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Vota Donna? Maddechè: piuttosto vota trans-femminista!

2947_445080975559068_1949839022_nDa Abbatto i Muri:

Le elezioni sono alle porte e ricevo da più parti spam con inviti al “vota donna”. Spam che arriva soprattutto dal Pd.

La cosa che mi fa specie è che, nel rispetto di chiunque non la pensi come me, esista chi decide cosa sia bene per le donne, dunque di rappresentarle tutte come fossero un corpo unico e poi invita al voto “per il partito che è dalla parte delle donne”. Tipo la Fornero? Marcegaglia? Quali donne?

Oltretutto, vi prego, quando le donne (tipo le ministre) fanno scelte non condivisibili non si può dire che siano marionette del potere “maschile”. E’ un alibi bello e buono che criminalizza un genere e ne assolve un altro. ‘Ste donne non sono marionette di nessuno. Bisogna convincersi che esistono donne che non sono “ottime” e sono così per propria scelta e propria responsabilità. Vale il principio di autodeterminazione. Non è possibile che le donne siano considerate tutte vittime anche quando fanno cose orrende. Capisco che le quote rosa siano basate sull’assunto che donna è “meglio” ma d’altro canto a me fanno specie pure quelle, e dunque…

“Vota donna”, in ogni caso, è diventato un brand che vorrebbe legittimare un partito che è d’accordo con la Tav, che ha inventato e tiene in vita i Cie, che ha appoggiato il governo Monti e la Riforma Fornero e potrei continuare. E’ il brand di chi decide cosa dovrebbe andare bene per noi e poi ci strumentalizza così come ha strumentalizzato la manifestazione contro la violenza sulle donne del 14 febbraio.

Chissenefrega se il Pd dice di essere dalla parte delle “donne”? Mi piacerebbe qualcun@ dicesse che è dalla parte delle persone. Soprattutto quelle che ne hanno bisogno e che ritengono l’autodeterminazione dei soggetti, popoli, essenziale per le proprie lotte. Mi piacerebbe fosse rispettata e riconosciuta la capacità di autorappresentazione di ciascun@.

Un gran bell’articolo, a questo proposito, molto in sintesi, dice più o meno così:

Lo slogan delle Snoq (vicine al Pd oltre che a donne di altri schieramenti tipo la lista Monti) a supporto delle candidate che sponsorizza e che ritiene votabili in quanto donne è “se crescono le donne cresce il paese“. Stabilendo che tutte le donne siano uguali, che tutte abbiano le stesse istanze e rivendicazioni, che tutte le donne siano migliori e che avendoci questa predisposizione “naturale” (che palle, ‘sti stereotipi sessisti!) alla cura possano addirittura crescere il paese, inteso come crescita, come sviluppo, giacché è sancito, a scanso di equivoci, che altri generi, immagino, siano responsabili di aver depredato l’Italia. Vorrei sapere in tutto ciò come cataloghiamo appunto la Fornero, le varie ministre, le Marcegaglia, a proposito di decisioni che non sono propriamente condivise su lavoro, diritti, persone.

Quando parlano di donne dunque di quali donne parlano? Chi rappresentano? Di certo non rappresentano me.

Rappresentano forse quelle che hanno bisogno di ordinanze moraliste contro la prostituzione caldamente appoggiate anche dai sindaci del Pd. Rappresentano quelle che invocano l’unità per rimuovere conflitti e rendersi complici di cultura patriarcale e liberismo/capitalista mentre fanno finta che non esista la differenza di classe o di identità politica. Rappresentano quelle che immaginano che la violenza di genere sia solo contro le portatrici di utero, in quanto madri, in quanto etero, in quanto italiane. Rappresentano quelle che fanno la divisione tra donne per bene e donne per male. Rappresentano alcune tra le donne che sono tali in senso biologico.

Ma il termine “donna”, poi, è talmente riduttivo. I generi sono tanti e diversi e qui ancora stiamo a parlare di “vota donna” perché le donne sarebbero meglio. Perciò vorrei sapere se le donne non biologiche, le trans, acquisiscono il bollino della santità con il cambio di sesso, allo spuntare delle prime poppe, o se sono sempre da considerarsi esseri inferiori non solo per conservatori e naturalisti vari ma anche per il femminismo che crede nella superiorità dei bio-corpi femminili. E c’è Katia che mi risponde così: “Si sà che se fai un percorso FTM da donna a uomo sali lo scalino sociale se invece fai un percorso MTF da uomo a donna scendi dal famoso scalino e sei considerata inferiore ad ogni essere umano comprese le donne biologiche (di sesso femminile). Io sono MTF, esiste il transfemminismo e ha il suo perchè di esistere.

Sapranno mai quelle di Snoq che roba è il transfemminismo o l’anarco/queer/femminismo? temo di no.

