Riceviamo, a proposito dell’intervento di Luttazzi a Rai per una notte del quale già una di noi ha parlato, e volentieri condividiamo:
Da Stefania Cantatore – Udi di Napoli
Vi invio la lettera che ho scritto alla redazione di Anno Zero:
La libertà di espressione e Teresa
La libertà d’espressione è un bene prezioso. Difenderla prima ancora che un dovere è un diritto. In Italia c’è chi la possiede fuori dai media, da sempre.
Da femminista sono in questa condizione, e ho imparato a tenere care tutte le occasioni nelle quali vengono denunciati le censure e gli abusi proprietari.
Ho seguito, come non avrei potuto, la trasmissione "Rai per una notte", proprio riconoscendone il valore di denuncia, nella quale da censurato ha partecipato Daniele Luttazzi.
Si tratta ora di capire se l’espressione della critica e del dissenso, possa essere veicolo di legittimazione di un linguaggio inutilmente lesivo delle donne.
Non è la prima volta che Luttazzi banalizza lo stupro, credo che questo non abbia fatte sentire a disagio le tantissime donne presenti alla trasmissione.
Il talento diventa un pretesto in questi casi, ed al talento non si rende un buon servizio confondendo con la censura la protesta contro un effetto comico cercato sul limite esistente tra la violenza sessuale e la compiacenza forzata (limite solo linguistico, perchè nella realtà le due cose coincidono). E’ la compiacenza di cui fa apologia Berlusconi.
Non è la sola analogia tra Luttazzi e Berlusconi, infatti ammiccano tutti e due ad un pubblico "solo" maschile, Il fatto che ci siano donne che li compiacciono sorridendo o applaudendo, non sposta l’asse della dignità femminile. Tutto questo tenendo fuori dal discorso gli ammiccamenti che occhieggiano alla prostituzione confondendola con la tratta ed il ricatto sessuale. Ma questo è vizio talmente esteso che risulta incomprensibile da parte degli uomini, una qualsiasi distinzione.
La parte più amara viene dalla considerazione che con linguaggio trasgressivo si ripropone la logica borghese della sottomissione sessuale femminile. Per questo l’iconoclasta Luttazzi, per la sua metafora non ha scelto una sodomia fra gay: il calcolo è sempre lo stesso pesa di più l’accusa di omofobia, o quella di maschilismo? La risposta è nelle cose ed anche nelle scelte giornalistiche.
Vi sono comunque grata dell’aver dato spazio alle lavoratrici e a Teresa de Sio, che ormai capita raramente di sentire.
Tutti gli altri li sentiamo anche oltre la censura che nel nostro paese c’è e le donne lo sanno.
Leggi—>>>La libertà di informazione non vale anche per Joy
e Luttazzi: perchè identificare l’Italia servile con tutte le donne?
@Mr. Bits, la tua è l’interpretazione che ne avevo dato anch’io (ma l’hai descritta molto meglio di me… grazie!), solo che nel leggere i commenti a questi due post e i post stessi mi sono reso conto che non solo il messaggio non è univoco (lo è assai di rado quando si parla per metafore) ma è facilmente fraintendibile soprattutto in questo periodo di feroce ritorno del maschilismo.
Io non sono un autore satirico e della satira non ne so quanto ne sa DL ma mi chiedo: possibile non ci fosse altra maniera ugualmente efficace per rappresentare questa situazione di assuefazione alla violenza?
Il problema è che nella dannata tradizione c’è questa offesa, che con evidenza marcata identifica il passivo (parola orrenda lo so ma la uso per far capire il pensiero generale), e nella mente di tanti idioti passive sono tutte le donne e i gay, come il sottomesso, come lo schiavo, come quello da violare. E’ un giochetto usato dal potere per perpetrare una regola assolutamente da non abbattere, specie tra maschi, ovvero che si deve essere sempre attivi e al bisogno violenti, padroni e chi non fa così è sbagliato e pericoloso. E’ un’offesa che usano tutti (uomini, donne, di destra di sinistra e altro) continuamente, spesso anche per far ridere, persino chi è cosciente di non volerlo usare fa fatica a non pronunciarlo inconsapevolmente nei momenti di rabbia, perché è nel linguaggio generale, e questo è il danno per chi non si ribella a questa norma e la beffa da parte di chi detiene il potere. Tanto più, credo, chi fa spettacolo o informazione o politica, è nel torto, ma purtroppo devo notare che non si limita a Luttazzi ma è cosa che fanno tutt* e mi manda in bestia. Per quanto riguarda il modo di fare sesso penso che ogniun* lo dovrebbe fare come vuole, cercando ciò che veramente piace e fa star bene il suo corpo, senza farsi condizionare da nessun ricatto sentimentale del o della partner e da nessuna regola tradizionale e culturale, non è facile come sembra ma può essere un piacevolissimo compito da scoprire. Da parte mia cerco sempre di sostituire l’offesa di cui sopra con qualcosa di più efficace, e di diverso (perché per offendere usare una metafora sessuale? il sesso non dovrebbe essere una cosa bella?), fa sentire veramente contro il potere e non invischiati con esso anche se solo a parole. D’accordo infine con il fatto che usano sempre le donne, se c’è da degradare, o da stuzzicare l’immaginazione dei maschi, sempre tutto per loro, che noia. Si riuscirà mai a rivoluzionare il mondo?
