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Iene, sazie di guerra

Noi siamo in lutto. Ma non frega niente a nessuno.

Alcune considerazioni già in parte scritte tra i commenti al precedente post dedicato alle calunnie subite da FS.

Un comunicato di solidarietà a Fs, da parte di chi di lei evidentemente ha stima e rispetto, è diventato oggetto di ulteriore discussione. Parla di “donne di FaS” e c’è chi giustamente si lamenta del fatto che il collettivo è fatto da tanti generi. E’ fondamentale che se ti rivolgi a noi non puoi escludere o altrimenti parli alla singola persona e non a tutti. Poi c’è da precisare il ruolo di FS che non è leader di un bel niente. Ha sempre rifiutato di essere riconosciuta come leader di qualunque cosa. Ha scritto firmando con lo stesso nick che fino a poco tempo fa era collettivo. Perché il collettivo è intero, senza un capo né portavoci. Perché da noi ci sono tante posizioni che coesistono e non c’è nessuno che coordina. Perché non è colpa nostra e neppure di FS il fatto che dall’esterno non capiscono che possa esistere un collettivo senza gerarchie dove ogni opinione conta e dove FikaSicula è parte di un tutto a condividere il suo percorso e a chiederne rispetto senza sentirsi a sua volta vincolata dalle pretese esterne di chi vorrebbe gerarchie, cambio della guardia, detronizzazione.

Eppure lei l’ha sempre detto e scritto. L’abbiamo detto anche noi e tutto ciò non è fraintendibile se non nella misura in cui non ci si riesce a distaccare da logiche anacronistiche e differenti. FikaSicula non era un capo. Odierebbe essere definita tale. E’ quella che assieme a molte e molti altri/e al femblogcamp ha lavato i cessi e ha cucinato e ha fatto in modo che ogni pezzo di movimento avesse voce, inclusa lei. E’ quella che casomai, assieme ad altre, si è inventata uno strumento per dare strumenti e spazio ad altri/e che strumenti e spazio non li avevano. E’ quella che prende la voce delle compagne che fanno una iniziativa ovunque e la diffonde perchè sia più visibile ed è la cosa che facciamo tutte/i noi. E’ attività di rete in cui ciascun@ si dà un ruolo che non è superiore né inferiore a quello di nessun altr@.

Ma la polemica incalza e dunque qualche parola di ulteriore e spero definitivo chiarimento:

Lo dico a chi commenta in generale e non a chi ha scritto il comunicato. Da ricordare che non si può dedicare solidarietà a Fs e a FaS se poi si dicono cose che offendono chiunque tra noi.

Quando muore qualcuno è semplice sovrascrivere il suo ruolo e pure le sue intenzioni. E personalmente ripartisco le responsabilità su vari fronti. Innanzitutto gli/le anti/Pas irresponsabili e sconclusionati. Sanno solo distruggere. E poi anche altri perché in questo momento si vede bene come da una parte e dall’altra ci sia gente che vuole solo rintracciare un possibile nemico al punto da augurarsi la morte definitiva virtuale (anche reale?) di FS. L’odio è odio, ragazzi/e, e non c’è niente da fare.

Se le/gli antipas erano preoccupati/e circa i pensieri di propas e antifemministi di certo con gli attacchi a chi parla con loro in modo civile riuscendo a dire “sono d’accordo” e perfino “non sono d’accordo” senza che nessuno si opponesse hanno semplicemente legittimato chi sputa su questo genere di confronti civili e vuole tornare alla modalità “insulto/diffamazione/on”. Avete legittimato chi dice che le femministe odiano gli uomini e non sanno confrontarsi con loro. Questo avete fatto.

C’è tanta gente che ha sovrascritto facendo un processo alle intenzioni alle cose dette, pensate e scritte da FS, e così continuano ancora a fare. Nella loro totale miopia mentre stanno lì con i cappucci in testa a cercare qualcuno da portare alla forca hanno reso un gran servizio alle cause altrui che pure dicono di non condividere. Un gran servizio alle cause altrui: così, per intero, senza alcuna critica o discussione, perfino per le parti mai condivise.

