Skip to content


#genovanonfinisce: quei picchiatori sui media (parole come pietre)!

[Canterini a proposito della scuola Diaz: “noi aiutammo quei ragazzi”(?!?!)]

Poliziotti condannati per le vicende della Diaz. Poco più di tre anni per falso aggravato e calunnia. Liberi. Senza obbligo di firma. Si parla di affidamento in prova ai servizi sociali e di progetto rieducativo.

Tra tutti: quello che aveva avuto la pena più alta era Vincenzo Canterini. 5 anni “per aver firmato i verbali falsi che giustificavano il blitz violento, accusando le vittime di aver opposto resistenza accoltellando un agente e nascondendo le molotov” e per “lesioni gravi“. La V sezione penale ha emesso ora una sentenza in cui il reato di lesioni gravi viene prescritto e dunque la pena complessiva viene ridotta a tre anni e tre mesi.

Dall’altro lato abbiamo Carlo Giuliani che non può essere prescritto della sua morte e non può risuscitare nemmeno un po’. Abbiamo anche 10 ragazzi e ragazze, cinque dei quali con sentenza definitiva che li condanna al carcere, con pene che vanno dai 6 anni e sei mesi ai 15 anni, con l’accusa di devastazione e saccheggio, vetrine che sanguinano, oggetti che vengono risarciti, cose.

Non ho una particolare propensione giustizialista e non mi serviva una sentenza per sapere chi sono i criminali. I poliziotti che ammazzano la gente o che la fracassano di legnate semplicemente devono smettere di fare quel mestiere. Poi leggo un articolo de Il Giornale in cui si recensisce un libro su Genova G8 che non ho nemmeno sfogliato e dunque non ne parlo. Ma l’articolo è vomitevole. Non trovo altra parola per definirlo. Sembrerebbe che Canterini dica a proposito della gente picchiata a sangue alla Diaz “noi aiutammo quei ragazzi“.

Stampa di regime che tenta uno stravolgimento dei fatti e  continua a propinare la sua versione dei terroristi, i black bloc, il ragazzo morto con l’estintore. Una serie di balle infinite scritte senza pudore per tirare le fila di una versione in cui alla fine si potrebbe concludere che a Genova i manifestanti e quelli che stavano alla Diaz si sono fatti male da soli.

Non dovrei arrabbiarmi più per queste cose. Le analisi su quelle vicende ci sono tutte e so benissimo che gente come l’autore di un articolo del genere è solo parecchio disonesta, intellettualmente parlando. Ma non riesco a leggere del presunto eroismo di questi criminali senza pensare a come il revisionismo tenti, così come ha tentato sin da allora e per tanto tempo, di stravolgere la realtà per proteggere personaggi e in realtà le stesse certezze ideologiche di chi non saprebbe vivere altrimenti.

Deve essere parecchio difficile, mi rendo conto, ammettere che l’interpretazione della realtà sulla quale si basa la propria ideologia è un po’ diversa da come l’avevate immaginata. Lo dico per quelli che crescono a pillole di servizi giornalistici di regime. Ma i giornalisti, quelli che fanno le veline di questura, invece sono fabbricanti di bugie. Sono quelli che costruiscono le versioni sulle quali l’ideologia si basa.

Non sono i Winston Smith  di 1984 di Orwell, costretti loro malgrado perché infarciti di quelle balle naziste a fare i revisionisti, sotto controllo, al servizio del regime. Questi sono “la banalità del male”, volontariamente inclini a dare una interpretazione distorta della realtà, a inventare balle una dopo l’altra, perché per ogni prova provata di crudeltà che riescono a nascondere sotto un tappeto guadagnano in prestigio, posizione, carriera.

Ed è semplice da dire ma… i poliziotti picchiarono per tre giorni in quel G8 di Genova. I giornalisti hanno continuato a picchiare per 11 anni. E picchiano ancora oggi. Infieriscono su morti, feriti, su chiunque. E fa male. Accidenti se fa male.

Nota bene: La foto che Il Giornale pubblica a corredo dell’articolo mostra due delle false prove prodotte per giustificare l’assalto alla Diaz. Erano strumenti di lavoro presi da un cantiere. Il Giornale, ovviamente, omette di scriverlo.

Posted in Memorie collettive, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.


One Response

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. sara says

    l’articolo de Il Giornale è a dir poco vomitevole.
    che schifo.