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Aborto-express: dopo il prezzemolo il cytotec


di Flavia Amabile 


Innanzitutto
ci vogliono quattordici euro, e non dovrebbe essere difficile procurarseli. Poi è necessaria una prescrizione di un medico, e qui invece qualche problema potrebbe esserci. Se però avete i soldi e il foglietto debitamente firmato, possedete il kit completo per il moderno aborto clandestino. Tramontati i tempi dei ferri da calza e degli spilloni, chi ha bisogno di aggirare la 194, la vergogna, i rimproveri di mamma e papà, gli anatemi di clericali e teo-dem, si affida al Cytotec, l’aborto-express come lo chiamano in un blog in spagnolo frequentatissimo dalle sudamericane in Italia, un farmaco che fra i suoi effetti ha anche questo: interrompere le gravidanze.


«Gli aborti
clandestini
stanno aumentando, ora che la 194 è sempre meno applicata», hanno gridato le donne scese in piazza sabato 9 febbraio per la no-Vat, la manifestazione contro il Vaticano. «C’è un surplus di 14 mila aborti spontanei che risulta dai dati Istat e che nessuno sa che cosa rappresentino», denuncia Bruno Mozzanega, ricercatore cattolico della Clinica Ginecologica di Padova. Se fate un giro nei reparti di ginecologia degli ospedali italiani i medici ve lo confermeranno e vi parleranno proprio di questo farmaco dalla crescita impossibile da racchiudere in un numero: il Cytotec viaggia per cammini oscuri, nascosti ai più se non quando qualcosa va male, ed è necessario fare ricorso a un ospedale.


Il Cytotec
sembra fatto apposta per superare ogni divieto. Di per sé sarebbe un gastro-protettore, da prendere quando si ha l’ulcera. Provoca anche forti contrazioni uterine e quindi l’aborto, ma questo è solo uno dei suoi effetti collaterali: in Italia è regolarmente registrato e in vendita in scatole da 50 pasticche bianche esagonali grandi più o meno un centimetro. Nessun medico può rifiutarsi di prescriverlo opponendo la sua obiezione di coscienza. E i farmacisti possono al massimo sostenere di non averlo e chiedere al loro grossista di inviarlo nel più breve tempo possibile. Anche perché come possono sapere il medico o il farmacista se davanti hanno una donna incinta o una donna sotto stress?


Fino al 2006
acquistarlo era uno scherzo, nemmeno la prescrizione era necessaria. I ginecologi hanno iniziato a capire che l’ulcera c’entrava poco o nulla quando si sono trovati a dover soccorrere in ospedale sempre più donne quasi in fin di vita con emorragie troppo forti per non destare sospetti. E alla fine le donne hanno ammesso: si erano imbottite di queste pillole per le quali la casa madre, la Searle, non solo non ha mai autorizzato l’uso come abortivo ma ha anche ufficialmente messo in guardia dal farlo. L’hanno sottolineato due mesi fa in un’interrogazione parlamentare molti onorevoli del centro-destra, da Pierferdinando Casini a Bruno Tabacci e Elio Vito, per chiedere un intervento del ministro della Salute. In un documento diffuso dalla Direzione scientifica della Searle, e firmato dal dottor Michael Cullen, si leggeva, infatti: «L’uso off label del Cytotec nelle donne in gravidanza ha prodotto seri eventi avversi, tra cui la morte materna o fetale; l’iperstimolazione uterina, la rottura o perforazione dell’utero, emboli da fluido amniotico, emorragie severe, ritenzione placentare, choc, eccetera».


Tanto clandestino
il suo uso, insomma, da non essere riconosciuto nemmeno dalla casa madre. E da lasciare quindi i medici in balia degli eventi. Bruno Mozzanega in un anno e mezzo come responsabile del servizio di guardia della sua clinica ne ha viste passare sei di donne con emorragie da Cycotec. Ha segnalato il pericolo finché nel 2006 l’Aifa, l’Associazione italiana per i farmaci, ha introdotto l’obbligo di vendita dietro presentazione di una ricetta medica non ripetibile e nominale, da conservare per sei mesi.


Risultato?
«E’ nato un fiorente mercato nero», spiega Silvio Viale, ginecologo di provata esperienza radicale, quello che ha introdotto la sperimentazione della pillola abortiva RU 486 all’ospedale Sant’Anna di Torino. Perchè non tutte possono farsi fare una prescrizione: non può farlo un’extracomunitaria senza permesso di soggiorno, ad esempio, nè un’italianissima minorenne incappata nella classica inesperienza sua e del suo partner. E allora che cosa fanno?


