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Parliamo di in-dipendenze

Indipendentisti del Kosovo 


Zurigo
è una città strana. La
vedi così nordica eppure sembra un porto di mare. Una volta vidi un
corteo di kurdi numerosissimo. Mi dissero che ce ne sono tanti e io mi
convinsi che i cartelloni pubblicitari fascisti non dovevano avere un
gran seguito. Stavolta ho visto i kosovari a fare casino con le auto,
tutte in fila con i clacson sparati a festa e le bandiere che
sventolavano dai finestrini. Tifo da stadio per una giornata di
festeggiamenti per l’indipendenza. I russi si oppongono. Gli europei
fanno i fessi. Gli americani naturalmente hanno riconosciuto il loro
stato.


"
Sono come gli israeliani in palestina" – mi dicono amici di sinistra – "sono arrivati, hanno fatto figli, hanno via via occupato territori e ora ne hanno rivendicato la proprietà".
Specificano che in quei territori c’e’ un bel pezzo di memoria storica,
di patrimonio della serbia e che ci sono anche un bel po’ di risorse. E
ora vogliono tutto per se’. Come gli israeliani in palestina per
l’appunto. Ma io non capisco. Della storia dei balcani so veramente
poco e quello che so parla di stupri e di pulizia etnica. So anche che
gli italiani hanno fatto un po’ di danni e che la cooperazione
internazionale ha fatto girare tanti bei soldini che spesso sono stati
dati in gestione alla mafia locale. Tutte notizie non certe. Niente di
verificato. Perciò non so dire. L’unica cosa che so è che non mi
avrebbe sorpreso vedere gli uomini che sfilavano con le bandiere con
dei mitra in mano. Aria di guerra.


A pelle

mi pareva di sentire tanta aggressività nell’aria e se qualcuno si
fosse opposto non so che tipo di reazione avrebbe stimolato. Tifo da
stadio. Uomini in preda ad una eccitazione che mai nessuno si
sognerebbe di definire "isterismo" perchè quello è in maniera
sessista e misogina attribuito alle donne. Ma gli uomini che si perdono
in dimensioni così irrazionali, come disse provocatoriamente una
sociologa americana, non dovrebbero avere forse neppure il diritto di
voto.

Quelle "isteriche" che difendono la 194 


In Italia
di isterismo ha parlato l’Avvenire
attribuendolo alle donne che difendono la 194. Non hanno avuto il
minimo dubbio nel dire che Silvana è stata quasi aggredita dalle donne
che le hanno espresso piena solidarietà in moltissime piazze d’Italia.
Hanno dimenticato di essere tra i maggiori fomentatori di intolleranza
e odio misogino e sessista di questo paese e denunciavano l’uso
strumentale della terribile storia accaduta a Silvana. Uso strumentale
di chi? Forse intendevano rivolgersi a ferrara che è oramai prossimo
alla candidatura a sindaco di roma – e apriti cielo, evidentemente per
toglierselo dalle scatole in campagna elettorale nazionale l’hanno
dovuto piazzare lì a concentrarsi nella città col cupolone. E in
effetti bisognerebbe anche dirlo al ferrarone – che rivedremo in un suo personalissimo otto marzo
contro l’autodeterminazione delle donne –  che mostrare i testicoli
insistendo su un fatto che riguarda una donna già sufficientemente
ferita non è molto carino.


Circa
l’isteria riassumo
qualcosa – dato che sta tornando in voga – riservandomi di tornarci su
con più dettagli e con tanti begli aneddoti che sono sicura vi
piaceranno. Vi basti solo sapere che è una patologia inventata da
illustri medici tanti secoli fa e ovviamente sostenuta da tante culture conservatrici,
patriarcali e sessiste, per definire sintomi che si potrebbero
sintetizzare con poche parole: le donne erano sessualmente
insoddisfatte. Per più di duemila anni vergini, sposate, suore, vedove
sono state curate del male de "l’utero" attraverso massaggi pelvici. I
medici più eccelsi prescrivevano, quando possibile, matrimoni e
rapporti sessuali con poderose prestazioni dei mariti che dovevano
prendere le donne con la forza e lasciarle gravide. Si trattava di
"stupri" terapeutici con prole successiva. L’utero era per Platone una
cosa che si spostava nel corpo della donna e che causava tantissimi
problemi sino a quell’ansimare tipico della donna che sta per avere un
orgasmo.


