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#vaffanculomamma (liberation front)

[Immagine tratta dalla campagna “Violenza sulle donne è…”]

Culo tette, tette culo, culo tette figa, figa tette culo, mi rifaccio questo e quello, poi ci scrivo un best seller, se c’è chi scrive della solitudine dei numeri primi io scriverò della solitudine della tetta dritta… ma che follia a ragionare di queste stronzate.

Mia madre non ci faceva caso ma mi umiliava abbastanza di frequente. “Mettiti la maglia un po’ più larga” – mi diceva – “ti si vedono i rotolini di grasso…“. Poi le portai a casa un uomo bello come il sole, così lei disse, che “come sei fortunata, figlia mia…” e mentre si complimentava continuava a disprezzarmi e faceva la civetta, quella stronza, perché in fondo lei pensava di essere meglio, con la sua taglia 42 e i suoi pantaloni stretti in vita.

Io godevo di altre meraviglie, avevo una telecamera comprata da mio padre e ritraevo i momenti sconci di quella donna perfida. Le voglio bene, si, quando chiude quella bocca dalla quale escono solo cose odiose. E’ una che riesce a ferirti anche solo se respira. Ma le voglio bene. E’ lei che non me ne vuole. Perché ci sono mamme che non amano i figli, questo è certo. Sono così intente a fare finta di essere perfette genitrici che la simulazione è diventata ormai palese. Si vede che menti, mamma, sei trasparente e vi vedo tutte, tutte quante, quelle che per colmare i propri vuoti emotivi usano i figli per trovare qualcun@ che rifletta il loro narcisismo.

Ebbi un ragazzo che la sorprese, perché secondo lei non avevo proprio nulla da offrirgli e ancor di più mi odiò quando seppe che fui io a lasciarlo, ché averci un uomo bello ma un po’ stronzo per lei era un dettaglio. Il punto è che “nella vita devi far figura…“. Ma certo mamma, come fai tu che accumuli una figura di merda dopo l’altra.

Non è cattiva, povera donna, è che è proprio banalmente ignorante ed egoista. Una sfortuna averci una madre così se hai un cervello che funziona e non vuoi essere come lei. Sarà la tua peggior nemica. Più tu riveli le differenze e più lei tenterà di farti apparire come sbagliata, patologica, malata.

Non è mio padre che ha insistito. Non è lui che mi ha resa vittima. Non è mio fratello, proprio no. E’ stata lei, quella cosa senza senso che si definisce mamma.

Di mamma ce n’è una sola, come la mamma non ti ama nessun@, la mamma non si tocca, alla mamma non puoi dire un vaffanculo perché la mamma è sacra. E sarà mica la vergine Maria? Di questa ipocrita retorica catto/fascista senza pudore è fatta l’Italia. Guardatela quella donna superficiale che si riempie la vita di lassativi per contenere le abbuffate e di riviste di gossip in cui giudica i difetti delle dive. Guardate quanto è gelosa di sua nuora, la fidanzata di mio fratello, che se potesse tagliarle la testa lo farebbe.

Uno stereotipo? La suocera cattiva? Ma no. Non parlo di suocere. Giusto di lei. Farebbe di tutto per fare sfigurare qualunque donna che le passa accanto. E’ lei che deve apparire più perfetta della perfezione davanti ai suoi uomini, anzi all’uomo per cui conserva l’interesse. Povero fratello mio che se la sorbisce con quell’insistenza.

Perché con me almeno risparmia di averci quella passione morbosa e ossessiva. Con lui invece è una vera e propria stalker. E lui che non è scemo ha addestrato la sua fidanzata e quella la prende per il culo tutto il tempo. Tutto il tempo e non si sforza neppure tanto. Basta dirle che come lei nessun@, che apprende tutto quello che c’è da apprendere per rendere felice il figlio, basta lusingarla, farla sentire superiore e così mia madre sceglie di lasciarla in vita. Niente ghigliottina. Niente disprezzo. Quello lo riserva solo a me.

Ho avuto giorni belli l’altro anno, quando lei era via dalla sorella, perché siamo rimasti solo io e mio padre. Abbiamo cucinato, scherzato e chiacchierato, ci siamo fatti fuori una teglia di lasagne senza che lei si lamentasse per le proporzioni, e ci mancava poco che guardassimo la partita di pallone, sbracatissimi, non fosse che non è uno sport che amo. Poi lei è tornata e tutto è ridiventato uguale.

