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Bologna: denunciata per presidio femminista

Le Ribellule, con solidarietà, pubblicano la notizia di una denuncia a carico di una compagna del collettivo "Quelle che non ci stanno" che ha manifestato – assieme a molte altre – a Bologna il 14 febbraio. Vi spiegano quello che è successo "Quelle che non ci stanno", con un comunicato, e la "Rete delle donne di Bologna", con una lettera di solidarietà.

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"Prosegue la repressione intimidatoria contro la presa di parola  delle donne e delle lesbiche. Serve a sostenere il tentativo patriarcale di negarne l’autodeterminazione, colpendo quelle che continuano a denunciare le politiche che vogliono minare la nostra libertà.

E’ arrivata una notifica di apertura di indagini a carico di una compagna per la presenza al presidio del 14 Febbraio 2008 davanti all’ospedale S.Orsola a Bologna. Il 14 febbraio è stata una giornata di manifestazioni spontanee in tutte le città promosse dalle donne indignate per il bliz all’ospedale di Napoli.

Una denuncia a una sola persona per una manifestazione che radunava quasi 1000 donne e uomini: abbiamo ragionevoli motivi per pensare che non sarà l’unica. Per questo teniamo alta l’attenzione e continuiamo a lavorare." 

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"La rete delle donne di Bologna afferma con forza tutta la solidarietà alla compagna di "Quelle che non ci stanno" indagata per la manifestazione del 14 Febbraio davanti al Sant’Orsola.

Quel
presidio, seguito da un corteo spontaneo e non autorizzato, è stato
convocato proprio dalla nostra rete, attraversata da tante e diverse
realtà, tante e diverse donne che rivendicano la scelta di scendere in
strada per la difesa dei diritti delle donne.

Il 14 febbraio 2008, come
in tante città d’Italia abbiamo manifestato in mille, cariche di indignazione per il blitz della polizia al Policlinico di Napoli,
per la criminalizzazione di una donna che aveva subito un aborto
terapeutico, la strumentalizzazione di un’esperienza che ha portato
alla stigmatizzazione sistematica di tutte le donne e del diritto di
scegliere delle nostre vite.

Ed in mille dobbiamo ora restarci a
fianco, e difenderci da un clima politico che anche a Bologna sta
portando ad una dura rappresaglia nei confronti del movimento delle donne
e delle istanze che porta avanti. Alla compagna indagata diciamo che ci
siamo e le siamo e staremo vicine. Alle donne che è necessario andare
avanti, senza lasciarci intimidire."

Rete delle donne di Bologna

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali.


2 Responses

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  1. fuoriposto says

    fammi capire , è stata fatta una manifestazione non autorizzata e ci si lamenta della denuncia?
    guarda che con il diritto di voto e parola si è ottenuto anche il diritto ad una denuncia e persino quello ad una sacrosanta manganellata quando si viola la legge.

    questo i compagni e le compagne devono capirlo e riproporre l’inviolabilità delle donne rispetto alla legge è ripetere, capovolgendo, la logica patriarcale : INACCETTABILE.

    sul caso di Napoli sorvolerei se fossi in te… si tratta dell’innesco di scarsa organizzazione della sanità sui soliti abusi della 194 (la donna non era in pericolo , ha deciso di abortire per una malattia del nascituro , sulla cui gravità si potrebbe discutere cioè ha abortito fuori da un rigoroso rispetto della 194 ) strumentalizzato malamente dal campo abortista

    saluti

    p.s.
    i diritti delle donne NON ESISTONO come non esistono quelli degli uomini, quelli dei neri o degli ariani, quelli dei ricchi o dei poveri, quelli degli atei e dei credenti;
    esistono i diritti dell’ INDIVIDUO che vanno declinati opportunamente a seconda delle sue specificità.

    personalmente provo un certo fastidio a sentire parlare di diritti di gruppi umani limitati.

  2. Rosa says

    Adesso di questo passo una donna non puo nemmeno parlare e dire la sua, e sopratutto se si tratta del suo corpo..roba da pazzi non ho parole!!!