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Il cervello “fuso” degli israeliani

Vittorio Arrigoni è ancora a Gaza. Da lì ha scritto un pezzo sul Manifesto e continua a mandare notizie attraverso il suo blog. Era stato arrestato dagli israeliani non molto tempo fa (avevamo partecipato al passaparola iniziato da Audrey). Partecipa alla missione Free Gaza e l’arresto era avvenuto nelle acque palestinesi mentre lui e altri volontari accompagnavano i pescatori a procurarsi in mare di che vivere per impedire che fossero aggrediti dalle armi israeliane. Dissero che avevano violato il limite imposto delle acque territoriali. Quel limite lo hanno inventato gli israeliani che non smettono di rubare aria, terra e mare ad un popolo che viene sterminato per fare spazio all’ambizione israeliana ad occupare una terra che dicono "promessa" e che invece resta sottratta con il sacrificio di tanti e il sangue di centinaia di uomini, donne e bambini.

Lo sterminio è ricominciato, in realtà non è mai stato interrotto, assieme alla informazione di regime accompagnata da un coro di messaggi di solidarietà pro israele che vanno da Obama ai rappresentanti "democratici" italiani, e nelle nostre fonti di informazione ufficiale si imputa l’aggressione israeliana ad un lancio di missili da parte dei palestinesi. Quanti israeliani sono morti? Mi sembra nessuno perchè non ne ho sentito parlare. Quanti palestinesi uccisi? Più di trecento e più di mille feriti secondo il tg di rai tre (che spero riterrete affidabile). La chiamano operazione "Piombo Fuso". Quello che penso è che di fuso gli israeliani hanno solo il cervello. Leggetevi gli aggiornamenti su Indymedia Italia e il pezzo di Vittorio. Partecipate, se potete, alle iniziative a sostegno di una Palestina libera. A Palermo l’ex karcere chiama tutti a raccolta per un presidio che si terrà il 30 dicembre alle 18.00 in piazza verdi (davanti al teatro massimo). A Firenze due presidi il 29 dicembre alle 16.00 in piazza della repubblica e il 30 dicembre alle 17.30 davanti la prefettura in Via Cavour. Se volete segnalare altre iniziative postate tra i commenti e aggiorniamo il post. Buona lettura! 

Il mio appartamento di Gaza dà sul mare, una vista panoramica che mi ha sempre riconciliato il morale, spesso affranto da tanta miseria a cui costretta una vita sotto l’assedio.

Prima di stamane. Quando dalla mia finestra si è affacciato l’inferno.

Ci svegliati sotto le bombe stamane a Gaza, e molte sono cadute a poche centinaia di metri da casa mia.

E amici miei, ci sono rimasti sotto.

Siamo a 210 morti accertati finora, ma il bilancio è destinato drammaticamente a crescere. Una strage senza precedenti. Hanno spianato il porto, dinnanzi a casa mia, e raso al suolo le centrali di polizia.

Mi
riferiscono che i media occidentali hanno digerito e ripetono a
memoria i comunicati diramati dai militari israeliani secondo i
quali gli attacchi avrebbero colpito chirurgicamente solo le basi
terroristiche di Hamas.

In
realtà visitando l’ospedale di Al Shifa, il principale della città,
abbiamo visto nel caos d’inferno di corpi stesi sul cortile, alcuni in
attesa di cure, la maggior parte di degna sepoltura, decine di civili.

Avete presente Gaza?

Ogni
casa è arroccata sull’altra, ogni edificio è posato sull’altro, Gaza è
il posto al mondo a più alta densità abitativa, per cui se bombardi a
diecimila metri di altezza è inevitabile che compi una strage di
civili. Ne sei coscente, e colpevole,
 non si tratta di errore, di danni collaterali.

Bombardato la centrale di polizia di Al Abbas, nel centro,

è rimasta seriamente coinvolta nelle esplosioni la scuola elementare lì a fianco.

Era la fine delle lezioni, i bambini erano già in strada, decine di grembiulini azzurri svolazzanti si sono macchiati di sangue.

Bombardando
la scuola di polizia Dair Al Balah, si sono registrati morti e feriti
nel mercato li vicino, il mercato centrale di Gaza.
Abbiamo visto corpi di animali e di uomini mescolare  il loro sangue in rivoli che scorrevano lungo l’asfalto. Una Guernica trasfigurata nella realtà.

Ho
visto molti cadaveri in divisa nei vari ospedali che ho visitato, molti
di quei ragazzi li conoscevo. Li salutavo tutti i giorni quando li
incontravo sulla strada recandomi al porto, o la sera per camminando
verso i caffè del centro.

Diversi li conoscevo per nome. Un nome, una storia, una famiglia mutilata.

La maggior parte erano giovani, sui diciotto vent’anni, per lo più  non  politicamente
schierati ne con Fatah ne Hamas, ma che semplicemente si erano
arruolati nella polizia finita l’università per aver assicurato un
posto lavoro in una Gaza che sotto il criminale assedio israeliano vede
più del 60% popolazione disoccupata.

