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Donne, squadrismi e i tribunali civili dell’inquisizione

Basta. Abbiamo pubblicato un post in cui si parla di genitorialità, mamme, padri, nuove compagne, citando anche il gruppo del Movimento Femminile per la Parità Genitoriale.

Oggi abbiamo ricevuto svariate mail da parte di un tot di persone, alcuni messaggi sono stati ricevuti dalle nostre sostenitrici sulla pagina facebook a noi dedicata e alcuni commenti sono stati scritti a margine del post su indicato.

Ogni messaggio rispondeva ad una logica squadrista in cui, al di là dei contenuti che abbiamo proposto, si ragionava per partito preso e ci veniva imposto di assumere una decisione di appartenenza (a noi che NON apparteniamo a nessuno): o con noi o contro di noi.

Siete dalla parte di… buono a sapersi… non siete democratiche“. “Dovete farvi curare“. “Tradimento, tradimento“. “Eccovi le prove dell’esistenza del demonio… è lì e noi ve lo mostriamo” e giù prove e riprove e un processo inquisitorio imposto con toni che dapprima patologizzavano, poi insultavano, infine intimidivano.

Personalmente non tollero l’atteggiamento squadrista da nessuno. Nessuno può insultarci, minacciarci e può obbligarci a portare avanti discussioni in modalità da faide all’ultimo sangue su temi dei quali ci occupiamo.

Nel post di cui si parla ricordiamo con estrema chiarezza quali sono le nostre posizioni su ddl 957 e Pas e discuterne in toni sereni, usando gli argomenti politici, senza demonizzare le persone, con rispetto per chi pronuncia idee diverse dalle nostre, ci sembra una cosa normale in “democrazia”. Così non fosse allora dovremmo evitare di interloquire anche con tante femministe che pure la pensano in modo totalmente diverso da noi.

Non siamo in guerra. Siamo disertrici di nascita e non usiamo fucili e non usiamo neppure veicolare o servirci di pretestuose diffamazioni e calunnie ai danni di persone che la pensano diversamente da noi. Questo metodo non ci appartiene.

Oltretutto mi sembra che l’MFPG come i padri separati o altre persone che portano avanti le proprie idee, salvo alcuni esempi di intolleranza e fanatismo che nel web si trovano da qualunque parte, inclusa quella “femminista”, e a prescindere dalla motivazione che li ispira, non abbiano nulla da ridire circa il fatto che manifestiamo civilmente le nostre differenti opinioni in merito a questi stessi argomenti.

Hanno da ridire semmai con il fatto che le loro idee vengano messe in discussione togliendo dignità a chi le pronuncia, delegittimando persone anzi criminalizzandole. E questo metodo mi sembrava non piacesse neppure alle femministe quando esse venivano – nel tempo – classificate in quanto streghe.

Dunque per quello che mi riguarda l’unica intolleranza al momento mi pare di vederla da parte di chi immagina, e non ne siamo certe, di pensarla come noi.

Ma cos’è che pensiamo noi? Vi interessa davvero o vi interessa soltanto servirvi di noi e delle nostre pagine per buttare fango sulla vita di persone che a prescindere dal fatto che vi piacciano o meno NON possono essere trattate alla stregua di criminali?

Siamo o non siamo libere di scrivere quello che vogliamo, di cercare, di esprimere la nostra opposizione nella maniera che vogliamo senza subire l’atteggiamento aggressivo di chi si immagina più democratic@ perché ritiene di essere dalla parte del bene?

Cosa credete sia l’ossessivo interesse per qualunque cosa scrivano altri/e, incluse noi, se non lo specchio di quello stesso cyberstalking di cui abbiamo parlato tante volte? Saremo anche noi oggetto di monitoraggio e raccolta prove di colpevolezza e screenshot dimostrative o ci risparmierete almeno questo strazio?

Mi sembra il caso di dire basta. Noi non siamo parte di questo meccanismo e non subiamo pressioni da nessuno. E se questo vorrà dire che intendete metterci sullo stesso banco del tribunale dell’inquisizione presso il quale state processando i vostri avversari politici, magari scoprendo prove del nostro legame stretto con satana, allora vi rispondo come vi risponderebbe qualunque femminista:

le brave bambine

vanno in paradiso,

quelle cattive

vanno dappertutto!

