L’impresa che vuole fare dell’ottimo marketing per autopromuoversi cosa fa? Insistentemente ti bombarda di messaggi che dicono quanto sia utile il prodotto, quanto sia eccezionale ed efficace, quanto tu non possa farne a meno.
Sui media per ogni notizia che riguarda le donne vittime di violenza vedi allegato all’articolo l’immagine di un mezzo militare, polizia, carabinieri, qualunque cosa. E’ una immagine costante, perenne, che invia un messaggio preciso.
Poi capita che delle donne si presentino con uno striscione che dice Nei Cie la Polizia Stupra o che vadano a sostenere Marta mentre viene interrogata dal Pm, a Torino, e ne mostrino uno con su scritto Se Toccano Una Toccano Tutte/Non Un Passo Indietro e dunque partono le cariche della polizia [QUI tutta la cronaca dettagliata e QUI il video] per sequestrare (come nel caso di Milano sui Cie) o per impedire l’esposizione di quel manifesto.
Polizie varie, come si diceva in questo post dipendono economicamente da noi. Siamo noi che le paghiamo, le riforniamo di armi, noi con le nostre tasse. Non solo non possiamo però mai licenziare chi tra loro commette abusi (vedi Genova G8) ma non si può neppure dire. Non si può dire nulla.
E questi sarebbero i tutori ai quali dovrebbero affidarsi le donne vittime di violenza? Gli stessi che non esitano a caricarti e percuoterti se la verità che tu pronunci non corrisponde al copione che loro vorrebbero importi?
Oltretutto: sapete che hanno più strumenti di difesa loro di quanti non ne abbia tu? Se vieni picchiata e molestata quanti anni ci vorrà per dimostrarlo? Ancora adesso per Aldrovandi c’è chi si permette di insultarne la memoria.
La verità è che ci serve poter tutelarci dai tutori, altrochè.
Ah, dimenticavo: la mia amica dice che ci sono voci di signore che praticano per hobby borghese la lotta contro la violenza sulle donne che hanno un sacco di cose da ridire contro “quelle dei centri sociali” che non solo sono così scellerate da andare in piazza a farsi picchiare ma che addirittura hanno difficoltà di affidarsi alle “istituzioni” e ai “tutori”.
Quelle dei centri sociali, le precarie, le straccione energiche che vengono chiamate dalle “signore” a colorargli i cortei perché si dica che ci sono anche le gggiovani, hanno idee precise su come fare pratica antiviolenza e soprattutto hanno una idea precisa su cosa sia violenza e cosa no. Già il mancato riconoscimento della loro lotta e delle loro scelte autodeterminate è una violenza e putacaso viene praticata da patriarchi e signore che amano essere insignite di titoli di merito, coccarde e marchi esclusivi d’appartenenza di partito o branco sociale riconosciuto contro quelle che vengono costantemente criminalizzate.
Le vittime che vengono degnate di attenzione da queste signore sono straniere, vittime di governi integralisti, sulle quali poter praticare politiche neolonialiste (le lotte altrove… ) oppure sono più o meno identificabili in sante da venerare e far assurgere a simbolo mistico per i prossimi mille comunicati stampa e la promozione di finanziamenti da fare arrivare alle polizie, legittimando repressioni, assieme ai vari business su braccialetti elettronici e varie, e tutto ciò in nome delle donne.
Le donne sono tante e diverse, separate per differenza di classe e identità politica. E noi non vogliamo essere soldatine precarie di signore borghesi che usano la nostra intelligenza e le nostre energie per tenere in vita culture vecchie che alimentano, rifocillano e leggittimano patriarcato, neoliberismo e autoritarismo.
Piuttosto, care, com’è che il Pd non ha votato a Pisa una mozione in solidarietà a Marta? Com’è che non c’è un solo comunicato di solidarietà, non una parola, di Snoq e affini?
Se non con Marta quando?
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MA fin dove bisogna arrivare …per poter dichiarare Lo STATO di ALLERTA!!!! buttarci sotto un treno ,magari come al solito in ritardo!!….Come colpire gli animi? e soprattutto, come possiamo spiegare agli IItaliani che SIAMO SOTTO UNA DITTATURA????? l
ottimo post.