Perchè è importante anche sapere come vanno a finire le iniziative che sono state promosse per quel giorno.
[Leggi sotto il comunicato di MaiStat@Zitt@ a proposito del corteo funebre per l'ovulo non fecondato]
Il periodo non è certamente dei più rosei. In Italia ci stanno proprio togliendo la pelle, un velo alla volta, come fossimo sfogliatelle/millefoglie. Ma nel resto d'Europa non è diverso dato che le femministe a Copenaghen, assieme ad altri, hanno dovuto fare le barricate per difendere, senza riuscirci, un posto storico e importante dove Rosa Luxemburg aveva proclamato la giornata internazionale della donna. In Italia le iniziative proseguono: guardatevi la lista o cercate altrove per partecipare alle iniziative promosse. Incontrarsi e discutere in questo momento è importante per avviare un percorso di mobilitazioni e azioni politiche in tutto il territorio nazionale.
[Segnalo per domani 11 Marzo – dalle ore 10.00 presso la Casa Internazionale delle donne – l'Assemblea promossa dalle Amatrix a Roma contro le politiche familiste. Segnalo anche il torneo di calcetto "Tacchetti a Spillo" a Bergamo contro la violenza sulle donne. Trovate tutte le indicazioni QUI].
Vi aggiorno però su quello che è successo nel frattempo (se avete notizie da dare postate pure tra i commenti):
– a Vicenza alle donne del Presidio Dal Molin non è stato neppure permesso di entrare ad assistere al Consiglio Comunale tra il pubblico.
– a Milano il corteo dell'ovulo non fecondato promosso dal collettivo MaiStat@Zitt@ è stato partecipato da un centinaio di persone ma nessuna testata giornalistica, neppure tra quelle più a sinistra, hanno ritenuto di dover parlare di questa questione. In basso leggete il documento che il collettivo ha scritto per ragionare su come è andata.
WWWWWWW
NOI E I NOSTRI OVULI
'Io sono soltanto mia, non della Regione Sagrestia!': eravamo un centinaio, l'8 marzo a Milano, ad urlare questo slogan durante il corteo funebre dell'ovulo non fecondato.
Non ci importa aggiungere zeri per far credere che fossimo tante. Ci importa invece rilevare che nella città in cui soltanto un anno prima 200mila donne erano scese in piazza per dire 'Giù le mani dalla 194', quando poi la 194 viene erosa davvero, come nel caso delle recente delibera della Regione Lombardia sul seppellimento dei feti, le donne latitano. Perché?
Perché non siamo in campagna elettorale? Perché la delibera regionale è passata anche grazie al voto 'distratto' dell'opposizione? Perché questa stessa opposizione dice di abbassare i toni sulla faccenda e cerca di insabbiare tutto o di risolverlo con miseri comunicati?
Sono tante le ragioni e gli interessi che stanno alle spalle di questo ritorno nel silenzio. Ma una cosa è certa: al silenzio di un centro-sinistra che 'distrattamente' butta le donne in pasto all'integralismo formigoniano si è aggiunto anche quello dei media che questo centro-sinistra lo sostengono.
Nonostante i comunicati stampa che annunciavano la manifestazione siano stati mandati a tappeto, nessun giornale ha pubblicato mezza parola. Il Manifesto non ha neppure messo l'annuncio del corteo nella pagina delle iniziative locali; Repubblica ha dedicato tre articoli alla confusione che si è creata negli ospedali lombardi, con feti che da un mese stanno nei congelatori in attesa che le direzioni sanitarie degli ospedali abbiano precise indicazioni dalla Regione sullo smaltimento, ma non una parola sul nostro corteo funebre; Radiopopolare, emittente locale di informazione 'libera', ha completamente ignorato l'iniziativa, dedicando invece l'intera mattinata dell'8 ad intervistare alcune femministe milanesi sul corteo che si terrà a Roma il 10; Liberazione ha perfino detto alla potenziale giornalista che avrebbe scritto l'articolo che siccome non eravamo in tante era inutile parlarne. Inutile?!
Questo il clima nonostante il quale abbiamo raggiunto il nostro primo obiettivo: fare informazione, rompere il silenzio e l'omertà sulla delibera feti-cista. Nei giorni precedenti l'iniziativa, così come durante il corteo, abbiamo distribuito centinaia e centiania di volantini informativi, abbiamo parlato con le donne scoprendo che nessuna sa nulla di ciò che il consiglio della Regione Sagrestia ha votato, ma quando poi lo sa s'incazza; e quando poi scopre che non solo si tratta di un attacco deliberato all'autodeterminazione delle donne ma che ha pure costi incredibili sul piano economico s'incazza ancora di più: per il seppellimento dei feti abortiti la spesa annua prevista nel territorio regionale raggiungerebbe, infatti, la cifra di 1.325.000 euro.