Fatemi il piacere: finitela con questa rappresentazione delle donne martiri che fanno a mezzo tra lavoro e famiglia, madri sofferenti, anime derelitte, consumate, perennemente martoriate, quando siete voi per prime che mettete bavagli se queste donne dicono cose che sono diverse da quelle che dite voi. Smettete di rappresentare le donne come soggetti deboli perennemente bisognose di soccorso di modo che voi potete imporre il vostro tutoraggio. E’ una speculazione infame, è un vizio antico e io lo conosco. Conosco il vostro modo di usare la questione della violenza sulle donne e so perfettamente dove andate a parare.

Ma poi: avete mai pensato che può non fregarcene nulla di supportare i vostri balletti istituzionali? Che vogliamo fare politica fuori dalle istituzioni senza mediare e balbettare rivendicazioni e senza lasciarci usare da nessuno? Avete mai pensato che il vostro modo di fare le cose per preservare una poltrona calda sotto il vostro culo non ci riguarda? Vi è mai venuto in mente che non siamo  le vostre comparse  per riempirvi le piazze i cui numeri poi voi rivendicate su Repubblica?

Guardateci: siamo tante, siamo precarie, siamo incazzate, e siamo persone e non “donne” in quanto aventi figa, e assieme a tutte le persone siamo lì a lottare per rivendicare diritti che anche voi calpestate.

Avete una vaga idea di quanto possa essere stancante sentirvi dire sempre le stesse due o tre stronzate sulle donne italiane che risollevano la patria ché manco ai tempi di Mussolini, a momenti, erano così sfacciate? E potete sforzarvi quanto volete di contrapporvi agli altri partiti dicendo che la femmina sarebbe portatrice di bontà e angelicità (il medioevo, oh mioddio!) e altrove sono tutti diavoli e bestemmiatrici sconsacrate, ché se continuate a dire così la gente vota tutta altrove, dove c’è il “peccato” che sa più di umanità invece che la vostra triste arietta da sagrestia moralista.

Siete noiose, siete suore e viaggiate assieme a preti cattocomunisti, che sono peggio dei cattolici in quanto tali. Siete autoritarie, arroganti, prepotenti, supponenti e non mi rappresentate.

E spero di averci messo un punto. E con ciò vi lascio, perché penso sia il caso, con il Manifesto per una Insurrezione TransFemminista (qui tutte le adesioni). Tanto per dire…

MANIFESTO PER UN’INSURREZIONE TRANSFEMMINISTA

Facciamo un appello all’insurrezione TransFemminista:

Veniamo dal femminismo radicale, siamo le lesbiche, le puttane, l* trans, le immigrate, le sfortunate, le eterodissidenti …siamo la rabbia della rivoluzione femminista e vogliamo mostrare i denti, uscire dagli uffici del “genere” e delle politiche corrette e vogliamo che il nostro desiderio ci guidi essendo politicamente scorrette, disturbando, ripensando e risignificando le nostre mutazioni. Ormai non vale niente essere sole donne.
Il soggetto politico femminista “donna” ci è ormai troppo stretto, escludente in se stesso, lascia fuori le lesbiche, l* trans, le prostitute, quelle col velo, quelle che guadagnano poco e non vanno all’università, quelle che gridano, quelle senza i documenti, le frocie…

Dinamitiamo il binomio genere e sesso in quanto pratica politica. Seguiamo la strada che abbiamo iniziato “non si nasce donna, lo si diventa”, continuiamo smascherando le strutture di potere, la divisione e la gerarchizzazione. Se non impariamo che la differenza uomo/donna è una produzione culturale, come lo è la struttura gerarchica che ci opprime, rafforzeremo la struttura che ci tiranneggia: la frontiera uomo/donna.

Tutt* noi produciamo genere …che producessimo libertà! Argomentiamo con infiniti generi…
Richiamiamo la reinvenzione dal desiderio, la lotta per la sovranità dei nostri corpi davanti a qualunque regime totalitario. I nostri corpi sono nostri! Come lo sono i propri limiti, mutazioni, colori e transazioni.

Non abbiamo bisogno di protezione rispetto alle decisioni che prendiamo attraverso i nostri corpi, tramutiamo di genere, siamo quello che vogliamo, travestit*, lesbiche, superfemmine, butch, puttane, trans, portiamo il velo o parliamo wolof; siamo rete: branco furioso.
Richiamiamo all’insurrezione, all’occupazione delle strade, ai blogs, alla disobbedienza, a non chiedere permesso, a generare alleanze e strutture proprie; non ci difendiamo, facciamo che ci temano!

Siamo una realtà, operiamo in differenti città e contesti, siamo conness*, abbiamo obiettivi comuni e non ci farete tacere più. Il femminismo sarà oltrefrontiera, trasformatore, transgenere o non sarà, il femminismo sarà TransFemminista o non sarà…

Vi amiamo.
Rete PutaLesboNeraTransFemminista.

Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, Critica femminista, R-esistenze.

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