Skip to content


L’embrione e la tetta

In Italia hanno fatto la Legge 40,
quella sulla procreazione medicalmente assistita, e c'e' stato un
referendum (perso) che tentava di dare una aggiustata al provvedimento.
Se ne è parlato tanto e si era pure detto che questa maggioranza
parlamentare avrebbe fatto qualcosa per modificarla o eliminarla. Ma aveva detto che avrebbe
fatto molte altre cose e non ne ha fatta nessuna, a parte dare fiato a vecchi
e meno vecchi tromboni e trombonesse. Una donna ha chiesto e ottenuto
di poter fare l'esame preimpianto perchè portatrice di una grave
malattia. Vuol dire che sarà fatta una verifica per vedere se
l'embrione è malato. Se risulterà sano andranno avanti con l'impianto.

Questo è un punto chiave della Legge 40 che di fatto non consente di fare
una scelta in questo senso. Così come non si consente il congelamento
degli embrioni ma ne obbliga l'impianto in numero di tre. Anche in
questo caso vi sono donne che hanno diffidato legalmente i medici e ottenuto di
fatto l'impianto di un solo ovulo e il congelamento dei restanti
embrioni. La legge quindi fa acqua da tutte le parti (ma questo lo
avevamo detto mille volte) ed è realmente disumana per la maniera in
cui considera il corpo femminile come fosse solo un contenitore da
trattare senza nessuna considerazione e rispetto per la sua salute.

La sentenza sulla diagnosi preimpianto è dunque una cosa importante (a dimostrare ancora una volta che la tendenza di questo paese è di delegare e di agevolare "cambiamenti" che passano solo per le chiese e per le aule di giustizia piuttosto che per i luoghi in cui si legifera o per quelli in cui si dovrebbe fare cultura) a tal punto che la Cei (conferenza episcopale cattolica) immediatamente ha fatto sapere
che i giudici che hanno scritto quella sentenza non stanno applicando
la legge. Per loro dunque non va bene. Per la chiesa il corpo di una
donna è ultimo tra quelli da considerare degni di rispetto. In testa solo l'embrione.
Sano o malato non importa tanto i dolori di gravidanza e parto e
l'assolvimento dei ruoli di cura e le spese sanitarie e i dolori per i
lutti sono sempre e solo a carico delle donne e così deve restare
finchè la chiesa non cessa di usare il proprio potere per condizionare
tutto e tutti e le istituzioni non sanno agire in maniera laica
e non orientate secondo la cultura cattolica e patriarcale vigente.

L'embrione viene prima di tutto (a tal punto che anche la ministra Turco ne propone addirittura la adozione), e questo viene ribadito sempre anche
nel caso di gravidanze indesiderate dopo uno stupro. Il cardinale Bertone – che nelle conferenze stampa risponde a tutte le domande, anche quelle sul meteo, a tal punto che mi verrebbe da chiedergli: cardinale, avrei un certo prurito lassòtto… che dice, posso grattarmi? – ribadisce quindi che l'aborto non va bene e lo dice tirando fuori dal cappello questa storiaccia per opporla alla questione dei preti pedofili, di quelli che fanno le orge e che mettono incinta le suore
e poi le fanno abortire nelle segrete di un convento o nelle missioni
piazzate qua e la' in giro per il mondo. Parla di strumentalizzazione e
sottolinea che le cattive siamo noi, le donne, che loro, invece, –
paternalisticamente – vorrebbe proteggere, guarda un po', chissà come e
chissà quando. 

Le donne devono fare figli ed essere il perno della "famiglia", pensata sempre in maniera catto-fascista,
però non possono allattare in pubblico. La storia accade e si ripete
abbastanza spesso. Se tiri fuori una tetta e nutri un bambino in
pubblico ti cacciano via dal bar, ti guardano male se stai sulla
panchina di un parco, non puoi farlo al lavoro, non puoi farlo
sicuramente in parlamento. Siamo donne, dobbiamo fare figli, ma quando
stiamo fuori dobbiamo far finta di essere uomini. Queste cose, ci dicono,
vanno fatte a casa, di nascosto. Sarebbe una cosa di cui
vergognarsi. Una cosa che attira e "distrae" troppo o uno degli
elementi attorno ai quali ruota la frustrazione di tanta sessualità
repressa in giro per il mondo.

