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Altro che shorts. Ddl del Pd per coprire corpi di donna sui media!

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[Berlino, la polizia che misurava la lunghezza delle gonne, nel ventennio fascista]

Da Abbatto i Muri:

Del ddl delle donne del Pd contro immagini e corpi di donne nei media. Noi qui proponiamo subvertising e riappropriazione dello spazio pubblico con nudità nostre, vere, eterogenee, non riconducibili ad un modello normativo unico, e loro propongono sanzioni salatissime e galera. Della serie: se non si fa la commissione censura che passa in rassegna immagini e trasmissioni televisive, secondo la percezione di pericolosità sociale delle suddette o di altre simili, non sono contente.

Qui mi pare illustrino le firmatarie. Qui ci si concentra, ovviamente, sulle sparate sessiste di Libero che si erge a difensore della libertà di espressione così come Ferrara si erge in difesa delle escort (ah ah!… credibilissimo). Anche qui la legittimazione del ddl liberticida, perché lo è, passa dal fatto che non piace a Libero e se non piace a Libero, giacché tra noi pare non ci sia più voce per rivendicare libertà di espressione e siamo qui a esigere tutela da parte dello Stato affinché ci difenda perfino da pericolosissime immagini, allora dovrebbe piacere a noi. Ancora un altro pezzo che ne parla. E in tutto ciò non leggo un solo commento in direzione di politiche più libertarie che arrivi da altre donne.

Cioè, siamo serie, è quello che volevate? Tanto battere chiodo sulle immagini sessiste per riappropriarci del diritto alla sovversione dell’immaginario per affidarci poi alla tutela dello Stato, come corpi di Stato, oggetti di Stato, il quale Stato addirittura costituirebbe una commissione poliziesca a parte per indagare immagini sessiste, affibbiare pene e sanzioni e produrre tagli e censure? Una commissione dove, se tanto mi dà tanto, nello spirito d’unità alla Snoq, come minimo inseriscono la Mussolini (che fa il paio con la Rauti addetta alla lotta al femminicidio) e che, come ha fatto lo Iap, potrà a sua discrezione censurare una pubblicità come quella di Desigual perché si vede un vibratore che le è costato addirittura il marchio di “indecenza”?

Il film Nuovo Cinema Paradiso finisce con una scena splendida che è quella di mille baci messi assieme e bocciati, censurati, dalla televisione bacchettona dell’epoca. Si vuole tornare a quella fase?

Giusto perché lo sappiate il ddl era stato già presentato in precedenza. Quindi il testo immagino sia lo stesso che trovate QUI. E al di là delle intenzioni, belle o discutibili che siano, l’obiettivo di rieducare il maschio proibendo l’immagine nuda delle donne a me sembra veramente ridicola.

Dunque saranno criminalizzate le donne che vogliono spogliarsi? Andiamo culturalmente verso il modello abolizionista delle immagini di donne svestite come per la prostituzione? Saranno criminalizzate le forme di “favoreggiamento“? Il prossimo passo è un movimento simil femministe/radicali americane (brrr….) per censurare il porno? Dopodiché dovremo andare in giro velate per le strade? (Scommetto che tra le firmatarie del ddl c’è perfino chi, in senso un po’ neocolonialista, pensa di liberare le arabe/orientali dalla costrizione del velo e se è così sarebbe un gran bel paradosso…)

Piuttosto esigere culi con qualche grammo di cellulite, corpi di qualunque età, taglia, etnia, nei quali ci si possa identificare tutte, che sia una estetica non uniformata, eterogenea, e che si parli di stereotipi sessisti che riguardano tutti i generi, perché di vittime, se sono vittime – oggetti e non soggetti – e non scelgono invece di essere immortalate per scelta, qui non ci sono solo le donne. I generi sono tanti e questa mole di proposte in direzione sempre e solo del rispetto della dignità femminile personalmente mi ha molto stancato.

Io sono stanca di vedere rappresentati gay, lesbiche, trans sempre allo stesso modo o di non vederli rappresentati affatto. Sono stanca di vedere rappresentate le donne vestite di tutto punto a fare le mogli e le madri. Sono offesa assieme al mio amico che vede rappresentato il genere maschile come fosse composto unicamente da s-oggetti un po’ machisti che pensano solo all’auto di grossa cilindrata e al dopobarba.

La realtà è fatta di persone che sono obbligate in ruoli di genere precisi che vengono rappresentati per perpetuare quella costruzione culturale che non sposta di un millimetro quel che possiamo esigere per noi. E lo stereotipo di vittime indifese, bisognose di galera e multe di milioni per essere salvate da immagini di un certo tipo, è degno di mia nonna. Non c’entra niente con me che voglio avere ruolo attivo e non ho bisogno di tutori. E mia nonna stessa, sopravvissuta al fascismo e alquanto biricchina, era perfino più libertaria di come potreste immaginarla.

Così vogliamo farla la rivoluzione culturale? Con una morale unica che diventa morale normativa, una morale di Stato e che si sostituisce alle singole scelte delle donne? Con un progetto di legge che è sovradeterminante e stabilisce che se una si sente offesa dunque tutte dobbiamo sentirci offese? Chiamiamo i Generali a rimuovere i cartelli sessisti? Non siamo in grado di sovvertirli da sole? Io non ho bisogno di una legge di quel genere. Non ho bisogno di qualcun@ che censuri le parole, i linguaggi, perché le immagini sono un diverso linguaggio del quale bisogna appropriarsi perché si evolva nelle direzioni che ciascun@ ritiene rappresentative di se’.

Non ho bisogno neppure che a prendere parola contro i moralismi siano quei moralisti, sessisti, ipocriti, reazionari di Libero, Il Foglio, Il Giornale che difendono le libertà solo quando riguardano l’ex premier e quando poi c’è da ragionare di aborto e stupro non hanno il minimo scrupolo a ospitare articoli in cui vengono vivisezionate e demonizzate le scelte, le abitudini, l’abbigliamento delle donne.

Dove stanno le donne che non vogliono leggi liberticide e non vogliono giustizialismi? Una presa di parola pubblica perché le donne non siano rappresentate da queste signore proibizioniste? Qualcun@ che dica chiaramente che non abbiamo bisogno di questi anestetici sociali per distrarci dalla nostra precarietà? Qualcun@ che si interessi piuttosto ai nostri contratti, alla nostra precarietà e alle nostre condizioni di lavoro?

Voglio dire: sono passati pochi giorni, e mi pare sia ancora in atto, da che ha avuto inizio una campagna per rivendicare il diritto di andare in giro con gli shorts. Ma come dicevamo QUI il problema non è il singolo anacronistico soggetto che si turba alla vista delle gambe delle ragazze. Il problema è che le stesse donne, unite da destra a sinistra destra, assieme a paternalisti, autoritari/e, e aspiranti preti, ci stanno imponendo di rivestirci. E invece noi vogliamo spogliarci giacché le nudità non sono offensive per la nostra dignità. Non lo sono affatto.

QUI la campagna lanciata dalle Mujeres Libres con una maniera condivisibilissima di sovvertire le immagini pubblicitarie invece che proibirle e/o sanzionarle. In basso, dopo la sequenza di foto, trovate altri, tanti, esempi di sovversione delle immagini sessiste.

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Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, Critica femminista, R-esistenze, Sessismo.

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