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15 ottobre: si può essere rivoluzionari e sessisti?

Salviamo l’Italia, dice lo spot patriottico per la manifestazione del 15 ottobre, ed è Fabio Faggi (grazie!) che ci segnala un dettaglio che non è di poco conto. Tra le tante cose dette un po’ con il tono da Jack Folla di Diego Cugia si arriva al minuto 2.26 in cui trionfalmente si capisce che tutta la manfrina è rivolta agli uomini, vittime del sistema, come chiunque altro, ma praticamente gli unici messi a fuoco come capifamiglia che devono portare da mangiare a mogli e figli. Le donne vengono rappresentate in ben due immagini, la prima in quanto puttana e alla seconda non le si vede neppure la faccia. C’è solo una mano che dà la pappa al bimbo mentre la voce in sottofondo sintetizza che il maschio nutre la sua femmina e i pargoli.

Ed evidentemente chi ha pensato questo spot ha in mente cose ben poco rivoluzionarie se poi cade su un errore così madornale, perché parlare di economia senza rimettere in discussione il welfare che sistematicamente decide ruoli che non ci somigliamo, costrittivi in un senso o nell’altro, non è cosa tanto rivoluzionaria. Per gli uomini condannati ad assumersi unici le responsabilità economiche di una famiglia e per le donne che non vengono riconosciute in quanto autonome, perfino non intenzionate a riassumere lo schema moglie/madre o comunque non vengono descritte come soggetti attivi che subiscono la crisi e la precarietà tanto quanto se non più degli uomini.

Cosa siamo noi? Non siamo forse donne alle quali viene impedito di lavorare? Costrette a dipendere perché il welfare ci condanna a fare le mogli/madri rigorosamente dedite alla sessualità riproduttiva e alla cura (gratuita) di marito/figlio/genitori/suoceri? Perfino censurate nella estrema difficoltà che troviamo per tentare di affermare che noi non abbiamo nulla da conciliare, che non vogliamo che nessuno ci “mantenga” ovvero ci paghi in nero una specie di stipendio per conto dello Stato che in assenza di strutture e servizi delega al maschio di darci tetto e cibo per compensarci della fatica fatta?

Come se non esistessero le tante donne che muoiono di lavoro nero come è successo a Barletta. Come se non accadesse nulla a dimostrare che le donne tentino disperatamente di sfuggire la precarietà.

Vogliamo una relazione diretta coi nostri datori di lavoro e siamo schiave in modo palese e se uno spot che parla di rivoluzione riafferma questo principio spiacenti ma si tratta di un grave errore di impostazione che dimostra quanto queste folle qualunquiste, parvenu della democrazia mediatica, in realtà mirino solo ad un unico obiettivo: Berlusconi, e per il resto tutto viene lasciato come prima.

In Spagna le compagne avevano scritto che la Rivoluzione o sarà femminista o non sarà e in italia c’è un manifesto putatransfemministaqueer o la chiamata in piazza dei ventagli rossi che raccontano cose ben più interessanti. Direi che quella piazza, il 15, non può essere rappresentata da Democracia Real Ya’ che mette in circolo concetti così anacronistici e sessisti. Direi che la rivoluzione vera comincia da noi, qui, adesso e da tutte le compagne e i compagni che si rifiutano di aderire ad un modello del genere.

E per il resto a questi creativi di questo spot sessista indichiamo due blog in cui due donne raccontano come non è vero affatto che noi si resti ad aspettare l’eroe che porta a casa il pane mentre facciamo le chioccie passive. E’ tutta un’altra storia e ve la siete persa. Peccato, perchè altrimenti sarebbe stato bello combattere insieme…

—>>>Malafemmina

—>>>Meno & Pausa

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Posted in Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


20 Responses

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  1. Arguzia says

    Sì, Zolfo, poi siamo anche più dolci perché siamo madri… che sconforto.

  2. Zolfo says

    Ciao ragazzi e ragazze volevo dirvi che questo video non è uno SPOT ufficiale, ma sono degli skatch dello ZOO di 105 come ad esempio questo:
    http://www.youtube.com/watch?v=BITzJGcFA_I

    Poi magari qualcuno ha montato il tutto con delle foto prese qua e la ad cazzum senza manco pensarci seriamente all’UOMO e alla DONNA.
    Io non sono maschilista e penZOO che se ci fossero più donne ai vertici sarebbe un mondo migliore, non perfetto, ma migliore, perchè la donna è molto più razionale e molto più testarda.

    Ci vediamo a Roma il 15, almeno con l’animo.

