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Il capobranco istruito e di buone maniere

VITRUVIAN Dude da aknacer.

Tu non sei femminista, vero? – mi disse lui con aspettative che andavano da Porta Felice lungo corso calatafimi fino a Monreale.

E io – Nooo, ma che vai pensando!

Ah menomale. Pensavo fossi una di quelle.

Come sarebbero quelle?

Mah, femmine frustrate, inviperite, lariulidde (brutte). Tu non sei così.

No? E come sono?

Bona.
– e rise.

Bona?

Si, bona. Anzi attraente.
Wow, che gentleman.
No davvero. Te lo devo dire. Tu sei simpatica, affascinante.
Insomma vuoi trombare? – chiesi, insofferente alla conversazione, per mettervi fine.

Perché, hai fretta?
Veramente pensavo che non c’era bisogno di chiacchiere preliminari.
Però così mi metti a disagio…
Disagio? In che senso?
Mi metti un poco in soggezione.
Ma scusa, mi hai invitato per guardare il panorama o per scopare?
Ma che c’entra?
Come che c’entra. Quando mi hai chiamato non mi hai detto che volevi essere mio amico, il mio compagno per la vita. Non dobbiamo andare d’accordo per forza…
Ah no, va bene. Con il tempo…
No. Non hai capito. Se tu mi avessi detto che volevi approfondire io non sarei uscita con te.
Non ti capisco…
Mi hai chiamata, giusto? Volevi trombare. Giusto? Allora dove sta il problema?
Perché così, senza neanche parlare…
Ma di cosa vuoi parlare? Va bene guarda, siccome non mi interessa parlare con te allora riaccompagnami a casa.
Ma no, che dici. E’ che così mi fai sentire insicuro.
Insicuro? Cioè non ti devo dire quello che voglio perché altrimenti tu ti senti insicuro?
No ma ci si potrebbe arrivare piano piano, con dolcezza…
Dolcezza? Ma come parli… mi sembri uscito da una di quelle telenovelas che guarda mia madre.
Allora un poco femminista lo sei?
Ma due palle con ‘sta femminista. Che cavolo vuol dire?
Che vuoi fare come l’uomo.
Cioè? Come fa l’uomo?
Va al sodo…
Dove va?
Arriva subito al dunque…
Al dunque?
Ma si, al punto, al rapporto, al sesso.
Se io voglio fare l’uomo perché vorrei trombare e basta, allora tu faresti come le donne? E’ questo che secondo te fanno le donne? Aspettare di essere corteggiate? Sorbirsi chilometri di stronzate della persona con la quale vogliono soltanto scopare? Compiacerla come geishe? Stare per ore a girarci attorno tra si e no e ni per non fare vedere che sanno quello che vogliono? Aspettare la telefonata post trombata e continuare con tutti i balletti che piacciono tanto a quelli come te che se la tirano peggio di quelle che chiamate "profumiere"?

No no…
No, cosa? Mi sta venendo la sindrome del canestro sospeso. Ho un buco, è vero, ma non è mica detto che deve stare fermo fino a che qualche anima pia infili una palla.
Che vuoi dire? Canestro… boh non ti capisco. Io mi sento un uomo oggetto. E tu sei una grande stronza.
Ah eccoci alla fine. Passiamo dai complimenti alle offese.
Si, perché sei cattiva. Io non sono come gli altri. Sono istruito, di buone maniere. Qualcuno deve averti fatto qualcosa di male.
Cioè cosa?
Non ti riconosco. Mi sembri impazzita. Ti pensavo diversa. Più simpatica. Mi hai veramente deluso.
Va bene. Sono moooolto cattiva. Allora riaccompagnami a casa così smettiamo di perdere tempo.
Ok, ti riaccompagno, ma non è giusto.
Cosa non sarebbe giusto?
Che te la prendi con me per quello che ti hanno fatto gli altri.
Ma chi ti ha detto che qualcuno mi ha fatto qualcosa?
Perché altrimenti non saresti così…
Così come?

