità. Per la seconda volta nella zona di scoglitti, frazione di vittoria (rg) si denuncia un tentato stupro. Di nuovo sarebbero coinvolti dei tunisini dei quali la zona è strapiena. Di quale sia la situazione degli insediamenti "stranieri" in quella zona scrive bene Arte che ci ricorda come non solo non esista la "razza siciliana", dato che l’isola è stata colonizzata talmente tante volte e da tante etnie diverse da non rendere più possibile una selezione dei sicani d’origine, ma ci descrive il paradosso di abitanti che usano questi nordafricani per farli lavorare per due lire nelle serre e poi li picchiano la sera se li trovano a bere per le strade.

A Padova si racconta di un romeno che sarebbe entrato ubriaco in casa di una donna non vedente di 83 anni e avrebbe tentato di violentarla. Si potrebbe parlare di suggestione collettiva e mostrare rispettosissima incredulità di fronte a questa notizia che somiglia tanto a quell’altra della donna rom che avrebbe tentato di rapire un bambino a ponticelli (notizia descritta come falsa. la ragazza è stata comunque condannata). Quantomeno noi speriamo si tratti davvero di un episodio dovuto alla suggestione perchè se così non fosse non abbiamo alcun motivo per non credere che questo fatto sia realmente avvenuto. Di stupri utili abbiamo già parlato e ci sembrerebbe veramente atroce. Del perchè sulla stampa si parla soltanto degli stupri dei romeni e non degli italiani ne parlano i tipi della Everyone. Noi, per sdrammatizzare, vorremmo ora avviare un altro progetto. Dato che è appurato che tutti gli stupratori rOmeni o rUmeni, che per molti elettori della padania sono la stessa cosa, sono in italia noi proporremmo un trasferimento di massa delle donne in romania. Dovrebbe essere per noi il luogo più "sicuro" del mondo. Oltretutto in romania accoglierebbero bene tutt* quell* che chiedono asilo politico visto che parlano delle proposte di castrazione, dirette agli accusati di stupro, come di una "soluzione finale".

A Ferrara sono stati arrestati tre accusati di stupro. Tutti italiani e vicini alla vittima. Perciò, per appurare la veridicità dell’accusa, ci sono voluti circa dieci mesi (la faccenda risale allo scorso 25 aprile). Dieci mesi per dimostrare di essere stata stuprata. Dieci mesi di tira e molla, di processo alla vittima, immaginiamo di mortificazioni e umiliazioni. Dieci mesi nei quali l’accusa non era stata formalizzata. Fossero stati rOmeni sarebbero immediatamente stati arrestati, semmai si fosse posto il problema di metterli ai domiciliari si sarebbe fatto un casino della madonna. Invece sono italiani, della provincia di Brescia.

A Sassari un gruppo di 8 uomini è entrato in casa di tre cittadini romeni. In una hanno minacciato una donna romena con un coltello, picchiato un uomo e devastato i mobili di una casa. Poco tempo fa qualcuno, non si sa se collegato allo stesso gruppo, ha sparato colpi di arma da fuoco contro una casa abitata da romeni. La aggressione dei romeni, gravissima come quella ai 5 di roma in un bar e per la strada, è avvenuta sabato notte ma è stata resa nota solo oggi. Ci chiediamo come mai. Questi fatti avrebbero potuto influenzare il voto in sardegna?

A Washington un signore ha decapitato la moglie che aveva fatto domanda di divorzio. Il corriere specifica immediatamente la religione di appartenenza, quella musulmana. A questo proposito vogliamo suggerirvi di leggere un articolo sulle femministe di Allah che è stato segnalato da Zeroviolenzadonna.it. Vorremmo far notare comunque che se la stampa italiana prende anche questa pericolosa china, ovvero se si inerpica anche per la strada delle differenze religiose, risulterà certamente poco credibile dato che gli uomini che fanno violenza su una donna sono spessissimo di religione cattolica.

A proposito di religione vogliamo segnalare due questioni abbastanza interessanti: la prima riguarda il fatto che è stata annullata la condanna ad un giudice che non voleva il crocifisso nell’aula del tribunale. La visione integralista di alcune componenti del nostro stato vorrebbero che in ogni luogo laico che offre un servizio ai cittadini dovrebbe esserci un crocifisso, come fosse una chiesa. Una volta c’era anche l’obbligo della foto del re. Le monarchie sono così. Ora teoricamente saremmo una repubblica e a parte la foto del presidente forse non dovrebbe starci niente altro.

