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La sua ex mi perseguita e nessun@ mi crede…

Da Abbatto I Muri:

C’è questa lettera e io vorrei presentarla come si deve. Nutro profonda disistima nei confronti di chi, tra i tanti e le tante che nel web pubblicano storie a senso unico, invece che disinnescare i conflitti li alimentano assumendo una versione di parte senza avere neppure la capacità di lenire gli aspetti demonizzanti. In realtà succede che realizzano stereotipi, dove non c’è un io narrante ma semplicemente una versione generalizzata che finisce per criminalizzare ora l’uno e ora l’altro genere. Così succede che si finisce per alimentare fiamme di vendetta, per legittimare il rancore e lasciare immaginare che nulla sia risolvibile e che nessun@ abbia più nulla da perdere.

Mi appello dunque a quante si occupano di queste materie affinché abbiano il senso di responsabilità necessario a non usare questi temi per accreditare una sola versione della storia, perché non si sta parlando di teoria ma di fatti difficilissimi che coinvolgono persone e portano con se’ dolore, sofferenza, complicazioni e dunque chiedo dove resti il buon senso a fronte di collezioni di articoli o ricerca minuziosa di dettagli di cronaca che dimostrerebbero come, ad esempio, gli ex mariti siano tutti cattivi e i padri siano tutti diavoli. Ciascun@ vive e ha bisogno di esorcizzare il proprio dolore come crede ma è fuor di dubbio che l’uso terapeutico del web porta alla costruzione di stereotipi sessisti, generalizzazioni, lasciando immaginare che i padri siano una setta satanica che fa sacrifici umani con le sue creature e che gli ex mariti siano una massa di persone infide che altro non fanno che sezionare cadaveri delle loro ex mogli.

Le storie, molto spesso, sono tanto più complesse e tra le situazioni innegabilmente gravi esistono quelle in cui semplicemente ci sono tante persone che soffrono, ciascuna da guardare con umanità, perché quel che vedo, purtroppo, soprattutto in chi dovrebbe essere super partes e aiutare a risolvere queste questioni, è la totale mancanza di umanità. E dunque eccoci qui, con un altro pezzo del puzzle, perché le storie non hanno mai una sola versione. E se questo è chiaro a me che sono stata vittima di violenza e ho vissuto una separazione complicata mi chiedo com’è che non sia chiaro a tutti/e. Buona Lettura!

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Cara Eretica,

mi chiamo Maria Luisa e sono vittima di stalking. Da anni ormai la ex di mio marito mi impedisce di esistere. E io devo fare attenzione, non posso dire molto, devo tenere la mia normale capacità di reazione in ostaggio, perché c’è un bimbo di mezzo, il figlio del mio compagno, e se mi lamento troppo lei potrebbe tentare di ottenere una rivincita, cercare risarcimento ricattando lui attraverso il bambino, negandogli le visite, mettendo in moto meccanismi complicati che porterebbero sempre e solo da una parte: il bimbo sarebbe confuso, disorientato e il mio compagno si sentirebbe ancora più impotente.

Dunque fingo di essere forte anche se capita talvolta che per non disturbare io smetta di respirare. Trattengo il respiro e conto fino a dieci quando lei addestra il bambino a ripetermi quanto sono cattiva. Non dico niente quando leggo quello che lei scrive su di me sui social network. Non posso pronunciarmi quando talvolta mi raggiunge in casa o presso il posto di lavoro e lascia filtrare infamie che macchiano la mia reputazione.

Mi imputa di tutto e in fondo non so neppure di cosa parla. Io ho semplicemente incontrato quest’uomo, me ne sono innamorata e poi ho cominciato a subire angherie. E sono la zoccola, e sono la stronza, e sono la perfida e ovviamente neppure dopo tanti anni il figlio, che è suo e del mio compagno, dovrebbe avvicinarsi a me perché io sono e resto sempre l’altra. Ma quello di cui non si convince è il fatto che tra lei e mio marito sia finita e quel che a loro resta da fare è concordare una maniera civile di condividere le responsabilità e la cura di quel bambino che mi fa una tenerezza immensa.