Problema è che una donna che tira fuori
un seno, maschilisticamente parlando, può essere considerata una gran
pulla, una che si tira lo stupro o che comunque si merita sguardi di
disapprovazione da uomini e donne ovvero guardate allusive ed eccitate
di arrapati di ogni tipo. I più progressisti dissimulano con una
risata. Certo, un seno non lascia quasi mai indifferenti (in un bar,
per strada, al cinema). Se una donna tira fuori la tetta per allattare,
allora la questione si fa più complessa. Perchè quella tetta, bella
sempre, non può essere criminalizzata. E' pur sempre la tetta di una
mamma e in generale una "mamma" non fa spesso rima con "donna". C'e'
tutto il mito della madonna e il desiderio di attaccarsi al seno
materno degli uomini.

Ci sono una serie di elementi che portano
chiunque a provare imbarazzo per i sentimenti contrastanti (il
desiderio ricondotto al bisogno infantile, la voglia di cose di carne
della mamma, il bisogno di robe sessuate proprio con quella tetta per
ciucciare giusto quel latte
) che la vista di un seno materno suscita. E
come sempre accade quando gli altri provano imbarazzo o paura per i
propri sentimenti (mai elaborati evidentemente perchè questa bella
società non ne permette l'elaborazione se non in chiave mercificata, a
partire dai manifesti pubblicitari) la conseguenza è che viene
criminalizzato l'oggetto del desiderio. Il problema sono quelle
svergognate che non si allattano i propri figli in pace e dentro uno
sgabuzzino (magari al buio). Così in Spagna
un bel gruppo di mamme si è diretto verso un museo. Lo stesso museo dal
quale era stata cacciata una di loro perchè allattava il bimbo mentre
si guardava le opere d'arte. Di queste piccole o grandi rivoluzioni culturali certamente abbiamo bisogno.

Io
ci penso
spesso anche qui, in Italia. Mi piacerebbe andare a vedere una
conferenza, specie quando si tratta di conferenze, iniziative, che
parlano di donne, di diritti delle donne, e all'improvviso scoprire una
tetta e tirare fuori un bel bambino da allattare o un bambolotto se non
ho un figlio a portata di mano. Mi piacerebbe molto leggere l'imbarazzo
anche negli sguardi di certe femministe mascolinizzate che amano fare
politica in tayeur e con il foulard di marca.

Perchè anche tra noi,
diciamocelo, la maternità ce la viviamo addosso con disagio ed è più
comodo per tutti se smettiamo di disturbare e se la rendiamo invisibile
almeno fino a che il figlio o la figlia non sono diventati grandi e in
grado di fare silenzio durante gli interventi delle accademiche più
riconosciute. Ci sono mille motivi per non fare figli e alcuni stanno proprio tra quelli che ho descritto. Per dirla con la psicanalista francese Maier tutta la faccenda della maternità può essere una gran fesseria ma, come nel caso della bellissima, straordinaria e coraggiosa Slavina, quando una donna investe energia e desidera fare un figlio ha tutta la mia stima e il mio affetto.

******

Per
finire
un minimo di cronaca direttamente dalla mia terra. A Palermo gli
uomini sono arrivati a livelli grandiosi di creatività. A fronte di
sentenze come quella che dice che lo stupro può considerarsi tale anche senza penetrazione, c'e' ancora chi afferma di potere stuprare per esercitare il proprio "diritto all'amplesso". La Cassazione afferma ora che questo grandioso diritto non esiste e che se un rapporto non è consenziente l'uomo ha da tenere la pinnuzza a posto. (Insisto sul fatto che le sentenze sostituiscono un vuoto culturale eccessivo che va colmato. Si lascia ai giudici il potere di fare e sfare. Di disciplinare e reinterpretare a propria discrezione qualunque legge sotto la spinta dei modelli culturali dominanti o della propria visione della vita. In assenza d'altro i giudici e le loro sentenze diventano unico oggetto di dibattito e anche tristi e auspicate prove di "progresso".)