Ho incontrato una tipa un mese fa e per caso ho iniziato a farci sesso. Non è male dopotutto. Mi piace, ci sto bene, senza etichette e senza grossi problemi. Mia madre ha chiesto come mai mi vedessi con questa amica. Voleva constatarne le misure, per vedere quanto fosse deleteria per le mie abitudini. Soprattutto quelle alimentari. Le ho detto che le sue proporzioni a me vanno benissimo e che quando la bacio e la accarezzo tutto quello che tocco è di mio gradimento, così io per lei.

Mi ha guardata inorridita, “lo stai facendo per dispetto, per ferirmi“, oh certo mamma, come no, io faccio tutto per ferirti, perché al mondo esisti solo tu. Tutto parte e finisce lì con te. Non c’è altro, non esistiamo noi, non esiste nulla che non passi attraverso il tuo ombelico.

E’ un alibi, ti rifugi in quella lì perché un uomo è impegnativo e tu non vuoi impegnarmi…” e dicevo: ma impegnarmi a fare cosa? A essere come vuoi tu o come tu pensi che gli uomini mi vogliano? Ti sorprenderà, mamma, ma di uomini che mi vorrebbero ce ne sono davvero tanti, ma sono io che non li voglio, e se un rapporto deve essere una olimpiade in cui l’unica medaglia è avere appresso un coglione senza cervello, capirai che non mi interessa. Io faccio quel che faccio, sono quel che sono, seguo i miei desideri. Oggi sto bene così, domani non lo so. ma quel che è certo, mamma, è che tu sei un’infelice e non riuscirai a rendere infelice anche me. Non più. E vaffanculo.

Ps: con questo racconto scritto da una nostra amica inauguriamo la nascita del #vaffanculomamma liberation front!

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Posted in Comunicazione, Narrazioni: Assaggi, Storie di dipendenze.


6 Responses

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  1. Ale says

    Eretica, le tue parole mi colpiscono molto. Te lo dico con il cuore, come vorrei averlo capito io anni fa : se vivere con tua mamma ti fa stare così male, cerca di renderti indipendente e andare a vivere per conto tuo il prima possibile. Una sopporta, e sopporta, e sopporta, e un giorno o l’altro rischia di dare di matto. A volte (parlo in generale) le mamme credono di parlare e agire per il bene dei figli, e non si accorgono che li soffocano. Dall’altro lato, provare risentimento per molto tempo logora le persone, le rende dure e tristi. Mi sembra improbabile che tua mamma cambi modo di pensare o di comportarsi, ma non sei costretta a convivere per sempre con la sua negatività. O almeno, spero che tu non sia costretta. Tanti auguri.

  2. Mara D. says

    @nina: un consiglio prezioso, non c’è che dire.

  3. nina says

    se una non sta bene con la sua madre, si cerchi un lavoro e vada a abitare lontano da lei.

  4. Paolo84 says

    Purtroppo i genitori non si scelgono, sono quello che sono. Ci sono madri brave e madri pessime, padri buoni e padri pessimi. E il manuale del genitore perfetto non esiste

  5. fasse says

    laura, quando hai finito di santificare la madre (e si, tra noi ci sono delle madri ma non ci teniamo all’aureola, grazie!) magari sfogliati i cartelli scritti da tante donne che dalle madri hanno ricevuto solo molti calci in culo: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.367988983272366.83132.201992303205369&type=3

  6. Laura says

    Ma si fanculizziamo le madri… ora però voglio leggere il punto di vista di tua madre che forse forse in qualcosa avrà pure ragione, sarà che io vivo in un altro pianeta e non mi sono mai permessa di screditare mia madre con tutti i difetti che possa avere e le evidenti differenze non potrei vivere senza di lei! cerchiamo in primis di non essere egocentrici noi e guardiamo ogni tanto dalla loro prospettiva con questo non voglio difendere tua madre ma solo non bisogna farne un vanto del tuo vaffanculo o creare addirittura un flash mob (ricordate che un giorno potreste essere madri voi e poi capirete cosa voglia dire questa stupida invettiva, impegnate le vostre energie in qualcosa di più proficuo.)