  3. kzm says

    @ ariota. le critiche sono molto più che “incostruttive”. sono “decostruttive”. vogliono decostruire, smontare pezzo pezzo, le costruzioni mentali, anche inconsapevoli, che stanno dentro questo video. e il fatto che l’abbia fatto tu, o chiunque altr*, non credo che interessi ad alcun*. è importante fare critica non perchè qualcun* ce l’abbia con te, ma perchè criticare è l’unico modo, insieme ad agire, che abbiamo per capire il mondo, e per cambiarlo. dire che il sessismo del video non inficia gli obiettivi della manifestazione non ha molto senso: poichè tali obiettivi non sono scritti sulle sacre tavole, ma sono continuamente in formazione, attraverso le azioni e le elaborazioni di chi vi prende parte. ora, nella fattispecie, il contributo di questo video nella formazione delle idee collettive mi pare prossimo allo zero (senza offesa..), ma è importante per chiarirci alcune cose che si debbono decostruire, e gettare nel cestino.

  4. Arguzia says

    Niente, alla fine quello che esce fuori è che quello che fino a qualche ora fa si bullava del proprio lavoro e chiamava alla condivisione virale del video, ora si tira indietro (l’audio non è mio, non prendetevela con me) e censura ogni dissenso (non mi pare un comportamento tanto rivoluzionario, no?) e soprattutto, come al solito, il sessismo in Italia non è considerato un problema.
    Ah, ovviamente le nostre proteste sono dovute dalla manipolazione di un non meglio specificato “qualcuno” che vuole tenerci lontan* dalla piazza. Il nostro meraviglioso libero arbitrio, le nostre idee e le nostre convinzioni non sono contemplate.

    Detto questo, comincio a tirare fuori la maglietta rossa e a cercare un bel ventaglio. Se prima non volevo mischiarmi con certa gente, ora voglio proprio andare per fargli sapere chi sono.

  5. Giuseppe Ariota says

    Salve, beh sono quello che questo video l’ha realizzato. Prima di inveire contro di me bisogna chiarire alcune cose. 1) non è lo spot della Manifestazione. 2) ho semplicemente preso un audio di radio 105 e su quell’audio ho messo due immagini. 3) non posso scusarmi sul fatto che possa essere sessista o meno perché l’audio non l’ho fatto io. 4) Il video è stato fatto in maniera GRATUITA nessuno l’ha commissionato e nessuno l’ha pagato. 4) su quella frase ho messo la foto di un bambino, non conosco le reali intenzioni di chi abbia fatto l’audio, ma per me è ovvio che si intendesse la Famiglia tutta. Credo che la polemica scoppiata sia irrilevante, non perché non abbia senso ma semplicemente perché ci volete vedere il marcio anche lì dove non c’è. Ho chiarito più volte la questione, porgendo anche se da parte mia non sono dovute, scuse sull’interpretazione, ciò nonostante si continua a ricevere insulti. Segno che i paraocchi non li ho io, ma qualcuno che vuole a tutti i costi alimentare la polemica forse per sviare dall’obbiettivo reale. Forse, queste persone cercano di farvi passare la voglia di scendere in Piazza come al solito portandovi a considerare aspetti che nella realtà (video) non volevano essere tali!!! Infine un’ultima precisazione. Ariota.it non è un’agenzia di marketing come è stato detto. E’ un sito dove promuovo ciò che so fare, ovvero siti web, software e quant’altro, di certo non video o campagne pubblicitarie. Grazie per l’attenzione e buon proseguimento di critica incostruttiva!

  6. sabina says

    non è che è “anche” brutto, è proprio totalmente brutto, qualunquista e farebbe passare la voglia di andare in piazza anche al che guevara… quella del “dare da mangiare alla moglie” è solo una delle tante sciocchezze che dice. non rinuncerò certo a andare a roma perchè qualcuno ha fatto uno spot oribbile 🙂 !!!
    e se qualcuna non verrà, non dica che è per colpa di un brutto video.

  7. maria says

    dal mio punto di vista solo il fatto di aver permesso un tale spot stà a significare che la consapevolezza del sociale sia in via di disintegrazione,che vi siano macchinazioni economiche che portino le donne a casa,pur essendo con stipendi bassi,per poter tagliare tutte quelle spese sociali,che lo stato dovrebbe garentire per creare parità si bisogni e diritti .
    ancora una volta ci confrontiamo con moralismi ,eticha ,che non hanno a che vedere con i diritti dell’uomo .
    penso che ,se fra un po, troveremo nuovi emendamenti ,in virtù della crisi economica,nei quali si promulgherà l’abolizione del diritto di frequentare strutture pubbliche ai diversamente abili,alle donne che hanno figli piccoli,alle donne che chiedono di lavorare,agli anziani o comunque a tutti i bianchi e i neri che non sono di sesso maschile per abbattere il deficit pubblico ,non mi meraviglierei,ma forse sarebbe arrivato il momento(che già c’è) di imbestilirci ..

