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#Bertolucci Sequel: solidarietà a #ElenaStancanelli!

da Abbatto i Muri:

Ne avevo parlato qui e solo perché la mia posizione non è giustizialista e non auguro le pene dell’inferno a nessuno ero stata raggiunta da ulteriori scomuniche, prese di distanza, interventi moralizzatori. Quello che non sapevo è che c’era addirittura chi andava in giro ad augurare lo stupro (con uso di burro of course) a chi ha espresso una opinione un tantino differente. Io non so neppure se l’intervento della Stancanelli mi convince definitivamente ma non è questo il punto.

Esattamente come tentavo di spiegare tra i commenti del mio precedente post il punto è che il giustizialismo, perfino retroattivo, di chi non tollera gli sia tolto di bocca l’osso o l’oggetto di attenzione da linciare è veramente intollerabile. Cosa ancora più intollerabile è che quelle che si stupivano del fatto che alla Kyenge si augurava lo stupro (ché è sempre l’argomento più consueto tra chi non sopporta l’esistenza di un pensiero che non sia “unico”) poi sono le stesse che vanno in giro in ronda a moralizzare gli interventi di queste donne che non hanno voglia di impiccare nessuno.

I social network sono la merda della rete, ma non nel senso che sono essi stessi colpevoli di istigare a discussioni insulse, ché demonizzare il mezzo non è mai una buona cosa, ma perché svelano un fascismo diffusissimo al quale bisogna dare il giusto nome.

Tutta ‘sta gente di cui io talvolta vi racconto, che si schiera a favore delle donne, contro la violenza sulle donne, ogni tanto (per fortuna non sempre) rasenta un fanatismo che non consente più di vedere differenze tra un fascio che parla di “nostre donne” e una sedicente femminista che se non vedi il mondo così come lo vede lei allora tu sei come minimo da mandare in esilio sul pianeta Marte.

Se non vi rendete conto di quanto questa modalità di ronda pro-donna stia legittimando fascismi e autoritarismi non da poco, se non vi rendete conto di quanto sessismo e misoginia repressa esista in fondo tra le stesse donne che dicono di lottare contro la violenza sulle donne, se non vi rendete conto di quanto sia diventata insopportabile questa deriva forcaiola che esige impiccagione e roghi per demoni e streghe che non recitano il verbo antiviolenza, elaborato senza alcuna complessità, semplificato allo stremo alla maniera idiota in cui può comprenderlo chi non distingue l’abc di una umanità che merita un impiego di intelligenza ben più elaborato di così, se non vi rendete conto di essere diventate oppressive per le stesse donne, allora avete capito veramente poco.

E qui, intendiamoci, è una di voi che ve lo dice, una che vi vuole pressappoco bene anche se quando esprimo una opinione differente mi sputate addosso, una che dalle mie parti recita il detto “viri che sulu cu ti vo’ bene ti rici che ‘a faccia l’avi lurda” (guarda che solo chi tiene a te ti dice che hai la faccia sporca) perché avete superato il segno. E’ necessaria una riflessione profonda sulle pratiche senza stare ancora a rompersi le ovaie sul punto dal quale ha avuto inizio il mondo. E’ nato prima l’uovo o la gallina? Chissenefrega.

Ma per risolvere il problema che si fa? Si passa il tempo a produrre gogne, legittimare linciaggi, mettere all’indice l’untore o untrice che non ha recitato il mantra antiviolenza, che non ha eseguito perfettamente la preghiera esorcizzante, che non si è prodotta nella narrazione dominante? Si passa il tempo a legittimare fascismi, repressione, autoritarismi, a continuare in speculazioni di merda che opprimono uomini e donne imprigionandoli in stereotipi sessisti che fanno veramente pena?

E basta anche con la morale idiota che dice che la violenza di chi si difende dalla violenza è meglio di chi fa violenza. Qui non si parla di autodifesa, del momento in cui io vengo aggredita e ho tutto il diritto di spezzare le ossa di un coglione che prova a farmi male. Non si parla neppure di azioni di resistenza reale. Qui si parla di un branco di persone – squadriste – che fingono guerriglia da tastiera e che tra un film in streaming e l’altro, tra una spanzata di vivande e un antidepressivo, tra un lavoro e un esercizio di ruolo di cura, tra una conversazione e l’altra, tra una diarrea e il cambio d’assorbente, si inserisce nelle discussioni per sfogare frustrazione, partecipare all’isteria collettiva e cercare elementi di pornomostruosità per pornoindignazione.

‘Azzo ne sapete voi di Bertolucci? Sembrate peggio della Democrazia Cristiana nel dopoguerra, a parlare di maschi come di quelli che mangiano bambini, di speculatori sulla carne altrui, di insensibili mostri nati col cervello ridotto e mentre fate il vostro Ku Klux Klan antimaschio succede che state mettendo in circolo la teoria dell’inferiorità della razza, quella maschile. Rispondere al sessismo con altro sessismo, bella storia!

Valgono perciò bene le attuali e securitarie norme proposte che parlano di delazione, carcerazione preventiva, cessazione dei diritti di un uomo solo denunciato di aver compiuto violenza su una donna. Le donne che non si esprimono esattamente contro sono considerate collaborazioniste, complici, da chiudere nei campi rieducativi pure quelli, e passo dopo passo non vi rendete conto che il mondo che state immaginando è un mondo di merda in cui le stesse donne non vogliono proprio stare. Un mondo in cui il moralismo diventa l’espediente di sorveglianza per le nostre abitudini, la nostra sessualità, il nostro privato, dove la soluzione a tutti i nostri disagi sono i tutori e non la nostra forza e gli strumenti che scegliamo, dove alla nostra autodeterminazione si preferisce il carcere, quella schifosa galera che sembrerebbe a voi il deterrente ultimo per ogni male.

Bertolucci in galera e la Stancanelli stuprata? Come si faceva con le collaborazioniste del nazismo?

E chi le augura lo stupro possibilmente si sente partigian@? Voi non sapete proprio che vuol dire resistenza. La resistenza libera e non imprigiona. La resistenza combatte l’oppressione e non opprime o offende. La resistenza la fai scardinando luoghi e strumenti del potere e non riproponendoli a tuo vantaggio in una crociata inquisitrice. Perché quella non si chiama resistenza. Si chiama rovesciamento del potere. Si chiama solo dittatura. La dittatura paternalista/maternalista dello stupro augurato contro chi non la pensa come te.

Ripuliamo i movimenti dai fascismi, perché il personale è politico e se non combatti il fascismo in casa tua non sei credibile quando fai finta di combatterlo fuori.

Solid a Elena Stancanelli!

—>>>Un po’ di foto per fare vedere come sono state trattate le donne considerate “collaborazioniste dei nazisti”. Perché la storia deve pure insegnarci qualcosa…

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Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, Critica femminista, Omicidi sociali, R-esistenze.