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Il bastone e la carota

L’11 febbraio di tanti tanti anni fa un signore chiamato Mussolini stipulò con la chiesa cattolica i Patti Lateranensi.
“Un accordo nuovamente confermato nel 1984 dall’allora presidente del
Consiglio Bettino Craxi, e che alla fine della seconda guerra mondiale
aveva trovato supporto nell’articolo 7 della Costituzione, con il
placet del "Migliore", Palmiro Togliatti. Si potrebbe dire tutti
politicamente colpevoli, dunque; nessuno escluso tra fascisti e
comunisti di primo pelo, con la ciliegina sulla torta posta dal
socialismo italiano moderno di timbro craxiano.”[Fonte]


Per questo
motivo ogni anno in questi giorni si realizzano iniziative che mettono in discussione il concordato
e che dicono con fermezza che il potere temporale della chiesa
cattolica non può e non deve sconfinare sino all’ingerenza negli affari
dello Stato. Questa cosa invece accade soprattutto in Italia. Persino
nella cattolicissima Spagna oramai i preti vengono rimessi al proprio
posto se si permettono di dire ai politici cosa fare nell’esercizio
della loro funzione parlamentare e di governo. Nella stampa spagnola si
può leggere spesso come la risposta dei politici sia di rimprovero per
i preti o di invito a candidarsi alle elezioni e a partecipare al gioco
democratico con gli strumenti che mette loro a disposizione lo Stato.


In italia
invece, ultima roccaforte del papa, la prova di forza è ai
massimi livelli. Come se la chiesa dovesse dimostrare il suo potere
proprio a partire da casa sua. Come se si sentisse delegittimata a
“ordinare” alle donne di non abortire in giro per il mondo mentre le
donne dello stato che ospita il Vaticano possono farlo senza essere
messe in carcere e con una assistenza medica adeguata in virtù della
depenalizzazione dell’aborto voluta con il referendum del 1978 che
permise la composizione della legge 194.


Come
succede a certi padri padroni siciliani che si permettono di
criticare il comportamento della figlia di qualcun altro. Una delle
critiche più ovvie – e maschiliste – è: “va viriti a tto’ figghia!
[Guardati tua figlia, prima di venire a giudicare la mia!]. Ergo: se
quella che considera sua figlia pecca di libertinaggio allora non avrà
egli il diritto di dire alcunché sulle figlie altrui. La scelta che gli
resta obbligata è quella di mandare alla gogna la propria figlia per
dimostrare tutta la sua incorruttibile intransigenza.


Questa
cosa, sciocco pensiero di una domenica in attesa che il ragù si
compia, mi rimanda al fatto che sulle donne italiane – o forse persino
europee – non si sta realizzando solo una delle tante guerre
estemporanee che la chiesa mette in atto. Le donne italiane sono
oggetto della crociata più crociata di tutte. Sulla nostra testa si sta
compiendo forse quella riaffermazione, restaurazione del potere
temporale sul potere terreno che la chiesa – chissà in nome di quale
follia – ha deciso di realizzare.


Che motivi
può avere tutta la gerarchia ecclesiastica di pianificare il
sacrificio delle donne nel 2008? L’avanzata dei turchi? La resurrezione
dell’impero ottomano? Sta perdendo clienti? Deve dimostrare che solo
chi è cattolico ha diritto di controllare le fonti energetiche
disponibili nel mondo? Di che si tratta dunque? Mi piacerebbe proprio
saperlo…

Se così non fosse non sarebbero comprensibili sparate degne di Mussolini e dell’altro fascistone d’oltreoceano Roosevelt
che tentano di attribuire ruoli “patriottici” alle donne elevate al
rango di “protagoniste di uguaglianza in dignità” come già accadde
appunto nel periodo fascista e nel bel mezzo della seconda guerra
mondiale in america.

Durante il fascismo alle donne veniva affidato il compito di
“fabbricare” la “giovine italia”. I figli della lupa, come li
chiamavano allora, che dovevano essere pronti per l’esercito o per la
croce rossa. Le donne erano utili alla patria nei ruoli di cura e le
donne italiane rimasero ferme a quel ruolo fino a che, nel dopoguerra e
in fase di sviluppo economico e industriale, non fu chiesto loro di
prendere posto in fabbrica perché dopo la guerra di uomini ne erano
rimasti pochini.

Nella america della seconda guerra mondiale le donne presero in molti
campi il posto dei mariti impegnati nella guerra e furono necessarie
persino per la realizzazione di armi e mezzi utilizzati dall’esercito.
Avevano già acquisito il diritto di voto,
assieme alle donne inglesi che lo ottennero nel 1918 mentre le italiane
lo ebbero solo nel 1946, ma cio’ nonostante alla fine della guerra
furono obbligate a tornare a casa a fare le mogli e le madri.


L’elevazione
delle donne al rango di pari dignità è quindi sempre stata
funzionale a qualcosa. Le donne erano tuttalpiù supplenti a tempo ma
mai titolari di ruolo.


