Update: la serie del 2007 è finita. Ci sarà però un’unica puntata in prima serata alle 21.00 il 4 gennaio 2008. Poi amore criminale riprenderà a marzo.
***********
E’ iniziata sabato sera alle 23.30 su Rai Tre la seconda serie di puntate di "Amore Criminale" (da cui è tratto il logo sopra) dedicate al sistematico femminicidio in Italia. Camila Raznovich racconta ogni volta una storia ricostruendo i passaggi personali ed emotivi che hanno portato all’omicidio e dunque alla morte della donna di turno.
La prima serie, andata in onda tra marzo e aprile 2007, non mi era molto piaciuta. Descriveva la personalità delle donne senza chiarirne i livelli di corresponsabilità e la tendenza alla dipendenza masochista da rapporti morbosi ossessivi e possessivi. Trascurava di fare una radiografia attenta del contesto familiare delle donne assassinate. Per delicatezza nei confronti della famiglia che ancora non aveva, in nessun caso, elaborato quel difficilissimo lutto, lo capisco. Descriveva invece le figure maschili come evidentemente cattive e inclini a comportamenti terribili (perciò era difficile capire come mai le donne avessero accettato di stare con loro).
Faceva poi un’altra cosa che non mi è piaciuta. Raccontava di storie violente tra vip in un clima di sesso, droga e rock and roll, trascurando di narrare di storie di contesti, anche ricchi o non comuni, più "normali" (vissuti cioè senza che vi fosse connotata la dimensione del "vizio") in cui è altrettanto e anzi più frequentemente possibile che si sviluppi una tragica storia finita con la morte della donna.
Quest’anno non ha inserito le storie di vip e almeno nella prima puntata ha narrato un contesto e una personalità maschile più o meno equilibrata (con le debolezze che possono essere rintracciabili in qualunque persona). Un ragazzo come tanti, affidabile, gran lavoratore, "normale" che non accetta la fine della storia decisa dalla ragazza e che sviluppa manie ossessive e il costante morboso pensiero che da lei dipendono tutte le sue disgrazie. Così lei muore.
La narrazione della storia secondo me ha fatto ben capire come le persone che possono farci del male non hanno corna e coda del diavolo. Fa capire come invece questi uomini siano persone che hanno una difficoltà di viversi le relazioni in maniera sana, cosa però che può accadere a chiunque.
La trasmissione arriva alla fine della storia senza imprimere un giudizio sulla personalità dell’uomo. Si segue la vicenda lasciandosi coinvolgere in egual modo dal dolore della ragazza così come da quello del ragazzo. L’omicidio diventa conseguenziale e successivo alla disperazione crescente e allo stalking insistente praticato dal ragazzo. L’unica distinzione sta nel fatto che è lei ad essere uccisa e quindi a morire.
Consiglio di vedere la trasmissione e magari poi dite che ne pensate. Nel frattempo – senza considerare la morte della donna romana di cui si è già parlato – riassumo che – per ciò che ci è noto – in questo ultimissimo periodo, a Cagliari hanno stuprato una ragazza, a Perugia ne hanno stuprata e uccisa un’altra, a Bologna ancora una, a Palermo hanno violentato una bambina e ucciso una donna, a Pavia un’altro abuso e a Napoli un’altra bambina violentata che è pure morta. Il femminicidio made in Italy continua.
Vi ricordo poi – e lo farò ogni tanto – che il 24 novembre c’e’ una manifestazione contro la violenza maschile sulle donne.
Io l’ho visto stasera per la prima volta. Già il nome mi aveva fatto rabbrividire ma appena l’ho visto ho provato la tentazione irrefrenabile di cercare su internet se qualcuno condivideva le mie idee, e in questo modo ho trovato questo blog. Mi associo completamente all’idea di donna proletaria: far rientrare un assassinio nella categoria dell’amore è, questo sì, un atto criminoso. Tutti siamo bombardati dall’idea che “amore” sia “bene”, che sia necessario e buono, per tutti, tendere all’amore. Ma allora se la trasmissione doveva essere un messaggio da inviare anche alle tante donne che accettano condizioni permanenti di violenza – qualche volta fisica, altre volte sottesa e psicologica: ne ho, purtroppo, un caso vicino – non capisco affatto perchè dare dignità a un assassino paranoico ossessionato dal possesso e chiamarlo innamorato. Sinceramente, mi sfugge.
Trasmissioni cosi’ dovrebbero essere piu’ frequenti,cercavo qualche video in giro per internet ma non trovo nulla.
Non la dovrebbero trasmettere di sabato sera quando tutti i ragazzi sono fuori ,queste cose dovrebbero sbatterle in faccia ogni giorno a qualsiasi orario,l’uomo violento deve avere la possibilita’ di riconoscersi in certi atteggiamenti e se ne è capace almeno tentare di recuperare.
In questo mondo di merda maschilista anche la lotta contra la violenza sulle donne è maschilista,campagne rivolte alle donne trasmissioni per donne etc…e tutto cio’ è sbagliatissimo perchè seppure la donna deve elaborare il suo masochismo le vicende traumatiche dell’infanzia è l’uomo che deve essere richiamato all’attenzione è l’uomo che deve essere rieducato ad amare ,e non parlo solo di quelli violenti ma anche degli uomini normali che sanno amare,perchè potrebbero sensibilizzare gli altri.