La sessualità
è sempre stata
di tipo androcentrico. Tutto doveva ruotare attorno alla penetrazione e
al coito. Una donna che osava non godere con la penetrazione e non
gioire nell’essere abbondantemente innaffiata – come una pianta –
durante l’eiaculazione era immediatamente giudicata una malata.
Immaginate che il vibratore fu inventato proprio per realizzare il
necessario massaggio pelvico senza l’uso delle mani e in minor tempo [da "Tecnologia dell’orgasmo: isteria, vibratori e soddisfazione sessuale delle donne" di Rachel Maines].
Medici e levatrici guadagnavano cifre immense per masturbare le donne.
Dopo Freud la questione assunse un altro aspetto più consapevole anche
se per certi versi ancora più pernicioso: l’isteria delle donne
derivava da insoddisfazione sessuale ma questa a sua volta dipendeva da
traumi infantili.


Così
ancora una volta gli
uomini venivano deresponsabilizzati ed evitarono di interrogarsi e
rimettersi in discussione e continuarono ad imporre il proprio modello sessuale alle donne. Si deve a lui – Freud – peraltro la geniale separazione
dell’orgasmo clitorideo e di quello vaginale. Per anni si è pensato che
il fine necessario dovesse essere l’orgasmo "vaginale" e che l’orgasmo
"clitorideo" fosse solo un contentino, una roba di riserva di minore
valore che stava a definire un difetto, una incapacità della donna. Le
ricerche di kinsey e il rapporto hite però hanno
ampiamente dimostrato che la maggior parte delle donne ha orgasmi
clitoridei. Non si tratta dunque di una cosa secondaria ma
indispensabile nel copione del "dar piacere alle donne".


Cosa
si intende per modello
sessuale androcentrico? Vuol dire che gli uomini hanno continuato a
pensare che le donne che non avessero l’orgasmo a seguito di una
penetrante penetrevole penetrazione – lunga, dura, rotonda, massiccia,
modello trapano black&decker – fossero necessariamente "frigide"
e che quelle che volevano continuare a fare sesso dopo la fine del
coito dell’uomo – probabilmente perchè esigevano di arrivare anch’esse
all’orgasmo – fossero delle "ninfomani". La sessualità delle
donne veniva vissuta, e spesso funziona così ancora adesso, solo come
scia dipendente dalla eiaculazione maschile. Per gli uomini ammettere
che le donne hanno soprattutto orgasmi indotti dalla stimolazione della
clitoride è come subire un fallimento. Ad oggi siamo passati dalla
patologizzazione della sessualità femminile a quella maschile se non
affine al modello androcentrico. Se la donna non viene, non gode, non
ha l’orgasmo i medici fanno a gara per definire ricette curative della eiaculazione precoce dell’uomo e della sua piccolezza del pene.


Da lì
derivano i viagra e
tutta un’altra serie di interventi che ora prevedono persino la
possibilità di far diventare il pene come la versione
cilindrica della tour eiffel. Per gli uomini resta ancora
indispensabile dimostrare che comunque il piacere delle donne deve
dipendere dalla loro capacità, bravura, magnificenza, eccellenza. Come
ai tempi del massaggio pelvico terapeutico oggi qualche volta capita di
trovare quello che censura la voglia delle donne di masturbarsi. Tanti
secoli fa era vietato da tutta una serie di norme restrittive. Oggi
parrebbe essere offensivo per il partner che ancora esige di non essere
ferito nell’orgoglio. Sono dunque più di duemila anni di storia in cui
le donne rinunciano a viversi, cercare, esigere una sessualità
soddisfacente per se’ perchè devono continuare a sostenere l’autostima
maschile. Ma su questo punto come dicevo torneremo prestissimo.

Indipendenza dai partiti 


L’altra
cosa che vorrei commentare riguarda un comunicato fatto dalla presidentessa dell’UDI – unione donne italiane – che ha affermato che a roma non è successo nulla di quanto dichiarato dalle altre partecipanti.
In realtà – afferma – si sarebbe trattato di una questione che ha
riguardato solo una donna con salivazione abbondante. Penso al
comunicato Udi e alle affermazioni sull’Avvenire e l’analogia mi salta
subito all’occhio. In entrambi i casi si definisce la diversità con una
grossa bugia e stigmatizzandola in negativo.


Che dire
: si capisce che siamo
in campagna elettorale e che per alcune è opportuno fare una
distinzione tra buone e cattive, estremiste e moderate. Si capisce
anche che l’Udi è una organizzazione vicina alla ministra Turco. Si
capisce poi che per la giornata del 14 non era forse prevista una partecipazione così massiccia, spontanea e variegata delle donne e
in effetti deve essere frustrante per quelle donne che agiscono
funzionalmente ai partiti non potersi accreditare quel risultato come
proprio.


