E' vero, lo confesso (senza alcuna ombra di pentimento): cerco notizie su quella bella monarchia assoluta che è il Vaticano. Questa mattina ne ho trovate un paio sulle quali non riesco a non fare commenti. Una mi fa abbastanza ridere e l'altra mi fa una tristezza tremenda.
La prima si riferisce ad una delle esternazioni del papa il quale afferma che bisogna stare attenti quando si è ricevuto il battesimo perchè trascurare questa cosa in vita vuol dire ignorare colui che vive in noi. E già: voi non lo sapevate ma pare che nel momento in cui il prete vi ha innaffiato la testa qualcuno quatto quatto vi ha squattato e si è insediato dentro di voi senza neppure pattuire il pagamento di un'affitto. Il tale pare sia un certo "dio" che a battesimo compiuto "abita in voi/noi/loro/essi". L'unica cosa che mi veniva in mente (nonostante io abbia moltissimo rispetto degli occupanti di qualunque spazio), in questo caso, era uno "sfratto/sbattezzo" o forse sarebbe bene chiamarlo "esorcismo", che a possederci sono bravi tutti. Giusto per tenere lo spazio libero per chi preferiamo noi…
L'altra notizia si riferisce invece alle ultime affermazioni del cardinal Bertone circa le carriere delle donne nella chiesa. Grandi aperture e persino ottimi pronostici (fifty/fifty per l'elezione del papa re). Così parte il dibattito e al solito si tira fuori l'arma delle suore non "vittimiste" che attribuiscono a se stesse la incapacità di raggiungere nella chiesa posti di comando. Profondi ragionamenti ad orientamento meritocratico sul perchè si e perchè no una suora che non si "impegna" non può raggiungere la stanza dei bottoni del vaticano.
Si consiglia l'istruzione (e su questo possiamo essere d'accordo), l'impegno e, senza piagnistei, il perseguimento dell'obiettivo…
Si si, è tutto molto interessante ma dopo che la suora in questione si è fatta il culo per prendere otto lauree ed è pronta a fare anche il presidente dell'universo mondo chi mai darà a lei spazio per poter accedere, che so, almeno alla funzione di pretessa?
La questione, senza che me ne freghi moltissimo perchè ho sempre inteso l'emancipazione come libertà di autodeterminarsi e di scegliere a pari condizioni (pari possibilità) di partenza riconoscendo una grande diversità tra femmine e maschi e quindi anche l'esigenza di ridisegnare ruoli, funzioni e prospettive sulla base di un diverso modo di sentire e delle diverse esigenze (l'occupazione tout court delle postazioni maschili mi pare una grande fesseria), mi fa venire in mente l'impostazione che l'antifemminismo cronico ha dato ai suoi ragionamenti per delegittimare le lotte delle donne.
Di mezzo c'e' sempre stata questa roba della meritocrazia che più o meno si sintetizza così: Tutto oramai è a posto. Il mondo è perfetto. Possiamo fare quello che vogliamo se lo vogliamo ma il problema sarebbe che in fondo non ne saremmo capaci. Chi invece è capace, studia, si impegna e diventa graziosamente un clone degli uomini in fondo ce la fa. Quindi perchè crucciarsi tanto in vittimismi inutili?
Già. Ma io che vittima non mi sento e che combatto per prendermi quello che voglio, che desidero, che mi piace per la mia vita, dico che non mi interessano i meriti. Il problema sono gli obiettivi. Avere dei grandi meriti per raggiungere gli obiettivi costruiti da certi uomini è una cosa che non mi ha mai interessato. Io voglio costruire nuovi obiettivi. Elaborare nuovi percorsi, esercizio che mi piace praticare assieme a uomini donne e ermafroditi, e quando questo sarà stato fatto allora lì, forse, varrà la pena di misurarci rispetto alla voglia, al tempo, ai soldi, alla serenità della psiche che ciascuno di noi vorrà mettere in gioco per attraversarli.
Percio' la domanda è: ma davvero le suore vogliono soltanto diventare papesse? Che tristezza! E che utopia! Solo i detrattori dicono che l'obiettivo delle femministe è quello di diventare capesse, boss di qualcosa. Quanto invece è poco vero tutto ciò. Ma da sempre uno dei modi per sconfiggere un movimento d'opinione è quello di ridefinirlo. Funziona meglio che ignorarlo (pensate alle minchiate che vengono dette quando si parla di hacker). Cancellare, negare è diventato anacronistico. Revisionare, rimontare invece è ok. Il potere gioca così le proprie carte. Hanno imparato a destrutturare e rinominare meglio di noi…
Grazie a te albuccia :)))***
bello rileggerti
bacio
bellissimo post!
mi ci voleva, mici…
grazie
baci