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L’umanità si è persa dietro una cassa del supermercato

http://3.bp.blogspot.com/_bYiwZz_f5AA/SL0qXr6t76I/AAAAAAAAAjk/VuPI4WMFlzo/s320/cassiera.gifUn altro stupro da raccontare. I giornalisti sono attenti a pescare la nazionalità che serve a fomentare altra xenofobia. Si tratta di una donna stuprata da 5 uomini in un contesto fatto di contadini, braccianti, lavoranti a ore dove normalmente le donne, specie se straniere, sono stuprate e molestate dai datori di lavoro italiani. Ma di quelli non si racconta nulla.

Altra notizia che fa la sua bella figura oggi è quella del rilascio di due dei romeni accusati di favoreggiamento per lo stupro di guidonia (avrebbero aiutato gli stupratori a nascondersi). Mi sorprende come mai non abbiano pubblicato direttamente le loro facce per facilitare la caccia all’uomo da parte dei difensori dell’onore delle donne italiche (infatti corriere.it l’ha pubblicata in home assieme ad un articolo che per ogni rigo ci dice "odiateli"). L’umanità in questo momento possiamo venderla a chili. Non mi sorprenderebbe vedere prima o poi una lista di proscrizione con tanto di foto "wanted" per tutti i romeni esistenti sul nostro territorio. 

Sono aggressioni annunciate, come annunciata era l’aggressione di Cristian, del quale si parla pochissimo, quasi niente. Un ragazzino di 15 anni che frequenta la scuola a Firenze e che è stato preso a spintoni, quasi buttato sotto una macchina in corsa, solo perchè è della nazionalità sbagliata. Indovinate quale?

L’aggressione è stata compiuta da due ragazzi quasi maggiorenni. La pappa di sottocultura nazista che stanno digerendo in questi giorni ha sicuramente fatto molto per le loro povere labili menti.

Un altro bell’esempio di disumanità lo troviamo a Milano. Non lo chiamiamo stupro perchè l’accezione giurisprudenziale non lo prevede ma poi mi direte nella pratica cos’e’.

Vi ricordate della donna, cassiera all’esselunga, alla quale fu impedito di andare al cesso? Per questo dovette pisciarsi addosso.

E’ successo di nuovo. Ad una donna, ammalata di diabete, dipendente del GS di Viale Monza, non è stato permesso di andare in bagno. Lei non si è fatta pipi’ addosso ma si è sentita malissimo. Ha rischiato il coma diabetico.

Di stupri dei diritti, viviamo. L’umanità si è persa dietro lo scontrino di un GS e i ghetti mentali di ciascuno di noi.

Buona manifestazione a tutti/e. Al corteo di oggi cercate lo spezzone delle femministe e lesbiche romane che ancora una volta diranno che il pacchetto sicurezza non devono farlo in nostro nome. La violenza sulle donne non dipende dal passaporto, la fanno gli uomini.

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Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà.