La Repubblica dice:
Ok a norma contro apologia mafia sul web. Il Senato ha approvato
nel ddl sicurezza l’emendamento proposto dal capogruppo Udc Gianpiero
D’Alia, riformulato e quindi accolto dal governo, che vieta l’apologia
o l’incitamento via Internet o telematica in genere dell’attività della
criminalità organizzata, delle associazioni eversive, nonché di
incitamento alla violenza sessuale, all’odio etnico, razziale e
religioso. Fenomeni come quelli dei gruppi pro-Riina apparsi su
Facebook, quindi, non saranno più ammessi.
Il Corriere specifica:
Il braccio della legge entra deciso anche nel web. Il Senato ha
approvato infatti, nell’ambito del disegno di legge sulla sicurezza, un
emendamento del presidente dei senatori dell’Udc, Giampiero D’Alia, che
prevede la repressione dei casi di apologia e incitamento via internet
di associazioni mafiose, criminose, eversive, terroristiche, oltre che
di violenza sessuale, discriminazione, odio etnico, nazionale, razziale
e religioso.
[…]
«In caso di accertata apologia o incitamento, il ministro dell’Interno
– si legge nel testo – dispone con proprio decreto l’interruzione
dell’attività indicata, ordinando ai fornitori di servizi di
connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di
filtraggio necessari a tal fine, applicando sanzioni pecuniarie per gli
inadempienti». «In questo modo – commenta D’Alia – diamo concretezza
alle nostre iniziative per ripulire la rete, e in particolare il social
network «Facebook», dagli emuli di Riina, Provenzano, delle Br, degli
stupratori di Guidonia e di tutti gli altri cattivi esempi cui finora
si è dato irresponsabilmente spazio».
A questo proposito ci piacerebbe capire cosa si intende per "associazioni eversive", soprattutto se differenziate da quelle "terroristiche". Ci piacerebbe sapere in cosa consisterebbe "l’odio nazionale" e quali sono "tutti gli altri cattivi esempi cui finora si è dato irresponsabilmente spazio". Ci piacerebbe sapere come mai tra tutte le possibilità descritte manca sempre l’omofobia, la lesbofobia, la transfobia. Dei gruppi su facebook che inneggiano al libero inculamento dei froci con tizzoni ardenti non frega nulla a nessuno? (domanda retorica, perchè in realtà il punto è un altro)
In vari momenti abbiamo scritto che l’indignazione per i gruppi di facebook pro riina, pro sterminio dei rom etc etc, sarebbe stata utilizzata, usata, strumentalizzata, per giustificare ulteriori controlli nella vita del web. Se si invoca insistentemente la chiusura di quello o quell’altro gruppo (e noi abbiamo sempre scritto che il problema è la sensibilizzazione sui temi e l’offerta di una modalità alternativa di comunicazione e non la censura) si da occasione a chi desidera attuare ulteriori sistemi di controllo di farlo in tutta libertà con la benedizione della opinione pubblica.
Abbiamo bisogno di un controllore che ci tolga di torno su un social network i cretini che creano un gruppo pro stupro? Servono derive autoritarie e securitarismo virtuali? Persino a noi che siamo contro il securitarismo e le derive autoritarie nel mondo reale? Non riusciamo a elaborare e immaginare forme di autodifesa digitali? A partire dalla maggiore conoscenza del mezzo che si sta usando, per esempio? Non siamo in grado di osservare e monitorare per capire quello che passa per la testa di gente che se ricondotta nella clandestinità non smetterà certo di pensare quello che pensa? Abbiamo bisogno di robocop d’assalto anche su facebook? Ci consegniamo ad una protezione repressiva/paternalistica anche nel web?
Ragazze e ragazzi, siamo messi/e davvero male. Più controllo e militarizzazione per le strade e più controllo e militarizzazione nel mondo virtuale. Sempre in nome di una maggiore sicurezza, s’intende.