Vi propongo un’altra chiave di lettura, poi fatene quello che volete.
Luttazzi utilizza una precisa metafora: descrive il classico uomo maschilista, becero, così incurante del piacere della donna, da arrivare a perpetrare un vero e proprio stupro.
Fine.
Perché lo fa? Per ricordarci quello che Berlusconi sta facendo all’italia. Il primo errore che si può fare quando si giudica un monologo di Luttazzi è quello di trovare un messaggio diverso, di fare NOI ulteriori deduzioni rispetto a quello da lui descritto. Questo è quello che ho VISTO io:
a) L’uomo che in quel momento sta stuprando la donna NON è compiaciuto da Luttazzi, anzi lo ridicolizza e lo distrugge
b) il fatto che rappresenti in quel preciso istante, funzionale al suo monologo, un rapporto anale dove vede la donna come essere solamente passivo, non vuol dire che lui veda la donna in quel modo o che creda che la donna solo così possa vivere il sesso anale. Questa è una nostra deduzione, lui non l’ha mai detta. Riesco a spiegarmi ? non credo.
Ci riprovo.
E’ quel tipo di sesso anale (non tutto il sesso anale, che non è minimamente messo in discussione), violento, da stupro, che lui vuole disegnare per ricordarci come l’italia oggi venga stuprata. Ma non che lui consideri tutto il sesso anale uno stupro, o che la donna debba esserne necessariamente una vittima o comunque un soggetto passivo (lui si diverte da morire a farvi cadere in queste trappole :). Luttazzi ha rappresentato l’uomo violento (berlusconi) che non si cura del proprio partner, per ottenere un esclusivo piacere personale. Ha disegnato l’uomo più schifoso, maiale, che possa esistere. L’uomo non ne esce bene.
La terza fase è ancora più interessante. La vittima (l’italia) ormai è persa per la violenza subita, e trova un piacere solo nel continuare a farsi male, proprio perché non sa più cosa è giusto e sano per se stessi. Cosa e come pretendere dagli altri. Da qui spiegato il 62% dei consensi di berlusconi.
Insomma non è l’analogia “sesso anale” in discussione. Ma l’analogia “sesso anale vissuto da uno stupratore”. Questo ha rappresentato. Voi avete pensato che dietro a quello stupratore ci fosse la compiacenza di Luttazzi, ma questa è una vostra deduzione. E’ esattamente l’opposto.
Ah,finalmente un pò di aria pura!
A parte la positività della trasmissione,lo sketch di Luttazzi è stato davvero inquietante.
Da un lato c’è chi afferma che Luttazzi è omosessuale e pure un pò misogino,quindi come tanti/tante omosessuali -,accecati magari da sofferenze familiari,traumi infantili,ecc. – abbia la sgradevole e “razzista” abitudine di generalizzare contro un sesso identificandolo tout-court con la persona che li fece soffrire senza capire che quella persona era una e che non tutte le persone di quel genere sessuale sono così.
Ma anche questa spiegazione,oltre ad essere convincente solo in parte ,oltre a dare per scontato di conoscere la psiche di Luttazzi (cosa che non conoscerà bene neppure lui) e oltre a rischiare nella sua assolutezza- di marchiare il mondo omosessuale come un gruppo di persone “malsane”,manca il punto genuinamente politico/culturale che invece qui avete toccato.