Così sono felici di poter dire di avere ragione mentre tornano alla guerra. Perchè di un nemico hanno bisogno per esistere e dove il nemico non c’è se lo inventano. Questi sono in parte gli/le antipas e questi sono alcuni dei pro/pas e antifemministi. Persone che vedrei bene tutte assieme al chiuso di una stanza a scannarsi tra di loro mentre il resto della gente parla di cose serie, di storie e del dolore diffuso per mille ragioni affrontato senza timore e raccontato in modo civile alla ricerca di una comune e più che opportuna soluzione.

Dall’altro lato c’è chi legittimamente fa il mestiere suo, lo fa apertamente. E’ portatore delle sue teorie. Non si nasconde. Lo fa in ogni caso. Ma a prescindere dal fatto che si condividano o meno le cose che dice devo dire che anche a me ha lasciato perplessa il fatto che abbia ritenuto di farlo con un cadavere (virtuale) in bella vista. Sa di accreditamento e non lo condivido. Ma di lui tutto si può dire meno che sia, appunto, una iena sazia di guerra, giacché ha risposto all’invito al confronto di FikaSicula senza mai eluderlo e prendendo le distanze in modo netto da metodi discutibili attraverso i quali altri che pure dicono di avere le sue stesse idee diffondono le proprie teorie.

Ma in ogni caso ad accreditarsi sulla fragilità prodotta da altri/e, da femministe/antipas, non certo da persone come lui, non è solo chi ha interesse a far percepire al mondo che quelle teorie forse un senso ce l’hanno.

Ne hanno approfittato e continuano ad approfittarne altri e altre del mondo cosiddetto avverso, quelle che dovremmo considerare “amiche”, che se ne fottono dei cadaveri che lasciano in giro mentre vanno avanti a testa bassa totalmente ciechi alla ricerca di un nemico, chiunque sia, per motivare antagonismo a tutti i costi.

E non è bastata neppure la morte di fikasicula a saziare queste iene. Sono tutti/e ancora lì a spolparla e a richiamare altri branchi a partecipare alla festa del linciaggio infierendo sul suo cadavere. Un banchetto ignobile da qualunque parte lo si guardi che non lascia a nessuno, noi del collettivo in primo luogo, possibilità di autodeterminazione e la libertà di dirci dispiaciuti/e e di dire che tutto questo non è semplicemente un incidente di percorso ma un vizio politico tutto italiano messo in atto sempre da gente inconcludente e distruttiva che al senso critico ha abdicato per sostituirlo all’attitudine forcaiola.

Se non avete capito fikasicula e continuate a pressare questo collettivo costringendo chiunque a smarcarsi perfino dalle cose che fikasicula non ha mai detto o scritto, siete solo degli e delle inetti/e.

E tutti gli altri, se vogliono avere rispetto di Fikasicula e di quello che è stata ed è evitassero per favore di banchettare sul suo corpo allo stesso modo perché questo si chiama sovradeterminare la stessa volontà di una persona che non ha mai sottoscritto parole a lei dedicate.

ps: scrivo questo non perché il tribunale dell’inquisizione femminista lo esige nel suo processo e nella sua caccia alle streghe che analizzano al millesimo ogni cosa che ci riguardi anche se non ci riguarda affatto. Perché potremmo fottercene di rispondere anche delle cose che fanno altri. Perché qui siamo obbligate/i a difenderci da chiunque e per qualunque cosa e questa cosa, “compagne” (compagne un cazzo!), fa letteralmente cagare. Perché il vostro mondo è piccolo. Piccolo e ottuso. E lo siete anche voi, senz’altro, piccole e ottuse. E se comunque non basta… infierite ancora. Abbiamo giusto qualche ultimo grammo di sangue da dare…

Posted in AntiAutoritarismi, Critica femminista, Pensatoio, Sessismo.