L’emendamento di cui parliamo rompe, frantuma, spacca con tranquilla solennità la soglia della persecuzione per i reati d’opinione. Insiste sul termine "apologia" facendo peraltro grande attenzione a non citare, anzi escludere "l’apologia del fascismo", già previsto come "reato" nella pratica reale e invece omesso (dunque assolto) nella diffusione di messaggi via web.
Quello che succede in applicazione di questo emendamento è un rafforzamento di una cosa che avviene già per altri motivi. Nulla di nuovo, ma la legittimazione diventa sempre maggiore e i diritti digitali continuano a diminuire.
Rispieghiamolo per chi non lo sa nella maniera più semplice possibile. Ne abbiamo ragionato in parte mentre parlavamo di foto e video hard pubblicate per fare violenza su una donna.
Tutti/e siamo sottoposti/e ad una sorta di schedatura preventiva. I nostri dati sono conservati con l’obbligo di consegna alle autorità qualora ne facciano richiesta. Per dati si intende tutto ciò che noi facciamo con una connessione internet. L’indirizzo dal quale ci connettiamo, cio’ che scriviamo, le persone che frequentiamo, le mail che inviamo e riceviamo, le immagini, le canzoni, i video che scarichiamo o carichiamo. Immaginate che ogni vostra lettera (quella scritta a mano e spedita via ufficio postale) sia presa, fotocopiata, archiviata in una cartella a vostro nome, prima di arrivare alla destinazione da voi segnalata. Questo è quello che accade "normalmente" in rete. Siamo tutti/e schedati/e preventivamente.
Quando il vostro sistema operativo windows vi dice che vi sta tutelando con sistemi di connessione sicura, vi dice che lui e lui soltanto è un amico e tutto il resto del mondo è il nemico (i virus, gli acari, pirati, kamikaze, bacarozzi, goldrake e l’alabarda spaziale, un sacco di cattivi che girano via internet, sicuramente rumeni anche quelli). Nel frattempo il vostro provider, quello sul quale poggiate per connettervi, continua con la sua schedatura che resta in archivio per un paio d’anni.
Facebook non è più o meno sotto controllo di quanto non lo sia tutta la rete, mail, mailing list, chat, tutto ciò che non è crittografato. E’ esattamente uguale. Quello che si aggiunge alla normale schedatura è la "profilazione". Tutti quanti su facebook sono così ligi nel compilare profili pieni di dettagli. Nulla di nuovo per chi fa schedature di massa preventive su internet. Sanno già da dove ci connettiamo e possono ricostruire ogni nostra comunicazione in men che non si dica. La profilazione è un male perchè si consegnano le abitudini e le informazioni personali ad una azienda che le potrà rivendere per farci tanti soldi per indagini di mercato. Suggerimento? Date meno informazioni possibili (età, sesso, impegni relazionali etc etc). Giusto quelle che ritenete necessarie. Ovvero scrivete cose false. Tanto prima o poi accadrà che la vostra identità sarà clonata o rubata e addio unicità della vostra presenza su facebook. Noi lo usiamo, con consapevolezza e per fini, più o meno condivisibili, già descritti qui.
Tornando alla faccenda originaria: Cosa c’e’ di diverso ora? Con questo emendamento si insiste nel controllo delle informazioni degli e delle utenti in rete e in più si stabilisce di operare una censura e attribuire una sanzione a chiunque sulla base di ciò che pensa. Non di ciò che fa. Ma esclusivamente di ciò che pensa. Trattano un social network come una piazza nella quale non si possono fare "adunate sediziose". Come se qualcuno vi contestasse il reato di apologia o incitamento perchè in una comunicazione telefonica, in vivavoce con più persone che partecipano alla conversazione, vi lasciate scappare un pensiero negativo che sino a che rimane lettera morta nessuno può mai considerare un reato. (Non viene considerata illegale ogni formazione fascista esistente in italia ma vorrebbero mettere al bando i gruppi su facebook??????)
Questa è abbastanza nuova come questione. Noi possiamo anche dire che tutta la storia di Battisti braccato in Brasile è una stronzata. E’ apologia? Incitamento di associazioni di nonsochè?