Luttazzi si è mosso in sintonia parallela con la concezione Berlusconiana della donna,alludendo alla sottomissione e alla carnalità/corporalità” e “servizio all’uomo” come elementi centrali (vien da dire quasi esaustivi) dell’esser donna.
Decisamente una delusione,anzi,decisamente da condannare e da andare a guardarci dentro meglio.
Di eroi di latta il mondo non sa che farsene.
Se fosse tornato da 8 anni di esilio TV per prendersela con metà dell’umanità + Berlusconi,meglio che in esilio ce lo rimandiamo direttamente noi.
D’ora in poi teniamolo d’occhio,ciao.
Il monologo mi ha infastidita, parecchio. Ma mi sono chiesta una cosa.
E se fosse stato questo lo scopo?
Cioè, proporre una analogia tra una simile scena, sessista e fastidiosa, e le notizie che sentiamo ogni giorno. Davanti alla prima c’è chi ride, davanti alle seconde ci si annoia. Ma la vera questione è che ridete a fare.
Un comune appiattimento.
oh luca
ma perchè siete così banali?
leggiti il dibattito che si sta facendo
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/…te-le-donne
e se comprendi l’italiano capisci pure che ti si sta dicendo che puoi bestemmiare quanto cazzo ti pare ma bestemmia sul tuo culo e non su quello di una donna.
le battutine da bar non fanno la rivoluzione perchè sono quanto di più affine al potere esista.
Amanda, amanda, amanda… ma come?
Mi ami al 40%?
Guarda (o guardi) che non sempre il significato delle parole, dei gesti è univoco o monodirezionale.
In ogni caso giudico molto pericoloso il divieto, più che la libertà… ed è molto curioso che se uno dice una cosa “socialmente” non accettabile viene spesso preso di mira maggiormente, rispetto ad uno che fa delle cose “socialmente” non accettabili.
Insomma è un pò come dire, ok ammazzatevi pure, ma non dite parolacce.
Ho letto quello che pensa luttazzi della satira (nel link postato da porno) e penso che in questo monologo, da uomo che non mette in scena sè stesso, bensì una donna che lui identifica con l’italia sottomessa e umiliata da una pratica che evidentemente lui considera degradante, stia facendo proprio quello che lui stesso chiama umorismo fascistoide. Questa considerazione è un’inferenza minima di ciò che lui stesso scrive sulla satira. Stefania Cantatore ha centrato proprio il problema quando dice che verso una battuta sessista siamo completamente anestetizzat*. Una battuta razzista, invece, avrebbe scandalizzat* tutt*. Questo la dice lunga su quanto la supposta sinistra sia completamente sorda a una sensbilità femminista che vada oltre un emancipazionismo egalitario o “pariopportunistico”. I corpi delle donne sono ancora corpi disponibili, evidentemente.
E comunque questo non c’entra niente col fatto che il sesso anale sia da ritenere piacevole o no anche se un po’ di verosimiglianza col reale sicuramente avrebbe portato Luttazzi a considerare con più attenzione la metafora. Il sesso anale è piacevole, lo è anche la masturbazione anale, per quel che mi riguarda (sono una donna lesbica). Lo è a livello meccanico non simbolico. Se poi nel racconto satirico decidiamo di sospendere l’incredulità e diciamo che il sesso anale è spiacevole, ok, è un artificio narrativo, ma a quel punto i vincoli etici necessari per non cadere nell’umorismo fascistoide di cui lo stesso Luttazzi parla, devono rimanere ben saldi. E’ una questione di responsabilità non di bacchettoneria.
Infatti il sesso anale è molto piacevole, Luttazzi dovrebbe provarlo. Perché per lui chiaramente è una cosa negativa e degradante, visto che lo paragona a quello che Berlusconi fa all’Italia. Oppure Luttazzi è diventato un berlusconiano, e grazie alla metafora ci fa capire che in realtà il berlusconismo è piacevolissimo ed eccitante. Tu l’hai capita così, GeekQueer?
Scusate ma chi ha scritto la lettera paragona il sesso anale allo stupro!
Proprio non le viene in mente che potrebbe essere piacevole?
Una critica del genere racconta più dei problemi personali di chi l’ha scritta che non la situazione della satira italiana.
Amica, accetta un consiglio, prova a fare sesso anale. Potrebbe piacerti da matti!
anche io mi sono sentita a disagio. La cosa che però mi ha messo più a disagio è stata la reazione delle donne presenti. E’ un po’ la complicità del “lasciar fare” del “se ridi acconsenti” del “in questo momento sei tu l’autorità e mi modello al tuo schema”
Non credo che la colpa sia di Luttazzi e neanche me la sento di catalogarlo con la logica mediatica dominante.