Così…
Così decisa?
[…]
Rispondi. Pensi di essere migliore di questi "altri" che secondo te mi avrebbero fatto qualcosa? Riesci a considerarmi una persona che sa quello che vuole solo se mi infili in uno schema?
Non capisco che vuoi dire…
Infatti. Perciò con te volevo solo trombare, mannaggia a me e a quando ho accettato di vederti. Ma tu volevi parlare per forza…
Non capisco che ti ho fatto.
Ora ci manca che frigni perché sei offeso dal fatto che la compagnetta di scuola alla quale volevi toccare il culo ti ha chiesto di farlo alla luce del sole e in fretta. Se non conquisti la toccata di culo non ti piace? Se te la regalo non va bene? Ma possibile che tanti uomini o sono stupratori o si sentono offesi se non li tratti da cacciatori? Se non c’e’ preda non c’e’ conquista e se non c’e’ conquista non c’e’ piacere? E poi dite che il sadomaso è perversione…
[…]
Se ti raccontavo una storia strappalacrime e ti mostravo quanto mi sentivo vittima dell’umanità e quanto avevo bisogno di protezione ti saresti eccitato di più? Era di questo che avevi bisogno?
Ma no. Ti avrei detto che mi dispiace.
Cioè per considerare i desideri di una donna prima devi dispiacerti di qualcosa che ha vissuto?
Ma non è un’offesa…
E tu che ne sai di cosa potrebbe offendermi?
Ti offendi se ti dico che mi dispiace?
Ma ti dispiace di che? Insomma vuoi trombare o no? Anzi no. Lascia stare. Non mi interessa più. La mia libido mi è arrivata sotto i piedi… Riaccompagnami a casa e basta.
Tu sei strana.
Si si. Stranissima. Anzi prima che me lo dici tu te lo dico io: sono "isterica", va bene? Così sei contento e ti senti a posto con te stesso. Riaccompagnami a casa altrimenti chiamo qualcuno che può venirmi a prendere.
Dove, qui in mezzo alla provinciale?
Si Ciccio. Qui in mezzo alla provinciale.
No no. Ti porto a casa. Se ti succede qualcosa poi è colpa mia.
Non sarebbe colpa tua e non mi succede niente. Non c’e’ bisogno che fai il "cavaliere"…

Vabbe’ dai. Mi dispiace che sia finita così ma almeno fatti riaccompagnare. Non ti lascio in mezzo alla strada.

Durante il percorso in macchina lui mi guardò spesso. Era perplesso. Anzi un po’ intimidito. Disorientato. Destabilizzato nelle sue certezze. Mi riaccompagnò a casa. Andò via facendo un timido saluto con la mano.

Dopo qualche giorno mi richiamò e disse che voleva vedermi. Mi chiese se avevo voglia di “trombare”. Usò quella parola. La pronunciò più volte. C’erano volute molte ore perché superasse l’imbarazzo, perché riacquistasse il coraggio per tentare quella che lui credeva una nuova “prima mossa”.

La mia iniziativa non lo eccitava. Lui voleva dominare. Non aveva intenzione di calibrare una relazione reciproca. Dissi di no.

Riprovò
un’altra volta e già mi venne a noia. Poi mi scrisse una lettera. Lunga e piena di citazioni, dettagli, informazioni, sicuramente inventate. Opinioni personali insomma. Il suo problema era l’incapacità di misurarsi alla pari, con onestà.

Lui voleva la certezza di sconfiggermi, rendermi mansueta, prima di desiderarmi o rispettarmi. Dovevo dirgli che aveva ragione e forse se ne sarebbe andato in pace.

Nel sesso, nell’amore, nei rapporti in generale è un po’ così. Si può volere dominare o essere dominati. Si possono volere entrambe le cose o non volerne nessuna. Si può non sapere quello che si vuole o saperlo ed essere rifiutati per questo. Si può giocare in tanti modi. Ma non c’e’ niente di peggio che trovare qualcuno che ti usa come palcoscenico o, peggio, come un animale da ammansire, da domare e sconfiggere sul palco delle scommesse degli uomini.

Si chiama branco. E’ quello che assiste anche a distanza a queste performance private che spesso possono diventare anche pubbliche. E’ composto da un gruppo di persone, non sempre dello stesso sesso, che diventano sostenitrici e sostenitori di quello che in età meno matura potrebbe essere chiamato "bullo". Con la sua richiesta di attenzione e visibilità. Con il suo desiderio di prevalere. Con l’intenzionalità di creare danno con il suo comportamento. Con attacchi fisici, scritti, verbali, diretti o indiretti. Con il pettegolezzo e la calunnia. Con sistematicità: ripetitività e perseveranza nel tempo. Proprio come lo stalking: alla fine rivela una attitudine persecutoria.