Possiamo dire che l’Italia non corrisponde alla nostra patria, che il nostro corpo non è rappresentato dalla bandiera italiana e che quando i fascisti scrivono "difendiamo le nostre donne dagli stupratori rumeni" proviamo un incredibile senso di disgusto. Può essere configurato come "odio nazionale"?
Possiamo dire che la vera attività eversiva è quella di chi in questo momento dice di rappresentare il popolo italiano mentre insiste nel violare ogni minimo principio della costituzione.
Possiamo dire che le donne che si incazzano e vogliono fare un corteo fin sotto il senato per gridare forte che la repressione non può essere votata in nostro nome (i gruppi pro-stupro su facebook li neutralizziamo noi con una ottima campagna di opinione. non ci serve rambo, grazie!), hanno tutto il diritto di superare i cordoni della polizia se lo vogliono. Anche se poi dovranno subirne le conseguenze per via dell’aggravio di pena stabilito per l’oltraggio a pubblico ufficiale (si, è rispuntato anche questo reato e si rischiano fino a tre anni di carcere se si insulta un pubblico ufficiale – i poliziotti del g8 di genova? uomini santi, giammai bestie!).
Possiamo dire un sacco di cose abbastanza "sovversive". Ma fino a prova contraria esprimere una opinione in questo paese fino a qualche anno fa – nel tempo post-fascista – ancora sembrava essere un diritto (mai fino in fondo ma almeno ce n’era l’illusione).
Stiamo consegnando le nostre libertà, persino quelle più elementari, ad uno stato fascista che risponde alla continua e insistente invocazione (indotta? reale?) di maggiore controllo e sicurezza.
Saranno soddisfatti quelli allergici ai gruppi pro-riina, pro-stupro, bruciamo i rom e altre cose così. Fanno schifo anche a noi. Ne abbiamo parlato tante volte. Come abbiamo parlato di tanti gruppi sessisti e misogini che gravitano nella rete. Ma non ci sogniamo di chiederne la chiusura. Il fatto che siano visibili ci da modo di analizzarli, vederli, commentarli, offrire una analisi consapevole e alternativa sapendo con cosa abbiamo a che fare.
Conosciamo il valore formativo delle opinioni diffuse in rete. Infatti la nostra arma è il presidio attivo. Più presenza. Più attivismo in web. Esattamente come per le strade. La contaminazione è l’arma, non la censura. Stessa cosa pensiamo delle pubblicità sessiste, lo abbiamo scritto e lo avete letto.
In tutto ciò sapete qual’e’ la cosa più paradossale? Che si vorrebbero far "chiudere" con sanzione i gruppi che esortano al rogo dei rom ma nella realtà si giustificano tutti quelli che commettono atti razzisti (sono sempre cittadini esasperati, chissà perchè li si descrive sempre così).
Si vogliono fare chiudere i gruppi su facebook che incitano odio etnico e razziale e poi si approvano punti di un decreto che condanna i malati stranieri alla clandestinità (uno straniero malato e non curato significa anche impossibilità di evitare contagi, pensa la salute di tutti i cittadini stranieri e italiani), le donne straniere all’aborto clandestino (quante donne moriranno?) e legalizza le ronde. Come se il ku klux klan fosse istituito per legge, capite? Non passa giorno che sui giornali, specie quelli schierati con la lega o a destra, non ci sia qualche articolo che "incita" inequivocabilmente all’odio razziale. Non c’e’ sindaco leghista o fascista che non applichi la dura legge della giungla contro stranieri deboli, baraccati, senza speranze di un presente o un futuro degno di essere vissuto. Non c’e’ aggressione o pestaggio che non sia riferibile a gruppi fascisti, razzisti che applicano odio razziale e verso ogni persona che non la pensa come loro come regola di convivenza in-civile.
Il pericolo sta dunque sul web? Di cosa stiamo parlando se non di censura che sarà applicata per tappare la bocca a chiunque non la penserà come ministri, governo e papa comandano?
