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Vivendo come nelle pubblicità…

Ti svegli la mattina e la prima cosa che fai qual è? Eh, dimmi, qual è? La colazione? Sbagliato. Devi fare come se fossi dal visagista. Trucco, parrucco e quando sei pittata e ripittata allora entri in cucina e in un olè prepari colazione ai membri di famiglia tra un sorriso e un trallallà. E poi quando anche tu finisci a malapena di ingoiare due mozzichi di crusca rinsecchita per farti venire i fianchi levigati e la coscia osè oh che ti viene in mente? Vuoi correre a lavorare? Naaa. Sbagliato. Devi prima sistemare la cucina con il detersivo spruzzobon e poi fare i sacchetti con la merenda ancora per i membri familiari e infine baciarli sulla porta e solo poi, forse, avrai la possibilità di fare altro.

Per realizzare codesti piani bisogna averci un lavorone part time che entri ed esci quanno cazzo te pare e puoi gestirtelo pure a distanza. E ovviamente tutto questo bisogna incastrarlo con tutti i sacrosanti “piaceri” di una donna che c’ha ancora da pensare ai membri e che guadagni quanto una dirigente di un consiglio di amministrazione di una multinazionale si deduce dal fatto che c’ha la casa tutta bianca, tutta bella, tutta a villa con pareti a vista e vetri infrangibili e parco di sette ettari tutto attorno e poi una macchina che risponde ai comandi del tuo sguardo e quando cammina per il lungo viale d’uscita del tuo castello ti si fermano a ridosso pure i porcospini e cala il silenzio nella valle.

Prima d’uscire, tu che sei una donna semplice e olè con due colpi di spazzola, un diadema in testa e una ripassata di ovatta sul viso sembri una regina, indossi il tuo abitino in seta finissima che ti scivola sul corpo e ti rende evidenti le proporzioni, allora, adagio dai una ripassata con l’aspirapolvere (e non mi chiedete perché se c’ho il diadema e una casa degna di una regina non c’ho pure una colf perché semmai c’avrò Giovanna che mi pittura le inferriate per il piacere dei miei membri) e poi felicemente volteggi e sfiori le foto dei parenti stretti che stanno tutte in fila sul camino indiscutibilmente acceso. E perché mai se sto con l’abitino leggero e i membri sono usciti col pulloverino sulle spalle io c’ho il camino acceso? E’ finto. Solo per fare scena perché in realtà a casa mia si accende il camino pure in piena estate.

Esco e ovviamente c’ho un tacco dodici da far spavento e una coscia lunga di quelle che vengono su naturalmente, crescono con gli anni e non abbisognano di aggiustamenti di palestra o liposuzioni. Al più ti fa male la vena ma ecco che ti si ferma un tir in strada e scende l’omino della farmacia che spalma la pomata sulla coscia, così, fermi al semaforo, mentre il vigile impreca e c’è una deficiente che con voce stridula fa “moooolllli” indicando una confezione di pillole in farmacia.

Lo stesso tir soccorre un tale con la schiena curva. Gli danno una ripassata e lui s’arrizza tutto d’un colpo. L’arrizza uomo e lo spalma coscia deve essere un gran mestiere. Ed è così che camminando camminando è d’obbligo fare incetta di sguardi di apprezzamento che non apprezzano te ma giusto la tua coscia levigata fresca di trattamento di pomata. I membri di famiglia ti chiamano al telefono e dal video, fottendosene del fatto che tu stia ancora lì ferma ai semafori propensa a farti suicidare più che al cammino, ti fanno un ciao idiota con la manina e sullo sfondo vedi scorrere messaggi in technicolor che dicono che quest’ultimo ritrovamento tech aiuta l’amore e la fantasia. Che cazzo farà mai tuo marito con tuo figlio nel bel mezzo della giornata non si sa. O fa l’insegnante nella scuola sua o fa il bidello o quel bambino se l’è portato al parco e insieme hanno bigiato scuola e lavoro.

Giungi al lavoro infine e lì ti bevi una bibita light assieme alle colleghe guardando il bonaccione che lavora nelle impalcature del palazzo di fronte. Lì ci viene qualche dubbio sulla credibilità della tua persona perché se tu lavori part time a fare la segretaria dentro un posto che come spettacolo accessorio ti fa vedere il personale da carpenteria coi muscoli più scolpiti della terra e se tuo marito fa il bidello non si capisce come potete mantenere la vostra bella casa e quelle auto super accessoriate che stanno parcheggiate sul vialetto del parco di vostra proprietà.

Al ritorno, che sarà stato un paio d’ore dopo, ti bevi una tisana farmaceutica contro il raffreddore con l’amica (sarà stato il caldo-freddo seta-camino che t’ha fatto nera) e dopo un cinemino con gli amici torni a casa e trovi babbo e figlio che ti preparano i “piccolini” con un sugo pronto e inscatolato. In tavola le portate fanno invidia ai pranzi delle festività meridionali e passate il tempo, tu sempre truccata e naturale, lui sempre sorridente e gentile, il bambino che pare uscito da una confezione di robot in cui ‘sti infanti dicono tutti la cosa giusta al momento giusto, fino a che a te non viene il ghiribizzo di dare una passata con l’aspirapolvere per dimostrare che in casa vostra il pulito c’è e non si nasconde mai.

A letto il bimbo con lucina che ricava la scritta fluorescente con caratteri di una nota marca per l’infanzia e dopo aver guardato le stelle con il marito andate a letto. Un letto di sette metri quadri per sette che pare una pista di decollo. Inquadratura dall’alto e posizioni multiple per pubblicizzare una tisana che fa bene al sonno e un cinghiale che si posa sullo stomaco a lui perché i “piccolini” gli sono andati di traverso.

Ulteriore farmaco per lui e mutanda per l’incontinenza per te (perché, diciamolo, sei una piscialetto…) e buonanotte a tutti.

Posted in Satira.