La seconda parla di una questione assai più delicata perchè si parla di bambini e studenti. Il comune di Milano ha stretto un patto con la diocesi per piazzare nelle scuole, dalle materne alle superiori, 46 maestre di religione, assunte senza concorso, per avviare percorsi di conversione degli stranieri. Inizia cioè una fase durante la quale assisteremo a percorsi di evangelizzazione di luoghi già regolati da leggi nazionali, almeno così crediamo. La legge nazionale, correggeteci se ci sbagliamo, dice che l’ora di religione è facoltativa e che dovrebbe anzi esserci un’ora alternativa di altre materie che dovrebbero essere decise a cura della scuola. Questione questa che non è mai stata affrontata sul serio, lo sappiamo, e ora ne comprendiamo anche il perchè. Il punto resta infatti che ogni bambino e ogni bambina deve essere istruito secondo una stessa religione – che viene eletta a religione di Stato – anche se i genitori ne professano un’altra o non sono affatto credenti. Dicono sia facoltativo. Chi ha avuto o ha figli a scuola sa bene quanto sia fondamentale il processo di emulazione, l’idea di socializzazione, il voler seguire i compagni e le compagnette in ogni cosa che fanno. I figli e le figlie di persone non credenti ad esempio si ritroveranno a dover essere obbligati ad autorizzare la frequenza delle ore di religione dei figli e delle figlie perchè altrimenti verrebbero tacciati di discriminazione, di cattiveria, di indottrinamento dei figli. Il paradosso in queste situazioni è proprio questo. Ci sono inquietanti figure nelle scuole che non offrono alcuna libertà di scelta e che insegnano l’obbedienza e la totale rinuncia ad ogni forma di autodeterminazione. Quelli che vengono descritti come cattivi poi invece sono i genitori perchè "non lasciano ai propri figli la libertà" di decidere di seguire un corso di religione. Stranezze del regime catto-centro/destra-fascista che ci domina.

A proposito di scuola vorremmo anche dedicare un riferimento al giovane virgulto di 13 anni che ha accoltellato un insegnante, ancora vivo per fortuna. In televisione chi dava la notizia sottolineava con vago senso dello scandalo la normalità del contesto nel quale si era consumata la vicenda. Non si capisce quando si affronterà con più serietà il fatto che per certe cose non si può più parlare di bullismo. Di coltellate adolescenziali città come napoli e palermo per esempio possono dirne tanto. Ragazzini che nella totale impunità diventano persino referenti della malavita locale. ma più che questo dettaglio a noi interessa chiarire che i ragazzi di 13 o 14 anni – e lo abbiamo visto benissimo per le tante notizie segnalate quest’anno – sono frutto della mentalità adulta che li circonda. Non sono una aberrazione, una cosa a se stante ma agiscono coerentemente a ciò che vedono e che gli adulti fanno. Giusto per ricordarlo: svariati stupri tra quelli tristemente noti sono ad opera di quattordicenni. Pochi mesi fa commentavamo una notizia a proposito di uno stupro che coinvolgeva 80 indagati in prima istanza, tutti di età inferiore ai 18 anni all’epoca dei fatti. In sicilia, a Niscemi, ragazzi di quattordici anni hanno stuprato e ucciso Lorena Cultraro. Chi ha ancora il coraggio di parlare di atti di bullismo giovanile?

Altre notizie interessanti potrebbero essere quelle relative un certo Mills condannato per avere testimoniato il falso in un processo che coinvolgeva anche il nostro presidente del consiglio. Per berlusconi però il processo è sospeso per il decreto lodo-alfano, ovvero una legge ad personam fatta per impedire che siano processate le più alte cariche dello stato. Questo a proposito di impunità e certezza della pena. Dipende per chi. Se sei un povero immigrato è ovvio che non puoi avere una legge che ti salva da un processo.

Ancora: va avanti il Ddl sulle intercettazioni. Non si possono pubblicare nomi e foto dei magistrati che si occupano di una determinata inchiesta, il magistrato non potrà rivelare nulla altrimenti viene trasferito e punito, c’e’ il divieto assoluto di pubblicare gli atti di una indagine, il contenuto delle intercettazioni che coinvolgono persone che non sono direttamente imputate. Potranno essere intercettati tutti i reati con pene superiori ai 5
anni, compresi quelli contro la Pubblica Amministrazione; ingiuria;
minaccia; usura; molestia; traffico-commercio di stupefacenti e armi;
insider trading; aggiotaggio; contrabbando; diffusione materiale
pornografico anche relativo a minori. Niente intercettazioni delle persone accusate (qui l’opposizione insiste sulla necessità di usare le intercettazioni sugli stupratori e sugli accusati di stalking per i quali è prevista una pena inferiore ai 5 anni). Non si potranno più fare riprese in tivu’ a meno che tutte le parti non siano d’accordo.

