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Non toccate i “nostri” ragazzi. Tanto a “toccarli” ci pensano loro!

toccati

da Abbatto i Muri:

Angela Azzaro mi dice che #IlCorrieredellaPera e #PornoRePubica hanno pubblicato il verbale dell’interrogatorio delle due ragazzine coinvolte nella storia della prostituzione delle minorenni. Sfruttamento per sfruttamento perché non offrire dettagli morbosi alla gente, ancora, per ottenere un po’ di copie in più vendute.

Dappertutto non si fa che parlare di quanto siano inviolabili i corpi di ragazzini e ragazzine. Se ragazzini sempre irretiti da maliarde affamate di sesso o da maniaci pedofili, se ragazzine, invece, un po’ puttanelle la cui vita bisogna moralizzare mettendole alla gogna e umiliandole fino in fondo.

E dunque siamo alla versione della storia in cui non si fa altro che raccontare quali siano le cause di questo disastro. Il degrado sociale. I tatuaggi. Il trucco sugli occhi.

Ma che ne dite di una società in cui se gli studenti e le studentesse, se questi esseri pensanti, scendono in piazza ricevono un tot di manganellate affinché restino al proprio posto? E il posto deciso è sempre quello di chi sostanzialmente ti dice: non pensare, non reagire, non ribellarti, non dissentire, perché altrimenti ti tratterò da criminale. Devi restare chius@ a interpretare fedelmente la norma e se fai un passo falso, nella direzione che non ti è consentita, ricevi manganellate, moralizzazioni e lezioni che ricorderai per tutta la vita.

Ecco: io non vedo tanta differenza tra quello che succede nelle piazze e quello che stanno facendo passare alle due ragazzine. In fondo sempre di manganellate si tratta. Mediatiche e reali. Manganellate.

Tu torna a restare in attesa di un coniugio che ti frutti qualche cosa, chè tra aiutare a liberarti e punirti mediaticamente in quanto babyzoccola c’è differenza, e tu, che osi scendere in piazza e raccontare un’altra cosa, torna a casa a spippolare col computer, divertiti a consumare con l’opzione della minchia, ultimo grido, quella che viene suggerita dalla pubblicità della telefonia incastonata al cervello, ripeti a memoria quello che ti dicono “gli adulti”, ovvero produci, consuma, crepa, non fare mai affidamento sui diritti, d’istruzione, reddito, esistenza, non dire nulla, mai, e poi divertiti con gli atti di autolesionismo per l’alienazione che tutto questo ti procura così io potrò assisterti e farti diventare un “caso” per alimentare l’industria del salvataggio di umani.

Se non si vuole guardare il mondo per quel che è qui non si tratta di disattenzione ma di corresponsabilità nella realizzazione di presupposti che sono tramite per ogni disagio esistenziale. Ché qui il pericolo non è internet, non è il mostro di cui si parla che ti sbuca da chissà dove affinché tu affidi le tue chiappe e la tua sicurezza ai tutori dell’ordine che ti salvano la vita. Qui, come si vede, il punto è che se tu non sei obbediente e perfettamente rispondente al modello di studente che resta a farsi i compiti invece che lottare per il futuro, se tu interagisci nel mondo reale, ti becchi punizione, gogna mediatica e manganellate.

Qui, il punto è che: non interessa un cazzo a nessuno quale sarà il tuo destino, neppure quando si tratta di preoccuparsi della sorte delle due ragazzine sulla cui pelle stanno speculando tutti quanti. Quel che preoccupa è re-incastrarti nel tuo ruolo di oggetto passivo delle decisioni altrui. E quando succede che un o una adolescente si fanno male non cadiamo dal pero, please, perché è già tutto previsto. Tutto.

Posted in AntiAutoritarismi, Corpi/Poteri, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.