Oggi e` un grande giorno. Oggi ho trovato la risposta alla mia domanda piu` grande. Da quando, nel novembre 2010, mi e` stato diagnosticato il cancro al seno non ho fatto altro che chiedermi perche`. Perche` mi sono ammalata a 30 anni e senza precedenti in famiglia? E` stata la prima cosa che ho chiesto ai medici. Alcuni di loro si sono stretti nelle spalle e hanno confessato “non lo sappiamo”, qualche altro ha suggerito che potessi essere portatrice di una mutazione genetica. Ipotesi smentita dall’esame del DNA a cui mi sono sottoposta.
Ho passato 2 anni a tormentarmi. Non c’e` stato giorno che non sia andata indietro con la memoria per passare al vaglio tutto cio` che poteva aver determinato, anche solo in minima parte, l’insorgenza della malattia. Ho ripensato al disastro di Cernobyl, avevo solo sei anni allora. Mi ricordo che non dovevamo bere il latte ne` mangiare verdure. Ho ripensato ai 7 anni in cui ho vissuto a Napoli, la mia Napoli avvelenata dai rifiuti tossici. Mi sono sentita in colpa per i dolci strapieni di zucchero di cui ero ghiottissima.
Stamattina, finalmente ho trovato la risposta. O meglio la risposta me l’ha data la Lega Nazionale per la Lotta contro i Tumori (LILT). Il cancro al seno mi e` venuto perche` sono brutta e non ho mai fatto niente per cercare di migliorare la situazione. E cosa puo` fare una brutta? Chirurgia plastica? Ma no, ci sono rimedi meno drastici e di comprovata efficacia, come il “siero antiage preventivo e riparativo Advanced Night Repair di Esteé Lauder o Moisture Surge Intense di Clinique, prodotto che apporta la massima idratazione e sollievo immediati alla pelle disidratata”. Cosi` si legge nel comunicato con cui la LILT ha presentato l’edizione 2012 della campagna Nastro Rosa per la prevenzione del tumore al seno.
Madrina di quest’anno e` la bellissima Cristina Chiabotto e non a caso. La bellezza e` uno dei piu` potenti strumenti di prevenzione della malattia, spiega la LILT: “per ogni donna la prevenzione deve essere sinonimo di promozione del proprio benessere, della propria salute, ma anche della propria bellezza”. La bellezza. Non c’avevo mai pensato e non c’hanno pensato nemmeno quei medici che non sapevano rispondere alle mie domande sul perche` mi fossi ammalata. O forse non volevano rischiare di offendermi, dicendomi la verita`: “Grazia, sei un cesso. Cosa ti aspettavi? Era il minimo che potesse capitarti”.
Lasciate che vi dia un consiglio, allora. Non fate come me che non mi depilavo, non mi truccavo, non mi mettevo mai le creme idradanti e men che meno quelle di Esteé Lauder e Cinique. Il cancro al seno e` una malattia terribile. Una donna ogni otto si ammala oggi in Italia e circa il 30% ha meno di 44 anni. I casi sono in aumento costante e sono soprattutto le giovani ad essere colpite dalle forme piu` aggressive. Basta cosi` poco per mettere fine a tutto questo. Domani mattina, prima di andare al lavoro, passate in profumeria e fate incetta di prodotti. Se un lavoro non ce l’avete o vi pagano poco, fate un mutuo o una rapina in banca. Fatevi belle ogni giorno. La pelle sempre ben idratata e i capelli setosi. E sorridete, sorridete sempre. Ne va della vostra salute.
Estee Lauder è sponsor e quindi ha il nome e il logo nel comunicato, questo fanno gli sponsor. Nel comunicato (che dai commenti quasi nessuno ha letto) non vedo alcun binomio brutta-cancro, anzi la Lilt apre gli ambulatori dei tutte le sezioni provinciali per visite gratuite di prevenzione, non conosco altre associazioni che lo facciano. Nel comunicato io vedo un chiaro invito alla prevenzione, non alla cosmesi…
La signora Lauder ha avuto il cancro al seno per qusto è diventata promotrice della campagna di sensibilizzazione in america, che in italia ha (da 20 anni) la Lilt come partner…
Capisco la rabbia di chi cerca un motivo a qualcosa che purtroppo (ma anche per fortuna) non ha motivi: il tumore non colpisce i brutti o i cattivi o gli indolenti o i tirchi…colpisce…ma ritengo che la Lilt in tutte le sue espressioni locali faccia un ottimo e utilissimo lavoro.
…ora vi prego…rileggete il comunicato…e vederete che non c’e’ un demone nascosto tra le righe…
un abbraccio forte a Grazia!
Personalmente non me la prenderei troppo contro le marche: sostengono questa campagna e vogliono guadagnarci su. Forse il punto sono le campagne…che utilità ha questa? Non credo riuscirà a sensibilizzare, ma neanche a informare.
Personalmente non credo ci sia nulla di male nel volersi prendere cura di noi stesse (nel limite del ragionevole), ma il legame con il cancro non lo vedo. Serve una rivoluzione culturale che ci ripulisca la mente da questo concetto malato di bellezza, perchè per molte ragazze sta divetando una ossessione.
Ma poi questa dello “shopping solidale” non si può proprio sentire!