Questa è la domanda. Voi avete una risposta differente?
E poi non dite che è la Cina che censura i contenuti nel web.
Forse sarebbe il momento di inventare una campagna Macho Free Zone per il web che rimetta in discussione le categorie virtuali della faccenda. Pupotte ci date una mano?
Ps: su internet vogliono mettere le mani tutti. Il comitato antipirateria (voluto dal governo) che continua a favorire le imprese distributrici di prodotti d’arte senza svelare che la rete è già un ottimo (e gratuito) mezzo di distribuzione (dinosauri imprenditoriali che non sanno usare la rete, rischiano la disoccupazione e mettono le manette al processo di condivisione spontaneo della produzione della "conoscenza"). Lo stesso governo italiano che insiste nella bugia della "tutela della proprietà intellettuale" e produce un provvedimento che secondo l’Associazione Altroconsumo di fatto prevede l’istituzione
di una commissione censoria per la rete. La deriva autoritaria avrà mai fine?
Ri-pps: su facebook c’e’ anche un gruppo che promuove una petizione per il trasferimento del vaticano in groenlandia. Come si configura questa cosa, ministro?
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Ecco le norme passate con il pacchetto sicurezza [Leggi gli appuntamenti della rete No Pacchetto Sicurezza]:
(Ddl Senato 733 5.2.2009)
Il provvedimento passa ora all’esame della Camera dei deputati
Sarà la Camera a dover dare il via libera definitivo alle nuove norme in materia di sicurezza approvate il 5 febbraio dal Senato.
Con il nuovo testo si istituisce il reato di clandestinità punito, non con il carcere ma con una multa, mentre per avere o rinnovare il permesso di soggiorno, poi, si dovrà pagare una tassa tra gli 80 e i 200 euro.
Nel provvedimento anche la possibilità di istituire ronde di cittadini.
Tra le altre novità, poi, l’inasprimento del regime di carcere duro del 41-bis e il divieto di arresti domiciliari per gli stupratori.
La tassa sul permesso di soggiorno – Per averlo o rinnovarlo si dovrà pagare una tassa che dovrà essere fissata dal governo tra un minimo di 80 ad un massimo di 200 euro.
Si istituisce il ‘Fondo rimpatri per far tornare stranieri a paesi di origine.
Lo straniero che richiede il permesso di soggiorno dovrà sottoscrivere un "Accordo di integrazione" finalizzato a promuovere la convivenza con i cittadini italiani.
Registro dei clochard – Tutti i senza fissa dimora dovranno essere iscritti in un apposito registro istituito presso il ministero dell’Interno.
Le ronde di cittadini – Associazioni di cittadini potranno segnalare alle forze dell’ordine situazioni di grave disagio sociale o di pericolo per la sicurezza pubblica. I cittadini in ogni caso non potranno girare armati.
Denuncia degli irregolari dai parte dei medici – Soppressa la norma che vietava ai medici di segnalare la presenza di irregolari. Ora il medico potrà comportarsi secondo coscienza.
Inasprito il 41 bis – Detenzione più lunga di altri 4 anni. Si prevedono carceri «ad hoc» per i boss preferibilmente sulle isole. Più difficile per loro comunicare anche con l’esterno.
No agli arresti domiciliari per gli stupratori – Gli stupratori non godranno più di alcuni benefici, tra cui gli arresti domiciliari e i possibili sconti di pena. Previsto l’arresto in flagranza.
Sì a spray anti-stupro al peperoncino – Si liberalizza la vendita di spray urticanti non chimici.
Aggravanti per i reati di gruppo – Si aggiunge un’aggravante: se lesione od omicidio preterintenzionale vengono commessi con armi o sostanze corrosive o in gruppo. Condanne più dure se si tratta di reati anti-minori che avvengono vicino asili e scuole.
Più difficile avere la cittadinanza dopo le nozze – Lo straniero che sposa un cittadino italiano dovrà rimanere in Italia per almeno due anni prima di ottenere la cittadinanza.
