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Carfagna vs Guzzanti: quando l’insulto è sessista in nome di un presunto antisessismo!

La Guzzanti, Sabina, ha dato della pompinara alla ex ministra Mara Carfagna. Allora ci fu un gran parlare di questa eventualità e ci fu chi si prese l’ardire di insistere sul fatto che usare il termine “zoccola” per nominare tutte le donne che ruotavano attorno a Berlusconi, fosse una cosa quasi rivoluzionaria. La carica misogina e sessista che si liberò contro quelle donne, a partire da altre donne, in nome dell’antisessismo e del rispetto della dignità delle donne, raggiunse l’apoteosi nella fase di convocazione e di espletamento della manifestazione di quel 13 febbraio che segna l’inizio del delirio di onnipotenza di Snoq e la fine del buon senso di tante persone che pure ci sembravano saldamente ancorate a principi antisessisti di una matrice un po’ più seria che quella occasionale e pretestuosa antiberlusconiana. Una fine del buon senso che ora diventa pretesto per additare come sessisti vignettisti antifascisti che svestono degli abiti del potere ministre di destra impettite e patriottiche umanizzandole e non riuscendo più a distinguere tra cosa sia sessismo e cosa non lo è.

A quel tempo noi – comunque – scrivemmo che di quella ministra si sarebbero dovute criticare le scelte politiche, i provvedimenti. Insultare con epiteti sessisti in nome dell’antisessismo era una cosa che ci suonava nuova, per davvero, e continua a sembrarci parecchio bizzarra come modalità. Ci dissero che noi no che non difendiamo ‘sta cavolo di dignità delle donne (e in effetti se la difendono da sole, le donne, la propria dignità…).

Guzzanti infine è stata condannata per diffamazione a pagare un risarcimento di 40 mila euro alla Carfagna. Per tutta risposta la Guzzanti, in nome del rispetto per la dignità delle donne di sicuro, scrive un pezzo in cui spiega come è andata e tra i commenti vedete un sacco di gente che continua a diffamare la Carfagna. Così temiamo in una nuova accusa e c’è chi vuole fare partire una colletta per pagare i debiti di tutta questa gente che a questo punto pare affett@ dalla sindrome di Tourette.

La cosa che ora mi preme dire è che la Guzzanti fa parte di quel contesto filo-Travaglio che appoggia i magistrati ora e sempre e che guai se hai una condanna perché ti sei fatto una canna e guai se hai sospesi nella fedina penale e guai a tutto perchè la giustizia è giusta, la legge è strafiga e i giudici sono un incanto. Tutte cose dette facendo i dovuti distinguo in tante occasioni, dai “violenti” in piazza a cose simili.

Direi che la Guzzanti non può lamentarsi. Sono loro che dicono che la legge è uguale per tutti. O la chiamiamo repressione e limitazione della libertà di espressione solo quando dà ragione a chi ci sta sul culo?

Posted in Comunicazione, Critica femminista, Pensatoio, Satira.


8 Responses

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  1. diana says

    sottoscrivo integralmente Igor Giussani. Ho visitato il sito di Sabina Guzzanti, e il tono e il livello dei suoi commentatori danno anche la misura del suo fanatismo che negli ultimi tempi (ma non tanto ultimi, ricordo la battuta sul cancro della Fallaci morente) sembra rivelare un qualche problema “a monte”….

    Sabina Guzzanti mi sembrava geniale nelle sue imitazioni (da Moana a D’Alema). Ma da quando alla comica si è sovrapposta la militante, è diventata più simile a uno dei telepredicatori che suo fratello parodiava così bene. Presto vedremo anche lei fare la traversata di un braccio di mare, o la camminata sui carboni ardenti, come negli happening dei motivatori aziendali alla Tony Robbins.

  2. kundalini says

    Bisognerebbe analizzare meglio perchè “pompinara” sia un insulto inaccettabile e non abbia un equivalente maschile. Mi domando perché Carfagna si sia a tal punto offesa da querelare Guzzanti – ovvero, me lo immagino fin troppo bene, ma avrà trovato l’epiteto offensivo per la morale comune o per altre ragioni? Mi piacerebbe chiederglielo. Signora qual è la sua opinione sulla fellatio ut des? Sappiamo già che Guzzanti non approva.

