Ieri ho letto l’intervista a Wu Ming e, trovandomi d’accordo anche con la loro precedente analisi, volevo sottoporvela per ragionare insieme, se ne avete voglia, sul M5S. Quello che io penso su questo movimento l’ho già scritto qui e altrove. Per chi non l’abbia letto, lo sintetizzo dicendo che non mi piace e che lo reputo anche controproducente, la definizione di “pompieri”, data da Wu Ming, per me è perfetta. Come può, una coppia di capitalisti quali Grillo-Casaleggio, cambiare il sistema che gli permette di essere quel famoso 1%? Grillo incita alle piazze, su Twitter ha persino parlato di primavera, ma sinceramente la nostra non è una primavera, men che meno simile a quella araba, ma un inverno che definiscono democrazia 2.0 e che per me puzza di autoritarismo. La democrazia non si crea nei palazzi, con i guru che urlano da un blog o con movimenti che sono tutto e il contrario di tutto. Questa non è democrazia è analfabetismo politico che, ve lo dico, mi fa quasi più paura del fascismo. Ma queste sono le mie impressioni, di un’arcofemminista che preferisce i movimenti e le lotte radicali che sì, hanno una loro responsabilità in questa ascesa di Grillo, e che spero riusciranno a uscire da un momento di crisi che dura da troppi anni. Infondo anch’io tifo rivolta. Buona lettura!
Intervista a Wu Ming: «Grillo cresce sulle macerie dei movimenti»
[Quest’intervista a cura di Roberto Ciccarelli, che ringraziamo, appare oggi a tutta pagina su «Il manifesto». Più chiari e diretti di così non riusciamo a essere, è la sintesi di tutto quel che pensiamo del M5S e della sua relazione con la crisi/assenza dei movimenti. Non abbiamo il tempo e le energie per tradurla in altre lingue, se ci sono volontari, si facciano avanti senza remore.]
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Quella di Grillo è una strategia diversiva. Serve a spingere l’«indignazione», tanto celebrata nelle acampade spagnole o negli occupy americani, lontano dalle piazze italiane. Più la crisi diventa feroce e più le scariche di risentimento vengono fatte confluire in un comodo format, quello del blog del Capo dei Cinque Stelle che solletica il giustizialismo giacobino contro la «casta» e le sue maschere. Per Wu Ming, il collettivo dei cinque scrittori autori di Q, (come Luther Blissett), 54 e Altai,il movimento 5 stelle ha inquadrato le energie potenziali di una rivolta contro l’austerità in una gabbia discorsiva che fa la parodia del conflitto politico, lasciandolo amministrare da «un’organizzazione settario-aziendale» (la Casaleggio&Associati) e dalla guida simbolica di Beppe Grillo. Per loro il radicalismo pentastellato «amministra la mancanza di movimenti radicali in Italia». La tesi esposta con determinazione in un articolo sul sito di Internazionale, è stata ampliata su «Giap», l’influente blog dei Wu Ming, interrompendo il silenzio attonito dei movimenti che hanno attraversato l’ultimo decennio, da Genova alle campagne sui beni comuni.
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