L'altra
vicenda
che mi pare abbia senso segnalare è quella di un uomo che ha
ucciso la propria moglie. Egli afferma di essere stato costantemente
offeso, umiliato e prevaricato e queste sue affermazioni vengono
supportate dalla figlia sedicenne peraltro presente nel momento in cui
veniva uccisa la madre. Dai quotidiani emerge che è stata proprio la
figlia a liberarsi dell'arma del delitto per proteggere il padre. Anche
lei pare si sentisse costantemente vessata dalla madre. All'uomo sono
state concesse le attenuanti del caso e sulla stampa
si dice che non farà più di due giorni di carcere.

La questione mi fa
pensare perchè mi riporta all'analisi del mondo femminile in cui le
donne in maniera sommersa picchiano e torturano figli e mariti. Come
nel caso in cui per legittima difesa mogli e/o figli uccidono mariti e
padri che stuprano e picchiano e costringono tutta la famiglia in
situazioni abominevoli, allo stesso modo può accadere che un uomo mite
e una figlia cresciuta in una situazione di molestie psicologiche e/o
fisiche da parte della madre possano arrivare a ritenere che l'unico
modo per liberarsi di tutto quanto sia l'omicidio. Certo, come metodo,
io preferisco di gran lunga il divorzio.

Quando si arriva a difendersi
con un'arma, nel rapporto di coppia, è perchè si pensa di non avere
altra scelta e perchè il trauma psicologico è talmente vistoso che non
lascia spazio a nulla di logico e razionale. In ogni caso si (al di la'
del caso di cui so solo quello che dicono i giornali), può succedere
che donne terribili abbiano un potere devastante su tutta la famiglia. E senza voler coltivare comodi vittimismi in "zone a rischio", questo è bene che ce lo diciamo e che venga fuori. Questo aspetto va agito in termini individuali, politici, personali e culturali. Se non se ne parla contribuiremo in maniera sostanziosa a sopprimere quella parte articolata e complessa, necessaria a leggere il mondo senza divisioni binarie.

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali.


6 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. FikaSicula says

    ignoto1990,
    mi dispiace per le tue vicissitudini. ma non ho capito cosa vuoi dire. ce l’hai con tua madre che fa toccare le tette a tutti o stai dicendo che bisogna che le tocchino solo i figli mentre vengono allattati?
    rispetto a dare il latte ad un bimbo dopo aver perso un figlio io non ci vedo niente di male. la cultura delle balie un po’ si è persa per questioni di igiene e trasmissione di malattie e perchè ora esiste il latte in polvere artificiale materno.
    però un tempo era una pratica diffusa che permetteva alle donne di solidarizzare e risparmiare anche dal punto di vista economico.
    se tua madre ha allattato un altro bambino poi trovo sia utile anche per la salute perchè quando le donne sono in fase di allattamento c’e’ il fatto che non smettono di produrre latte se il figlio muore. quel latte comunque devono tirarlo via e se piuttosto che sprecarlo ci nutrono altri bimbi io trovo sia una cosa saggia.
    comunque se vuoi spiegami meglio che vuoi dire.
    ciao

  2. ignoto1990 says

    Io sono nato da 1a bambina stuprata di 12 anni e un pedofilo di 29;mi hanno portato via dai miei veri genitori qnd ho smesso di succhiare il latte al seno(qnd avevo 7 mesi)e dalla mia terra(i miei genitori vivono tt ora a Gioia Tauro e io ad Ancona);io penso ke nn ci sia nnt di strano se mia madre abbia mostrato la tetta in pubblico:lo faceva a skola qnd aveva 17 anni ed è nato mio fratello (era il 1995)e qnd faceva la balia a pagamento 1-2 anni fa dopo un parto cn 1 bambino nato morto nel 2005. Ora ho 17 anni e lei tt oggi fa abitualmente toccare le tette ad alcuni suoi colleghi e “allievi” scout della mia età,se mai di qst si dovrebbe vergognare: ero stato riaffidato ai miei ke erano venuti a vivere ad Ancona,ma me ne sn andato dalla vergogna dopo 3 anni ed aver xso 1a sorellina al 4°mese nel 2003 e 1 fratellino natomorto nel 2005 x i comportamenti ke mia madre aveva dopo la sua morte: sinceramente utilizzare il suo latte x allattare bambini nonostante il proprio è morto a pagamento e da sempre prendere le tette e le parti intime cm 1 gioco e farle toccare ad estranei in presenza dei propri figli(nn so se tto il tempo ke i miei abitavano in Calabria mia madre fosse stata 1a prostituta)anke se di + di 12 anni(io ho 17 anni e mio fratello 12)nn è 1a cs x nnt bella. Nn si joka col sesso e cn ste robe simili