5 Responses

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  1. Fabrizio Marchi says

    Alcuni necessari e brevissimi chiarimenti.
    La solidarietà che abbiamo voluto pubblicamente e formalmente (e soprattutto amichevolmente) manifestare nei confronti di Fikasicula era diretta a lei in quanto persona, fatta oggetto in questi giorni di attacchi pesantissimi che noi stessi conosciamo perfettamente avendoli vissuti in prima persona sulla nostra pelle. D’altronde, quelle/i che oggi aggrediscono e insultano lei sono le stesse e gli stessi che da sempre aggrediscono e insultano anche noi. Conosciamo bene la loro strategia che non è quella dell’attacco politico diretto, che comunque in quanto tale prevede il riconoscimento dell’interlocutore o dell’avversario, ma quella subdola della denigrazione, della calunnia, della diffamazione, finalizzata a demolire psicologicamente il soggetto che la subisce e, appunto, a dis-conoscerlo in quanto interlocutore. L’obiettivo finale è la sua totale delegittimazione pubblica e personale. La tecnica non è nuova. Oggi è solo più sofisticata rispetto a ieri.
    Ci siamo passati con tutte le scarpe, come si suol dire, perché, per chi non lo sapesse, ma non è così difficile immaginarlo, militare a “sinistra” (termine desueto e anche privo di significato, per quanto mi riguarda, per lo meno per come è stato declinato negli ultimi trent’anni, ma credo che comprendiate perfettamente ciò che voglio dire…) e assumere posizioni strutturalmente critiche nei confronti del meanstream post-neo femminista e “politicamente corretto” dominante, significa essere sottoposti ad un processo di discriminazione, emarginazione e di vero e proprio pestaggio psicologico e morale. Pare proprio (non ho mai avuto dubbi nel merito, per la verità, conoscendo bene i miei “polli”) che lo stalinismo metodologico sia ancora vivo e vegeto. Lo avevamo dato per morto e sepolto. Così non è, anche se veste i panni di una “sinistra” “liberal”, “radical” (molto chic…) e “politically correct”.
    Per queste ragioni abbiamo voluto manifestare la nostra solidarietà a FS, innanzitutto dal punto di cista umano, perché non si senta sola, per farle capire che le siamo vicini, per dimostrarle (ma lei questo lo sa già) che apprezziamo molto quello che sta facendo, che il suo lavoro non è stato fatto invano e che la stimiamo, al di là delle rispettive posizioni politiche e dei rispettivi orizzonti filosofici e culturali. Non volevamo certo metterla in difficoltà con quel nostro comunicato, e se involontariamente lo abbiamo fatto, ce ne dispiace.
    Alla luce di tutto ciò, è evidente che non era nostra intenzione coinvolgere in alcun modo il collettivo di FaS che ha una sua articolazione interna e che, come è ovvio e giusto che sia, va ben oltre la stessa Fikasicula. D’altro canto non sapevamo neanche come rivolgerci a lei in altro modo, dal momento che questo è lo pseudonimo che lei stessa utilizza pubblicamente (a me piace molto “Eretica”…:-) )
    Nè tanto meno volevamo operare forzature di nessun genere quando e se l’abbiamo definita “leader” (non mi pare ma, discorsivamente, può essere successo) o fondatrice di FaS. Posso garantirvi che comprendiamo perfettamente la vostra esigenza di eliminare gli stereotipi della gerarchizzazione che da sempre dominano in ambito politico e non solo (e che tanti danni hanno fatto) e come voi stiamo lavorando per sperimentare nuove forme di socialità e aggregazione “politica”. Per lo meno ci proviamo.
    Spero di aver chiarito la nostra posizione. Siamo sempre disponibili al confronto con chiunque di voi lo volesse, anche se siamo consapevoli che quanto sta accadendo potrebbe posticipare questa opportunità sine die.
    Ma non è forse anche questo uno dei loro obiettivi?…

