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Riflessioni sulle percussioni sui culi

Guardo il video delle percussioni sui culi e nonostante condivida il punto di vista di Abbatto i muri, sento di dover aggiungere altre riflessioni in merito a quanto detto.

Condivido in pieno l’idea che nessuna donna possa poter parlare per un’altra, dato che a tutte deve essere garantito il diritto di parola e autorappresentazione. Condivido anche l’idea che le donne, che fanno uso del proprio corpo, non stiano veicolando alcun messaggio sessista, dato che scelgono solo e soltanto per sé. Infatti, in questo post, non metterò in discussione la scelta di prestare il proprio culo ad un percussionista, che dei propri culi le donne ci devono fare ciò che credono, ma della scelta del percussionista di usare culi femminili.

Vorrei portarvi a ragionare non sulle donne che usano il proprio corpo, ma su chi strumentalizza il corpo femminile per fini altri. Vi faccio un esempio, perché penso sia più pratico: la velina, ragazza immagine, che troviamo nei media a me infastidisce non perché si stia usando il corpo femminile, dato che quel corpo è di quella ragazza e non mio e quindi, come non permetto a nessuno di legiferare sul mio corpo, non lo faccio su quello altrui. Il problema, per me, è come il corpo femminile sia strumentalizzato per veicolare messaggi sessisti. Il problema è che la “bella ragazza” è solo ed esclusivamente un soprammobile,  priva di parola, e anche quando gliela concedono è una parola monitorata, da copione.

Quando mi si dice che le ragazze sanno cosa vanno a fare e che quindi, nel momento in cui accettano tali condizioni, sono responsabili del sessismo che veicolano e di cui sono vittime, io rabbrividisco. Andreste mai a dire ad un’operaia che l’aver accettato le condizioni di sfruttamento/schiavismo della sua azienda la rende responsabile della sua condizione e di quella delle altre donne precarie? Direste mai ad una casalinga che il suo perpetuare tali mansioni la rende responsabile dell’immagine sessista che vuole la donna come brava massaia? Non credo proprio e quindi perché farlo con queste ragazze? Perché usare due pesi e due misure?

Quello che mi disturba in questo video è appunto, come già detto, la scelta del culo femminile. Perché scegliere culi femminili e non maschili? E per giunta, perché scegliere culi che rientrano nella categoria del “bel culo”? Un culo grosso e pieno di cellulite non dà lo stesso suono? Mi chiedo perché si siano scelti tanga e non culotte, o proprio il nudo? Ah, già, dimenticavo che in questa società posso farla intravedere la fica ma mai mostrare con orgoglio.

Non so quale fosse lo scopo di questo spettacolo ma la scelta è decisamente discutibile, almeno per me. Se ci fossero state più soggettività, e più corpi, allora mi sarebbe potuto anche piacere. Penso che quando si parla di lotta all’immaginario sessista si debba sempre tenere presente che il problema non è l’uso del copro ma i significati che ad esso sono associati e soprattutto che la lotta a ciò non può passare per la censura.

Io immagino e lotto per una liberazione dell’immaginario e dell’uso stesso del corpo, immagino e lotto affinchè tutte le soggettività si autorappresentino nella loro diversità ed unicità, immagino e lotto per un mondo in cui a nessun@ sia negato l’uso del corpo ma che, anzi, gli/le sia permesso di gestirselo come meglio crede (ergo questo vale sia per la modella/velina che per l’operaia, la segretaria, la casalinga ed ect ).

Posted in AntiAutoritarismi, Anticlero/Antifa, Corpi, Pensatoio, Sessismo.


5 Responses

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  1. Mario says

    Io credo che usare il corpo in maniera non sessista significhi usare il proprio corpo, non quello altrui, o il corpo di altre persone coinvolte in prima persona in un progetto del quale fanno parte. Può essere arte, intrattenimento, persino il solito specchietto per le allodole, ma dev’essere vissuto in prima persona. La velina che decide di vendere il proprio aspetto vende il proprio aspetto, sul che si dià bene o male a secondo dei gusti, ma lo sfruttamento interviene nel momento in cui il fine è il guadagno di altr*. Una donna che conducesse una trasmissione in cui si mette in mostra e basta, senza dire né fare altro, potrebbe non veicolare alcun messaggio sessista. Mettici dietro Ezio Greggio o qualche altro personaggio e diventa sessismo. Cosa diversa è la mercificazione del corpo umano? Ci metto un punto interrogativo perché non lo so e non vorrei cadere nell’equivoco per cui è “degno” vendere il corpo in fabbrica, ma non in televisione o in strada. Un commento – lo ammetto – alquanto confuso…

  2. thehighpeak says

    Oh non mi sono troppo dispiaciuta, non per me, quando sento certe cose la reazione spontanea è una grassa risata. Mi dispiace che le discussioni si riducano spesso a questo e mi dispiace che ci sia sempre qualcuno (donna o uomo) che gioca a chi ce l’ha più lungo.
    Anche per questo vi apprezzo, proprio plurali come siete! 🙂
    Riguardo al drummer di culi… Sarei curiosa di chiedere a lui il perchè della scelta (anche se personalmente credo di sapere la risposta..)

  3. luminal says

    Mi dispiace per quello che ti hanno detto, ma sappi che il patentino della femminista non esiste, dato che non esiste il femminismo ma i femminismi =) un abbraccio

  4. thehighpeak says

    Ho avuto una discussione molto interessante proprio su questo punto con Abbatto i Muri 🙂
    Poi ho provato a porre gli stessi quesiti su un gruppo facebook per il “rispetto per le donne” e mi sono beccata dell’ignorante perchè mi sono permessa di parlare di liberazione dei corpi (anche nel senso che io del mio corpo faccio un po’ quel cazzo che mi pare, e così le donne nel video), e poi testuali parole, “Non tirare in mezzo il femminismo che è altra cosa e forse … non è per te”. Rimango sempre più perplessa.