La differenza c’è e si vede!
Non ci sono lamentele quotidiane su ciò che è viene trasmesso, una specie di presa d’atto “una tantum” che poi arriva quasi all’insensibilità, come un’aspirina che ti fa sopportare una realtà di sottintesi, di sorrisi in giacca e cravatta il cui fine è proprio metterlo in quel posto QUOTIDIANAMENTE.
Le parole di Luttazzzi sono molto crude ma risuonano (poichè all’interno di una satira) come un risveglio. Una specie di “invece di parafrasare e usare il tuo corpo ogni giorno per trattarti da prostituta, per educarti alla vendita del tuo corpo, ti dico esattamente quali sono le mie intenzioni”
Credo che noi donne dobbiamo riappropriarci della nostra dignità, non come dovere da parte degli altri ma come diritto sentito da parte di ognuna di noi, in pgni momento del quoridiano. Impariamo a non accettare, a non ridere delle cose che invece ci fanno male.
come scrivevo a giorgia su fb “femminismo”
“sembra non volerlo ma in realtà lo vuole” per me si presta a centinaia di interpretazioni. dopodichè il problema è – come dici tu – che identificare il sesso anale con l’asservimento è già brutto, identificare l’oggetto dominato, quello che sta sotto e che “riceve” il sesso anale con la donna diventa intollerabile.
Brava/o d-K
condivido in pieno la tua interpretazione.
Luttazzi non ha mai parlato di un rapporto in cui la donna dice NO, tutto è frutto di libera scelta e consenziente, ed entrambi godono. E in politica, la scelta di pochi condiziona anche quelli che consenzienti non sarebbero. Tutto qui.
Mi piace molto questo sito ma ammetto che mi sono irritata un po’ leggendo il partire in quarta contro Luttazzi a priori. Non comprendo proprio. Fosse stata una descrizione di stupro, sarei stata la prima ad incazzarmi. Ma non è affatto così.
@Fika, la soluzione credo sia molto semplice… 😉
(dal blog di DL):
“Come funziona questo blog
Leggo personalmente tutte le mail che mi inviate. Questa è la cosa importante. E rispondo, sempre impegni permettendo.
Arrivano però centinaia di mail al giorno. Se le pubblicassi tutte in automatico, non le leggerebbe nessuno. Preferisco sceglierne qualcuna che sia di interesse generale e/o argomenti in modo sorprendente e/o contenga qualche novità curiosa, con diletto di tutti.”
Anch’io come Angie e Porno credo sia una questione di contesto e a me, ma potrei sbagliarmi, è sembrato si riferisse ad un rapporto consenziente (parallelo con il fatto che SB sia stato eletto e più volte), che sebbene abbia momenti di fastidio (II fase) piace comunque ad entrambi. Dov’è la satira? Nel fatto che mentre nella vita privata è una scelta personale, con SB la scelta di alcuni mette tutti nelle loro stesse condizioni (la battuta finale su Saccà).
@porno
io leggo sempre il suo blog e credimi stavolta proprio non c’arrivo.
se voleva essere dissacrante poteva rappresentare lo stupro all’italia inculando la statua del milite ignoto, del partigiano john, di quello che gli pareva e piaceva.
ma inculare una donna, forzandola e dicendo poi che gode della sottomissione proprio non lo capisco, no.
consiglio di leggere cosa luttazzi intenda per satira… una lettura che penso decisamente interessante inclusi i commenti
http://www.danieleluttazzi.it/node/389
Comunque spesso luttazzi risponde direttamente alle domande, basta inviargliele nei commenti dell’ultimo post sul suo blog…
secondo me bisogna ricondurre la cosa al contesto: lui sta parlando di un governo (rappresentato da chi è stato sorpreso con donne, non con uomini!) e di un paese (sostantivamente femminile) a cui piace una cosa (prenderlo in quel posto) che invece, come dice all’inizio, dovrebbe farle male!
io ricordo di aver letto, in un suo libro: “se al kamikaze uomo promettono che troverà le vergini ad aspettarlo, alla kamikaze donna come la convincono? dicendole che troverà ad aspettarla un uomo che la ascolti!”
a me non sembra mancanza di rispetto verso la donna…