Finchè non c’e’ vittoria non si smette. L’ossessione resta lì. Un bullo che prova a realizzare a tutti i costi una asimmetria di potere. Alla ricerca di punti di debolezza. Con un gruppo, il branco, che lo rende forte mentre si scaglia contro una sola persona. Con una grande insicurezza aggressiva che si sente minacciata da persone attive che per comodità vengono definite brutte sporche e cattive. Con la complicità silenziosa dei soggetti esterni, che passano e vanno, senza dire nulla. Con il supporto degli o delle aiutanti, allineati a supporto. Che fanno più forte l’uomo che in fondo vuole tanto interpretare la parte del maschio che non deve chiedere mai.

Quello che ottiene, lusingato dall’effetto della sua indubbia capacità di conquista, e non da’. Se c’e’ qualcuna che vuole prendere da lui allora si sente “usato”. Al massimo pensa di aver ottenuto quello che voleva. In ogni caso e’ veramente raro che qualcuno ti riconosca la dignità di una scelta e ne abbia rispetto.

Il trucco del potere sta tutto lì: se vedi qualcuna che non ha bisogno di te, spezzala in due, ammansiscila, rendila insicura, disorientala. Dille che sbaglia. E se non basta hai una carta vincente. Puoi sempre chiamarla troia.

Ci sono
uomini che ti combattono in ogni modo. Ti umiliano. Ti costringono a tacere. Ti vorrebbero sacrificare sull’altare di una loro convinzione, fede, di un loro dogma. Ti vorrebbero sfinire per poi strapparti la carne e portarla come trofeo agli amici, ai seguaci, ai poveri sciocchi che hanno la cattiva idea di immaginarli come fossero leaders. Ti vorrebbero sconfiggere, denigrare, umiliare, ridicolizzare, se si sentono sfidati, se pensano in pericolo il loro potere. Un potere che sta tutto in quel misero spazio che gestiscono per istigare branchi famelici di cazzoni senza idee ne’ prospettive di futuro che aspettano qualche “fiera” da sbranare al centro del loro colosseo.

Ci sono uomini che non sanno convivere serenamente con se stessi. Se pensassero a crescere invece che armarsi di forconi per mettere al rogo streghe antiche e moderne. Se pensassero a crescere invece che sentirsi uomini soltanto quando si sentono autorizzati a linciare i loro simili, quelli che non capiscono o dei quali hanno paura.

Se pensassero a crescere invece che sprecare tempo e risorse per inseguire nemiche immaginarie, ossessionati dall’idea che senza di esse il mondo sarebbe migliore. Se non avessero quella bruttissima abitudine di voler cancellare tutto quello che non va nella loro stessa direzione.

Se pensassero
alle relazioni come misure di riconoscimento reciproco. Se…

Lo incontrai, dunque, qualche settimana dopo. Era con alcuni amici. Cercò il mio sguardo e mi salutò. Ridevano.

Il mio amico che stava al banco bar poi mi disse che parlavano di me. Lo stronzo diceva alla sua corte dei miracoli che mi aveva dato una bella lezione. Che mi aveva fatto vedere chi era il più forte tra noi due. Che io avrei voluto fare sesso con lui, l’avrei pregato addirittura e lui si era rifiutato. Che ero una povera stronza frustrata, anzi mi chiamò demente.

Quella sera stavo con una amica che rincasò prima di me. Io rimasi ad aspettare un tipo che mi piaceva. Serviva ai tavoli e ho atteso l’ora di chiusura per andare a casa con lui.

Lo spaccone, quello “romantico” e “antifemminista” senza alcun senso dell’umorismo, mi passò accanto e chiese come mai stavo da sola. Rise compiaciuto, forse convinto che fossi rimasta lì per lui.

Deve esserci rimasto molto male quando vide un ragazzo alto, gradevolissimo, con due occhi che mi facevano squagliare dal piacere, sorridermi allegro mentre mi veniva incontro. Tempo di salutare l’amico barman e già stavamo a pomiciare in macchina mentre ci dirigevamo verso un comodo letto.