Rivendichiamo la nostra scelta di smuovere il pantano milanese e lombardo, di scendere in piazza per difendere il diritto ad autodeterminarci, di rompere il silenzio asservito di buona parte del femminismo milanese.
E ringraziamo tutte le donne che hanno partecipato al corteo funebre venenedo anche da fuori città, come il collettivo Erica di Como; ringraziamo la Banda degli ottoni a scoppio che ha accompagnato il corteo con le marce funebri; ringraziamo la Rete delle donne di Bologna che ha sostenuto l'iniziativa; ringraziamo i portali femministi e lesbici che hanno pubblicizzato l'iniziativa e le compagne delle radio davvero libere Black out di Torino, Onda d'urto di Brescia, Onda rossa di Roma – che hanno fatto servizi e interviste su questo gravissimo attacco integralista contro l'autodeterminazione delle donne.
Noi e i nostri ovuli torneremo presto per strada, volantinando fuori dagli ospedali e dai consultori per continuare ad informare, presidiando la Regione quando sarà – o se non sarà al più presto – ridiscussa la delibera feti-cista. Torneremo in piazza ogni volta che qualcuno cercherà di metterci i preti nelle mutande. Torneremo per difendere e affermare il diritto all'autodeterminazione, senza padrini né padroni. Non staremo mai zitte!
Maistat@zitt@
Milano, un cimitero per i feti abortiti, così, oggi, titolano alcuni
giornali.
Dopo la modifica del Regolamento regionale lombardo in materia di attività
funebri e cimiteriali non potevano mancare le pratiche applicazioni. Ed
acco, puntuale, il Comune di Milano attivarsi per un “cimitero per i bambini
mai nati. E’ un ulteriore tassello che si aggiunge agli attacchi al diritto
d’aborto. E chi, come Usciamo dal silenzio, si era tranquillizzato dopo la
circolare esplicativa in materia emanata dal Direttore generale della sanità
regionale carlo Lucchina, che lasciava presupporre un’applicazione soft
dell’obbligo di sepoltura dei feti, viene prontamente smentito.
La realtà dice che i tasselli su cui far leva per ricacciare le donne in un
Moderno Medioevo sono tutti lì, la realtà dice che solo la lotta organizzata
delle donne può e deve battere gli attacchi contro la libertà e la dignità
delle donne, non sono certo le lettere agli eletti del centro sinistra!
Battersi oggi concretamente, in primis, contro gli attacchi al diritto
d’aborto, significa battersi per: la cancellazione dell’articolo sulla
sepoltura dei feti, il miglioramento della 194, eliminando l’obiezione di
coscienza; l’introduzione in tutti gli ospedali della pillola RU 486;
l’abolizione della Legge 40 sulla procreazione assistita.
Cioè esattamente le questioni che hanno portato 200.000 donne a protestare a
Milano il 14 gennaio 2007: deviare questo percorso per fini elettoralistici
e lo vediamo bene oggi, significa contribuire a far tornare indietro la
condizione delle donne. Tutte le dichiarazioni, le lettere e i documenti
sono solo vuote parole e non altro.
Il sindaco Moratti ha convocato per il 26 marzo una manifestazione
all’insegna della “sicurezza”.
Bene, noi saremo in piazza della Scala per dire che “ci sentiamo insicure
perché ci considerano meno di un embrione!”
Movimento femminista proletario rivoluzionario Milano
Mfprmi@tiscali.it
C/o Centro Documentazione proletaria
Via Bolzano, 18
ciao FikaSicula!
ti segnalo questa iniziativa che stiamo promuovendo a bari sabato prossimo “Io DICO: LASCIATECI IN PACS” (info su: http://www.camereseparate.splinder.com)
baci
a.
Grazie Milla :)***
E’ vero che ci sono tante divisioni. Ma non è brutta tanto la presenza di più punti di vista che fa sempre bene quanto il fatto che poi non si arriva mai a restituire a tutte le iniziative eguale attenzione, come se ci fossero verità più vere, come se valorizzare le reciproche intuizioni diventasse un modo per togliere qualcosa a qualcun*
E’ un peccato!
Ti abbraccio! 😉
I radicali hanno fatto un esposto alla procura della repubblica contro la “legge angoscia” di Formigoni.
Tutto il materiale è visibile qui http://www.radicalimilano.it
Credo che il problema principale delle donne sia il fatto che fanno fatica a unirsi. Si tende troppe volte a essere in competizione piuttosto che alleate.
Ciao Fika Sicula. Il tuo blog è sempre il mio preferito!