C’e’ poi
quell’altra storia del bastone e la carota che servono per
tenere buone le bestie a fare il lavoro che l’uomo le ha destinate a
svolgere mentre fa ritenere loro che quello può essere l’unico lavoro
possibile perché naturale e infine le abitua a dipendere da quella
carota come se quelle non sapessero ottenerla da sole.


Riassumiamo
: sulla nostra testa e sui nostri corpi si sta compiendo una
guerra “secolare”. In nome e per conto di questa guerra la chiesa ha
bisogno anche di far credere che in casa di questo signor dio si sta
meglio che in casa di allah e quindi inizia a parlare di diritti delle
donne come si trattasse della pratica hippy di una dottrina che sta per
darsi appuntamento a Woodstock. Parlare di diritti della donna dopo che
le hanno, ci hanno, proibito di scegliere, di autodeterminarci, di
avere altre possibilità sessuate fuorché quelle etero, di avere altre
chance personali ed economiche fuorché il dover dipendere dalla
“famiglia”, è come darci la carota dopo averci preso a lungo a
bastonate.

Si tratta di una carota che personalmente trovo molto offensiva e provo a spiegarvi anche il perché:

–    il papa  si schiera ancora una volta “per la famiglia
tradizionale, contro le politiche e le culture che tendono a offuscare
le differenze sessuali "iscritte nella natura umana"
.


Vuol dire
che io sono libera fino a che faccio figli e me ne sto bella
tranquilla a farmi massacrare in una famiglia “tradizionale” che è ad
altissimo rischio dato che è lì che si verifica il 90 % delle violenze
contro le donne per mano di un uomo. Non sono più libera se scelgo di
sottrarmi da questa scelta, se non faccio figli, se li voglio ma sono
lesbica.

 –    in questo articolo si dice che il papa “ha
criticato la persistenza di “una mentalità maschilista, che ignora la
novità del cristianesimo, il quale riconosce e proclama l’uguale
dignità e responsabilità della donna rispetto all’uomo. Ci sono luoghi
e culture dove la donna viene discriminata o sottovalutata per il solo
fatto di essere donna, dove si fa ricorso persino ad argomenti
religiosi e a pressioni familiari, sociali e culturali per sostenere la
disparità dei sessi, dove si consumano atti di violenza nei confronti
della donna rendendola oggetto di maltrattamenti e di sfruttamento
nella pubblicità e nell’industria del consumo e del divertimento.
Dinanzi a fenomeni così gravi e persistenti ancor più urgente appare
l’impegno dei cristiani perché diventino dovunque promotori di una
cultura che riconosca alla donna, nel diritto e nella realtà dei fatti,
la dignità che le compete
” […] “Quando, pertanto, l’uomo o la
donna pretendono di essere autonomi e totalmente auto-sufficienti,
rischiano di restare rinchiusi in un’auto-realizzazione che considera
come conquista di libertà il superamento di ogni vincolo naturale,
sociale o religioso, ma che di fatto li riduce a una solitudine
opprimente
. […] Inoltre, è necessario che anche alla donna sia
reso possibile collaborare alla costruzione della società, valorizzando
il suo tipico "genio femminile
".


Traduco
: le donne devono stare in famiglia ma se gli uomini continuano
ad ammazzarle è chiaro che le donne col cavolo che si lasciano
abbindolare sulla salvifica e “naturale” prospettiva familiare. Perciò,
oh uomini, siate furbi, collaborate e non rompete le righe. Provate a
picchiarle senza lasciare lividi evidenti.

Le donne inoltre non
devono pensare che è l’uomo quello cattivo. Così indichiamo un altro
nemico della “dignità” femminile: le veline. Per la prossima stagione a
mediaset vedremo donne senza scossa e soubrette coperte fino alla
caviglia. L’industria del divertimento ridiventa sottoposta alla
censura che tagliava i baci nelle pellicole.


Se sei donna
e
pretendi di realizzarti in senso individuale bisogna dire di te che sei
infelice, ridotta ad “una solitudine opprimente”, insoddisfatta ed
incompleta (Chi gliel’avrà poi data questa notizia, mah!). Giammai deve passare l’immagine della donna senza la
famiglia che se ne strasbatte ed è ultrafelice di poter gestire il
proprio tempo e la propria vita senza problemi.


Si riaprono
le
porte alle donne con la scusa della valorizzazione del “genio
femminile”, vale a dire che le rimettiamo a operare negli asili e nelle
scuole materne. Donne architetto o avvocato ovviamente non ce ne devono
essere.


Il bastone e la carota.

Per consolarvi vi lascio con qualche link che rimanda a foto (da cui ho rubato quelle che potete vedere in questo post), cronache scritte e audio (a cura di Radio Onda Rossa) della No Vat di ieri.

—>>>Ancora foto e video, video, il video di donna tv, foto, l’articolo da Il Manifesto, su No Vat

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


11 Responses

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  1. IMANE says

    ciao che io penso che l’aborto evita avere il malheureus di bambino sulla terra!lui ya degli adolescenti di ragazze che cadono ogni giorno incinta!suo sua nonna non il consiente!! incapace prendersi cura di un bambino!!loro i suoi bambini di limite!
    io il perssonellement io prfaire per vedere abortirli che vedere del soufrir di bambini!!