 

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Posted in Anti-Fem/Machism, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.


4 Responses

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  1. zani says

    a me il paradiso fa cagare!

    Strenuo Solidale.

  2. Pietro Berra says

    Mi piacerebbe che questo vostro comunicato fosse riletto il 25 aprile o nel Giorno della memoria. Ricorrenze che dovrebbero ricordare a tutti, e insegnare ai più giovani, il valore della democrazia, del rispetto per ogni essere umano (comprese le sue idee) e del dialogo. E invece spesso si celebrano in maniera sterile, quando addirittura non le si strumentalizza per creare nuove “guerre civili”, anche solo a parole. Quando si dice attualizzare il messaggio di chi si è battuto per la libertà (di tutti e non di una parte) e fare in modo che non si ripetano violazioni dei diritti umani: il vostro scritto è un buon promemoria per chi, pur dichiarandosi in molti casi democratico e magari persino pacifista, non esita a fare crociate addirittura contro la madre o il padre del suo stesso figlia/o, dando a quest’ultima/o il peggiore degli esempi possibili e compromettendo quanto gli stessi genitori dovrebbero invece tutelare la massimo, la sua integrità psicoemotiva. Voi avete dato un buon esempio, sarebbe bello che, tra gli altri, lo seguissero anche le associazioni che hanno promosso le due diverse manifestazioni del 4 ottobre. Sono convinto che parlandosi, e guardandosi negli occhi, riconoscerebbero il comune desiderio di crescere figle/i serene/i. E come dice il proverbio africano, ormai citatissimo anche dai pedagogisti, “per crescere un bambino ci vuole un villaggio” (di cui anche le/i nuove/i compagne/i fanno parte), ma nel nostro avanzatissimo Occidente (non a caso in paurosa crisi) troppi bambino non possono più contare neanche su mamma e papà.

  3. Chiara Lo Scalzo says

    E’ incredibile che in ogni luogo virtuale si apra uno spazio a questi argomenti si scateni un confronto ingestibile…
    Io vi leggo, pur non concordando sempre al 100% con le vostre posizioni, perché siamo tutti individui non cloni, e se volessei qualcuno che mi dà sempre ragione mi rivolgerei allo specchio (ma anche no, perché a volte anche io rivedo le mie posizioni, visto che nel tempo si acquisiscono sempre nuove conoscenze e consapevolezze) eppure non ho mai sentito il bisogno di aggredire nessuno.
    Posso testimoniare che la mia opinione, anche quando divergente, è sempre stata rispettata, e che si è sempre discusso senza invadere il privato in modo offensivo, pure quando era il privato al centro del dibattito.
    Quello che apprezzo di voi è l’impegno in tematiche di grande interesse sociale e politico. Riscontro, e credo proprio di non sbagliarmi, una sostanziale buona fede nella vostra attività.
    Ci può essere un dibattito, può anche essere acceso, ci possono persino essere momenti di tensione o nervosismo, ma possibile non si possa trovare il modo di discutere senza trascendere, anzi, senza scendere al livello più basso, quello dell’insulto, della gratuita denigrazione?
    A suo tempo espressi la mia piena solidarietà a Luisa Betti, così oggi la esprimo a tutte voi.
    E’ veramente deprimente.

  4. fasse says

    Tanto per dire, inutile che lasciate commenti insultanti e, lasciatecelo dire, inutile che mandate mail con allegate le screenshot delle cose che scriviamo noi come prova dimostrata della nostra colpevolezza. Siete ridicole oltreché prossime al cyberstalking. Dite che non sappiamo cosa scriviamo noi sul nostro blog?
    Ma abbiate almeno pietà della nostra intelligenza, via.

    Prima finisce questa follia e prima ritorneremo a ragionare di questioni essenziali per la vita delle persone in modo sereno, con argomenti politici e senza deliri fanatici di nessun tipo.