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Zona De-Cuffarizzata

Avete idea di quello che sta
succedendo attorno alla questione di Cuffaro? Non ve ne potrebbe
fregare di meno? Neppure a me dato che io non sono giustizialista e non
penso che i politici come lui devono essere tolti dalle ovaie a suon di
sentenze. Non so se si capisce, ma se penso al G8 di Genova e ai mille processi fatti per reprimere il dissenso, i giudici non mi risultano poi così simpatici. Nel corso di tanti anni a fare fiduciosa antimafia in Sicilia ho imparato sulla mia pelle
che la giustizia sociale è un’altra cosa e che la soddisfazione che si
può provare mentre un politico come Cuffaro viene condannato, andrebbe
analizzata fuori contesto. Senza lasciarsi innanzitutto influenzare
dalla retorica dei giudici morti per mano della mafia e di un pezzo di
stato "buono" che in fondo in fondo ci libererebbe dagli uomini brutti
e cattivi.

Tolto di mezzo un Cuffaro, con le sue tecniche applicate di familismo amorale,
se ne fa un altro e molto spesso in Sicilia è capitato che correnti
forti della DC di un tempo attraverso i procedimenti giudiziari si sono
fatti fuori intere correnti di "giovani" democristiani con la stessa
logica delle battaglie tra clan mafiosi potenti e clan emergenti. Sono
garantista, il carcere ritengo non sia una soluzione sociale ne’ culturale. Se non risolvi i bisogni della sicilia e dei siciliani questi saranno sempre in vendita al miglior offerente. 

Essere condannati per mafia in sicilia non è un tratto distintivo in
negativo. Avete una vaga idea di quanti politici furono accusati e
processati, alcuni persino condannati, per mafia durante i primi anni
novanta? Un fottìo, come si dice a Palermo. Una quantità enorme. Sapete
dove stanno quegli uomini accusati, processati e a volte persino
condannati? Tranquilli a rappresentare le istituzioni come se nulla
fosse. Qualcuno siede persino nella commissione regionale antimafia
dell’assemblea regionale siciliana. Pensate che questo accada perchè la
gente non sa nulla di loro? Vi sbagliate. La gente sa tutto e non
gliene può fregare di meno
. Se un uomo potente promette qualcosa, i cittadini e le cittadine,
che hanno una gran voglia di mafia, lo votano senza scrupoli di nessun
tipo. Hanno famiglia, devono campare e hanno questa sorta di spirito
naturale al servilismo e alla sottomissione al potere che qualunque sia
la mano che da loro o finge dar loro da mangiare, pensano solo a
nutrirsi e chi s’e’ visto s’e’ visto. 

Sapete dove sono alcuni giudici antimafia di quel tempo? Sempre al lavoro, magari trasferiti perchè "minacciati dalla mafia" e poi, come nel caso della Canepa (che in Sicilia, ai tempi, da sostituto procuratore della repubblica istruì un processo che portò alla condanna di un pezzo del clan degli stiddari gelesi e di un parlamentare regionale per voto di scambio), a richiedere, assieme al suo collega Canciani, una condanna di due secoli per 25 (infine 24 condannati e 1 assoluzione) capriespiatori, per 25 manifestanti di genova con una requisitoria in politichese stretto che stabilisce persino qual’e’ la maniera consona di comportarsi in una manifestazione e perciò "ordina" quale deve essere il metodo – composto, ordinato e in fila per due – di mostrare dissenso.

Chiedete in giro invece
dove sono finite le persone che in quegli anni facevano antimafia. Nella tomba, vive ma alla sopravvivenza perchè hanno sul groppone
embarghi economici neppure fossero l’Iraq, con tutte le porte chiuse e
quindi non in grado di trovare un solo cazzo di lavoro in sicilia, in grande
difficoltà o piegate al potere più prossimo e quindi prostituite al
moderatismo e al rinnovato senso della fiducia più "prona" nei
confronti delle istituzioni…

In questo momento invece ci sono
ragazzi che sembrano aver capito che il problema della mafia imprenditrice è soprattutto
economico e stanno lavorando per contrastare il pizzo. Non so se questo
cambia la testa della gente ma per lo meno è un obiettivo che passa per
la diretta responsabilizzazione degli imprenditori, dei commercianti e
delle persone
e non per la delega tout court ai giudici che non serve. Auguro loro più fortuna dei sopravvissuti e delle sopravvissute degli anni ’90 e spero non debbano mai risentire della amarezza e della disillusione di vedersi puniti perchè hanno scelto di schierarsi in zone scomode della società civile.