 Mi
disinteresso della propaganda, lascio parlare i miei occhi, le mie
orecchie tese dallo stridulo delle sirene e dai boati del tritolo.

Non ho visto terroristi fra le vittime di quest’oggi, ma solo civili, e poliziotti.

Esattamente come i nostri poliziotti di quartiere,  i
poliziotti palestinesi massacrati dai bombardamenti israeliani se ne
stavano tutti i giorni dell’anno a presidiare la stessa piazza, lo
stesso incrocio, la stessa strada.

Solo ieri notte li prendevo in giro per come erano imbacuccati per ripararsi dal freddo, dinnanzi a casa mia.

Vorrei che almeno la verità donasse giustizia a queste morti.

Non
hanno mai sparato un colpo verso Israele, ne mai lo avrebbero fatto,
non è nella loro mansione. Si occupavano di dirigere il traffico, e
della sicurezza interna, 
tanto più che al porto siamo ben distanti dai confini israeliani.

Ho una videocamera con me ma ho scoperto oggi di essere un pessimo cameraman,

non riesco a riprendere i corpi maciullati e i volti in lacrime.

Non ce la faccio. Non riesco perché piango anche io.

All’ospedale
AL Shifa con gli altri internazionali dell’ISM ci siamo recati a
donare il sangue. E lì abbiamo ricevuto la telefonata, che Sara, una
nostra cara amica è rimasta uccisa da un frammento di esplosivo mentre
si trovava vicino alla sua abitazione nel campo profughi di Jabalia.
Una persona dolce, un’anima solare, era uscita per comprare il pane
per la sua famiglia. Lascia 13 figli.

Poco fa mi invece mi  ha chiamato da Cipro Tofiq.

Tofiq
è uno dei fortunati studenti palestinesi che grazie alle nostre barche
del Free Gaza Movement è riuscito a lasciare l’immensa prigionia di
Gaza e ricominciare altrove una vita nuova. Mi ha chiesto se ero andato
a trovare suo zio e se l’avevo salutato da parte sua, come gli avevo
promesso.Titubante mi sono scusato perchè non avevo ancora trovato il
tempo.

Troppo tardi, è rimasto sotto alle macerie del porto insieme a tanti altri.

Da
Israele giunge la terribile minaccia che questo è solo il primo giorno
di una campagna di bombardamenti che potrebbe protrarsi per due
settimane.

 

Faranno il deserto,

e lo chiameranno pace.

 

Il
silenzio del "mondo civile" è molto più assordante delle esplosioni che
ricoprono la città come un sudario di terrore e morte.

 

Vittorio Arrigoni

Vik in Gaza

Vittorio Arrigoni
blog:  http://guerrillaradio.iobloggo.com/

websites della missione: http://www.freegaza.org/
e  
www.palsolidarity.org  

 

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


5 Responses

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  1. Mario says

    vittorio, ma la piantiamo di dire che Hamas vuole la guerra? Quanto tempo è che Israele tiene sotto embargo i palestinesi in un territorio, Gaza, in cui vivono un milone e mezzo di persone e potrebbero vivercene 100 mila? E dopo ci stupiamo che qualcuno tiri dei razzi? Non li giustifico, ammazzano, ma qualunque altro popolo reagirebbe in questo modo. Quella israeliana non è una «risposta», è un’aggressione. Ho proposto l’articolo di Giulietto Chiesa perché ne condivido i contenuti: l’hai letto?

  2. fikasicula says

    vittorio non sei il vittorio di cui parlo vero?
    comunque non ho capito cosa hai scritto. dici che ciesa non è sufficientemente comunista? possibile, certo. dici che sta affermando che hamas sia vittima e tu invece dici che hamas vuole la guerra?
    penso che di fronte a tanti bambini, donne, uomini morti questa cosa ora è veramente un cavolo di dettaglio senza senso.
    altrimenti non ho capito cosa hai scritto. scusa 😐

  3. vittorio says

    Chiesa il piu´fasullo dei comunisti, quello dei complotti, e´meno credibile di un pesce rosso. Hamas che vuole la guerra, sarebbe vittima, vien da ridere se non ci fosse da piangere.

  4. fikasicula says

    assolutamente mario, lo avevo letto il pezzo di giulietto chiesa e mi era piaciuto anzi avevo scordato di segnalarlo. grazie per averlo fatto tu.

  5. Mario says

    Non c’è niente da aggiungere, invece in questi giorni vedo tante persone, su internet, pronte a cucire toppe sulla giacchetta strappata del duo Olmert/Livni: pronte a mettere pezze per giustificare, ancora una volta, l’«unica democrazia del medioriente». Non ne posso davvero più di sentir biascicare scuse ridicole. A Gaza la gente muore, come moriva prima dei bombardamenti. E in entrambi i casi la responsabilità è israeliana. Che cosa aspettiamo quanto meno a denunciarlo? Muoiono civili e uomini delle forze di sicurezza. Muoiono bambini e vecchi. Muore chi muore, ma è una carneficina inutile. Anzi, buona soltanto in chiave elettorale. Consiglio l’articolo di Giulietto Chiesa:
    http://mariobadino.noblogs.org/…erabile-razzismo