Ma questo pezzo di storia non la voglio raccontare. Meglio riferire quello che mi disse il capobranco – "istruito e di buone maniere" – deluso al telefono il giorno dopo:
Sicuramente lui non è un vero uomo. Si è fatto ammansire da te.
Devi avergli fatto il lavaggio del cervello!

Ciò che è diverso deve essere per forza peggiore. Voi sapete cosa voglio dire. Perchè gli uomini, è proprio vero, per fortuna non sono tutti uguali.

In fondo, certe persone sono proprio prevedibili.

—>>>Immagine presa da QUI

Posted in Narrazioni: Assaggi, Omicidi sociali, Pensatoio.


8 Responses

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  1. forsenonstotroppobene says

    Assistere continuamente alla ripetizione di un clichè è disarmante. Hai l’impressione di interagire con delle macchine. A volte mi prende una vera e propria sindrome da Truman show, e mi chiedo se quello che ho visto e sentito non fosse frutto di uno scherzo di cattivo gusto. Il dialogo da te riprodotto (benissimo) lo hanno ascoltato, alla lettera, molte moltissime donne. Ma metterlo nero su bianco fa tutto un altro effetto. Ci posso ridere sopra, e andare oltre. Grazie, Fikasicula.

  2. fikasicula says

    claudie’ 😀
    stasera ho il risotto vegetariano.
    parola che se prima non mi chiede di sposarlo non me lo pappo 😛

  3. Claudio says

    Ah Fikasi’, che fai stasera? 😀

  4. fikasicula says

    @fulvio
    si si anch’io ho un rapporto specialissimo con la pizza ai quattro formaggi e con la nutella poi riesco a parlare per ore. che screanzate queste donne che vogliono papparsi il pasto senza preghiere, riti e benedizioni. mangiano senza vergogna, queste cannibali!
    gli esseri civili si distinguono da quelli incivili per la quantità di ipocrisia e fronzoli che riescono a mettere a cappello delle loro conquiste. 😀
    vado a fare conversazione con il mio risotto vegetariano. buona cena anche a te! 🙂

    @chiara
    bisogna proprio lasciar perdere lo schema della ragazza troia e di quella perbene. non esiste. l’hanno inventato apposta.
    hai mai sentito parlare di uomo troio? loro sono legittimati a gestire i loro istinti addirittura travalicando i limiti della consensualità nello stupro e noi non possiamo neppure esprimere desideri a parole 🙂
    medioevo. noi andiamo avanti. peggio per chi rimane indietro. pazienza. come si diceva, per fortuna gli uomini non sono tutti uguali e non lo sono neppure le donne. un pezzo di umanità cresce e il resto pian piano crescerà anche quella. non avrà scelta….

  5. Chiara di Notte - Klára says

    Carissime, fin da ragazzina ho scoperto come un atteggiamento spudorato mettesse in crisi un certo tipo di maschio.

    Ho amiche che, con la loro remissivita’, hanno vissuto un’eterna frustrazione e devo dire che non cambierei mai la mia esistenza con la loro. Meglio essere considerata una troia che considerarmi una scema.

    E sara’ proprio questo tipo di comportamento che, se si diffondera’ troppo, mettera’ in crisi certi schemi. Il classico granellino che inceppera’ l’ingranaggio in barba alle beghine ed alle Binetti che infestano questo mondo.

  6. Fulvio says

    Non sono d’accordo; io, ad esempio, quando vado al ristorante e mi arriva il piatto, attendo un po’ prima di imbracciare la forchetta, lo accarezzo, gli racconto di me…altrimenti non mi rimane nulla, è una cosa fredda, senza sentimento, non si fa così! e poi le donne che si abbuffano! non sta mica bene.

  7. fikasicula says

    chiara :)*
    no che non lo sei.

    buona notte a te!

  8. Chiara di Notte - Klára says

    Sono appena rientrata dopo una notte passata a…

    Ho acceso il PC ed ho letto il tuo post…

    Per un attimo ho avuto una sensazione di sdoppiamento. Come se certe parole, certe frasi le avessi scritte io.

    Ti ho amata mentre ti leggevo ed ho capito di non essere sola.

    Adesso vado a letto. Appagata due volte.

    Grazie. 🙂

    Puoi anche non pubblicare. 😉