  2. ivaneuscar says

    Da quando l’ho scoperto sulla Rete, considero questo blog un laboratorio di discussione e riflessione fra i più acuti e aperti; non ho mai trovato dogmatismo qui, mai posizioni preconcette, ma sempre disponibilità al dialogo, alla comprensione delle tesi e posizioni degli altri. Ritengo da sempre questo blog uno degli “spazi virtuali” esemplari per capacità di chiarezza, per finezza dell’analisi e per ricchezza di contenuti; condivido l’impostazione di fondo del blog, che mira a una trasformazione della cultura (la decostruzione e “rottamazione” del patriarcato) e non a una lotta contro le persone in quanto tali; e anche l’idea del collettivo, dello “spazio comune” (di confronto, condivisione, ecc.), per quel poco che so e ho potuto capire di Femminismo a Sud (come semplice lettore), mi sembra qui messa in pratica con coerenza e con successo.
    Delle accuse che sono state mosse a FS so solo quel che ho potuto leggere tramite i link che ho trovato in questo stesso blog; non posso entrare nel merito, tuttavia accusare il collettivo di FS di “fanatismo” o “dogmatismo”, o peggio di “intolleranza”, mi sembra del tutto fuori luogo, persino insensato.
    Non mi piace la logica della trincea. Non mi piacciono le logiche “guerresche” in genere.
    Mi è parso di capire che FS sia stato messo sotto accusa per “intelligenza con il nemico”, tipico “reato di guerra”. Ma si può interpretare la realtà in questo modo, secondo una semplice logica binaria “amico/nemico”? A mio avviso no!
    L’idea secondo la quale *chi non la pensa esattamente come me è nemico*, oppure l’idea per cui *dall’altra parte della barricata c’è il nemico, e col nemico non si può discutere, ha sempre torto a prescindere* riducono ogni discussione alla “logica amico/nemico”, cioè alla semplice “logica guerresca”, che è un modo di semplificare la realtà, distorcendola o a volte fraintendendola, per puri scopi tattici: è più comodo, dal punto di vista pratico, non confrontarsi mai con gli altri, e procedere a testa bassa verso la “meta”, convinti di avere sempre ragione al cento per cento (e di non aver quindi bisogno di ascoltare nessuno); peccato però che così facendo si perda progressivamente la visione della realtà (che non è fatta solo di un contrasto “bicromatico” fra “bianco” e “nero”, così comodo nella logica guerresca, ma è invece ricca di infinite sfumature cromatiche) e si tenda fatalmente ad assumere un atteggiamento intransigente sì, ma dogmatico, al quale si lega strettamente una certa tendenza a scomunicare chiunque provi a manifestare dubbi e/o dissensi, anche timidi e parziali, rispetto alla “linea” prestabilita. Ogni “dissidente interno/a” viene considerato “più pericoloso/a del nemico esterno”, viene accusato/a di essere la fantomatica “quinta colonna”… e via di questo passo.
    Mi spiace dirlo, ma in questo modo il dibattito non è più tale, diventa la riproduzione in sedicesimo della “guerra senza quartiere” (per definizione “cieca”), che porta con sé un circuito velenoso di manie di persecuzione e paranoie assortite; e si perdono di vista il vero centro della questione, l’oggetto del contendere, il “focus” della discussione… e perciò l’intelligenza stessa del confronto.
    A parte ogni altra considerazione, poi, una discussione, un confronto di idee, sia pure serrato e vivace, non può trasformarsi in una guerra nella quale, scavata la propria trincea, si costringe anche il “nemico” a crearsi la propria, per difendersi (e, prima ancora, si costringe l’interlocutore a entrare nel ruolo del “nemico”: ed è anzi già questa “costrizione al ruolo” il primo passo della violenza). Ho visto negli anni troppe discussioni, generate da dissensi che qualcuno giudica “intollerabili” (e perché?), trasformarsi in “guerre” cruente di questo tipo.
    Sì, guerre, e per giunta cruente. Anche le parole possono trasformarsi in veicoli di odio e in strumenti di violenza. Accade quando le parole vengono utilizzate non per replicare alle tesi dell’interlocutore o per “decostruirle”, bensì per diffamare e dileggiare l’interlocutore, l’altro/a, per screditarlo/a sul piano personale. Attaccare violentemente la persona in quanto tale, sbeffeggiarla, additarla al pubblico ludibrio, per sminuire i suoi pensieri, per evitare di confrontarsi col merito delle questioni che la persona pone: quante volte mi è capitato di assistere a questo scorretto, machiavellico (in senso deteriore) “gioco al massacro”… Ebbene, questa per me *è violenza*, è sopraffazione. Ma perché un dissenso deve trasformarsi in odio mortale, in lotta senza quartiere? E perché questo avviene anche all’interno di movimenti che si dichiarano “a favore della pace, del dialogo, della comprensione, contro la violenza”, eccetera?
    (Sono domande che continuo a pormi da tempo, non solo in riferimento a questa vicenda, ma anche in relazione a varie “lotte intestine” che hanno dilaniato nel tempo alcuni soggetti che si ponevano a vario titolo come “antagonisti”, alternativi, ecc., spesso finiti nella spirale fratricida della “logica amico/nemico”, che li ha ridotti ai minimi termini).
    Per tutto ciò che ho detto, auguro a FS di continuare a esistere, ed esorto il collettivo e il blog a perseverare nel loro metodo del dialogo “non-dogmatico” che però non sacrifica mai la chiarezza delle idee e dei princìpi.