E’ comodo
per la ministra
turco venire giù dal ministero, farsi un giro di dichiarazioni stampa
tra le donne autorganizzate e buttare lì all’ultimo momento la proposta
di obbligare la presenza di un medico non obiettore per ogni presidio.
Non poteva pensarci prima? Così a ridosso della campagna elettorale
sembra una affermazione abbastanza opportunistica, no? Come si fa a
crederle dopo aver assistito alla sua partecipazione a otto e mezzo con
ferrara dove ha affermato che il documento dei ginecologi romani è
ineccepibile?


Infatti
io non le credo e mi
piacerebbe davvero moltissimo se le donne dimenticassero di portare
risultati ai partiti per ricominciare ad immaginare di portare a casa
risultati per se’ e per tutte le donne. Cioè: le donne, e lo dico da
sempre, non sono tutte assolte perchè in possesso di organi genitali femminili. Bisogna pure che i gruppi un po’ "corporativi" di "femministe"
riconosciute mollassero il passo alle donne che arrabbiatissime
arrivano da lontano dopo aver costruito passo per passo strumenti,
pratiche, kit di soccorso e nuovi linguaggi per distinguersi da quella
che oramai era diventata soltanto una presenza apatica al femminile
nelle istituzioni.


Volendo
essere buone diciamo
che le donne spesso sono state disattente e qualche volta è successo
che hanno impedito a quelle più attente di poter agire in termini
politici. Perchè? Solo perchè non erano iscritte al loro partito e
questo, in generale e per alcune donne purtroppo conta. Perciò è
necessario ragionare. Perciò sarà bello vedersi il 23 e 24 febbraio a Roma.
Scazziamoci con parole nostre e senza prendere in prestito quelle degli
uomini di partito, se li frequentate. E poi ciascuna di noi, in luoghi
e persino in modi diversi svolgerà meglio il proprio compito.

**********

—>>>Foto da *Fat Feminism*: Spock does fat.
Perchè mi piace? Perchè ci restituisce l’immagine delle donne vere, non
dipendenti da modelli patinati e prestabiliti da regole patriarcali e
del mercato, quelle senza liposcultura che mostrano con orgoglio le
pance sbracate dalle dilatazioni dell’utero, la pelle dilatata dalla
ritenzione idrica – conseguenza di robe ormonali, mestruali, cicliche.
Perchè i nostri corpi non sono statue e non sono di pietra. Quello che
ci succede per fortuna si vede. Così capiamo di essere vive.

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio, Sensi.


9 Responses

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  1. robbi capp says

    ciao, in tema di “riparliamone”, locuzione molto di moda quando si parla di conquiste degli ultimi 30 anni da rimettere in discussione, vi suggerisco la mai troppo adulata Paola Cortellesi ospite nella trasmissione della Dandini.
    Grandissima!

  2. FikaSicula says

    anselma mi pare perfetto :)))

  3. no-vat says

    :)))))))))))

    da oggi comunque per femminismo a sud sarò anselma, che ne dici?

  4. FikaSicula says

    e noi voleremo più fantasiosamente di tutt* 🙂
    la ricetta te la do presto. anzi la cassata prima o poi te la faccio e te la mando. sempre che riesca a recuperare la ricotta sicula 😛

  5. no-vat says

    io temo tutto ormai
    ci vuole un volo della fantasia per smascherarli

    e comunque la ricetta per cucinare la cassata la voglio anch’io

  6. FikaSicula says

    Grazie Moltitudini 🙂
    e benvenut*!

    no-vat: io temo di più questa cosa qui: manifestazione della triplice sindacale al femminile per l’otto marzo
    questa diventa il seguito alla dichiarazione dell’Udi. Come si può vedere quando il partito chiama le donne non fanno fatica ad annullare lo sforzo di altre donne.

    bimbovic 🙂
    neppure io ho mai sbavato!
    il volo pindarico è bello si. io non ce la faccio a ragionare per compartimenti stagni. noi siamo individue complesse e la prossima volta aggiungo anche una ricetta per cucinare la cassata alla ricotta 🙂
    a sabato!!!

  7. bimbovic says

    Io non ho mai sbavato! ‘Sta storia dell’UDI è davvero imbarazzante…
    Comunque niente male il volo pindarico dal Kosovo alla Turco…
    Di la verità che la foto l’hai presa dal sito di the l word!
    A sabato! Porto un pò di germi a tutte!!!

  8. no-vat says

    Fika sicula, la presenza dell’elefantone in piazza l’8 marzo è un problema da non sottovalutare.

    bisognerà parlarne nella due giorni romana per evitare che oscuri le donne con la sua presenza, il suo obiettivo è quello

    chiaramente, sai chi sono…

  9. moltitudini says

    Trovato questo sito su “ok notizie”.
    bello, voterò “ok”.