  2. ettore says

    la proposta della volontaria cattolica è simpatica, purtroppo sono proposte che non si possono (ancora?) fare agli uomini, altrimenti potremmo farle alla CEI e vedere se i vescovi italiani in questo caso ci terrebbero tanto alla vita :-))… Non penso però che il ruolo di una madre possa essere sic et simpliciter paragonato a quello di una incubatrice… io lavorerei sulle responsabilità del padre… in che modo potrebbe essere coinvolto e obbligato a sostenere il peso di una gravidanza indesiderata… Al di la del problema specifico poi penso che ridurre tutto il problema ad aborto-sì aborto-no serva solo a rafforzare le contrapposizioni ed impedire dialogo tra gli schieramenti per eludere percorsi di emancipazione fattivi… penso al family-day che per me è stato solo la copertura di una chiesa gerarchica (perchè la realtà di base è molto diversa, vedi i fedeli di monterrosso) che ha paura di fare scelte evangeliche e coraggiose e mettere così in discussione i propri privilegi… COMUNQUE UN GRAZIE DI CUORE.

  3. FikaSicula says

    concordo con le posizioni di francesco rispetto all’adozione.

    sulla questione del trapianto io temo che ancora non ci siano riusciti perchè l’embrione in ambiente extrauterino muore…
    ma non saprei. e comunque la questione mi sembra piuttosto truculenta. sempre di passaggio da contenitore a contenitore si tratta e di rispetto della volontà di scelta vincolato dall’obbligo di sottoporsi ad una operazione di trapianto che comunque a occhio non mi sembra proprio una passeggiata.

  4. Francesco says

    Ciao Ettore.
    Il problema è che, per arrivare al momento dell’adozione, la gestante debba comunque portare a termine la gravidanza; ovvero per nove mesi si vede costretta a fare da incubatrice suo malgrado.
    Soprattutto c’è da considerare il fatto che non per tutti (anzi, solo per i cattolici è così) l’essere è già umano al concepimento.

    Idea delle 4:46: se la tecnica lo consentisse (e in assenza di rischio per la gestante), invece, perchè non sostituire l’aborto con il trapianto dell’embrione (o del feto) nell’utero di una volontaria cattolica?

  5. ettore says

    sono un frate francescano. non mi sento affatto offeso dalle manifestazioni per certi versi ‘anticlericali’, penso che ne abbiamo e ne ho bisogno. So contrario all’aborto. Oggi ci sono una infinità di metodi contraccettivi, non capisco perchè si debba ricorrere all’aborto. Sono contrario ad ogni forma di violenza, per me non si devono schiacciare neppure le formiche. Forse per le zanzare farei un’eccezione 🙂 …Quando si deve affrontare una gravidanza indesiderata si potrebbe sempre scegliere di abbandonare il bambinoa presso delle case famiglia o degli istituti e provvedere ad una immediata adozione. Vorrei capire meglio perchè l’emancipazione della donna passa attraverso l’aborto secondo voi, e se non si può percorrere questo cammino attraverso altre strade. Anche a me viene il vomito quanto sembra che tutto il cristianesimo si concentri in mezzo alle gambe, anch’io come tanti penso che nella chiesa dove le donne fanno tutto contano meno di zero… però non riesco proprio a vedere nell’aborto un segno di civiltà. sarei davvero interessato a capire meglio le vostre motivazioni

  6. FikaSicula says

    grazie bibi 🙂
    bacino anche a te!

  7. bibi says

    ti lascio un bacino 🙂

  8. FikaSicula says

    Tender Branson il silenzio da parte di chi c’era non so se sia più o meno indicativo. tu hai fatto benissimo a pubblicare la tua cronaca ma per capire diamo il tempo agli altri di pubblicare foto e video che in genere – da bravi frikkettoni – vengono condivisi un po’ dopo 🙂

    so che radio onda rossa – che potevi sentire anche via web – comunque per tutto il giorno ha fatto una bella diretta su questo e nelle interviste sentivi l’entusiasmo e si capiva che la manifestazione stava andando bene.

    sul silenzio in generale più o meno funziona così: la manifestazione era stata boicottata prima ed è stata ignorata anche dopo perchè non aveva numeri da prima pagina. di certo molti non avevano e non hanno interesse a parlarne.

    io sono felice che siano venuti tanti studenti almeno le generazioni a venire non saranno così rincoglionite… 🙂

  9. imprecario says

    Fai un salto da me ho postato sul Carnevalone Liberato di Poggio Mirteto che a occhio e croce (non sono bravo a contare i partecipanti) è stato più partecipato della manifestazione pur con gli stessi contenuti

  10. TenderBranson says

    io aggiungo che è bruttissimo segno anche il silenzio della rete sulle manifestazioni, la poca informazione anche da parte di chi c’era.

    è vedendo che tra le pagine più aggiornate di noblogs non c’era neanche un minuscolo riferimento alla giornata, che ho deciso di scrivere (grazie per il link).

    il resto mi sembra talmente limpido da non poter che sottoscrivere.

    saluti

  11. imprecario says

    c’è posta per te