Skip to content


#Napoli: disoccupat@, ti ribelli e ti denunciano!

http://www.youtube.com/watch?v=IwtYkptFHFU#at=24

Da Abbatto i Muri:

Riassumo? Ok.

Un tot di persone disoccupate, soprattutto donne, spesso con figli da mantenere e una situazione di separazione alle spalle, invece che pietire assistenzialismi e favori rivendicano lavoro, perciò hanno occupato il Comune di Napoli. Alcune sono state subito trascinate via e portate in questura e altre sono rimaste aggrappate alla ringhiera del balcone, addirittura sedute in bilico con la minaccia di buttarsi, per resistere e attirare l’attenzione sulla propria situazione.

Conclusione è che sono state denunciate per interruzione di pubblico servizio e alcune anche per procurato allarme per via della minaccia di suicidio. Nel senso che se si buttavano scampavano almeno quella denuncia, invece, testardissime, piuttosto che darsi fuoco o schiantarsi sull’asfalto hanno deciso di continuare a vivere.  Allora a queste donne, disoccupate, presumo senza disponibilità finanziarie, le istituzioni consegnano come premio le denunce sicché loro affronteranno spese processuali e beghe varie di modo che in definitiva gli passi del tutto la voglia di esistere e la prossima volta decidano di fare sul serio.

Sembra una barzelletta? No. E’ la verità.

D’altronde la sensibilità istituzionale nei confronti delle persone precarie è più che nota. Bisogna pur instradarle (addomesticarle?) verso forme di protesta più compatibili con le istituzioni ché la deregulation deve essere solo neoliberista e capitalista, nel senso che imprese e industrie possono fare il cazzo che gli pare, invece tu che sei povera e precaria devi comportarti proprio bene.

Allora quel che puoi fare, tu povera, economicamente dipendente, precaria e disoccupata, è:

– fare anticamera presso terzi ché la tua rivendicazione si trasformi in preghiera e che un diritto si trasformi in favore, così alle prossime elezioni saprai chi votare perché io sono il politico che tutto sommato ti ha fatto aspettare meno di tutti;

– sposare uno che ti mantenga, a costo di restarci assieme anche se poi ti picchia da mattina a sera, perché sei nata solo per figliare, avere cura della tua famiglia, ed eventualmente intrattenere anche i tuoi tutori con la tua avvenenza;

– essere grata ai tuoi tutori che certo se ti denunciano quando tiri fuori la testa dal tuo guscio e ti ribelli è per il tuo bene. E’ sempre per il tuo bene. E per fortuna che non c’è stata di mezzo una carica e una manganellata perché altrimenti, pensa, sarebbe potuto arrivare uno qualunque del Pd a dirti che se vai fuori a “far la guerra” alla fine fanno bene a manganellarti…

Ecco: le cose stanno così. Grazie per avercelo chiarito per l’ennesima volta.

Leggi anche:

La prima violenza sulle donne è dello Stato

Rivendicare il diritto (violato) al dissenso e all’autodeterminazione!

Posted in AntiAutoritarismi, Critica femminista, Omicidi sociali, Precarietà, R-esistenze.