  3. marco says

    la condanna per diffamazione può anche semplicemente derivare dal fatto che un insulto è un insulto e quindi la sentenza probabilmente non è entrata minimamente nel merito della biografia dell’insultata, anzi dubito che la sentenza sia collegata a questo secondo aspetto e quindi dubito sia probante di un’assenza di quei metodi

    semplicemente come dite voi non ne è provata la presenza di certi metodi, anche se questa assenza di prove non lo rende gossip – gossip sono le stigmate di padre pio e le agende tematiche trattate spesso da Cristina Parodi – ma solo una serie di correlazioni quantomeno curiose che non costituiscono una chiara catena politica di causa/effetto

    Il che non ne prova l’assenza, ma solo che questa al momento va giuridicamente presunta

  4. Igor Giussani says

    Il giorno della manifestazione ‘incriminata’ ricordo che rimasi molto perplesso dal discorso della Guzzanti… innanzitutto non sembrava lei, teneva un tono da arringatrice che non le si addice. Parlò di due delle persone più criticabili del mondo – Ratzinger e la Carfagna – dicendo che il primo “sarebbe finito al suo posto, all’inferno!” (manco si ritenesse un nuovo Dante) e per la Carfagna tirò fuori delle presunte intercettazioni pubblicate su di una rivista argentina su lei e un’altra ministra che parlavano di come farlo tirare a Berlusconi… in entrambi i casi direi pessimi argomenti a fronte di un campionario quasi infinito di ragioni per criticarli.
    Per quanto riguarda la legge, l’unica cosa non credo che una persona possa ottenere 40.000 euro (più di trent’anni del mio stipendio a occhio e croce) con questa facilità.

  5. fasse says

    si ma la guzzanti ha detto una cosa che non può dimostrare e così di altre. si tratta di gossip e se lede l’immagine delle persone è diffamazione. non è dimostrato quel che dice e allo stato attuale data la condanna per diffamazione possiamo dire che non è vero che questa persona abbia usato il sesso per entrare in politica.

  6. marco says

    ok, cmq il succo di quel che volevo dire è che le parole dure usate dalla Guzzanti non attaccano secondo me la sessualità di una donna che poi dovesse eventualmente anche entrare in politica

    – ma il fatto che di alcune donne si dica che si siano servite del sesso per entrarci (e non è un baratto molto democratico – esclude le meno attraenti – ancorché frequente) e certi uomini abbiano favorito questo meccanismo

    – e il fatto che qualità culturali certe persone ne hanno poche … non perché sono donne e non perché fanno le scelte che fanno ma perché hanno poche qualità culturali. Punto. Dan cioè fiato all’aria e sparan sciocchezze, non perché sono per una policy o per un’altra, ma perché non sanno manco di che parlano
    Qualità argomentativa zero insomma

    tu che scrivi il senso di quel che scrivo suppongo l’avrai capito anche se per ragioni deontologiche non si può dire di più.

  7. fasse says

    Ricordiamo che qui non passano commenti diffamatori nei confronti di chiunque. Se si vuole attribuire a questa o a quella caratteristiche tal dei tali si può farlo nei propri spazi e assumendosene la responsabilità. Noi 40.000 euro per risarcire qualcuna per dare spazio a chi la diffama non li abbiamo. Grazie!

  8. nuvoleonline says

    Scusate, ma la Guzzanti, per quanto ricordo dal suo programma televisivo, si era molto discostata da quell’atteggiamento “pro-travaglio e pr-magistraturasenzasèesenzama” che senz’altro per qualche anno ha sostenuto. Per dire, quando ha intervistato Caselli sul movimento NoTAV, la sua posizione era tutt’altro che giustizialista e forcaiola. Questo senza nulla togliere al resto dell’analisi.
    saluti,
    c.