Possibile scioglimento delle organizzazioni non riconosciute – Se c’è il sospetto che associazioni, gruppi od organizzazioni non riconosciute svolgano attività con finalità terroristiche, il Viminale può disporne lo scioglimento e ordinarne la confisca dei beni.
No ad apologia o incitamento a delinquere via internet – Il ministero dell’Interno potrà ordinare l’oscuramento dei siti Internet sui quali si commette il reato di apologia o si istiga a delinquere.
Cara enza
la tattica è sempre la stessa: che si tratti di reale o vistuale non fa differenza
Si crea un caso: i gruppi pro reina, poi quelli per lo stupro di gruppo, ecc. si tace che i gruppi di facebook sono migliaia tra cui quelli contro la violenza sulle donne, quelli contro le mafie, ecc. (che non sono funzionali al discorso)
Creato l’allarme si fa la proposta che “rassicura”: per il bene di tutt* è necessario mettere un bavaglino (non un bavaglio!) ai cattivi che forse puo’ incidere un pochino sulla libertà dei/delle buon*.
Se non se lo fanno mettere sono complici degli amici di riina, se sono davvero buon* lo dimostrino accettando di buon grado.
I gruppi pro stupri di gruppo esistono perché ci sono gli stupratori di gruppo, non viceversa e su internet ci trovi tutta la schifezza che trovi nella vita reale. Niente di più niente di meno.
Ma una mossa oggi una mossa domani provano a convincerci che il solo modo di combattere il male (leggi i terroristi) e quello di rinunciare ad un po’ di bene (leggi i diritti), gli esempi si possono moltiplicare usando coppie diverse di male e bene.
L’informazione main strem fa il resto come mostra l’oscena intervista con la suora che accudisce Eluana e il crescendo fino al decreto di oggi.
Una collega che era per lasciar andare Eluana oggi mi ha detto che comincia ad avere dei dubbi perché non può essere che tutti sbaglino (tutti quelli che possono parlare, ovvio).
E l’unico modo che abbiamo per contrastare questo disegno è, fino a che sarà possibile, lasciare aperti spazi di libertà.
quindi buon lavoro e a rileggerci
concordo in pieno: la battaglia contro le idee va fatta in prima persona controbattendo dialetticamente punto su punto. bisogna farsi forza delle proprie argomentazioni, non della legge.
non c’è bisogno di cani da guardia, ma di cittadini che abbiano ancora il pelo sullo stomaco di prendersi a cuore la propria realtà. e questo vale sul pianerottolo di casa come sul web.
perché chiedere la censura di contenuti inaccettabili altro non è che chiamare la polizia credendo ancora ingenuamente che “faccia la cosa giusta”.
ma quante volte abbiamo visto che non è così?
quante volte abbiamo guardato la struttura di comando delle forze dell’ordine e l’abbiamo vista piena di fascismo?
dopo genova, possiamo ancora fidarci del monopolio statale della violenza?
Sono contraria ad ogni forma di razzismo e di x-fobia, contraria ad ogni forma di pensiero che esalti l’odio e la violenza. Ma, ancora di più, sono contraria ad ogni forma di censura e limitazione della diffusione delle opinioni, per quanto queste possano essere, diciamo, molto poco “politically correct” (per usare un eufemismo). E’ molto facile condannare chi censura le idee che condividiamo, più difficile ma ugualmente necessario e doveroso è proteggere dalla censura un pensiero che consideriamo sbagliato, immorale e spregevole. Non è con la censura che si può cambiare la mentalità di uno stupratore, di un mafioso o di un neonazista: in questi casi la censura semmai non fa altro che regalare notorietà a piccoli gruppi isolati che altrimenti resterebbero sconosciuti ai più. Il miglior modo per combattere delle idee è contrapponendovi altre idee, oppure semplicemente ignorandole. Che persino il silenzio è una reazione più dignitosa e civile della brutale, ottusa, inutile attività censoria.