Le extracomunitarie
se la sbrigano con poco. Si rivolgono ai medici loro connazionali e si procurano in tempi rapidi le pasticche. Arrivano dalla Cina sulle navi insieme con i giocattoli e gli oggetti cheap, oppure dalla Romania ben annegate fra i vestiti di una normale valigia. Le minorenni qualche difficoltà in più possono incontrarla ma a venire loro in aiuto è il passaparola. Internet, innanzitutto. E’ tutto un fiorire di siti dove le pillole vengono vendute e comodamente spedite a casa. Ma ci sono anche indirizzi come www.womenonwaves.org, vere e proprie guide all’aborto-express con informazioni fin nei minimi dettagli. E alle ragazzine si consiglia come eventualmente mentire al farmacista per procurarsi il Cytotec ma anche di quali siti non fidarsi per gli acquisti online.


Le minorenni
più sprovvedute – quelle che proprio non riescono a convincere il farmacista che, ad esempio, la nonna ha l’ulcera, o quelle che non hanno una carta di credito personale o di un amico per comprare il Cytotec in rete – possono avvicinare una rumena o andare nei negozi cinesi della loro città: una confezione non gliela negherà nessuno. Certo, a patto di pagarla qualche euro in più rispetto al prezzo della farmacia.


A questo punto
la prima serie di difficoltà è superata. Resta l’ultima, la più rischiosa: prendere le pasticche. «E’ necessario essere informati sul suo uso – spiega Viale – Bisogna sapere che l’aborto non è mai immediato ma si ottiene con piccole dosi ripetute di pasticche a intervalli regolari. Non si deve eccedere rispetto alle dosi indicate altrimenti si corrono forti rischi». Possibilità di fallimento? «In un recente studio dell’Oms sulle interruzioni fino a 9 settimane la percentuale di aborti completi è stata superiore all’80%, gli aborti interni incompleti il 15% e i fallimenti il 5%», cita Viale.


Insomma
il Cytotec non funziona solo per due donne su dieci.  E allora  si fanno ricoverare per aborto spontaneo e ottengono comunque quel che volevano. «Alla fine è un metodo dal risultato garantito – avverte Bruno Mozzanega – in cui l’aborto non lascia alcuna traccia e quindi è evidente che le pratiche clandestine possono essere molto più numerose di quanto si pensi». Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita prova a azzardare anche una stima: «Almeno il doppio delle cifre ufficiali se si aggiungono anche gli aborti causati dal Cytotec o dalla pillola del giorno dopo, e quindi la 194 va rivista». Ma dal fronte laico Silvio Viale rilancia:. «E invece è proprio questa la dimostrazione che la 194 è necessaria, anzi va ancora di più liberalizzata. Le donne abortiscono comunque, bisogna garantire loro le condizioni di salute migliori per farlo». Il dibattito è aperto.

—>>>QUI un altro articolo che parla del Cytotec come di legittima difesa. Un motivo in più per non lasciare che le donne abortiscano in clandestinità e senza la adeguata assistenza medica. 

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali.


10 Responses

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  1. FikaSicula says

    assolutamente no 🙂
    secondo me non hai detto nulla di illegale. bisogna che tu specifichi che il cytotec è un gastroprotettore e che fa male. per il resto è tutto ok. tranquillo!

  2. Sandro kensan says

    Ok, specificherò meglio la questione del cytotec ma la questione principale non me l’hai chiarita: domani vengono a prendermi quelli della poizia postale secondo te?
    È una pura infondata?

  3. FikaSicula says

    ciao sandro 🙂
    hai fatto una buona sintesi. solo dovresti forse meglio specificare che il cytotec non è un farmaco abortivo ma serve ad altri usi e prenderlo non è sicuro perchè comunque può causare dei problemi alla salute. per il resto mi sembra tutto bene.
    ciao

  4. Sandro kensan says

    Molto interessante l’articolo di Flavia, mi ha ispirato e ho scritto un breve testo sulla Ru 486 e sui servizi di women on waves.

    Ho tentato di linkarlo su wikipedia e mi hanno detto che era un testo illegale, allora l’ho modificato in modo che fosse il più legale possibile, non vorrei avere grane.