Come potrebbe vivere sereno con una persona così piena d’astio e di livore. Come si fa a restare incolumi se vivi con chi ti riempie la testa di cattiverie dalla mattina alla sera?

Non so perché lo faccia e non dovrebbe neppure interessarmi, per quanto lei faccia di tutto per trascinarmi dentro la sua ossessione e le sue modalità morbose. Quello che io so è che lei di sicuro non sta bene e avrebbe bisogno di aiuto e come accade spesso in questi casi ha deciso che io sono il suo caproespiatorio, io la colpevole di tutto, io la demone, io quella che le ha rovinato la vita. La vita…

Quando ho incontrato lui era ridotto uno straccio. Già separato. Pensava a lavorare per ottenere quanto gli bastava a trovare un tetto, cibo e di che passare un tot di soldi a quel bambino. Era restìo ad altri legami perché non si sentiva neppure all’altezza di una relazione stabile. Avresti dovuto vederlo, consumato, emotivamente stanco, e io a chiedermi mille volte in cosa mi stavo lasciando coinvolgere.

Perché non è stato così immediato, sai? Sono una donna che lavora, una persona indipendente, non credo ai sentimenti da “ti salvo io” e quando sentivo odore di guai fuggivo via come una lepre. Perché dovrei stare con uno che mi poterà solo complicazioni, mi chiedevo. Ma chi me lo fa fare? La mia vita va bene, ho tutto quello che mi serve, posso trovare una persona con la quale realizzare una vita insieme che non sia così incasinata.

Lui era parecchio schivo, non mi diceva quasi nulla e io odio quelli che parlano della ex con quel filo di rancore che senti anche a distanza. Lui era invece come annichilito, rassegnato. Con questa donna che se lo girava e rigirava come voleva e lui, che è un bonaccione, sempre calmo e quando si irritava il massimo che sapeva dire era “non ho la forza“.

Non so se avresti fatto quello che ho fatto io ma so che non mi giudicherai per questo. Ho scelto di restare e di beccarmi tutte le conseguenze. Non pensavo fosse così dura ma ancora sono lì a resistere. Se vedi oggi il mio compagno il suo annichilimento è un po’ venuto meno. Abbiamo diviso in due i guai e così lui ha avuto la forza di lottare, non farsi mettere i piedi in testa, rivendicare i suoi diritti.

E sai qual è stata la conseguenza? Che prima il cattivo era solo lui e adesso quella più cattiva sarei io.

Io che ho sempre abbozzato, sebbene ci sia un limite all’abbozzamento, che devo fare attenzione a ogni parola che pronuncio mentre a lei tutto è consentito. Io che quando parlo con un’altra donna quella mi guarda malissimo perché pregiudizio vuole che non esista una ex moglie incazzata e rancorosa giacché sembrerebbero caratteristiche esclusive dell’ex marito. Io che non ho mai avuto nulla contro altre donne e che sono sola mentre cerco di dire che quella signora mi fa del male.

Come si fa a spiegare che è possibile che esistano delle donne alquanto consumate da sentimenti ostili, ossessive, mentre il mondo intero dice che la cattiveria sta solo da una parte? Mi dicono che gli ex perseguitano le donne, che farebbero del male addirittura ai loro figli e io non nego che questo possa accadere, anzi ne sono certa, ma vorrei che qualcuno ascoltasse la mia esperienza personale e sono arrabbiata, si, sono molto arrabbiata perché mi sento invisibile, talvolta, con una storia ricucita addosso da quella donna che di me dice tutto il male possibile per farmi apparire una strega, un mostro.

Non sono qui a realizzare lo stereotipo della ex moglie cattiva o dell’ex marito sempre buono. Io non generalizzo. Parlo semplicemente di me. Perché mi fa così male sentirmi sempre sconfitta. E dunque, chiedo, è mai possibile che nessun@ sia dispost@ ad ascoltarmi?

Grazie

Maria Luisa

Ps: Lei non si chiama Maria Luisa e ogni riferimento a cose, fatti e persone è puramente casuale. Chiunque voglia scrivermi la propria storia può inviare mail a abbattoimuri@grrlz.net

Posted in Omicidi sociali, Personale/Politico, Storie violente.

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