  8. kaby says

    L’avrà girato Leone di Lernia di radio 105….

  9. Poldo says

    Questo è uno spot di radio 105, più danni, a mio modesto avviso, fa la pubblicità della famosa marca di cibo precotto…l’ultima volta che tuo marito ti ha portato fuori andavano di moda le spalline?

  10. Virginia says

    Che orrore!

    “Dare da mangiare a tua moglie”!!!

    Ma pensa te.

    Questo spot è uno schifo qualunquista dall’inzio alla fine, e fa solo venire voglia di non andare

  11. lidia campagnano says

    Ma quali rivoluzionari, non esiste la differenza tra destra e sinistra? rifacciamola, questa differenza: questo spot è DI DESTRA ESTREMA, è disgustoso in maniera esibizionista. Ed è difficile, per me, scendere in piazza con chi non se ne accorge nemmeno.

  12. sara says

    si, onestamente non mi sarei aspettata nulla di meglio, fa schifo dall’inizio alla fine per questo ma anche per millemila altri motivi

  13. Anna Melone says

    Non solo sessista, quando parla di diseredati appare un nero. Il tono colpevolizzante non mi è piaciuto, le argomentazioni sono qualunquiste

  14. pardo says

    In effetti il video fa un po’ ribrezzo: ma cosa volete, vent’anni di dalem-berlusconismo sono un’operazione al cervello notevole! comunque sì, si può esser le due cose insieme, rivoluzionari e sessisti, nel senso che posson coesistere in modo incoerente aspetti inconciliabili.
    E’ una contraddizione, una tra le tante: come ci sono fascisti umanamente simpatici, e comunisti ricchissimi, ecc.ecc.

  15. spleen says

    @emanuela bottini grande!
    Putroppo quello spot è quello che è. Ma non essere in piazza non mi pare la strategia giusta. Bisogna scendere e parlare con questa gente, ma non solo in piazza col megafono, ma in mille altri posti.. fino a che, appunto, anche i bambini capiscano alcune cose, da subito!
    … ma lo so che Malafemmina stava provocando 😉

  16. lorcon says

    oltre al fatto che questo spot è veramente sessista io mi chiedo su che base è che si pensa costruire la politica se ci affidiamo alle agenzie di marketing. perchè quel video lì l’ha realizzato questa impresa qua: http://www.ariota.it/
    la politica va fatta da protagonisti/e non affidandosi ad un agenzia pubblicitaria che imposta la comunicazione in termini pubblicitari, ovvero nel modo meno orizzontale possibile. oltre all’idiotissima contrapposizione tra società civile e politica, come se una buona fetta della società civile con le leggi fatte in parlamento non ci abbia guadagnato (esempio su tutti: imprenditori che possono sfruttare manodopera immigrata ricattabile a basso prezzo). qua se non cambiano un po’ di categorie mentali nella testa di molte persone non si cambia un benemerito tubo.

  17. antonella says

    A parte il fatto che mette un’ansia incredibile che paralizza, invece di incitare a uno straccio di azione…ma poi, il maschilismo di questo spot non è poi tanto implicito. La voce alla Jack Folla si rivolge solo ad un “amico mio”, lo incita a tirare fuori i coglioni e, last but non least, gli fa notare incazzato duro: “LORO VANNO A ZOCCOLE, mentre tu non sai nemmeno SE RIUSCIRAI A DARE DA MANGIARE A TUA MOGLIE”. E’ detto a chiare lettere, a scanso di ogni possibile equivoco e di ogni possibile coinvolgimento della donna-moglie-madre che rimane al posto suo, ad aspettare che l’eroe porti da mangiare a lei e alla prole. E poi questo continuo riferirsi a un “loro” generico, a cui si appioppa sempre e solo la faccia di berlusconi. Ma chi sono sti “loro”? Vogliamo i nomi e i cognomi.

  18. emanuela bottini says

    mio figlio, 14 anni, guardando quello spot mi ha detto subito che era maschilista. Forse il femminismo comincia proprio da qui: dall’educazione dei figli maschi

  19. Orbella says

    questo spot oltretutto è veramente brutto..fa schifo

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