Quindi comunque no, non mi importa
moltissimo se Cuffaro sia stato condannato o meno e per quale motivo.
Mi importa piuttosto stabilire che come sempre ci sono due pesi e due
misure. Cuffaro sarebbe stato condannato per favoreggiamento rispetto a singoli mafiosi. Non
è stato dimostrato che abbia favorito la mafia in senso generale.
Cioè non si è riconosciuto il concorso, il reato associativo o come lo volete chiamare. Questo dimostra esattamente quello che dicevo io qualche tempo fa: se secondo i giudici spacchi una vetrina ti danno la devastazione e saccheggio e il reato associativo,
se invece favorisci un mafioso non lo fai per favorire "la mafia" ma
giusto perchè c’era uno che ti era molto simpatico e si trovava a
passare e tu hai detto a te stesso "wow, che figo quello lì, perchè non
gli do’ una manuzza?"

Così va la giustizia italiana. Da
una parte reprime e regala sadicamente anni di carcere a ragazzi che si
fanno il culo per sopravvivere, che lottano per manifestare dissenso,
che esigono spazi di agibilità politica, che di certo non sono "toto’
vasa vasa" e dall’altro vorrebbe darci il gran contentino di
riconoscere che in effetti un po’ oppressi da una classe affaristico
mafiosa lo siamo. Non basta! Proprio non basta. A Genova come in
Sicilia abbiamo a che fare con la stessa giustizia. I cambiamenti
securitari e giustizialisti non risolvono. I cambiamenti culturali si
ottengono se in Sicilia smettiamo di delegare le nostre rivoluzioni
antimafiose ai giudici
e in quel caso forse avremo fatto un gran passo
avanti.

Detto ciò ovviamente
so bene quanto spirito sano e quanta buona fede animi i commenti e le
opinioni
di tanti siciliani integri che come me si sono rotti le ovaie e le
palluzze – che oramai stricano ‘n terra –  di gente come Cuffaro. Non
per niente a Palermo le zone che ho attraversato erano sempre targate
come "zone decuffarizzate" (basta che lo scriviate in un cartello e lo
affiggete negli uffici, per negozi, nelle vetrine, sui muri, sulla
vostra porta di casa). Non faccio di tutta l’erba un fascio ma mi torna
davvero molto difficile pensare ad una giustizia fatta di eroi per il
bene della collettività. In Sicilia chi si è opposto a cose difficili è
morto e neppure la morte è comunque garanzia di correttezza morale in
vita altrimenti dovremmo riabilitare il nome di Lima.

Io mi ricordo di Pippo Fava e di Peppino Impastato
e di altri come loro che hanno lottato e perso e pagato la sconfitta
con la vita. Ma a loro nessuno ha intitolato aeroporti e piazze perchè
loro non sono "lo stato". Erano "solo" cittadini rispetto ai quali lo stato ha occultato prove e contribuito ampiamente a depistare e a portare tutti lontanissimi dal poter scoprire la verità. In Sicilia non si
capisce mai se un arresto ad un latitante viene fatto perchè alla fine
lo hanno preso o è lui che invece si è consegnato come da "accordi
prestabiliti". In Sicilia non sono chiare tante, troppe cose. L’unica
cosa che so, e se volete lo scrivo su un pizzino (che per chi legge da
Bolzano è l’equivalente di un post-it), è che sicuramente questa è una
zona de-cuffarizzata
, in tutti i sensi. 

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio.


6 Responses

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  1. FikaSicula says

    si nicola, esatto.
    però dipende in che modo. se ti pigli una condanna perchè hai occupato una casa per necessità allora per la questura sei uno sorvegliato a vista…
    se invece fai favoreggiamento ad un mafioso allora sei uno a posto.
    la cazzata evidentemente è che ti insegnano che devo fare reati grossi perchè altrimenti non la scampi :|||
    mah

  2. Nicola Andrucci says

    Cuffaro condannato a 5 anni per favoreggiamento, si è detto soddisfatto. E cosa vuoi che sia un favoreggiamento? Non è stata riconosciuta l’aggravante di favoreggiamento a Cosa Nostra.
    Le preghiere di Cuffaro non sono bastate, la condanna è arrivata, ma Cuffaro è felice, si sfrega le mani… Ecco, una cosa così può succedere solo in questa italia…
    Cuffaro è stato interdetto dai pubblici uffici, ma resterà Presidente della Regione Siciliana. Un’altra cosa che può succedere solo in italia…
    Cuffaro, condannato e felice, esce dal Tribunale quasi trionfante. In italia infatti, i precedenti penali fanno curriculum…