Questa storia delle intercettazioni non ci appassiona moltissimo perchè si capisce perfettamente che si vuole evitare che si facciano processi in pubblico per certe persone. Tutte le altre non godranno di nessuna tutela. La cosa grave è la punizione, con il carcere, per i giornalisti. Una cosa che in america per esempio non sarebbe assolutamente tollerata. Un rammarico ci spetta perchè è proprio grazie alle riprese durante i processi per stupro che fuori dalle aule di giustizia si è potuta fare una battaglia culturale in favore dei diritti di tutte le donne. L’altra cosa che si nota immediatamente è la assoluta incoerenza di questa legge con le proposte che stanno arrivando numerose, di controllo e censura delle comunicazioni via web.

A cosa serve una legge che impedisca le intercettazioni telefoniche, tenendo conto che noi siamo in generale per la non violazione della privacy, se il senatore d’alia con la sua proposta di legge ordina il filtro dei contenuti in rete all’origine, quindi a partire dal provider, cioè a partire da chi ci da la connessione?

Non solo: ci si mette anche l’onorevole Carlucci del Pdl con un altra proposta di legge che vieterebbe qualunque forma di anonimato per le comunicazioni in rete. Vale a dire che nell’uno e nell’altro caso ogni nostra comunicazione, anche privata, a partire dalle mail per esempio, non potrà essere compiuta in chiave criptata. Quindi sarà necessariamente pubblica e disponibile ai provider i quali ne disporranno secondo la applicazione della proposta d’alia per sorvegliarne i contenuti. La Carlucci fa di più: estende i reati anche nei luoghi virtuali. Quello di diffamazione a mezzo stampa, per esempio, potrebbe essere applicato anche per un contenuto scritto su un semplice blog che organo di stampa non è.

Alla luce di tutto ciò, ovvero del fatto che esiste ed esisterà una sorveglianza indiscriminata di tutti i cittadini e di tutte le cittadine, e dato che le comunicazioni oramai non viaggiano più per telefono (se persino i mafiosi si parlano su skype) a cosa serve una legge che vincola le intercettazioni telefoniche solo ad alcune tipologie di reati eccetera eccetera se non a limitare la libertà di stampa e a subordinare ancora una volta i magistrati al potere del governo? (cosa già ribadita con la riforma della giustizia che rende le polizie
giudiziarie indipendenti sul piano delle indagini e i magistrati subordinati al
ministro
)

Non abbiamo finito (vi piacerebbe, eh?) perchè di stupri all’umanità quest’oggi se ne registrano tanti. Ricordate il pacchetto sicurezza? Se ne sta discutendo. Passa da una camera all’altra e contiene di tutto. Reato di clandestinità, tassa per il rinnovo del permesso di soggiorno, schedatura dei clochard, le ronde, la denuncia dei migranti senza permesso di soggiorno da parte dei medici, la difficoltà di avere la cittadinanza per gli stranieri anche dopo un matrimonio con un o una cittadin* italian*, la parte che riguarda l’apologia su internet a cura del senatore d’alia, di cui si è parlato prima, e tutta la parte sugli stupri che data la pressante richiesta di provvedimenti "certi" di maggioranza e opposizione (all’unisono) è stata separata e inserita in un decreto che dovrebbe essere approvato con urgenza per sopperire a quella che chiamano "emergenza stupri".

Per tutto il tempo di discussione del pacchetto sicurezza la questione degli stupri è stata usata per motivare i provvedimenti contro gli stranieri e per attaccare la magistratura colpevole, secondo i politici della maggioranza parlamentare, di non attribuire pene abbastanza severe agli stupratori.

Quello che emerge con chiarezza è un uso strumentale delle donne, del prevedibile e giustificato dolore dei loro familiari e della tendenza all’odio verso lo "straniero" ovvero ciò che non si conosce da parte degli italiani. Sulla base di questi elementi viene condotta una campagna di profonda discriminazione che porta alle aggressioni indiscriminate verso gli stranieri dei quali si è parlato prima.

L’emergenza, come la chiamano loro, giustifica almeno due passaggi, entrambi contenuti nella proposta di decreto: la legittimazione delle ronde (che però non piacciono ai parlamentari di AN che vorrebbero più esercito per le strade) e in ogni caso la militarizzazione dei territori e la possibilità di creare un precedente che mette in discussione i principi garantisti a proposito di regime carcerario (legge gozzini) con la esclusione degli arresti domiciliari per chi commette reato di stupro. Si introduce cioè la possibilità di scegliere il tipo di detenzione da infliggere non sulla base delle regole garantiste esistenti ma sulla eccezione del reato. Ciò potrebbe dunque essere esteso ad altre tipologie di reato per le quali, perchè no, si potrebbe persino immaginare, come in questo caso, la non applicabilità di sconti di pena, indulti, condizionale e quanto altro. Tale misura potrebbe per esempio essere adottata per tutti i reati commessi da stranieri. L’eccezione insomma crea la possibilità di realizzare nuove regole e quindi modifiche alle leggi vigenti senza passare da discussioni parlamentari. Altre cose contenute nel decreto parlerebbero di fondi alle forze di polizia e di patrocinio gratuito per le vittime nei processi per stupro.

