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Perchè le donne credono in dio?

Perché esistono donne che credono in Dio? Ma soprattutto: come fanno a
ritenersi orgogliose quando sono riuscite a ritagliarsi posizioni di potere
nella lieta comunità ecclesiastica?

A me, che associo la religione alla cultura patriarcale,
viene oltremodo difficile capire come facciano le donne ad essere cattoliche o
islamiche o che ne so. Così come mi risulta assai complicato capire delle
donne, di noi femmine col buco e senza, molte altre cose. Ma fa parte della mia
ricerca ed effettivamente sarebbe interessante conoscere delle donne
quell’aspetto che le porta ad essere masochiste e sadiche allo stesso tempo in
quel territorio che fa capo allo Stato (che poi è una monarchia assoluta) Vaticano.

Le donne si fanno portatrici
di valori patriarcali da tempo immemore. Anzi fanno, facciamo di tutto per farci
accettare usando linguaggi che non sono i nostri. Scimmiottiamo gesti e
scopiazziamo toni, ritmi che spacciamo per conquiste emancipatorie.

Le donne hanno tanto di non dichiarato e forse ancora troppo sconosciuto che le (ci) rende umane, cattive, buone, stronze e violente, arriviste e eccitate dal potere come tutti… Non è che mi sorprende che le donne si facciano trascinare a fare le serve o a dare il culo a gesù. Ma devo chiedermelo, perchè tutto non mi appaia così tristemente "normale" il perchè si, perchè così dentro me si rinnova quella certezza che dice che le donne non sono speciali, diverse forse, ma non migliori. Quindi c'e' da capire come ci muoviamo, come abbiamo imparato a muoverci in un mondo che tutto di noi vuol sentire meno che siamo così comunemente umane. C'e' da capire chi siamo a partire da riflessioni che si spoglino di pregiudizi e luoghi comuni. A partire da noi.

In chiesa
ti portano sin da bambina
e senza un autorevole contraltare è probabilmente
difficile trovare un proprio percorso laico. Io non faccio testo perché mio
nonno era una specie di mago che con strane alchimie curava la gente e mia
nonna conosceva filastrocche strane che ninnananneggiava massaggiandomi il
pancino per farmi “calare i vermi” (i vermi, la tenia, era una delle cause di
malattie più frequenti nei bambini della Sicilia povera,dalla terra arida e senza acqua). Io non ho mai
avuto quel problema ma mi facevo venire tanti mal di pancia perché quel
massaggio era meraviglioso. Poi c’erano i miei genitori, figli della resistenza
contadina e antifascista. A casa mia perciò si respirava un dio strano.

Si bestemmiava
spesso e quindi io sono cresciuta pensando ad un dio a forma di maiale con
annessa madonna della stessa razza. Insomma non c’era verso. Mi mandarono in chiesa
ma a casa era tutta un’altra storia e poi avevo un prete che si scaccolava e
sputava docciando tutti i presenti per la messa in prima fila. Da me non
c’erano secondogeniti causa di clausure forzate per lasciare intatte le
eredità. Non c’era una fame così fame che richiedeva la svendita di qualche
figlia a fare da serva in qualche bel convento. Non c’era l’aspirazione a
rientrare nelle grazie del clero per accedere all’Opus Dei. Le figlie avevano
altri destini, belli o brutti che fossero comunque erano di schiavitù sincera,
senza mistificazioni o mariti sulla croce. Senza indottrinamenti e nemici
invisibili. Dalle schiavitù sincere forse, ma è soggettivo – come sempre – non
può dirsi legge universale, è più semplice liberarsi.

C’erano però anche quelle
che finivano in convento, schiave o sante, vigliacche o furbe. C’era chi finiva
in convento per sfuggire a matrimoni combinati. Chi arrivava a sposare la
trinità intera perché le famiglie non potevano sfamarla e c’erano invece casate
che per troppa ricchezza vendevano una figlia a dio (vendevano si fa per dire
perché consegnavano la dote al convento e quella figlia diventava madre superiora in un lampo)
e la accasavano in un conventino di loro proprietà. Sarebbe bello approfondire
e magari passata l’estate sarà bello farlo (per ora faccio pausa e rimando
all’autunno).
In ogni caso mi vengono due ottimi spunti per ragionare sulla monacanza o
suoritudine forzata di alcune donne d’altri tempi (non so ora e non so altrove) in Sicilia o
sulle posizioni di potere acquisite dalle donne tra le sottane dei preti.

Il primo spunto è il libro di Goliarda Sapienza “L’arte
della gioia” – Romanzo anticlericale – (Stampa Alternativa)
  in cui la protagonista sopravvive alla vita
in un convento che è descritta straordinariamente e che mette in rilievo
contraddizioni e omissioni di tanta cultura clericale. Il secondo spunto e’ il libro di Christopher
Hitchens “La posizione della missionaria” (Minimum Fax)
e narra di quella “gran
santa” femmina di Madre Teresa di Calcutta che inneggiava alla povertà e alla
sofferenza per gli altri e optava per il lusso di una bella clinica privata
per se stessa quando si ammalò.

Entrambi i libri hanno peraltro una storia abbastanza
affine. Nessuno voleva pubblicare il romanzo della Sapienza e leggendolo si
capisce anche il perché. Il politically correct in quel libro non esiste e le
monache, le donne, l’erotismo e il sesso, il perseguimento del piacere stanno
sullo stesso piano. Il saggio di Hitchens invece era stato pubblicato in Italia
da quei compagni coraggiosi della Minimum Fax ma dopo qualche giorno dalla sua
uscita la Teresa Madre morì
e iniziò la fase della discussione per la sua
canonizzazione. Lo scrittore fu chiamato per fare l’avvocato del diavolo (come
lui stesso racconta
) e le librerie resero il libro alla casa editrice in men
che non si dica. Perché le librerie, che dovrebbero fare tanta bella cultura,
spesso il coraggio non sanno neppure dove sta di casa. Come bravi supermercati
si limitano a esporre quello che si vende o quello che non è improponibile per
la morale comune. E' passato del tempo e il libro comunque lo hanno
letto in tanti. Ora esiste una versione aggiornata della storia sul processo di
canonizzazione. Ecco, di queste donne sicuramente ci fa bene saperne di più.
Buona estate e a presto.

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Approfondimenti:

Abusi delle donne nella chiesa 

e vi ripropongo questa ricerca di Fastidio (ne vale davvero la pena):

Bibbia hard core

La Bibbia e la disciplina domestica

La Bibbia e lo sguardo pornografico

 

Posted in Anticlero/Antifa, Fem/Activism, Pensatoio.