  3. FikaSicula says

    darkblue,
    io sono laica e non credo neppure in un dio e nei suoi provvedimenti ma di sicuro ci stiamo facendo parecchio del male, si 😐
    se c’e’ chi pensa che i cattivi siano docenti e studenti che esprimono disaccordo con il papa come vuoi che cambi la nostra condizione…
    bisogna continuare, finchè avremo fiato. le cose – io continuo a crederci – possono cambiare ma molto più lentamente di quello che noi immaginiamo. noi siamo minuscoli pezzi della storia. piccoli frammenti rispetto al tempo che si impiega per un cambiamento sociale.
    ogni azione ne produrrà un’altra forse tra vent’anni o trenta…
    la nostra responsabilità sta nel renderci conto che le nostre azioni sono utili. non oggi, ma per il futuro.

  4. FikaSicula says

    Si Giofilo,
    intendo che ovviamente deve esserci voglia di cambiamento tra la gente.
    la retorica sui buoni giudici li assolve tutti e li fa apparire santificati e onnipotenti. sono uomini, come tutti. imperfetti, come tutti. e la storia di genova serve a far capire qual’e’ l’altra faccia della medaglia.
    se non ti fidi dei siciliani e dei giudici si come fai quando un giudice è siciliano? 🙂
    scherzo, ma di siciliani/e intransigenti e integri io ne ho conosciuti e ne conosco… è che ci vuole coraggio a rinunciare all’aiuto di tutti, ad andare avanti senza dire grazie a nessuno e a dichiararsi liberi in sicilia. è una cosa veramente difficile e chi lo fa paga, paga per tutta la vita.
    sono disillusa della gente anch’io ma i cambiamenti culturali devono avvenire innanzitutto lì perchè altrimenti, come dicevo, dopo un cuffaro ce ne sarà un altro e poi un altro ancora perchè la gente, che nel frattempo non sarà cambiata, li eleggerà al governo delle istituzioni una volta di più…
    e rispetto alle strade intitolate su fava e impastato intendevo dire che la retorica su di loro non si fa, non ci sono fiction tivvu’ (come per la fiction su graziella campagna bloccata perchè parla della collusione tra chiesa e stato), non ci sono celebrazioni annuali, servizi e documentari…
    ci sono piccole trade volute da cittadini e da qualche amministratore onesto. nulla di più.
    un abbraccio virtuale anche a te
    :)*

  5. darkblue67 says

    Ma come se ne esce? perchè in Sicilia non c’è la voglia di riprendere la propria dignità?
    scrivo queste parole..e poi penso al nostro governo..nemmeno noi abbiamo più voglia di riprenderci la nostra dignità.Lasciamo al loro posto dei soggetti che fanno ribrezzo, vergogna,e non si schiodano da lì..
    come faremo…
    e le poche donne che ci sono..
    no comment.
    eppure già poter dire la nostra…è tanto..penso alle donne dei paesi dove la libertà di parola è ancora lontana, alle bambine utilizzate per turismo sessuale…
    Se c’è un Dio..ci perdonerà mai per quello che stiamo facendo?

  6. Giofilo says

    Sono contento che tu abbia scritto qualcosa su Totò “vasa vasa”. Hai centrato il problema anche su questo argomento!

    Anche se, a dire la verità, c’è una cosa che non mi trova d’accordo al 100%.

    Tu dici:

    “I cambiamenti culturali si ottengono se in Sicilia smettiamo di delegare le nostre rivoluzioni antimafiose ai giudici e in quel caso forse avremo fatto un gran passo avanti.”

    Se con ciò intendi che, ancora prima prima di ricorrere al giudice, deve esserci una voglia di cambiamento tra la gente, sono d’accordo. Ma se intendi che non possiamo fare alcun affidamento sui giudici tout-cour, allora non lo sono. Della gente (dei siciliani soprattutto) non mi fido, dei giudici si. Perché? Sarò retorico, ma se ci sono stati uomini come Falcone e Borsellino, possono esserci ancora.

    Ma poi penso che forse hai ragione, e l’esperienza del G8 la dice tutta, e che Falcone e Borsellino sono ormai morti da tanto tempo.

    Un abbraccio virtuale,
    Giovanni

    P.s.: a Fava sono dedicate via a Cinisi, Catania (ci sta il teatro Stabile), Belpasso, Palermo, Vittoria, Castrofilippo, Misterbianco e Riesi. A Impastato sono dedicate vie a Partinico, Palermo, Misterbianco, Carini, ed anche a Milano e Lecce. Ma ciò non toglie le ombre sui loro omicidi.