Cmq è tutto uno schifo il maschilismo non finira’ mai,ci uccideranno tutte
odio essere nata “femmina”
e dopo una pausa sigaretta aggiungerei che forse sarebbe piu’ d’aiuto per le donne attualmente “prigionere” vedere storie di donne che sono uscite VIVE da relazioni distruttive,storie di donne forti che sono riuscite a non farsi uccidere fuori dalla fabbrica dopo molteplici denunce ,dopo aver chiesto aiuto dopo essersi ribellate alla schiavitu’ della propria anima,donne che hanno avuto il coraggio di ribellarsi di lottare per se stesse,donne che hanno trovato forza in quell’unico briciolo di speranza rimasta
Ciao, mi è molto piaciuta la tua analisi. Andando però a spulciare sul sito per vedere se i miei ricordi erano giusti, ho trovato una sola storia di vip, ovvero quella di Marie Trintignant. Tutte le altre sono storie di persone più o meno qualunque. C’è qualche puntata che mi sono persa?
Per il resto ottima analisi, offre un sacco di spunti…grazie davvero.
cara 🙂
ti ringrazio di questo tuo parere. mi sembra chiaro che non ami questo programma. fino allo scorso anno la pensavo anch’io più o meno come te. la prima puntata di quest’anno però mi ha fatto ravvedere. descrive una (e non tutte) tipologia, una dinamica entro la quale il femminicidio può avvenire. descriverli umanizzando i personaggi fa cogliere per intero la possibilità che si tratta di cose con le quali abbiamo a che fare sempre.
gli uomini di questo tipo che uccidono quando lo fanno non sono certamente in grado di stabilire di star perseguendo un piano globale di sterminio delle donne. quella è la conseguenza ed eventualmente la fonte sta sul piano culturale e politico, diversa invece la responsabilità individuale, almeno in casi di questo tipo.
però la tua opinione apre e va in una direzione che certamente io sul piano politico, teorico e sociologico analizzo.
il tuo spunto completa il quadro e quindi grazie per aver stimolato questo confronto.
un bacio
‘ Amore criminale,’ la versione sentimentale della violenza di genere, su Rai3
postato da e.p. [21/03/2007 01:31]
” Amore criminale “, in onda su Rai3 il sabato sera, narratrice Camila Raznovich, racconta storie di donne accoppate dal marito o dall’amante, per possessività maschile – ‘o mia o di nessun altro’, è per questo che spesso le donne ci rimettono la pelle, per ‘amore-criminale’
L’amore passionale diventa crimine e il crimine diventa amore passionale, qui ci tocca fare l’analisi logica!
Criminale è l’aggettivo dell’amore, ma l’amore, rimane pur sempre amore, se pur criminale, essendo l’aggettivo una delle qualificazioni dell’amore, ovvero una variante del cerchio dell’amore-passione.
Dunque non violenza di genere, questi accoppamenti quotidiani di donne, secondo RAI3, ma una specie di delitto d’onore, per il quale l’accoppamento non è un vero e proprio delitto, ma una passione estrema.
Ma quale donna può credere a questa balla di Rai3, alla versione sentimentale della violenza di genere, al “ti accoppo perchè sei mia e ti amo(2)”?
Quale donna può sostenere che le 112 disgraziate che nel 2006 sono state accoppate da mariti e amanti, sono state, da questi, follemente “amate”?
Quale donna non sa che la violenza di genere, assassina, contro di noi, è un tentativo di arginare l’Autonomia Femminile e di far risorgere, come l’araba fenice, il virilismo (3), il machismo, quest’ultimo viagra dell’impotenza del Maschile?
———————————————–
1) Un programma di Matilde DErrico, Maurizio Iannelli, Luciano Palmerino. Narratrice Camila Raznovich. Regia di Matilde DErrico e Maurizio Iannelli. In Italia ogni tre giorni una donna viene uccisa per mano d’uomo. Nel 2006, secondo i dati della Polizia di Stato, sono state 112 le donne assassinate dal proprio compagno. A impugnare il coltello, a premere il grilletto del fucile, a stringere le mani attorno al collo della vittima è sempre un uomo che diceva di amarla.
” Muore così, a Cosenza, Maria Rosaria Sessa, una giovane giornalista di una TV locale. Muore così, a Sora, Adriana Tamburrini, appena 19 anni, barbaramente accoltellata nella campagna laziale. Gelosia, possessività, paura di essere abbandonati, armano la mano e la testa di uomini incapaci di soffrire e di amare. Sono gli esiti tragici di amori criminali, che non conoscono differenza tra classi sociali e culture. Le storie che raccontiamo sono quelle di sei donne che – attraverso lamore – sono andate incontro alla morte: Adriana, Sonia, Monica, Rosa, Silvia e Maria Rosaria. Tutte si sono innamorate di un uomo che diceva di amarle più di ogni cosa al mondo. Tutte sono rimaste vittima di un solo sentimento: il possesso. A tutte il proprio assassino ha ripetuto: se non sarai mia non sarai di nessun altro. E per questo sono morte.”
2) Mentre si cercava Jessica Poli, 32 anni, ‘misteriosamente sparita’ il 13 febbraio scorso, dopo aver comperato il pane sotto casa, il marito, lanciava appelli “amore dove sei? Torna, ti amo”. Il corpo di Jessica, accoltellata dal marito, è stato ritrovato sulle sponde del fiume Oglio.
3) L’esaltazione del virilismo, come ‘atletismo’, è evidente nelle competizioni sportive, specie nel calcio. Nel mondiale, gli Azzurri non solo hanno fatto tutt’uno con la causa nazionale ‘dell’orgoglio italiano’, ma sono stati e si sono vissuti come veri e propri eroi, variante civile dei combattenti, dal carattere marziale, la cui ‘virilità’ ha fatto grande la patria (nel calcio). Come maschere mascoline, oggi, il Totti e l’altro, il Gennarino Gattuso, dal volto gladiatorio, eroizzano in TV i telefonini.
Che cessi!