Ignorare il comunicato della LILT é inaccettabile. Una campagna che propone prodotti di cosmesi associandoli alla prevenzione è un’operazione di marketing strumentalizzatore. Sono esterreffatta dalla partecipazione a questa campagna di un’associazione che si propone come portavoce i pazienti. Che l’autrice del post si chieda da dove sia insorto il cancro che l’ha colpita a 30 anni, non é solo psicologicamente normale, ma socialmente necessario. Il cancro non é une disgrazia che arriva secondo un destino casuale. Oggi siamo al corrente che l’esposizione a fattori di rischio aumenta sensibilmente la possibilità di ammalarsi….fattori che annoverano peraltro anche alcune sostanze impiegate dalla cosmetologia.
Proporre un messaggio che associa cura di sé attraverso l’uso di prodotti di bellezza come dispositivo di prevenzione é inaccettabile. Grazie all’autrice d’averlo signalato.
Ma io credo che Grazia abbia ironizzato su questa diagnosi un poco azzardata, non nego che la cura di se stesse, sia basilare per evitare qualsiasi malattia, ció significherebbe amore ed equilibrio verso se stesse, cosa ben piú difficile da avere, soprattutto a 30 anni. Ma pensare che creme, capelli e depilazioni possano prevenire é utopistico. Se si abbandonano le unutili diagnosi della medicina ufficiale, che non sa dirti perché a quella etá e senza precedenti in famiglia ti venga un tumore e si da un occhiata in giro per vedere la miriade di altri professionisti che si occupano di salute, ci si puó imbattere nel dizionario di metamedicina di Claudia Rainville, per esempio, che parla di tumore come risultato di shock emotivi, angosce, solitudine, sentimenti di abbandono, insomma, qui si afferma che la malattia é legata ai nostri stati d’animo e non deve essere cosí difficile fare questo parallelo quando un medico non ha risposte (perché non solo non ti conosce, ma nemmeno te lo domanda) e non é difficile pensare al proprio stato d’animo e trovare il parallelo tra ció che ci passa per la mente e ció che il corpo ci dice quando ci ammaliamo. Poi c’é chi lega la malattia esclusivamente al disagio psichico, il corpo ti dice che hai un problema da risolvere, un nodo da sciogliere che blocca la tua vita, le interazioni mentali si esplicano nelle manifestazioni del corpo, Insomma le creme oltre che costosissime, non devono passare per la panacea, ció che deve passare é l’amore e la cura verso se stesse, ció significherebbe equilibrio che quando é aggiunto alla serenitá e alla felicitá é il miglior antidoto alle malattie. La medicina ufficiale non ha risposte, il dottore oggi é come il meccanico che puó riparare la tua macchina, ma non ti dice come guidarla al meglio per non guastarla di nuovo, e inoltre la ripara nemmeno tanto bene.. Voi avete mai visto una persona felice, serena, equilibrata gravemente malata?
Il manifesto l’ho letto e non trovo nulla di strano nel fatto che un’iniziativa sia portata avanti da una fondazione che, benchè trovi le sue radici nel capitalismo di impresa, sia sensibilizzato alla faccenda. Io non ho letto “tra le righe”, certo, ma quel che c’è scritto mi sembra perfettamente in linea con altre iniziative a sfondo benefico. Che c’entra “farsi belle” ?? Non capisco. Inoltre non devi chiedere ai medici il perchè ti sei ammalata, nè lo devi chiedere al tuo DNA. La risposta, cara amica, è più semplice di quel che si crede, e se ci guardiamo intorno la vediamo tutti ma facciamo finta di non vederla. la risposta è che il mondo è stato deturpato irrimediabilmente da noi esseri umani. Livelli di inquinamento metropolitano ai livelli della prima rivoluzione industriale, inquinamento delle acque, inquinamento dell’aria, della terra, dei cibi e di tutto il resto. Il nostro corpo cerca di rispondere a questi agenti “mutando” se stesso, e ne risulta il cancro. Semplice e agghiacciante. SIAMO TUTTI a rischio di cancro, nessuno escluso. Il mio professore di genetica diceva che la mia generazione (ho 43 anni) a 50 anni sarà la metà. Indovina perchè. Nella mia famiglia si contano già 4 morti di cancro, e non siamo una famiglia numerosa. Non conosco una sola famiglia intorno a me che non sia stata colpita…eppure continuiamo tutti, come lemmings, a farci del male. Vogliamo sacrificare la nostra “bellezza” (intesa come salute) a favore del benessere? Prego, eccoci serviti.
Concludendo, ti dico anche che la ricerca non sta dormendo, nonostante le multinazionali dei farmaci e tutti gli altri problemi di carattere economico. 20 anni fa nemmeno il 30% delle donne si salvava dal cancro al seno, oggi la percentuale rasenta il 90%. Non abbatterti. Non arrenderti. Non incattivirti. Resisti e basta. E’ una guerra di trincea, e se ti perdi d’animo sei finita. Lo saremo tutti, se ci arrendiamo. Ti abbraccio.
è assolutamente vergognoso e anche poco furbo farlo proprio ora che è uscito quel film che dimostra come le case cosmetiche con il nastrino abbiamo guadagnato fior di soldi che no, non andavano affatto tutti alla ricerca, andavano agli azionisti.
Ma la LILT per chi lavora?
questa poi… ma certo, se gli sponsor sono quelli!
è come certi convegni medici in cui si consiglia uso quotidiano di yogurt in ingenti quantità e poi scopri che lo sponsor è la Danone, che ci propina quelle schifezze inutili e le vuole ammantare di salubrità
in bocca al lupo, siamo con te
che dirti? prova ad ignorare tutte queste stronzate? non credo che basti, né a te che hai avuto la disgrazia di ammalarti, né a tante donne come me che leggono orripilate le notizie che riporti