Mercoledì 21 gennaio dalle 17 alle 19 saremo in Piazza Nettuno (Bologna) donne
singole, di associazioni, della rete delle donne, per tentare di far
sentire la nostra vicinanza e sorellanza alle donne di gaza così
drammaticamente colpite dal massacro portato avanti dall’esercito
israeliano, per esprimere il nostro BASTA AL MASSACRO, la nostra volontà di chiedere che lo
stato israeliano sia chiamato a rispondere davanti al tribunale
internazionale per i crimini di guerra e contro i diritti umani che ha compiuto e sta compiendo
in nome di una fantomatica sicurezza mentre nega dignità alla
popolazione palestinese e infligge a donne e uomini, bambine e bambini,
umiliazioni e violenze infinite, sradica ulivi, ruba terra ogni giorno
di più, costruisce muri, check point dove nega il passaggio verso un
ospedale e costringe le donne a partorire dietro un masso senza curarsi
se questo procurerà la morte della madre o del neonato o di entrambi.
C’è
un’opposizione in Israele composta da donne e uomini che dedicano la
maggior parte del loro tempo a manifestare, a compiere piccoli e grandi
atti definiti di "tradimento dello stato ebraico", a cercare di
impedire soprusi, a difendere legalmente i palestinesi, a lottare accanto
ai palestinesi, a chiedere che si metta fine al massacro, siamo qui
anche per sostenere questa opposizione che per quanto minoritaria, fa
tutto quello che è possibile fare continuando a ripetere che bisogna
cessare l’occupazione dei territori oltre che smettere di massacrare la
popolazione di Gaza.
Se
guardiamo l’evolversi negli anni della carta geografica del territorio
Israelo palestinese, con il progressivo ridursi dei territori dove i
palestinesi possono vivere come in bantustan , vediamo chiaramente "Chi vuole mandare via chi":
Lo
stato israeliano esiste ed è riconosciuto dal mondo benché non da hamas
mentre lo stato palestinese senza la restituzione dei territori rubati
non potrà mai esistere.
Siamo qui anche per denunciare le menzogne della maggior parte della stampa e dei media italiani che operando autocensura preventiva,si schierano con Israele dimostrando una mancanza di umanità e ormai una assuefazione alla menzogna che fa veramente orrore, il
giornalismo crediamo debba essere un’altra cosa, un massacro è un massacro non è né una guerra, né un conflitto.
Siamo
qui anche per denunciare l’uso ancora una volta interno che la politica
italiana fa della questione di gaza mettendo in evidenza tutto il suo
cinismo e la sua amoralità, qualche esempio positivo di impegno e
generosità non fa altro che mettere maggiomente in evidenza la pochezza
generale ed i giochi di potere che prevalgono.
Siamo
inoltre qui per denunciare lo scarso coraggio dell’Europa, di fronte
all’ingiustizia fatale di quanto accade a Gaza, meno male che per
iniziativa di Luisa Morgantini e altri parlamentari si sta rallentando
l’iter della procedura di perfezionamento dei rapporti con Israele che
avrebbe dovuto rafforzare ancora di più i legami prima di tutto
economici e poi politici che legano con nodi strettissimi l’Europa e
Israele.
Siamo
qui per dire che bisogna inventare sempre nuove forme di lotta per dire
no alla violenza, perché si metta fine alla mattanza avviando un vero
cammino di pace che riconosca l’esistenza e la dignità di tutti.
La Rete delle Donne di Bologna
Update: A Londra un presidio gemellato con quello di Bologna
Donne mussulmane ed ebree
Presidio e denuncia contro il massacro a
Gaza Lunedì 19 gennaio 2009, 17.30-19 BBC Broadcasting House Portland
Place, London W1A 1AA
(vicino a Oxford Circus) Aperto a tutte le donne
Ci uniamo per dire chiaramente la verità sulla Palestina Occupata
che i media, a cominciare dalla BBC, rifiutano di descrivere –
l’apartheid sionista, le donne che partoriscono ai checkpoint, le
espulsioni, il furto di terra e di risorse, l’incarcerazione dei
bambini, le piscine nelle colonie sionista riempite rubando l’acqua da
bere dei Palestinesi. La BBC non ha pubblicamente protestato contro
Israele che proibisce ai giornalisti di entrare a Gaza per testimoniare
di prima mano sui bombardamenti e l’invasione. E non parla
dell’opposizione degli Ebrei a questa strage sionista degli innocenti.
Siamo donne mussulmane ed ebree che protestano contro il massacro e la
devastazione di Gaza da parte di Israele. Noi, come il resto del mondo,
siamo shoccate da quello che vediamo sugli schermi televisivi, una
piccola parte dell’orrenda verità. Ma non siamo sorprese da
quest’orrore. Israele caccia i Palestinesi dalle loro case, uccide e
ferisce donne, bambini e uomini, abbatte e bombarda le loro
infrastrutture dal 1948, quando l’ONU diede il suo permesso
all’imposizione di uno stato sionista in terra palestinese. Nessuno
lavora di più delle donne nella Palestina Occupata per mantenere in
vita famiglie, vicini e amici.
A Gaza, sotto stress per la mancanza
delle necessità più elementari come risultato del blocco — appoggiato
dall’Unione Europea — le donne sotto i bombardamenti e durante
l’invasione devono assistere all’uccisione e al ferimento dei loro
neonati. Questo è l’atto d’accusa più potente dell’assassinio
arrogante, razzista e sessista perpetrato da Israele. Dobbiamo
denunciare come, per giustificare la guerra di USA/Israele contro i
popoli del Medio Oriente, il Regno Unito ha lanciato una guerra
razzista contro i Mussulmani in Gran Bretagna.
Perciò noi, donne
mussulmane ed ebree, ci uniamo in un presidio e una denuncia.
Finalmente le donne racconteranno la loro storia, di quello che devono
fare e sopportare per tentare di preservare la vita e resistere a
occupazione e genocidio. In ogni società noi donne siamo le lavoratrici
di cura della razza umana. Il nostro lavoro è la sopravvivenza umana.
Vogliamo esercitare questo potere per contribuire a fermare la guerra
di Israele contro la Palestina.
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