Skip to content


La resistenza delle donne e le aggressioni fasciste

http://bellaciao.org/it/IMG/jpg/partigiane.jpgChe il 25 aprile dia fastidio ai fascisti è un fatto noto. Meno noto è che spesso attorno a questa data, come in altre occasioni dell’anno, quelli che celebrano la memoria della resistenza siano aggrediti. E’ successo a Palermo. Pubblico sotto il comunicato che racconta di questa vicenda e a seguire potete leggere *La resistenza delle donne*, documento delle Malefimmine.

*********** 

La notte tra il 23 e il 24 aprile, intorno alle ore 01.00 un militante dei centri sociali, mentre stava attaccando dei manifesti riguardanti le manifestazioni del 25 aprile, è stato brutalmente assalito da un gruppo di 10 fascisti, nei pressi del liceo "cannizzaro" situato in via G.Alimondi. Più volte colpito a calci e pugni alla schiena ed alla testa. Quest’episodio denota il chiaro intento da parte delle destre, nuovamente al potere, di instaurare un clima di repressione nei confronti di chi giorno per giorno lotta per i diritti e per una società migliore. 

*MAI PIÙ attacchi fascisti!!!, liberazione giorno per giorno nelle lotte sociali..

*ricordiamo che la manifestazione si terrà il 25 aprile a piazza Massimo alle ore 17.00, in seguito alla quale si terranno concerti dalle ore 21.00 a piazza Rivoluzione. in piazza saranno allestiti pannelli informativi, stand e mostre.*

PALERMO RESISTENTE
Aula "Carlo Giuliani" – Viale delle scienze – Facoltà di lettere e filosofia – Palermo
e-mails: aulacarlogiuliani@libero.it – universitarinlotta@yahoo.it – ask191pa@gmail.com – malefimmine@gmail.com

*********** 


La Resistenza Delle Donne

Il 25 aprile non è una ricorrenza
né un giorno di memoria, ma uno di lotta contro le logiche del dominio, della
sopraffazione, della supremazia del più forte sul più debole, del controllo.
Il fascismo non è morto a piazzale Loreto,
è concreto e si manifesta nella violenza dell’esercizio del potere.

A 63 anni da quei giorni, ahinoi,
ci troviamo in balia di fascisti di palazzo, galoppini spietati e razzisti
dichiarati che ogni giorno scelgono e
prendono decisioni che, in primissima istanza, riguarderanno la nostra vita
quotidiana.

Rivendichiamo il diritto al
reddito garantito, a un lavoro dignitoso, ad una casa; pretendiamo di vivere
senza angosce, di urlare le nostre esigenze, i nostri bisogni, i nostri
pensieri, senza essere censurati, denunciati e processati.

Noi dobbiamo e possiamo sognare
e reclamare un mondo migliore. La volontà di lottare per questo è ciò che ci guida, e se questa è sovversione
siamo tutt@ sovversivi: credere di poter cambiare lo status quo è il primo
passo verso la liberazione!

Nella società odierna le donne
vivono sotto un doppio strato di censure, proibizionismo e controllo.

La liberazione della donna non
riguarda esclusivamente la liberazione dai propri bisogni, ma anche un
affrancamento da secoli di imposizioni culturali e sociali che ne hanno fatto
uno strumento riproduttivo e/o un oggetto sessuale.

La famiglia è l’arma fondamentale
di lesione dei nostri diritti e del nostro immaginario, non di rado una
tortura, spesso strumento di morte.

Nei luoghi di lavoro ricopriamo
esclusivamente incarichi base, e tendenzialmente i salari femminili sono
inferiori a quelli maschili. Per non parlare poi di una segregazione
professionale di genere che ancora oggi esiste.

Il lavoro precario, privo di
diritti, è la massima forma di sfruttamento della classe lavoratrice, e non è
una coincidenza che le impiegate per eccellenza dei call center siano proprio
le donne!!!

Tanto più un lavoro è precario,
instabile e tendenzialmente senza vincoli di orario, tanto più saranno le donne
a esercitarlo, e questo perché la società odierna è strutturata perché siamo
proprio noi a provvedere a tutti i
compiti di cura, sollecitudine e riguardo della famiglia. Il welfare state
italiano non ha mai previsto investimenti significativi in asili nido, scuole
per l’infanzia o luoghi di sostegno per gli anziani. E’ sempre stata la donna a
svolgere il doppio lavoro: uno domestico non retribuito e l’altro esterno alle
mura domestiche mal retribuito.

Il 25 aprile ripartiamo da noi
stesse, dai nostri piaceri e desideri, lottiamo per liberarci da tutti gli
stereotipi che Chiese, religioni e Stati ci hanno imposto.

LIBERAZIONE dalla famiglia
canonica, patriarcale ed eterosessuale;

LIBERAZIONE dalla
maternità come vincolo e obiettivo;

LIBERAZIONE dal sistema
economico-politico maschile.Partecipiamo direttamente alla vita
politica, imponiamo le nostre volontà e i nostri bisogni a chi pensa di
poter decidere per e su di noi.

RIAPPROPRIAMOCI di noi stesse, dei
nostri corpi, delle nostre esigenze e dei nostri desideri.

Questa è la base della nostra RESISTENZA

Questo è nel 2008 il cammino verso la
LIBERAZIONE.

VIVERE LIBERAMENTE NOI STESSE, LA
NOSTRA  AUTODETERMINAZIONE.

COLLETTIVO
MALEFIMMINE

malefimmine@gmail.comwww.myspace.com/malefimmine
http://malefimmine.noblogs.org

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali.


2 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. FikaSicula says

    noiosa menata? comunisti violenti?
    voi fascisti dovreste studiare un po’ di più la storia e togliervi un po’ di bende dagli occhi.

    quando mi racconterai con certezza che “voi fascisti” non picchiate mai le donne in casa, non le stuprate, e non le uccidete, quando la smetterete di aggredire e ammazzare compagni e di censurare ogni libero pensiero perchè per voi l’unica parola che conta è la vostra allora forse riusciremo a parlare…

    fino ad allora però abbi il buon gusto di tacere perchè non tutti possono essere d’accordo con voi e non tutti gli spazi possono riverirvi con il saluto romano.

    e per favore non inquinare più questo posto per legittimare i vostri “comportamenti violenti”.

  2. alfacentauri says

    vorrei sapere chi è quel cretino che puo’ essere in favore della violenza sulle donne o su ogni altro essere vivente o vegetale.
    a noi fascisti non importa niente di questa vecchia noiosa menata del 25 aprile perchè è una scusa per legittimare i comunisti piu’ violenti.