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Se il modello/donna da promuovere è quello di Miss Italia (Vs Velinismo)

Da Abbatto i Muri:

Leggo che tra le firmatarie e proponenti del ddl del Pd, contro le immagini e i corpi di donna nei media, in cui, salvo modifiche o news di cui non so, si proporrebbero commissioni addette alla censura e varie sanzioni, ci sarebbe anche una senatrice del Pd la quale è stata protagonista di un confronto con altre donne all’epoca in cui la Rai decise di segare via Miss Italia dal palinsesto televisivo. Pare che lei, assieme ad altre tipo la Rauti, fossero strenue sostenitrici del parere opposto perché in Miss Italia vedevano un luogo pieno di ottime qualità. Della querelle potete leggere qui, così come è raccontata per intero, e io vi riporto solo alcune frasi indicative che ci ricordano chi sono queste donne che dicono di voler difendere altre donne dall’uso che di esse viene fatto sui media.

Introducendo dico che Miss Italia veniva difesa perché a quanto pare si riteneva una trasmissione che veicolava un modello di donna bella ma giusta, perfettamente in linea con i gusti delle suddette. Invece negli altri programmi, forse, si considerava ci fossero ragazzotte un pochino perdute, dall’immagine incrinata, che non restituivano quella solidità e affidabilità anni ’50 di una fanciulla addestrata a dire che arriverà vergine al matrimonio e che nella vita spera di trovare amore, famiglia, figli, dedicando un po’ di tempo a fare volontariato presso un ente benefico qualunque. Non so, sto immaginando, anche perché io Miss Italia non l’ho visto, credo, negli ultimi decenni, con tutto il rispetto e senza mai osare una richiesta di censura per quel tal programma così come per altri, e, a parte vedere poi che la vincitrice si trasforma in una vip che assume varie pose e competenze a seconda della trasmissione televisiva che frequenta, non so proprio nulla.

Insomma la senatrice dice che:

«se è vero che le miss sono un prototipo di immagine femminile così negativo, che cosa propone in risposta il Servizio Pubblico?»

e ancora:

La nostra televisione a tutt’oggi fornisce immagini femminili assolutamente discutibili e nessuno può lavarsi la coscienza solo eliminando la serata finale di Miss Italia, un concorso che negli ultimi anni è stato profondamente trasformato da quando è una donna a dirigerlo.
Non credo sia giusto poi banalizzare il tema delle campagne sociali che il concorso ha veicolato nell’ultimo periodo, è noto a tutti, infatti, che  nel nostro Paese i cambiamenti culturali sono assai lenti a procedere e spesso seguono le vie più diverse.

La vediamo poi coordinare un convegno parecchio interessante:

amati

durante il quale la Rauti, addetta al contrasto del femminicidio come special guest presso il ministero degli interni, senza dimenticare che la senatrice del Pd e una di Scelta Civica hanno presentato interrogazioni a sostegno di Miss Italia per promuovere i “valori sottesi a Miss Italia“, avrebbe affermato che:

C’e’ stata una deriva di velinismo, nella societa’ e nella politica, si e’ fatto poco e ora decidono di fare la guerra alla bellezza – ha spiegato – mentre accettiamo immagini femminili negative nella pubblicita’. Bellezza e intelligenza possono camminare insieme. Belle, intelligenti e impegnate nel sociale e’ un messaggio di educazione e cultura che dobbiamo sostenere. Se tolgono le ‘Isole’ non me ne accorgo nemmeno, ma cancellare Miss Italia, che e’ la storia italiana, non si puo’. E’ una grande ipocrisia e un falso moralismo che dobbiamo respingere”.

Quindi ecco qual è il punto. Guerra a quello che chiamano “velinismo” e recupero dell’immagine di donna che fa un po’ ventennio e un po’ anni ’50 così le donne di quella generazione sono tutte contente. Bello eh? Infine la domanda, si ripete, chi decide dunque, in Italia, le priorità e l’agenda politica delle donne?

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Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, Critica femminista, Pensatoio, Sessismo.