Con la scusa del decoro si spazzano via persone e si puniscono in modo discriminatorio prostitute, poveri, donne, uomini, chiunque. L’ultima arriva da un sindaco leghista che vuole multare da 25 a 500 euro i poveri che rovistano nei cassonetti. Se non pagano gli pignora i fogli di giornale con cui si coprono di notte. Immaginiamo che il provvedimento sia in linea con gli umori dei bravi cittadini di Treviso che hanno picchiato un barbone perché “faceva rumore” mentre rovistava nell’immondizia.
Il Pd o i fascisti sono specializzati in ordinanze contro le prostitute. Assieme alla lega sempre per questioni di decoro sono lì a prenderci le misure della lunghezza delle gonne o a stabilire la nostra provenienza. Per non parlare delle norme securitarie che perseguitano le donne con il velo intero per saziare la xenofobia degli amministratori locali. L’etnia conta. La quantità di denaro che abbiamo in tasca pure.
Decoro vuole che si rastrellino e deportino migranti nei Cie, che si sgomberino e distruggano campi nomadi, che si perseguitino i rom. Bisognerebbe fare la somma delle ordinanze creative incluso quelle che si facevano a Firenze quando si diceva che l’accattone che stava seduto nelle vie del centro a chiedere l’elemosina non era scenicamente adeguato al contesto e poi poteva farti inciampare e dunque era pericoloso per la gente.
Il decoro è alibi per ogni provvedimento fascista, di qualunque tipo, e ha dato alle amministrazioni comunali la possibilità di definire un modello di autoritarismo con sceriffi a guardia della “pulizia” morale, fisica, etnica.
Sarebbe il caso di farci una riflessione su queste ordinanze e questa parola – “decoro” – e tornare a dire ancora una volta che indecorosamente bisogna opporsi. Basta così.
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500 euro a uno che per mangiare rovista nei cestini, sembra una di quelle barzellette sui carabinieri.