  3. FikaSicula says

    Ciao Mario 🙂
    Benvenuto!
    Io penso che gli egoismi sani e dichiarati siano meglio di tante ipocrisie. Al di la’ del caso in se’, credo che una donna o due genitori abbiano anche il diritto di scegliere se fare o meno un figlio compatibilmente con i ruoli che ambiscono a svolgere che non devono necessariamente essere quelli che la società impone. La retorica del “pigliamoci i figli anche malati” perchè altrimenti se non ce li pigliamo siamo cattivissim* è una tra le cause principali – a mio avviso – di responsabilità che vengono assunte per senso di colpa e non per consapevolezza. una scelta responsabile per essere tale (e questo anche nell’interesse del bambino) dovrebbe essere fatta senza che vi sia alcuna influenza nella decisione in rapporto ai carichi da sostenere. la moralizzazione relativa al ruolo genitoriale è fatta in assenza totale di sostegni sulla cura, sulla economia e sull’assistenza sanitaria. la famiglia non può essere un ammortizzatore sociale e non si può insistere sul fatto che se le donne o le famiglie si prendono carico di un figlio malato sono eroine in via di canonizzazione. la cosa vera è che sono persone sacrificate che non hanno una vita propria e che raramente scelgono quel ruolo proprio perchè era l’unica cosa che desideravano fare. questo senza metterci in mezzo i sentimenti e le emozioni.
    tutto ciò semmai dovrebbe essere ricondotto al ragionamento laico che porta ad un’unica e semplice domanda: perchè mai se la ricerca scientifica può impedire sofferenze o può addirittura prevenire e correggere mali a livello genetico ancora dobbiamo stare qui a patire per pregiudizio e condizionamento della chiesa cattolica?
    l’altra cosa su cui ti invito a riflettere è (non è la stessa cosa perchè qui non si parla di scelte preliminari alla gravidanza): hai presente le tante donne che abortiscono perchè economicamente non possono mantenere un figlio?
    vale la prevenzione, certamente, ma mi pare difficile, data l’assenza di proposta e risposta politica e istituzionale al problema, riuscire a tirare fuori ragionamenti moralisti in cui si dice che le donne non possono scegliere se buttare o meno un embrione a seconda di quanto gli costa perchè il rispetto della vita innanzitutto. così come è complicato dire non si può scegliere tra un embrione malato ed uno sano perchè sa tanto di spartana rupe. per il futuro di quel figlio e anche per il futuro di quei genitori la scelta in quel caso diventa obbligata. pretendere che questa scelta non si possa fare (al di la’ di quello che noi pensiamo essere l’embrione) è a mio avviso da medioevo.
    ti ringrazio molto dello spunto e spero che vorrai ragionare con me di questa cosa 🙂
    ciao

  4. mario says

    Alla CEI temo non importi un gran chè dell’embrione. Se avessero a cuore la sua sorte ci penserebbero due volte prima di far nascere un bambino talassemico, o con la fibrosi cistica, o con altre sindromi che si traducono in dolore e morte. O no?

    Se si pensa alla scelta di una coppia che fa un’analisi pre impianto come l’egoismo di chi non vuole prendersi la rogna di allevare un figlio malato, si fa un grave errore. Credo che chi fa questa scelta lo faccia soprattutto per il bene del proprio futuro figlio.

  5. FikaSicula says

    già 😐
    hai scritto un grande post sulla storia dell’embrione. più info si diffondono su queste cose meglio è…
    davvero non se ne può più…
    baci
    😉

  6. cloro says

    cara mia è l’altra faccia della guerra e dello sfruttamento fisico dell’umano
    ciao
    cloro