  3. eretica says

    Comunque con tutto ciò il messaggio di Fabrizio, che è sincero, non c’entra niente. Scinderei le due cose perché il messaggio che lui scrive, al di là degli errori che lui fa nel ruolo che mi attribuisce e nella maniera in cui considera il collettivo, con i suoi contenuti certo, che lui sa bene io posso anche contestare (ma questo a me non è mai stato impedito, anzi, viene sollecitato nei suoi spazi e altrove), parla col suo linguaggio di solidarietà ad una persona con la quale lui discute con rispetto. Io non ho timore a dire che alcune delle cose che dice Fabrizio non le condivido e alcune altre magari si. Ma tra tutti, appunto, è quello che non mi ha mai dedicato un pensiero ignobile. Ci tengo a dirlo. Non è certo lui che passa il tempo a banchettare sul mio cadavere e a scrivere su facebook status raccapriccianti e pieni d’odio contro di me. Non è lui che accredita la sua causa. Sono quelle altre che la legittimano pienamente e dimostrano che in parte lui potrebbe aver ragione. Perciò, comunque sia, lo ringrazio della solidarietà e spero che si possa tornare un giorno a ridiscutere in toni civili delle differenti opinioni di ciascuno senza che questo diventi pretesto per ulteriori linciaggi.

    Ps: tanti messaggi di solidarietà che mi sono arrivati al di fuori dal mondo femminista, da quello delle donne dell’MFPG, ad altri con i quali parlo sono sinceri e non hanno sovrascritto niente. Sono messaggi di stima e rispetto e solidarietà sincera. E in particolare le donne dell’mfpg sono perfettamente consapevoli di quello che mi succede perchè succede a loro da tanto tempo e perchè oltretutto mentre io venivo attaccata di qua loro venivano attaccate di là perchè parlavano con me. quindi io le ringrazio e ringrazio tutti e tutte. ringrazio qualunque persona che per via delle proprie opinioni subisce questo trattamento perché è incivile, barbaro, è fascismo allo stato puro.

    Il mio problema ora è questo: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/11/03/eretica-stanca-di-guerra/
    Ho bisogno di recuperare il senso umano, prima che politico delle cose. l’umano non si può perdere nel politico. è sbagliato.

  4. Mammamsterdam says

    Non vengo spesso, apprezzo moltissimo quello che fate anche se non condivido sempre tutto e tutti, e solo attraverso un paio di commenti su Fb ho sentito che c’ è qualcosa di brutto in corso. Mi dispiace, solidarietà a chi ha la persistenza di fare politica anche per me e tanti altri, e non l’ ha detto nessuno che tocchi andare sempre d’ accordo, ma certe dinamiche da gineceo dovrebbero rimaner fuori da un discorso politico serio. E adesso mi vado a leggere gli arretrati.

  5. Velia says

    Condivido tutto. Brave! Però ora voi che potete andate avanti sempre se non è necessario continuare. Perchè credo che le carnefici femministe per costruire la loro falsa coscienza e identità hanno bisogno non solo della vittima ma anche di qualcuno che dia loror importanza difendendosi. Ecco, voi fikasicula e femminismo a sud ma anche finchèmortenonvisepari, non avete alcun bisogno di difendervi. Loro invece sì. Buona continuazione compagne! E grazie