    Mi chiedevo cosa ne pensate voi e in particolare fikasicula:

    http://www.kensan.it/articoli/Ru_486.php

  5. FikaSicula says

    Francesco su questo sono d’accordo. nel senso che allo stato attuale lo status anagrafico del feto è inesistente. non è classificato in quanto nato e quindi persona avente diritti giuridici.
    quello che dall’altra parte tentano di fare e attribuire questi diritti giuridici per sottrarli alla donna, è vero. quindi si. bisogna fare in modo che non si modifichi l’ordinamento attuale e si deve insietere per l’abrogazione della legge 40, quella sulla procreazione medicalmente assistita che è l’unica ad attribuire diritti all’embrione. poi bisogna stare attenti ai regolamenti funerari, già hanno modificato quello della lombardia, che dichiara l’obbligo di sepoltura dei feti abortiti.
    secondo i regolamenti funerari nazionali si seppelliscono cadaveri, cioè persone nate cresciute e poi morte. ciò significa che chi è ritenuto responsabile di quella morte viene accusato di omicidio…
    insomma si, ho capito cosa volevi dire e hai ragione.

  6. Francesco says

    FikaSicula, è vero che non ha senso legiferare su una cosa che riguarda il sentire privato.
    Il problema è che, se passa l’idea che l’embrione è un essere umano, la gravidanza esce dalla sfera del sentire privato: non è più un affare tra te e te, ma tra te e un* altr* cittadin* temporaneamente residente nel tuo utero.
    Anzi, si arriverebbe al punto in cui, se una gestante dovesse malauguratamente ruzzolare per le scale e causare così la morte del feto, la stessa sarebbe imputabile di omicidio colposo.

  7. FikaSicula says

    irene io spero che la rifondazione comunista ti ripaghi di tanta fiducia. io l’ho persa quando ho visto che votavano il rifinanziamento della missione dei militari in afghanistan, quando non si sono ribellati sui pacs, quando bertinotti ha dichiarato rispetto per le dichiarazioni del papa e altre cosine così…
    perchè quando si governa non si fafinta di opporsi a se stessi solo per non perdere i voti della piazza che si autorganizza. se si governa si governa, secondo me. oppure, dignitosamente ci si dimette e basta, no?

    francesco io non sono d’accordo sulla linea che consigli perchè non si stabilisce per legge una cosa che riguarda il sentire privato. bisogna semplicemente lasciare che ciascuna abbia diritto al suo sentire e lo viva di conseguenza. poi: se si lavora sull’educazione sessuale e sulla prevenzione l’aborto si può evitare.
    in quanto alla annunziata credo che abbia visto un’altra manifestazione di un altro stato… 🙂

  8. Francesco says

    Credo che quello dell’aborto clandestino sia un argomento buono a convincere solo chi è già convinto.
    Mi spiego: dal loro punto di vista, di quelli che vedono l’embrione come un essere umano e l’aborto come un omicidio, è più che giusto che la donna soffra e rischi la salute se cerca di abortire (leggi: uccidere un altro essere umano).
    Anzi, se riuscissero a togliere la 194, scommetto che sarebbero i primi a pubblicizzare gli effetti nocivi dell’aborto-express o di altre pratiche abortive clandestine, ma non per questo si sognerebbero di fare un passo indietro.

    Secondo me bisognerebbe battere su 3 punti:
    1) Il feto non è un essere umano finchè non ha un sistema nervoso completo.
    2) Se non è un essere umano è parte del corpo della donna.
    3) In quento tale, la donna ne può disporre come vuole.

    Credo sarebbe utile anche cercare e rileggere dibattiti e discussioni che sicuramente ci devono essere stati quando è stata scritta la legge. Se qualcun* di voi lavorasse in un’emeroteca potrebbe recuperare il materiale e scansionarlo.

    L’avete letto l’articolo dell’Annunziata? :O
    http://www.lastampa.it/…log=25&ID_sezione=29
    Commenti al riguardo?

  9. Irene says

    Ciao a tutte!
    Credo sia una vergogna questo recente attacco alla legge 194. Per quanto ancora dovremo essere costrette a incassare colpi mirati a distruggere i nostri diritti e la nostra dignità di donne? Credo sia venuto il momento di dire BASTA. E’ necessario scendere in piazza numerosissime; solo allora non potranno più ignorarci. Come militante del Partito della Rifondazione Comunista (Sinistra Arcobaleno), posso garantire che il mio partito intraprenderà una grande campagna a favore della nostra causa.

    Un gande abbraccio a tutte coloro che sono ancora capaci di indignarsi.
    Irene

  10. Crocco1830 says

    Questa è la dimostrazione che sul fronte della garanzia dei diritti della donna, di potere liberamente decidere di abortire. Vuoi per il timore di venire descritta con un cappuccio nero a coprire il volto; vuoi per le paure di parlarne; vuoi perchè troppe volte nelle strutture ospedaliere il 100% dei ginecologi sono obiettori; vuoi per altri motivi; rimane l’importanza di rilanciare efficacemente la legge 194.