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I pamphlet ferragostani del dipartimento infanzia e famiglia IDV Friuli Venezia Giulia

Riceviamo e condividiamo il comunicato del Coordinamento donne Toscana Italia dei Valori:

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I pamphlet ferragostani del dipartimento infanzia e famiglia  IDV Friuli Venezia Giulia

Nell’ intervista tratta dal sito http://www.unimondo.org/Notizie/Diritti-delle-donne-dal-femminismo-al-pensiero-femminile-136542 sono riportati concetti e affermazioni che non rappresentano la linea dell’Italia dei Valori :

1)‘Le cosiddette femministe sono femmine, perlopiù lesbiche nell’ombra, che trovano il loro corrispettivo violento opposto nei maschi e, infatti, con questi si scontrano. Il loro è un pensiero di contrapposizione al pensiero maschile ma nella stessa dinamica. Attaccano i pensieri e le azioni dei maschi proponendo la stessa cosa al femminile. Non propongono qualcosa di totalmente diverso, ma la stessa cosa versione gonnella’

Anche nel periodo agostano le affermazioni della responsabile del dipartimento infanzia e famiglia di Idv – FVG, nonché psicologa investigativa, ci gratifica con le sue profonde riflessioni che non meriterebbero commento alcuno, se non fosse che l’attacco misogino e lesbofobico che trasuda da ogni rigo dell’intervista, rischia di far cadere nel ridicolo il Partito al quale apparteniamo.

Ci spiace che la responsabile del dipartimento, psicologa investigativa, abbia cosi poco investigato la linea politica dell’Italia dei Valori, di cui, pare, faccia parte, poiché è noto come, sia a livello nazionale- con il Dipartimento Diritti Civili e Associazionismo di cui è responsabile Franco Grillini-  che europeo, i diritti civili (e quindi quelli delle donne omosessuali cui ella si riferisce con malcelato disprezzo), sono al primo posto nell’agenda politica dell’Italia dei Valori.

2) ‘L’emergenza dei papà separati, ridotti al lastrico per mantenere le ex mogli e privati del rapporto con i propri figli’ e ‘bisogna considerare che esistono femmine che gli stupri se li inventano, come inventano gravidanze e cose simili’.

Contestiamo la perversione dell’approccio sia nel merito, nel metodo che nella forma linguistica volto a mistificare la realtà, e i problemi di cui ella sostiene di occuparsi: asserire che i problemi dei padri separati siano dovuti al fatto che essi debbano’mantenere’ le ex mogli, è un approccio superficiale ai rilevanti problemi economici che le famiglie delle persone separate spesso sono costrette ad affrontare quando ci sono minori da tutelare.

3) ‘Diversamente, il pensiero femminile, per esempio nel campo delle separazioni, chiede l’affidamento condiviso come progetto che mette al centro il bambino e restituisce ai genitori il loro diverso e complementare ruolo. Dall’altra parte, il pensiero maschile, supportato dalle gonnelle delle cosiddette, ha prodotto il fenomeno dei papà separati che è un vero e proprio allarme sociale.

Vale quanto sopra detto. L’affido condiviso non è certo messo in discussione. L’ IDV è a favore della bigenitorialità, ma il buon senso e la dottrina giuridica ci dicono che l’affido condiviso dei minori non può essere dato in condivisione, quando vi siano stati episodi di manifesta violenza esercitata da una delle parti genitoriali, quindi vi siano procedimenti penali in corso per violenza, stalking, maltrattamenti .

4) ‘Contro la violenza sessuale vedo solo tanti movimenti corporei scomposti e tanta ideologia. In sintesi, chiacchiere per arieggiare il palato’.

Già mesi fa come Coordinamento IDV Donne Toscana, insieme a Roberta Lerici responsabile Ufficio UNO del Lazio, e Sara Vatteroni, responsabile nazionale del Dipartimento Democrazia Paritaria, avevamo stigmatizzato e isolato le posizioni della responsabile IDV Infanzia e Famiglia  FVG qualificandole come posizioni personali non in linea con il movimento delle donne e degli uomini dei Paesi del mondo civile. Gli unici movimenti scomposti sono le affermazioni di chi non si rende conto della gravità di asserzioni prive di senso.

5) ‘Mi pare chiaro che la violenza non ha genere. Solo chi porta i paraocchi come i cavalli da tiro non lo vede e parla di omicidi di donne come se esistesse “solo” questo. Usano un termine che ha senso nei paesi stranieri dove è nato, ma non in Italia, dove abbiamo avuto negli settanta e ottanta un movimento femminile che ha portato tante conquiste come l’aborto e i consultori familiari. Noi dobbiamo proseguire, non arretrare. La violenza è tutta brutta ma solo guardandola in faccia la possiamo eliminare’

Ricordiamo che le donne nel nostro paese muoiono come le mosche e che siamo già a 94 vittime (inclusi bambini e uomini vittime collaterali) dall’inizio dell’anno. Per non parlare di tutte quelle donne che sopravvivono alle violenze, ma rimangono mutilate per le percosse e comunque distrutte psicologicamente, per tutta la vita.

6) ‘E’ la stessa società in cui esiste anche l’emergenza dei papà separati, ridotti al lastrico per mantenere le ex mogli e privati del rapporto con i propri figli. Stando all’Eurispes, dei 4 milioni di padri separati l’80 percento non arriva a fine mese.

Uno studio pubblicato sull’ultimo Rapporto dell’Istat smentisce queste affermazioni: sono le donne a dover affrontare le difficoltà maggiori di una separazione : una su quattro, nei primi due anni dopo la separazione, è a rischio povertà o “deprivazione”. rispettivamente il 24% e il 24,4% di coloro che hanno visto naufragare il loro matrimonio, contro il 15,3 e il 17,5% degli uomini.

Alla responsabile IDV Infanzia e famiglia del Fruili Venezia Giulia dedichiamo una bella definizione di ‘femminismo’ presa a prestito dalle donne UDI di Reggio Calabria.

‘Ogni donna che fa rispettare i suoi diritti, che non si fa calpestare, che non si fa trattare da essere inferiore in un certo senso è femminista. Cioè difende se stessa, ma nello stesso tempo difende anche la parte cui appartiene come sesso, che subisce la stessa condizione. Questa necessità nasce dalla consapevolezza di avere tutte e tutti gli stessi diritti e doveri, una pari dignità tra donna e uomo. Se gli schiavi non avessero preso consapevolezza e non si fossero rivoltati avremmo ancora gli schiavi. Una persona o una collettività che subisce una condizione effettiva di oppressione ha il diritto di liberarsene.’

Ci rifletta sopra.

Coordinamento donne Toscana Italia dei Valori

Posted in Critica femminista, Misoginie, Pensatoio, Scritti critici.


2 Responses

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  1. Chiara says

    Wow, che passione per le etichette svuotate di significato che ha sta donna… E che imbarazzo, io in FVG ci vivo.

  2. Chiara Lo Scalzo says

    Le cosiddette femministe sono femmine, per lo più lesbiche nell’ombra, che trovano il loro corrispettivo violento opposto nei maschi e, infatti, con questi si scontrano: ma cosa?
    Io sono eterosessuale e al sole, e veramente questa omofobia camuffata da analisi sociologica mi mette una angoscia tremenda… Trovo avvilente questo genere di accostamenti, veramente veramente il sintomo più evidente di una ottusità che mi porta a pensare che non siamo noi ad esserci evoluti dai gorilla, ma sono loro che se ne sono scappati nella foresta impenetrabile per non doverci più ascoltare…