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Approvato #DlFemminicidio: donne “vittime” e incapaci di intendere e volere!

da Abbatto i Muri:

Il ddl di conversione del decreto sicurezza, che parla anche di violenza di genere, è passato anche al Senato. Presto diventa legge [QUI il testo e QUI una sintesi].

Nonostante le proteste di tante donne, associazioni che si occupano di violenze sulle donne, di tante persone e nonostante l’astensione al voto di M5S e SeL. Grazie a senonoraquando, pd, pdl, boldrini, rauti, alfano, cancellieri, letta, guerra, alle tante che “comunque è un primo passo” (dipende in che direzione)…

Con questa legge si stabilisce che la donna è vittima per definizione di Stato. Vittima da tutelare. Si stabilisce che la donna è vittima e da tutelare se è moglie e madre o donna incinta. Se è una prostituta vittima di un cliente, se è migrante vittima di un tutore dell’ordine che la ricatta sessualmente per un permesso di soggiorno, se è una lesbica, una trans, se è una qualunque persona che sia vittima di violenza di genere, non rientra nel loro obiettivo di interesse.

C’è l’aggravante dunque se sei moglie, madre, incinta e ti fa male l’uomo con il quale sei stata o sei legata affettivamente. Se ti aggredisce un estraneo è differente, perché qui si punisce l’inadeguata interpretazione di un ruolo di genere. Sei l’uomo che dovrebbe “tutelare” la donna, in senso patriarcale, dovresti custodirla e proteggerla e invece la uccidi, la maltratti e questo non si fa. E vedi? Lo Stato dunque divide gli uomini in tutori e carnefici perché le donne devono ben capire che stare con un uomo significa trovare il caldo abbraccio della protezione e non un gesto di violenza.

L’aggravante mi sembra dunque sia riconosciuto, più che per la violenza commessa, per il fatto che l’uomo ha trasgredito l’ordine sociale etero/patriarcale, perché non riesce a interpretare il ruolo del supereroe che non toccherebbe una donna (quella di sua proprietà) neanche con un fiore. La punizione riconsegna la donna al vecchio ruolo di debole, fragile creatura, che dato che il proprietario in delega di Stato, marito, padre, fidanzato, non la tratta bene, allora usa l’esercito per ripigliarsela indietro perché, come dice la viceministra Guerra, le donne sono risorsa, per il ruolo di cura e di riproduzione che serve al libero mercato, dunque se tu, marito, non tuteli questa proprietà economica, questa risorsa di Stato, sei licenziato, punito. Non vedo altra spiegazione rispetto al fatto che non si ritiene di considerare la violenza domestica alla pari, dichiarando più grave quella compiuta da un uomo rispetto a quella compiuta da una donna nel confronti di un partner, donna o uomo che sia. Questione di ruoli, appunto. Lei vittima e lui carnefice. Dicotomia sessista senza uscita.

La legge prevederà l’uso del braccialetto elettronico. Retroscena e dettagli su questo bel business realizzato sulla nostra pelle potete leggerli QUI. Allontanamento da casa e arresto obbligatorio in flagranza di reato. Tanto per riempire le carceri di altre persone in attesa di giudizio. Tutto ciò mentre si discute di ulteriori provvedimenti svuota carceri. Deduco dunque che gli arrestati saranno consegnati ai domiciliari e che le celle telefoniche scoppieranno di interferenze tra cellulari e braccialetti. Con l’arresto in flagranza il giudizio sugli episodi di violenza sarà dato alle polizie. Così per l’allontanamento, con l’autorizzazione del pm.

La stessa legge parla dell’esercito in Val di Susa, norme sui vigili del fuoco, sui furti di rame, sulle frodi informatiche, sulle province. Repressione sui movimenti legittimata sulla pelle delle donne. Questioni di ordine pubblico e di sicurezza. Così viene considerata anche la violenza di genere.

Prevede poi dieci milioni per il piano antiviolenza, in cui si parla di prevenzione con particolare riferimento ai temi che ricorrono sovente nelle campagne in stile Snoq: lotta alle immagini che offendono la dignità della donna, educazione nelle scuole (sentimentale?). I soldi andrebbero ai centri antiviolenza. 10 milioni adesso e qualcos’altro negli anni a seguire.

La querela diventa irrevocabile nel caso di “grave rischio per la persona“. Chi o cosa decideranno la misura del rischio non si capisce perché ovviamente non sarà l’opinione della donna/vittima della quale si terrà conto. Dunque, di fatto, passa l’idea che la donna/vittima di violenza sia anche incapace di intendere e di volere e dovrà essere “protetta” anche da se stessa. Questo a mio avviso è solo un modo per sponsorizzare una maggiore omertà.

Per i casi di rischio minore la querela può essere revocata ma solo davanti un giudice. Perciò la donna dovrà subire l’umiliazione di un processo per raccontare al giudice, e immagino dovrà risultare credibile, spero non sia anche periziata, il perché e il percome vorrà ritirare la querela. Questo dettaglio ricorda esattamente il momento in cui si pretendeva, quando si discuteva anni fa della legge194, di sottoporre la donna che voleva abortire ad una sorta di giudizio da parte di giudici e psichiatri prima di darle la possibilità di farlo. Perciò non si dica che è il modo per riconoscere e “garantire la libera determinazione e consapevolezza della vittima“. Piuttosto è un modo, per lo Stato, di sgravarsi da una responsabilità dopo aver fatto sentire la donna una povera scema che dovrà spiegare qual è il suo livello di determinazione e consapevolezza.

In caso di maltrattamenti, percosse, lesioni sulle vittime, il questore procede per ammonimento e informerà il maltrattante sui servizi sociali e di recupero presenti nel territorio, e questa ultima cosa mi pare buona. L’altro deterrente di cui si parla è la sospensione della patente da parte del prefetto, nel senso che se maltratti una donna poi prendi i mezzi pubblici o vai a piedi.

Hanno infine stabilito che nella legge non sia prevista la possibilità di realizzare la segnalazione anonima da parte del vicino o parente che vorrà decidere, senza che la donna sia consultata e coinvolta, se lei abbia bisogno di aiuto oppure no. L’identità di chi segnala deve essere svelata ma sarà garantita da segretezza. Dunque c’è la responsabilizzazione della persona che chiama ma mi chiedo quanto e come ci si possa difendere da intrusioni nella propria vita privata da parte di agenti di polizia che arrivano a verificare se la segnalazione fatta corrisponde ad un pericolo reale oppure no.

Tutto questo sarà legge e io mi chiedo seriamente come si possa pensare di aver ottenuto un buon risultato. Davvero, lo dico anche a quelle (snoq/pd) che vantano di aver messo in sicurezza le donne. Come potete pensare che tutto questo ci sia in qualche modo utile per la gestione delle relazioni violente?

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