A noi piacerebbe si parlasse di come fare a combattere e vincere contro la cultura dello stupro, materia assai più complessa. Ci piacerebbe che non si scegliesse l’inutile scorciatoia securitaria e soprattutto ci piacerebbe che si pensasse ad una lotta contro la violenza sulle donne a 360%, a partire dalle violenze commesse in famiglia che sono la stramaggioranza. Ci piacerebbe che fossero sostenuti i centri antiviolenza, che fossero ripristinati i 20 milioni di euro, che proprio questo governo ha sottratto dal fondo contro la violenza sulle donne, per progetti di sostegno alle donne che necessitano di trovare una collocazione indipendente per sfuggire alle violenze familiari. Ci piacerebbe, si. Anche se sappiamo che non sarà così, almeno per ora. Ci sono voluti vent’anni per la legge sullo stupro. Probabilmente ce ne vorranno altrettanti per far intendere che la violenza non è solo a cura dello straniero.

L’ultima notizia a proposito della legge sul testamento biologico. Quella che si vorrebbe discutere di fatto impedirebbe a ciascun* di noi di scegliere di mettere fine all’accanimento terapeutico. L’abuso sui corpi da parte dello stato è massimo. Da un lato insiste nel voler interferire su ogni decisione che riguarda la nascita, il divieto di contraccezione, la 194 resa impossibile per mille motivi, la minaccia di introduzione dei volontari del movimento per la vita dentro i consultori, finanche la rianimazione dei feti espulsi nel corso degli aborti terapeutici, e dall’altro insiste nel voler "innaturalmente" applicare metodi scientifici per protrarre uno stato di vita anche se vegetativo permanente con l’obbligo dell’alimentazione e dell’idratazione persino di chi vorrebbe poter scegliere di morire.

Tre iniziative che parlano di laicità e testamento biologico: la prima è una manifestazione per questo sabato a Roma, piazza farnese ore 15.00. La seconda è un appello con una raccolta di firme sul sito testamentobiologico.ilcannocchiale.it. La terza un altro appello e ancora una raccolta di firme su fammiscegliere.com.

Per oggi è tutto.

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Iniziative, Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà.


3 Responses

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  1. fikasicula says

    @ely: hai ragione è una generalizzazione. ma il termine padania è attribuito a chi ha fatto diventare l’appartenenza ad un territorio che non esiste (la padania è stata inventata dai leghisti) un fatto pieno di pregiudizi, di appartenenza alla patria, di esclusione degli immigrati etc etc. non è certo attribuito a chi in quella terra segue altri principi differenti da quelli che la lega divulga…

    @alessandro: fosse così semplice. comunque stai certo che denunciamo tutto. 🙂

  2. Alessandro Capece says

    Per quanto riguarda le violenze subìte in casa o da “amici” di famiglia, andate a denunciarli subito e fatelo sapere in giro. La vergogna non è vostra, ma di chi vi mette le mani addosso.
    Per evitare di essere violentate per le strade o in auto, munitevi di una pistola, magari elettrica, o di un pugnale o di uno spray al peperoncino o qualcosa di simile. E usateli senza tanti complimenti.
    E’ inutile continuare a lamentarsi. Tanto il Governo non farà mai niente per voi.

  3. wonderely says

    Mi piace leggere i vostri post qui perché rispecchiano anche le mie idee, mi piace leggere di iniziative nazionali o locali e mi piace perché l’informazione che fate qui è vera informazione. Preferisco di gran lunga leggere un vostro scritto piuttosto che guardare il telegiornale.

    Però questa volta vorrei mettere un puntino sulla i, riguardo a questa frase: “Dato che è appurato che tutti gli stupratori rOmeni o rUmeni, che per gli elettori della padania sono la stessa cosa…”.
    Io sono un’elettrice della padania, abito nella padania (uso il termine padania perché è stato utilizzato nell’articolo, ma non credo in alcun modo alla sua esistenza…) e per mia grande fortuna mi è rimasto un po’ di cervello per non appoggiare in alcun modo la lega.
    Purtroppo è vero che molti miei compaesani rispecchiano la vostra descrizione, ma non tutti. Quindi anche in questo caso, non facciamo di tutta l’erba un fascio, perché non credo che sia corretto né da una parte (con i romeni o rumeni come dite voi), né dall’altra con i “padani”.

    Ci tenevo a dirlo.

    Buona giornata e buon lavoro.